Coaching in Azienda - Anteprima del libro di Max Landsberg
La sua ultima occasione
Alex rifletté sul fatto che poteva essere la sua ultima occasione. Benché fosse stato promosso a un livello senior, gli ci era voluto un anno più del previsto. Sarebbe stato eletto membro del Consiglio di Amministrazione? Cosa ne sarebbe stato di lui se non fosse riuscito a raggiungere l’obiettivo? Ora o mai più, e non sarebbe stata una passeggiata. «Quantomeno,» pensò, «ho fatto del mio meglio. Posso godermi la vacanza.»
Si adagiò sulla sdraio vicino alla piscina e osservò il mare Egeo, incurante delle urla festose provenienti dalla spiaggia. Tentò di rilassarsi, tuttavia pensò che forse avrebbe dovuto posticipare di due settimane la vacanza e aspettare che il Consiglio di Amministrazione avesse preso una decisione.
Ad ogni modo, si rallegrò per aver scovato una delle rare villette in cui il cellulare aveva ottima ricezione. Forse qualcuno lo avrebbe chiamato al termine della riunione. Rivolse improvvisamente lo sguardo verso il telefono per assicurarsi che fosse ancora lì, collegato al caricabatteria e che nessuno lo avesse inavvertitamente fatto volare in piscina o chissà che altro.
Proprio in quel momento, il telefono squillò. Era la sua assistente Julia che lo chiamava dall’ufficio. Era stato promosso membro del Consiglio di Amministrazione? «Purtroppo, la riunione è stata posticipata a domani. Ho ritenuto opportuno informarti,» lo informò Julia.
«Nessun problema,» ribatté lui nascondendo a stento la frustrazione. «Grazie per l’aggiornamento. Ci sentiamo appena hai novità.»
Alex ripensò alla gita della settimana prima a Delfi. Quali erano le parole scolpite sull’ingresso del tempio dell’Oracolo, l’ammonimento rivolto agli antichi che si apprestavano a conoscere gli insegnamenti del profeta? «Conosci te stesso.»
«Bene,» pensò, «mezz’ora di introspezione per valutare se, almeno dal mio punto di vista, merito di essere promosso membro del Consiglio di Amministrazione. Dopodiché, soltanto mare e sole.»
Evitare la bancarotta
Per certi versi, il problema era chiaro. Alex sapeva di aver portato a termine una ristrutturazione aziendale, di aver realizzato una coraggiosa acquisizione e di aver evitato la bancarotta di un’azienda. L’unico neo – peraltro molto negativo – era la sua tendenza ad abusare della disponibilità dei colleghi, tanto che alcuni non avevano retto allo stress. Si era guadagnato il nomignolo di “mangiauomini” e per un periodo nessuno avrebbe chiesto volontariamente di lavorare con lui.
Cinque anni fa, il Consiglio di Amministrazione avrebbe potuto sorvolare su questo suo difetto caratteriale. Oggi, però, la capacità di migliorare il rendimento dei collaboratori, aiutandoli a crescere e facendo loro da Coach, aveva assunto un’importanza sempre maggiore. Una carenza in questo campo non sarebbe stata ignorata.
In fondo, Alex sapeva che questa nuova enfasi su come sviluppare le capacità delle persone era il frutto di importanti cambiamenti che avevano interessato la maggior parte delle grandi aziende. In primo luogo, le gerarchie aziendali erano state ridotte. I dipendenti trascorrevano gran parte del proprio tempo in attività multidisciplinari di gruppo. I lavori e i ruoli non erano più predefiniti e statici, di conseguenza i “capi” non si rivolgevano più ai “subordinati” impartendo loro precise istruzioni. Al contrario, le aziende che riscuotevano maggior successo erano quelle i cui dipendenti si aiutavano reciprocamente e i cui manager erano anche Coach.
In secondo luogo, il mercato del lavoro era cambiato. I più talentuosi sapevano che c’erano aziende che investivano nel Coaching, presso le quali era molto più divertente lavorare. Inoltre, la gente era più disponibile a viaggiare e le aziende che riscuotevano maggiore successo erano quelle che cercavano di tirar fuori il meglio dai propri dipendenti, al fine di assicurarsi i migliori professionisti.
Le condizioni di lavoro
In terzo luogo, le condizioni di lavoro, i mercati e le tecnologie cambiavano più rapidamente rispetto al passato. Ciò significava che le aziende non potevano più accontentarsi di pagare ai propri dipendenti un paio di settimane di formazione presso una sede esterna, una sola volta l’anno. La formazione doveva essere continuativa e “sul posto di lavoro”, come nel caso del Coaching.
«Ebbene,» rifletté Alex, «sono abbastanza bravo per occuparmi di Coaching?» Istintivamente sentì di essere diventato un bravo Coach. Quando, alcuni anni prima, era stato assunto dall’azienda, non pensava di essere “portato” per fare il Coach, tuttavia con il passare del tempo aveva imparato alcune regole fondamentali. Queste regole lo avevano aiutato a diventare un manager molto più efficace e Alex aveva imparato ad ascoltare i consigli dei colleghi Coach che erano considerati modelli di riferimento. Aveva anche letto un paio di libri sull’argomento, mettendo in pratica molti insegnamenti utili. Il suo unico problema era sorto l’anno precedente, quando l’ansia di non riuscire a raggiungere gli obiettivi aveva risvegliato in lui alcune cattive abitudini, impedendogli di essere promosso.
Alex aveva fatto tesoro di questa esperienza: si era impegnato per migliorare e col tempo anche i colleghi erano tornati ad apprezzarne la collaborazione e la guida. Si rendeva conto che anche la sua vita privata era migliorata.
Tutto sommato, era pronto ad auto-nominarsi membro del Consiglio di Amministrazione… Tuttavia, per essere assolutamente certo della sua decisione, pensò che fosse giunto il “momento della verità” e che avrebbe dovuto rivedere il suo operato. Così facendo, sarebbe giunto a una decisione oculata e avrebbe soppesato i pro e i contro del programma di Coaching aziendale, la sua principale mission qualora fosse stato eletto membro del Consiglio di Amministrazione.
Col senno di poi, Alex ripensò a ciò che aveva appreso sul Coaching, sia quando altre persone gli avevano fatto da Coach, sia grazie al lavoro svolto negli anni successivi in qualità di senior manager.
Prese il telefono, attivò il registratore vocale e iniziò a raccontare gli eventi più significativi della sua carriera in azienda. Ecco la storia di Alex…
Questo testo è estratto dal libro "Coaching in Azienda".
Data di Pubblicazione: 2 novembre 2017