SALUTE E BENESSERE

Come prevenire il diabete di tipo 2

Come prevenire il diabete di tipo 2

Leggi l'anteprima del libro di Jason Fung e comincia fin d'ora a prenderti cura della tua salute in maniera efficace.

Guida rapida per iniziare

Una trentina di anni fa gli elettrodomestici, come per esempio un nuovo videoregistratore, erano corredati di un voluminoso manuale di istruzioni. “Leggere con attenzione prima di procedere” si pregava. Poi si descrivevano nel dettaglio le procedure di installazione, seguite da una guida di risoluzione ai problemi dove si esponeva minuziosamente tutto quello che poteva andare storto. La maggior parte di noi ignorava il manuale, collegava il nuovo acquisto alla corrente e quando l’orologio del display cominciava a lampeggiare “12:00” si cercava di intuire il resto.

Oggigiorno i nuovi dispositivi elettronici sono dotati di una guida rapida che descrive i passaggi essenziali per far funzionare l’apparecchio. Tutto il resto continua a trovarsi all’interno del dettagliato manuale di istruzioni (di solito disponibile online), la cui consultazione, però, non è davvero necessaria, a meno che non si voglia che l’apparecchio esegua funzioni più complesse.

I manuali di istruzioni sono molto più utili concepiti in questa maniera.

Dovete considerare questa sezione del libro un po’ come una guida rapida per prevenire e curare il diabete di tipo 2.

È una breve introduzione a questa patologia: cos'è, per quale motivo le strategie terapeutiche tradizionali non funzionano e cosa potete fare fin d'ora per cominciare a prendervi cura della vostra salute in maniera efficace.

Il diabete di tipo 2 e una malattia del tutto reversibile ed evitabile 

La maggior parte degli operatori sanitari crede che il diabete di tipo 2 sia una malattia cronica e progressiva. Ciò alimenta l’idea che questa patologia sia una strada a senso unico, una condanna a vita senza alcuna possibilità di libertà condizionale: la malattia peggiora sempre di più, finché il paziente finisce per avere bisogno di iniezioni costanti di insulina.

In realtà, però, tutto questo non è che un’immensa bugia, ed è una splendida notizia per chiunque abbia ricevuto una diagnosi di prediabete o diabete di tipo 2. Ammettere l’infondatezza di questa convinzione è il primo fondamentale passo per far regredire la malattia. In effetti, la maggior parte delle persone sa d’istinto che si tratta di una falsa credenza. È incredibilmente facile dimostrare che il diabete di tipo 2 è quasi sempre reversibile.

Supponete di avere un amico a cui sia stato diagnosticato il diabete di tipo 2, il che significa che il suo tasso di glucosio nel sangue si mantiene costantemente al di sopra dei livelli normali. Il vostro amico si impegna duramente a perdere una ventina di chili, e ciò gli consente d’interrompere l’assunzione di farmaci ipoglicemizzanti, dato che ora la sua glicemia è nella norma. Cosa gli direste? Con ogni probabilità, qualcosa del tipo: “Ottimo lavoro! Ti stai prendendo cura di te. Continua così!” Certamente non gli direste: “Sei uno sporco bugiardo. Il mio medico dice che la tua malattia è cronica e progressiva, quindi sicuramente stai mentendo”. Appare più che evidente che il diabete è regredito perché il vostro amico ha perso tutto quel peso. Ed è proprio questo il punto: il diabete di tipo 2 è una patologia reversibile.

A livello intuitivo, abbiamo sempre saputo qual era la verità: il diabete di tipo 2 è una patologia che dipende in gran parte dall’alimentazione, quindi si può curare solo apportando modifiche alla dieta e allo stile di vita, e non per mezzo di farmaci.

Il principale fattore determinante, come ovvio, è la perdita di peso. La maggior parte dei farmaci che si impiegano nel trattamento del diabete di tipo 2 non favorisce il dimagrimento. Anzi, tutto il contrario! L’insulina, per esempio, è nota per indurre un aumento ponderale. Quando cominciano le iniezioni di insulina per il diabete di tipo 2, spesso i pazienti sono consapevoli di star andando nella direzione sbagliata.

I miei pazienti spesso mi dicevano: “Dottore, lei ha sempre ribadito che perdere peso è essenziale per la remissione del diabete; eppure, mi ha prescritto un farmaco che mi ha fatto ingrassare di 11 kg. Come può essere una cosa positiva?” Non sono mai riuscito a rispondere in modo soddisfacente a questa domanda cruciale, perché non esisteva alcuna risposta. La pura verità è che non è affatto una cosa positiva. La chiave per curare il diabete in maniera corretta è perdere peso. E, inducendone un aumento, l’insulina logicamente non migliorava la situazione; di fatto, finiva solo per aggravare la malattia.

