SELF-HELP E PSICOLOGIA   |   Tempo di Lettura: 8 min

Come funziona la Legge dello Specchio

Come funziona la Legge dello Specchio

Tutto ciò che fai lo fai solo e soltanto per te stesso: scopri il primo meccanismo della natura umana leggendo l'anteprima del libro di Cristian Sartori.

Come funziona la Legge dello Specchio

Nonostante tutti quanti abbiano a disposizione questo strumento in realtà quasi nessuno lo usa. In molti non ne conoscono l’esistenza e tanti, tra quelli che la conoscono, in realtà la ignorano o non la sanno usare in modo corretto.

Vediamo come funziona questa Legge dello Specchio:

“Tutto ciò che entra a far parte della tua Vita e che suscita in Te emozioni, sta rispecchiando una parte di Te che non vuoi vedere.”

Questo è quello che afferma la Legge dello Specchio. Le emozioni possono essere sia positive sia negative e la differenza sta in ciò che ti sta mostrando l’Universo. Quando usi la Legge dello Specchio, per capire cosa ti sta mostrando quella situazione, se le emozioni suscitate sono positive significa che quel tuo aspetto/comportamento devi esprimerlo. Metterlo in mostra, alimentarlo, metterlo a disposizione del mondo e non reprimerlo, non devi più tenerlo nascosto o mostrarlo solo occasionalmente.

Viceversa quando le emozioni, che suscita un evento, sono negative allora significa che quel tuo aspetto va visto, capito e modificato o eliminato completamente.

Molti di questi aspetti negativi sono il frutto di traumi passati, di paure, di credenze limitanti o errate che si sono radicate nel nostro inconscio. Riuscire a vedere questi aspetti negli altri ci permette di vederli e capirli più facilmente, in un secondo momento dovremo portarli dentro e modificarli in noi, così potremo cambiare in meglio e il mondo fuori di noi, che non può fare altro che rifletterci, cambierà in meglio.

Come funziona?

Tutto l’Universo è stato creato in modo da permetterci di evolvere e lo fa attraverso le esperienze che ogni giorno ognuno di noi si trova ad affrontare. Essendo questa una Legge Universale si comporta allo stesso modo e quindi ci offre continuamente l’opportunità di evolvere. Se la capiamo e iniziamo a sfruttarla allora riduciamo di molto i tempi della nostra evoluzione e questo significa soffrire meno.

Infatti ogni volta che non riusciamo a capire cosa ci stia mostrando quella determinata situazione che non ci piace, soffriamo e questo ci spinge a fuggire, a sopprimerla, a non volerla vedere, ma l’Universo ci sta comunicando qualcosa che dobbiamo capire e quindi si verrà a ricreare una situazione molto simile che però se non capiremo ci farà soffrire di nuovo fino a quando non capiamo.

Ci ritroviamo così in un loop che ci riporterà a ricreare continuamente situazioni molto simili, che continueranno a farci soffrire finché non capiremo quello che ci stanno mostrando.

Se invece iniziamo a osservare ciò che ci accade assumendoci la responsabilità, ovvero prendendocene cura e cercando di capire cosa ci sta mostrando, allora tutto inizia a diventare magicamente più chiaro. Dopo aver dissolto i blocchi energetici che ci portiamo dietro, da molto tempo, iniziamo a vedere chiaramente la strada da percorrere.

Sembra che l’Universo sia stato costruito in modo tale da mostrarci ciò che non riusciamo o che non vogliamo vedere di noi. Così il mondo che ci circonda è un nostro riflesso e se vogliamo cambiarlo possiamo farlo solo e soltanto modificando noi stessi. Il mondo intorno a noi non può fare altro che riflettere come siamo, se cambiamo lui cambia.

“Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”
Mahatma Gandhi

Ma come avviene tutto questo?

Le persone con cui interagiamo diventano attori inconsapevoli che mettono in scena un nostro aspetto/comportamento in modo che possiamo osservarlo al di fuori di noi, così da vederlo più facilmente. Proprio come gli specchi che abbiamo a casa che ci aiutano ogni giorno a truccarci, vestirci, pulirci, pettinarci... a vedere parti di noi che non riusciamo a vedere.

Nello stesso modo in cui usiamo gli specchi di casa, dobbiamo iniziare ad usare il mondo intorno a noi. Usiamo le persone e gli eventi, per guardarci dentro e per vedere chiaramente cosa dobbiamo cambiare e su cosa dobbiamo focalizzare le nostre energie.

Le persone che incontriamo, non le incontriamo per caso, sono tutte complementari a noi. Sono attori, ovviamente inconsapevoli, che riflettono un lato di noi che non riusciamo a vedere o che non vogliamo vedere. Allo stesso modo noi riflettiamo i lati di tutte le persone con cui entriamo in contatto, ma questo non deve interessarci perché anche noi lo facciamo in modo inconsapevole e per ora non ha nessuna importanza al fine evolutivo, concentrarci su questo aspetto.

