Credere nella vita dopo la morte non è semplice. Leggi l'anteprima del libro di Enid Hoffman per scoprire un'esperienza personale con il mondo degli spiriti.
Un racconto personale sul mondo dello spiritualismo
Come ho sviluppato le mie doti extrasensoriali
Ritengo importante spiegare ai miei studenti quanto sia naturale e umano il processo di sviluppo delle doti extrasensoriali.
Per quanto alcuni eventi di questo processo possano apparire strani o “paurosi”, non è necessario circondarli di un’aura di stupore e mistero per credere in essi.
Uno dei miei obiettivi, come ho specificato nell'introduzione, è quello di aiutarvi a capire che le vostre facoltà extrasensoriali sono “normali” quanto l'udito e la vista sul piano sensoriale. Per tale ragione, in questo capitolo voglio raccontarvi parte della mia esperienza personale nel campo.
Ho potuto contare sull’aiuto di molti amici e insegnanti, sia vivi che disincarnati. Dedico il lavoro a mia zia Lizzie, non solo in quanto responsabile del mio avvicinamento al mondo del paranormale, ma anche perché ha riempito la mia infanzia di tanto amore. Vorrei che la vedeste come la vedevo io allora: piccola, minuta eppure forte, coi piedi saldamente piantati per terra.
Adempiva senza fatica alle sue responsabilità quotidiane nei confronti del marito, lo zio Walter. Lui era un omone che mi riempiva di dolci sorrisi e soldi per il gelato mentre zia Lizzie se la rideva, fingendo di disapprovare. Lo adoravamo entrambe. Delle tre sorelle di mio padre, è stata proprio Lizzie ad “adottarmi” come nipote preferita.
Ho trascorso molte estati della mia infanzia nella sua casa del Vermont. Spesso zia Lizzie e zio Walter mi prendevano con sé nelle loro spedizioni da agenti immobiliari, e mi portavano in campagna a cercar more o a visitare parenti. Mi ricordo particolarmente di un mattino: io davanti al lavandino, zio Walter che mi spazzola i capelli un po’ impacciato e zia Lizzie che prepara la colazione.
La memoria torna insieme a tutto il calore della loro cucina, al meraviglioso profumo della pancetta che friggeva e del caffè.
Durante l’adolescenza e dopo, presa da altri interessi, persi i contatti con la zia. Cominciammo a rivederci regolarmente solo dopo che ebbi superato i vent’anni: ero già sposata e madre di famiglia. Zio Walter era morto da diversi anni, e zia Lizzie si era dedicata allo spiritualismo per non interrompere il rapporto con lui.
Faceva parte di un piccolo gruppo che si riuniva tutte le settimane per comunicare con “coloro che sono dall’altro lato della vita”, tanto per usare le loro parole.
Le mie prime sedute spiritiche
Lo spiritualismo sostiene che esista comunicazione fra i cosiddetti morti e i vivi, e gli spiritualisti seguono quest’affermazione in modo molto concreto. In riunioni e sedute spiritiche inviano e ricevono messaggi grazie al medianismo mentale, alla scrittura automatica e a vari altri canali.
Mia zia era un’esperta di scrittura automatica. Zio Walter le guidava la mano mentre lei teneva una matita sopra fogli di carta bianca. Le scriveva lettere d’amore ed era la sua guida spirituale. Lizzie imparo anche ad infondere energia a un tavolo attorno al quale era seduto un gruppo di persone; il tavolo forniva messaggi di risposta alle domande delle persone.
La prima volta che partecipai a una riunione di questo tipo, il tavolo si alzò da terra su due gambe e ripiombo giù con un tonfo. Quando zia Lizzie mi parlò di questi interessi e attività, io m’incuriosii. Fu lei ad invitarmi alla mia prima seduta spiritica. Seguitemi e cercate di immaginare i fatti.
Mio figlio maggiore aveva all’epoca due anni e mi accompagnò nella breve passeggiata in Western Avenue fino alla casa di uno dei membri del circolo.
La casa era molto accogliente e in soggiorno ci aspettavano quattro donne.
Ci raccogliemmo attorno al piano e cantammo inni. Lo si faceva per innalzare a livelli superiori la coscienza e ottenere protezione da spiriti di livello basso. Non mi sembra che mio figlio David abbia cantato, ma mentre mi teneva la mano compresi che era a proprio agio col gruppo.
In una sala da pranzo buia sedemmo attorno a un pesante tavolo di quercia. David mi si era messo in grembo, tranquillo ma attento. Il silenzio nella stanza si fece sempre più profondo e noi tutti ci rilassammo, in attesa che accadesse qualcosa.