Siccome la soluzione per invertire il diabete di tipo 2 è quella di perdere peso, i farmaci non servono a nulla. Ci limitiamo a fingere che sia così, motivo per cui la maggior parte dei medici crede che sia una malattia cronica e progressiva.

Ci siamo rifiutati di affrontare una verità scomoda: i farmaci non possono curare una patologia di origine alimentare. Sono utili quanto indossare un boccaglio durante una gara ciclistica. Il problema non è la malattia, ma il nostro modo di affrontarla. Gli stessi prìncipi che entrano in gioco nella remissione del diabete di tipo 2 si applicano pure alla sua prevenzione.

L’obesità e il diabete di tipo 2 sono strettamente correlati e, in generale, l’aumento di peso incrementa il rischio di sviluppare la malattia, sebbene la correlazione non sia esatta. Tuttavia, mantenere un peso ideale è un primo passo per prevenirne l’insorgenza.

Molti dipingono il diabete di tipo 2 come un effetto inevitabile della vita moderna, ma le cose non stanno affatto così. La sua epidemia si è scatenata solo sul finire degli anni ’80 del secolo scorso. Pertanto, basta tornare indietro di una generazione per trovare uno stile di vita capace di prevenire, in larga misura, questa malattia.

Il diabete di tipo 2 dipende da un eccesso di zuccheri 

In buona sostanza, il diabete di tipo 2 può intendersi come una patologia causata da un eccesso di insulina, che, a sua volta, dipende da un consumo eccessivo di zuccheri. Inquadrare il problema in questa maniera risulta incredibilmente utile, poiché la soluzione appare subito evidente. Bisogna ridurre i tassi di insulina, limitando l'apporto alimentare di zuccheri e carboidrati raffinati.

Immaginate il vostro corpo come se fosse una grande zuccheriera. Alla nascita, il contenitore è vuoto. Per decenni, ingerite zucchero e carboidrati raffinati e il contenitore piano piano si riempie sempre di più. Arriva un momento in cui lo zucchero straborda, riversandosi ai lati del contenitore, che ne è già pieno.

L’organismo si trova nella stessa identica situazione. Quando ingerite zucchero, il vostro corpo secerne l’ormone insulina per far sì che questa sostanza venga trasferita all’interno delle cellule per produrre energia. Se non bruciate zucchero a sufficienza, nel corso dei decenni le cellule finiscono per riempirsi completamente e non essere più in grado di riceverne dell’altro. Arrivati a questo punto, la prossima volta che ne ingerirete ancora, l’insulina non riuscirà più a forzarne l’ingresso all’interno delle cellule ormai sature, così lo riverserà nel flusso sanguigno. Lo zucchero circola nel sangue in una forma detta glucosio, e averne dei livelli eccessivi - condizione nota come “glicemia alta” - è uno dei principali sintomi del diabete di tipo 2.

Quando c’è troppo glucosio nel sangue, l’insulina non sembra svolgere il suo solito lavoro di trasferimento dello zucchero afl’intemo delle cellule. Si dice che l’organismo è diventato resistente all’insulina. Ma la colpa non è dell’insulina.

Il problema principale è che le cellule sono già sature di glucosio. La glicemia alta è solo parte del problema. Non c’è troppo glucosio soltanto nel sangue, ma in tutte le cellule. Il diabete di tipo 2 non è che lo straripamento di un eccesso di glucosio in tutto l'organismo.

In risposta all’eccesso di glucosio nel sangue, il corpo secerne ancora più insulina, allo scopo di “vincere” la resistenza.

Così, per mantenerne nella norma i livelli ematici, si forza l’ingresso di altro glucosio all’interno di cellule che ne sono già sature. Questa strategia funziona, ma l’effetto è solo temporaneo. Non è stato affrontato il problema dell’eccesso di zucchero, che è stato solo spostato dal sangue alle cellule, aggravando la resistenza all’insulina. Arriva un momento in cui l’organismo, anche usando più insulina, non riesce più a forzare l’ingresso di altro glucosio all’interno delle cellule.

Pensate a quello che succede quando preparate una valigia. All’inizio i vestiti entrano senza problemi nella valigia vuota.

Man mano che si riempie, però, diventa difficile farci stare anche soltanto una maglietta. Si arriva a un punto in cui non si riesce più a chiudere la valigia. Il bagaglio sembra essere diventato “resistente” ai vestiti. E il medesimo fenomeno di straripamento che avviene nelle nostre cellule.