Quindi la prossima volta che qualcuno ti dice che lo irriti, è vero che ciò che lo sta irritando è un suo aspetto che vede riflesso in Te, ma Tu non ti concentrare su questo perché è qualcosa su cui l’altro deve lavorare, non Tu. Tu occupati di ciò che t’irrita degli altri, perché e lì che puoi trovare Te stessa. Quando litighiamo con un collega sul lavoro, per esempio, questa persona ci sta mostrando un nostro atteggiamento/comportamento, ma lui non lo sa.

Questa persona fa quello che fa, per sé stessa. Noi percepiamo le azioni o le parole di questa persona secondo i nostri filtri e così l’emozione che ne scaturisce, non è realmente collegata alle azioni dell’altra persona, ma è frutto della percezione che noi ne abbiamo. Per poter capire bene questo passaggio dobbiamo fare un passo indietro e capire due meccanismi della natura umana, il primo è che tutto ciò che noi facciamo lo facciamo solo e soltanto per noi stessi. Il secondo è che tutto ciò che interagisce con noi viene percepito da noi attraverso i nostri filtri.

Partiamo dal primo meccanismo naturale e cerchiamo di capire come funziona.

Quello che fai lo fai solo per Te

Dobbiamo renderci conto che tutto ciò che facciamo lo facciamo solo per noi stessi, per alimentare il nostro Ego, per sentirci meglio, per non avere paura...

Tutto ciò che facciamo lo facciamo per un tornaconto personale anche quando sembra che stiamo facendo qualcosa per qualcuno o contro qualcuno, in realtà lo stiamo facendo solo e soltanto per noi stessi. Non ne siamo quasi mai pienamente consapevoli, ma è sempre così.

La prima volta che ho sentito questo concetto, non mi è piaciuto per nulla, ma poi ponendo attenzione a me stesso, mi sono accorto che è davvero così.

Allo stesso modo anche gli altri fanno, ciò che fanno, solo per loro stessi. Questo significa che nessuno fa qualcosa contro di Te. Se qualcuno ti denigra, lo fa perché in qualche modo si sente, inconsciamente, inferiore a Te e denigrandoti cerca di abbassare la percezione che gli altri hanno nei tuoi confronti, nel vano tentativo di riuscire così a sembrare superiore.

Ovviamente vale anche quando succede il contrario, se denigri, critichi, disprezzi, qualcuno è perché inconsciamente ti senti inferiore a quella persona. Non significa che lo sei veramente, ma che pensi di esserlo in qualche aspetto. Il nostro Ego funziona così. Ora ti faccio un esempio, il tuo Ego non sarà d’accordo si ribellerà dirà che non è vero, ma se riesci a capire il concetto, ti farà fare un bel salto in avanti sul tuo percorso evolutivo.

Immagina una mamma con un bimbo che passeggiano vicino a una strada. Il bambino vede qualcosa dall’altra parte e senza dire nulla, inizia a correre attraversando la strada senza guardare. La mamma appena capisce cosa sta succedendo lo rincorre e una volta messo al sicuro lo sgrida o addirittura lo sculaccia.

La reazione della mamma sarà più o meno forte in base al rischio che il bambino ha corso. Se la strada era sgombra oppure se vi erano auto che stavano arrivando o addirittura che hanno dovuto frenare bruscamente per non investirlo, questo determinerà la reazione della mamma, da una semplice sgridata a una ramanzina con sculacciata.

Perché la mamma sgrida e sculaccia il figlio?

La risposta più naturale potrebbe essere... per insegnare al bambino che non si attraversa senza guardare perché è pericoloso. L’intensità della reazione dipende dallo spavento.

Questa risposta non è di per se errata, ma è superficiale, la realtà è che il bambino deve imparare a non mettersi in pericolo perché se gli succedesse qualcosa la mamma soffrirebbe troppo.

Dal punto di vista del bambino, la mamma è cattiva perché lo sta sgridando e picchiando.

Dal punto di vista della mamma, sta educando il figlio ed è meglio prendersi uno sculaccione che essere investiti.

Quindi la mamma sta facendo qualcosa contro il bambino? No, sta cercando di prevenire una sofferenza che potrebbe accadere in futuro, se il bambino non impara ad attraversare la strada in modo corretto. Quindi lo sta facendo per sé stessa anche se è convinta di farlo per il bene del bambino.

La mamma reagisce all’evento per sé, la sola idea della sofferenza che proverebbe, se perdesse il figlio, la terrorizza a tal punto da portarla a una reazione anche violenta. Mentre il bambino crede invece, che la mamma lo stia punendo, che non gli voglia bene

Data di Pubblicazione: 13 aprile 2021

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