Davanti a zia Lizzie c'era un mucchio di carta bianca. Accanto alla carta, matite. Un’altra donna aveva un secondo mucchio di carta e matite. Nella luce fioca vidi zia Lizzie e la sua amica prendere le matite e appoggiarle sul primo foglio. Nei quindici minuti successivi, l'unico suono a rompere il silenzio fu il grattare delle matite. Gradualmente mi accorsi che le matite si erano fermate. Le donne cominciarono a discutere con calma.
Vennero accese le luci: la seduta era terminata. Si passò a leggere quello che era stato scritto. Quasi tutte le comunicazioni di zia Lizzie giungevano da zio Walter, che le dava consigli su questioni pratiche. Come sempre, lo zio le riconfermava il suo amore ed il suo affetto. L’altra donna, a sua volta, ricevette messaggi da parenti morti, ma anche considerazioni filosofiche attribuite agli “spiriti guida” che facevano da insegnanti al gruppo.
Io restai ad ascoltarle, ma ero molto scettica su ciò che era accaduto. Sino ad allora non avevo avuto tempo per cose del genere. Adesso la mia curiosità si era destata, e aveva una gran voglia di saperne di più circa i fenomeni metapsichici. Fu in quel momento che decisi di dedicarmi allo studio di altri mondi, altre realtà, dell’occulto, dell’esoterico e di sviluppare le mie doti extrasensoriali.
Un incontro con le anime del passato
Un interesse che non è mai più venuto meno. Ebbi ben presto occasione di approfondire. Zia Lizzie e io, in visita a mia sorella Joy, decidemmo di tenere una seduta col tavolo. Invitammo altre persone per la serata e completammo i preparativi. Insieme a Joy mettemmo i nostri figli a letto nelle camere di sopra. Gli amici si raccolsero in soggiorno con zia Lizzie e giunse il momento di iniziare. Fatevi aiutare dall’immaginazione per visualizzare la scena ed “essere lì” con noi.
Il soggiorno era fiocamente illuminato da una piccola lampada, il gruppo seduto intorno ad un tavolo di quercia, largo e basso, al centro della stanza. Le mani, quasi invisibili nell’oscurità, erano delicatamente posate sul piano del tavolo, a palme in giù, con le punte delle dita a toccare appena la superficie.
Eravamo all’inizio della seduta. Tutto era calmo; ancora non succedeva nulla. Zia Lizzie comincio a spiegarci cosa potevamo aspettarci, poi invitò gli spiriti di parenti e insegnanti ultraterreni a comunicare con noi. Aspettammo.
Alcuni erano nervosi, altri scettici, altri ancora rilassati. Il tavolo prese a vibrare. Lo sentimmo tutti. Zia Lizzie chiese: “C'è qualcuno che vuole comunicare? Se volete comunicare: due colpi per il sì e un colpo per il no”.
Immediatamente il tavolo si sollevò su due gambe e ricadde giù con un tonfo. Poi si alzo di nuovo e torno giù. La zia interpretò il fatto come una risposta positiva. Da quel momento in poi tutti noi ponemmo domande, talora parlando a due o tre alla volta. Il tavolo vibrava, si sollevava e cadeva. Lentamente, metodicamente, arrivammo a stabilire che coloro che si erano messi in contatto con noi erano persone vissute in quella casa in passato.
Continuammo a porre domande finché il tavolo si rifiutò di muoversi, circa due ore più tardi. A quel punto riaccendemmo le luci e, bevendo caffè, ci mettemmo a discutere di ciò che era successo quella sera. Potete immaginare quanto fossi rimasta affascinata e contenta di aver potuto condividere quelle esperienze con mia sorella.
L'evoluzione del mio rapporto con lo spiritualismo
Le mie partecipazioni alle sedute rimasero sporadiche.
Casa e figli non mi lasciavano tempo libero per persone che non vivessero nel mio mondo fisico. Comunque la curiosità mi spinse ad avvicinarmi alla letteratura spiritualistica e in breve i libri sull’occulto diventarono le mie letture preferite.
La biblioteca pubblica si dimostrò una fonte decisamente insufficiente, così cominciai a costruirmene una personale che tuttora posseggo. Quando i figli crebbero, la mia ricerca nel campo dell’occulto assunse dimensioni ragguardevoli. Coglievo ogni minima occasione per bombardare zia Lizzie di domande, ma lei era sempre felice di condividere tutte le sue esperienze. Mi concesse il privilegio di leggere una parte delle meditazioni filosofiche che le erano giunte attraverso la scrittura automatica, oltre ad alcuni dei messaggi personali di zio Walter.
