SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO

Come percorrere il sentiero del cuore: l'amore assoluto

Scopri il sentiero del cuore

Scopri la chiave per aprire la realtà del tuo cuore, amare e sentirti amato incondizionatamente, leggendo l'anteprima del libro di Ram Dass.

Il sentiero del cuore

Immaginiamo di sentirci amati da qualcuno come non ci siamo mai sentiti prima. Siamo amati più di quanto ci abbia amato nostra madre quando eravamo piccoli, più di quanto siamo stati amati da nostro padre o dai nostri figli o dai nostri partner, più di quanto qualcuno ci abbia mai amato. La persona che ci ama non vuole niente da noi, non cerca una gratificazione personale, ma desidera solo il nostro pieno appagamento.

Siamo amati semplicemente per ciò che siamo, semplicemente perché esistiamo. Non c’è nulla che dobbiamo fare per meritare amore. I difetti, la mancanza di autostima, la perfezione fisica, il successo sociale ed economico non contano nulla. Nessuno potrà mai privarci di un simile amore, che sarà nostro per sempre.

Immaginiamo che vivere in quell’amore sia come rilassarsi all’infinito in un bagno caldo, con l’amore che, come l’acqua, sostiene ogni nostro movimento, così che ogni pensiero e ogni sensazione siano permeati d’amore. Ci sembra di dissolverci nell’amore.

Quell’amore è in realtà parte di noi e fluisce di continuo tramite noi. E come il tessuto subatomico dell’Universo, la materia oscura che mette ogni cosa in contatto. Se entriamo in sintonia con quel flusso, lo percepiremo nel nostro cuore: non nel cuore fisico né nel cuore delle emozioni, ma nel cuore spirituale, quella parte del torace su cui puntiamo le dita quando diciamo: “Io sono”.

È il cuore più profondo, il cuore intuitivo. E il luogo in cui la mente superiore, la pura consapevolezza, le emozioni più sottili e l’identità dell’anima si incontrano e si uniscono e dove entriamo in contatto con l’Universo: è la sede della presenza e dell’amore.

L’amore incondizionato esiste realmente in ognuno di noi. E parte dell’essere profondo. Non è tanto un’emozione attiva, quanto uno stato dell’essere. Non è come dire: “Ti amo” per questa o per quella ragione, e nemmeno “Ti amo se tu mi ami”. È un amore libero da motivazioni particolari, è amore senza un oggetto. Significa semplicemente rimanere seduti nell’amore, un amore che comprende la sedia, la stanza e che permea ogni cosa intorno a noi. La mente pensante si annulla nell’amore.

Se entro in un luogo che è in me ed è amore e se l’altra persona entra in un luogo dentro di lei che è amore, siamo insieme nell’amore. Allora siamo realmente innamorati, cioè nella condizione in cui siamo amore. E la porta per accedere all’Unità. E lo spazio in cui sono entrato quando ho incontrato il guru.

Anni fa, in India, ero seduto nel cortile di un piccolo tempio alle pendici dell’Himalaya. Eravamo in trenta o quaranta persone, sedute intorno al guru Maharaj-ji. L’anziano uomo, avvolto in una coperta, era seduto su un semplice letto. Intorno a lui, per un breve quanto insolito intervallo temporale, tutti eravamo in silenzio. Era una quiete meditativa, che ricordava un campo aperto, in un giorno senza vento o un lago limpido e profondo, senza nemmeno un’increspatura. Sentivo onde d’amore che irradiavano verso di me e mi lambivano come una schiuma delicata su una spiaggia tropicale: mi sommergevano, mi facevano fluttuare, accarezzavano la mia anima, mi accoglievano completamente.

L'amore, una forza naturale

Ero quasi sopraffatto, sul punto di piangere, così grato e colmo di gioia che era difficile credere stesse accadendo realmente. Dopo aver aperto gli occhi, mi sono guardato intorno e ho capito che tutti stavano vivendo quella stessa esperienza. Ho rivolto lo sguardo al guru: sedeva, guardandosi intorno, senza fare nulla in particolare. Il suo essere splendeva come il sole, in maniera uniforme su chiunque. Non si rivolgeva a nessuno in particolare. E non stava facendo nulla di speciale, era così per natura.

Quell’amore è come la luce del sole, una forza naturale, una realizzazione dell’essenza, una beatitudine che permea ogni particella dell’esistenza. In sanscrito è chiamato sat-cit-ananda, cioè “verità-coscienza-beatitudine”: la beatitudine della consapevolezza dell’esistenza. Quel campo vibrazionale dell’amore ananda permea ogni cosa; tutto in quella vibrazione è nell’amore. E un modo diverso di essere oltre la mente. Eravamo trasportati, dall’amore di Maharaj-ji, da un livello vibrazionale a un altro, dall’ego al livello dell’anima. Quando Maharaj-ji mi ha condotto fino alla mia anima, attraverso quell’amore, la mente ha smesso di operare. Forse è per questo che l’amore incondizionato è così difficile da descrivere ed è per questo che sono i poeti mistici a offrirci le immagini migliori. Le parole nascono, per la maggior parte, dal punto di vista dell’amore condizionato, da una posizione interpersonale che si dissolve in quel luogo incondizionato.