Quando la valigia è piena, una soluzione può essere quella di usare più forza per farci entrare queill'ultima maglietta. Questa strategia funziona però solo temporaneamente, perché non si è affrontato il problema di fondo (la valigia troppo piena). Man mano che si forza la presenza di ulteriori indumenti all’interno della valigia, il problema (chiamiamolo bagaglio-resistenza) non fa che peggiorare. La soluzione migliore è togliere alcuni vestiti dalla valigia.

Cosa accade all’organismo se non si toglie il glucosio in più?

Per prima cosa, l’organismo continua ad aumentare la quantità di insulina che produce, nel tentativo di forzare l’ingresso di altro glucosio all’interno delle cellule. Ma ciò causa solo una maggiore insulino-resistenza, innescando un circolo vizioso. Quando si arriva al punto in cui i tassi di insulina non riescono più a tenere il passo con la crescente “resistenza”, il glucosio nel sangue aumenta, ed è allora che si diagnostica il diabete di tipo 2.

Il medico può prescrivere dei farmaci, come metformina o insulina, per abbassare la glicemia, ma questi farmaci non liberano l'organismo dal glucosio in eccesso. Anzi, non fanno altro che prenderlo dal sangue e reintrodurlo a forza nel corpo. E così il glucosio raggiunge tutti gli altri organi, come reni, nervi, occhi e cuore, dove finisce per provocare altri disturbi. Il problema sottostante, ovviamente, è rimasto invariato. Vi ricordate la zuccheriera che straripava di zucchero? Continua a farlo. L’insulina non ha fatto altro che trasferire il glucosio dal sangue, dove possiamo vederlo, all’organismo, dove non lo vediamo più. Quindi, la prossima volta che si mangia, lo zucchero si riversa ancora una volta nel sangue, così si inietta dell’insulina per tornare a stiparlo di nuovo nelle cellule. Che lo immaginiate come una valigia troppo piena o come una zuccheriera straripante, si tratta sempre del medesimo fenomeno.

Quanto più si costringe il corpo ad accogliere glucosio, tanto maggiore è la quantità di insulina che occorre all’organismo per vincere la sua resistenza. Ma l’insulina, via via che le cellule vanno saturandosi sempre di più, finisce solo per scatenare una maggiore resistenza. Quando si arriva al punto in cui serve più insulina di quella che il corpo è in grado di produrre naturalmente, ecco che entrano in gioco i farmaci. All’inizio ne basta solo uno, ma col tempo finiscono per diventare due, e poi tre, e da assumere in dosi sempre più massicce. Il punto è questo: se si è costretti a prendere sempre più farmaci per mantenere la glicemia allo stesso livello, significa che il diabete sta peggiorando!

Le terapie tradizionali per il diabete: Come peggiorare le cose

Con l’insulina, la glicemia migliora, ma il diabete peggiora.

I farmaci riescono solo a nascondere il glucosio nel sangue, stipandolo in cellule già sature. Il diabete sembra andare meglio, mentre in realtà si è aggravato.

I medici forse si congratulano con loro stessi per l’illusione di aver fatto un buon lavoro, sebbene i pazienti siano sempre più malati. Non esiste nessuna quantità di farmaci in grado di prevenire gli infarti, l’insufficienza cardiaca congestizia, gli ictus, l’insufficienza renale, le amputazioni e la cecità che conseguono all’aggravarsi del diabete. “Oh beh” ribatte il medico “è una patologia cronica e progressiva”. Facciamo un esempio. Supponiamo che nascondere la spazzatura sotto il letto, anziché uscire a buttarla, vi permetta di fingere che casa vostra sia pulita. Quando esaurirete lo spazio sotto il letto, potrete gettarla nell’armadio. In effetti, potete nasconderla ovunque non la vediate: in cantina, in soffitta... persino in bagno. Ma se continuate a nasconderla, l’immondizia finirà per fare un pessimo odore perché nel frattempo avrà cominciato a marcire. Anziché nasconderla, dovete buttarla via.

Se la soluzione alla valigia straripante di vestiti e alla casa piena di spazzatura appare ovvia, anche la soluzione all’eccesso di glucosio, che porta poi a un eccesso di insulina, dovrebbe apparire altrettanto ovvia. Liberarsi di quell'eccesso! Invece la terapia convenzionale per il diabete di tipo 2 segue la stessa logica viziata di nascondere il glucosio, anziché eliminarlo. Se comprendiamo che un eccesso di glucosio nel sangue è tossico, perché non riusciamo a capire che è tale anche un eccesso di glucosio nell’organismo?!

Data di Pubblicazione: 31 maggio 2021

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