Grazie a lei appresi altri fenomeni paranormali che il mondo scientifico non ha ancora saputo spiegare. Di alcuni di questi fenomeni sono stata testimone a casa della zia. Un mattino proposi di aiutarla a preparare la colazione nella sua luminosa cucina. Mi assegnò l'incarico di tostare il pane nel vecchio tostapane, un aggeggio decrepito con la serpentina elettrica ben visibile al centro.
Infilai le fette e tenni d’occhio la serpentina, che passo dall’arancio al rosso incandescente; poi, di colpo, diventò nera. “Zia Lizzie!” - urlai - “Si è rotto qualcosa! Il tostapane non funziona più!”. La sua risposta fu la risatina divertita che avevo sentito tante volte, seguita dalle parole: “Walter, fai ripartire tutto a dovere e smettila di fare scherzi!”.
Incredibile ma vero, la serpentina elettrica ridiventò subito rossa e non fece pia capricci. Quel giorno mi raccontò che lo zio si divertiva a giocare con gli impianti elettrici del suo appartamento: accendeva e spegneva luci, fermava gli orologi elettrici e adesso il tostapane. Erano i suoi passatempi preferiti.
Ovviamente non potevo controllare quelle storie, ma non le mettevo in dubbio perché sapevo che la zia era una persona posata, intelligente e con i piedi per terra. All'epoca, comunque, ero convinta solo a metà.
Imparare a credere nella vita dopo la morte
Sentivo il bisogno di un’esperienza personale, prima di poter accettare idee del genere e solo dopo parecchio tempo giunsi a credere realmente nella vita dopo la morte e nella realtà dei fenomeni paranormali. Pian piano la zia Lizzie spinse mio marito Bill a interessarsi di spiritualismo. Ci recammo insieme in chiesa, a Stamford, Connecticut, per sentire un sermone di Arthur Ford. In quegli anni Ford era già famoso in tutto il paese come medium.
Fu lui a fondare l’Associazione Frontiere Spirituali, un’organizzazione che esiste ancora oggi e che si propone di indagare, studiare e discutere i fenomeni paranormali accaduti nella storia del cristianesimo. Dopo la cerimonia il reverendo Raymond Burns, ministro della chiesa, andò a stringere la mano a tutti i fedeli che uscivano. Era un uomo molto dolce, gentile, coi capelli grigi; ci salutò calorosamente e ci fece sentire i benvenuti.
Quando mio marito gli manifestò il nostro interesse riguardo al suo corso di “sviluppo extrasensoriale”, il reverendo esitò solo un attimo prima di invitarci a partecipare alla riunione del venerdì sera. Il venerdì successivo, riuniti in un auditorio con altri venti studenti, fummo accolti dal reverendo Burns. Dopo una breve preghiera, ci alzammo tutti e lo seguimmo in un locale posto nel retro dell’auditorio.
Era una stanza speciale, usata solo per lezioni e sedute spiritiche: a porte chiuse c’era il buio più totale. Il reverendo Burns accese una piccola lampada e la luce rosea ci permise di muoverci e trovare un posto dove sedere. L’oscurità assoluta ci avvolse. Ero perplessa, un poco spaventata e molto nervosa, ma cercai di rilassarmi. Non avevo idea di cosa aspettarmi. Ben presto una voce ignota uscì dalla bocca del reverendo.
La voce si presentò come una guida e fece un breve discorso. Poi il reverendo Burns usci dalla trance auto-indotta e parlò per poco tempo con la sua voce normale. Per quasi due ore le voci di diversi spiriti guida si rivolsero ai propri singoli studenti tramite il reverendo Burns.
Una nuova guida si presentò a me e a mio marito, dandoci un caldo benvenuto alla serie di sedute che avremmo dovuto seguire per sviluppare le nostre capacità extrasensoriali.
Il nostro viaggio di ritorno a casa fu pieno di eccitazione per ciò che era accaduto e per ciò che poteva attenderci. Gradualmente, settimana dopo settimana, imparammo sempre meglio a ricevere idee per via telepatica dalla nostra guida e a riferire, quando era il nostro turno, ciò che avevamo ricevuto. A ogni riunione le nostre doti miglioravano.
Gradualmente, le mie ipotesi si mutarono in risposte precise. A un certo punto, senza che me ne rendessi conto, mi convinsi della realtà degli spiriti invisibili e dei fenomeni metapsichici.
Data di Pubblicazione: 19 agosto 2022