Quando Maharaj-ji era accanto a me, ero immerso in quell’amore. Uno degli altri occidentali che erano con Maharaj-ji, Larry Brilliant, ha detto:

"Come posso spiegare chi fosse Maharaj-ji e come riuscisse a compiere tutto questo? Non so spiegarlo. Magari era l’amore che provava per Dio. Non riesco a spiegare chi fosse. Riesco a stento a comprendere come amasse tutti. Era il suo lavoro, era un santo. I santi dovrebbero amare tutti.

Ma a impressionarmi non era questo aspetto, non era il suo amore per tutti: ciò che mi colpiva era che, quando ero seduto di fronte a lui, io amavo tutti. Per me era la parte più diffìcile da capire: come riuscisse a trasformare totalmente lo spirito delle persone che erano con lui e portare alla luce non solo il meglio di noi, ma qualcosa che non era nemmeno in noi, che non conoscevamo. Credo che nessuno di noi sia stato tanto buono, puro o amorevole in tutta la propria vita quanto lo eravamo quando sedevamo davanti a lui."

Benvenuti sul sentiero del cuore! Che ci crediate o no, questa può essere la vostra realtà: essere amati incondizionatamente e cominciare a diventare quell’amore. Il sentiero dell’amore non porta in nessun luogo. Ci rende semplicemente più presenti alla nostra realtà attuale. Ci porta oltre la mente, fino al cuore.

L’amore è un’inclinazione naturale dell’uomo. In altri tempi e in altri luoghi, diverse persone hanno scoperto questo sentiero in molte differenti situazioni culturali. In India è chiamato bhakti yoga, la via che permette di trovare l’unione ultima attraverso l’amore, una tradizione centenaria. Le pratiche bhakti yoga permettono di accedere all’amore incondizionato, al cuore che irradia amore, di dissolversi nell’oceano dell’amore, nell’Unità. Più avanti nel libro sono presentati alcuni “santi” indiani che sono diventati quell’amore. Vedremo come anche per noi sia possibile camminare su quel sentiero. Non esiste una formula. Ognuno possiede la chiave per aprire la realtà del proprio cuore.

Nell’amore

La prima volta che da adulti sperimentiamo l’amore incondizionato, può sembrarci che un ghiacciaio, in noi, si sciolga delicatamente. Oppure può assomigliare più a un cataclisma, come a un terremoto di proporzioni enormi che ci scuote nel profondo. Stiamo sperimentando l’amore, ma quell’amore così intenso e onnicomprensivo cambia la concezione che abbiamo di noi stessi. Non è possibile nuotare in un oceano tanto vasto e rimanere al contempo nel laghetto del nostro sé limitato. Anche se quell’apertura è solo per un istante, anche se poi si dissolve e in apparenza ce ne dimentichiamo, quel momento di comprensione, di apertura del cuore, conferisce un tono nuovo al resto della nostra vita. Non è possibile tornare indietro. Il gusto persistente di quella grandissima dolcezza rimane in noi e non sarà possibile dimenticarlo.

Gesù utilizzò la metafora del pescatore. Quando, per la prima volta, sentiamo quella gioia profonda, rimaniamo intrappolati nella rete dell’amore puro gettata dal pescatore divino, siamo intrappolati in quell’amore.

Il guru è come un pescatore a mosca. L’ego si contorce, tira e si comporta in maniera inappropriata cercando di scappare, ma ogni volta la presa dell’amore divino entra più in profondità fino a quando noi, con la nostra personalità e con tutte le nostre abitudini, con i nostri pensieri e desideri, ci arrendiamo al Sé superiore, quell’essere di puro amore e consapevolezza che continua a trarci verso di sé, perché ci ricongiungiamo a lui.

La prima volta che sono andato in India, detestavo l’idea di un guru. Ero interessato al buddhismo, che incuriosiva lo psicologo che era in me. Come mi sono ritrovato seduto di fronte a un guru induista? Quando l’ho incontrato per la prima volta, a stento sapevo che cosa stessi facendo laggiù.

Il guru

Quando però Maharaj-ji mi ha avvolto nell’amore incondizionato, ha cambiato il corso della mia esistenza. La percezione che avevo di me è cambiata completamente. Quell’incontro ha aperto il mio cuore. In quel momento mi sono aperto al guru: non solo all’uomo anziano che sedeva di fronte a me avvolto in una coperta, ma a un luogo in lui che rifletteva il mio vero Sé. Quel Sé spirituale è la fonte dell’amore incondizionato.

Di ritorno negli Stati Uniti, dopo il primo viaggio in India, mi sembrava di portare nel cuore un gioiello prezioso che desideravo condividere. Potevo raccontare di come il mio cuore si fosse aperto e della nuova consapevolezza che avevo raggiunto. Quanto al guru, non ne parlavo molto, perché l’idea era del tutto inadatta alla cultura occidentale.

In un certo senso, l’idea di arrendersi e affidarsi a un’altra persona suscita sempre reazioni contrastanti. La scelta di affidarsi, nella nostra cultura, è vista quasi sempre come qualcosa di negativo. Non amiamo che ci venga detto che cosa fare, vogliamo capirlo da soli. Arrendersi a qualcuno significa rinunciare al proprio potere e solitamente implica il potere dell’ego o il dominio sessuale.

Il termine “guru” evoca immagini di truffatori e imbonitori più che di maestri spirituali. Certo, è giusto essere scettici dopo aver visto cosiddetti guru implicati in affari di denaro, sesso e potere. Conosciamo storie di plagio, evasione fiscale, auto costose, mantra elargiti in cambio di ricchi compensi, e persino Hollywood ha realizzato un certo numero di film che ironizzano su guru e sette. L’immagine di persone carismatiche e corrotte che sfruttano deboli adepti è difficile da evitare. La maggior parte delle persone non riconoscerebbe un vero guru neppure se ci andasse a inciampare contro, e certamente pochi di noi ne hanno incontrato uno.

In un primo momento, Maharaj-ji mi è sembrato quasi un essere magico. Era dotato di poteri spirituali incredibili, ma lentamente ho cominciato a rendermi conto che è stato l’oceano sconfinato del suo amore a fare presa su di me. Ed è questo che conta. Era un essere di carne e sangue che viveva sempre in uno stato di amore incondizionato. Quell’amore mi ha permesso di arrendermi, di accettare la sua guida nel viaggio interiore per trovare quell’amore in me stesso.

In seguito ho incontrato altri esseri, alcuni viventi e altri separati dal corpo, che mi hanno aiutato a capire meglio la strada da percorrere per proseguire sul sentiero del cuore. Questi esseri si presentano in varie forme, dimensioni e manifestazioni, come tutti noi. Sono indicazioni e guide che ci aiutano sulla bhakti marga, la via dell’amore, anche se ognuno di noi deve percorrere da sé il proprio viaggio. Alcuni tra gli esseri che sono stati per me fonte di ispirazione hanno stimolato anche la stesura di questo libro. Spero che possano essere d’aiuto anche ai lettori.

L’amore incondizionato dissolve ogni esitazione della mente razionale, mentre ci lasciamo inebriare dalla sua dolcezza. Siamo come falene che girano intorno alla fiamma di una candela, bruciando nel fuoco di un amore vivente.

Fiamma d'amor viva

O fiamma d’amor viva,
che tenera ferisci
nel più profondo centro l’anima mia!
Poiché non sei più schiva
finisci ormai se vuoi:
il velo squarcia che dal dolce incontro mi separa!
O dolce cauterio!
O deliziosa piaga!
O morbida mano!
O tocco delicato
che sa di vita eterna
e ogni debito ripaga!
La morte in vita, uccidendo, hai tramutato.
O lampade di fuoco, nei cui bagliori
le caverne fonde del mio senso,
che era oscuro e cieco
con rara perfezione
luce dan all’Amato e insieme calor.
Quanto dolce e affettuoso
ti svegli sul mio seno,
ove dimori tu, nascosto e solo!
E nell’emozionante tuo risveglio,
di bene e gloria pieno,
quanto soavemente m’innamori!

Giovanni Della Croce

Qualunque sia la nostra metafora - che soccombiamo alla tenerezza della storia d’amore più importante o ci lasciamo sommergere dall’alta marea dell’amore o veniamo attirati nel campo gravitazionale di una stella - una volta che abbiamo sperimentato l’amore incondizionato, non possiamo più fuggire. Possiamo correre, ma non nasconderci. Il seme è piantato e crescerà a suo tempo. Possiamo solo crescere e diventare chi siamo veramente.

Magari pensiamo di essere liberi di andare e venire e di giocare come vogliamo, ma l’Amato ha deciso che siamo suoi e in realtà possiamo solo arrenderci, sempre più, a quell’attrazione divina. Lentamente ma implacabilmente, in un momento o nel corso di migliaia di vite, l’Amato ci attrae sempre più, fino a quando torneremo a fonderci nello stato unitario di sat-cit-ananda, la verità-coscienza-beatitudine del Sé.

Data di Pubblicazione: 29 novembre 2019

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