SELF-HELP E PSICOLOGIA   |   Tempo di Lettura: 10 min

Come realizzare i tuoi desideri e vivere una vita felice

Come realizzare i tuoi desideri e vivere una vita felice

Scopri le tre trappole da rimuovere per realizzare la vita meravigliosa che meriti leggendo l'anteprima del libro di Radleigh Valentine.

Esci dalla lampada

I racconti che parlano di Geni spesso cominciano con uno di essi chiuso in una lampada o in una bottiglia, finché arriva qualcuno che lo libera in cambio della realizzazione dei suoi desideri. Tuttavia, tu stesso sei il tuo Genio, perciò sei tu a dover uscire dalla lampada per far avverare i tuoi desideri.

Nella nostra metafora, la lampada del Genio rappresenta tutto ciò che ti tiene intrappolato o nella convinzione di esserlo. In altre parole, sono i modi in cui blocchi la tua genialità. Le pareti della lampada sono fatte di tre materiali: rimpianti, senso di colpa o giudizio, e incapacità di perdonare.

Che cosa ti ostacola?

Hai già compiuto il primo passo verso l’eliminazione di questi ostacoli. Solo leggendo questo libro hai preso la decisione di vivere un’esistenza più felice e magica, in cui i tuoi sogni diventano realtà. Adesso, per non perdere lo slancio, devi lasciarti alle spalle il passato. Se continui a pensare a tutto ciò che è andato storto e a come la vita non è stata all’altezza delle tue aspettative, diventa difficile credere che le cose cambieranno. Se passi il tempo a guardarti indietro, non potrai mai andare avanti.

Nel corso dell’esistenza ci sono anche momenti di felicità, in cui vorresti vivere per sempre. Ma non si può vivere nel passato. Puoi riuscire a ricrearne di simili ma, dopo aver espresso la tua gratitudine, guarda avanti. Concentra la tua genialità nella creazione di momenti di felicità completamente nuovi e non smettere mai. Sei una riserva infinita di energia di manifestazione del Divino.

La prossima cosa che devi fare è ammettere i tuoi “drammi”. So che la maggior parte della gente sostiene di non amarli e di cercare di starne il più lontano possibile. Tuttavia, è importante che tu esamini con attenzione il tuo rapporto con essi. Spesso, le persone che dicono di odiarli sono le stesse che li divorano come caramelle.

Per esempio, hai ricevuto una notizia. Non parlo di qualcosa d’importante tipo: “Ci sposiamo.” Forse si è rotto il motore dell’auto e devi comprarne una nuova. O magari hai sentito delle cattive notizie su qualcun altro: “Sapevi che Marie ha lasciato suo marito?”.

Quando accadono cose spiacevoli a te o alle persone che conosci e subito ne parli sui social media o mandi messaggi agli amici per condividerle, forse sei dramma-dipendente. Se racconti a tutti le cose negative e drammatiche che ti succedono, l’Universo finirà per dartene ancora di più.

Penso che alcuni dei problemi con la nostra società dramma-dipendente derivino dalla televisione e dai film. Sono le storie drammatiche a indurre la gente ad accendere il televisore o ad andare al cinema. In particolare, i reality show sono colpevoli di distorcere la nostra idea di “vita normale”, inducendoci a credere che l’esistenza debba essere drammatica.

E la sai una cosa? La vita è un dramma, ma può esserlo anche in senso positivo. Per esempio, puoi dire a familiari e amici che i tuoi sogni si stanno realizzando. Non sarebbe un “dramma” meraviglioso?

Le storie negative non fanno che deprimerti e bloccarti, mantenendoti in un circolo vizioso di dipendenza dai drammi che non ti porterà dove vuoi. E l’idea che sei vittima delle circostanze è solo un’altra storia drammatica e negativa. Quindi, prova a eliminare la negatività: è un ostacolo che t’impedisce di uscire dalla lampada.

I rimpianti

Iniziamo con la prima trappola della lampada: il rimpianto, un’emozione totalmente inutile. Esso fa in modo che il tuo sguardo sia sempre rivolto allo specchietto retrovisore, concentrato sul passato. Considera per un momento quest’analogia: immagina di dover guidare l’auto guardando solo nello specchietto retrovisore. Che cosa accadrebbe? Temo che guideresti pieno di paura per tutto il tempo. Non riusciresti ad andare dove vuoi perché prima o poi avresti un brutto incidente.

Quando rimpiangi qualcosa che non hai più, come una relazione, non sei in grado di iniziarne una nuova o di goderti quelle che trovi nel presente. Può succedere che provi rimorso per un atto di cui sei pentito, e continui a rimproverartelo. Anche se hai fatto davvero qualcosa di sbagliato, forse ti giudichi troppo severamente.

In ogni caso, vivendo nel rimpianto o nel rimorso diminuisci la tua autostima. Una bassa autostima t’impedisce di credere che meriti una vita felice. Concentrarsi su rimpianti e rimorsi può anche creare una paura infinita di commettere ulteriori errori.

Riconosco che il rimpianto ha anche un aspetto positivo. Uno solo, però. Può farti capire che il tuo comportamento e le tue scelte non erano in linea con i tuoi desideri. E in quel momento di epifania, magari impari qualcosa. Allora cerca di non commettere più quello sbaglio o quell’errore di valutazione in futuro. Ma dovrebbe durare solo il tempo sufficiente per chiedere perdono agli altri e soprattutto a te stesso.

La mia mamma mi ha fatto sia da madre sia da padre e mi ha insegnato molte cose che mi hanno aiutato ad avere quella che considero una vita davvero magica. Il suo unico difetto era vivere nella paura del rimpianto.

Aveva talmente paura di prendere una decisione di cui poteva pentirsi da non riuscire proprio a compiere una scelta. Aiutarla a comprare una nuova auto era un’impresa complicata. Dato che viveva lontano da me, devo ringraziare mio cognato Ted per averlo fatto al posto mio. Ted era infinitamente paziente con lei, perché occorreva sempre una lunga ricerca e bisognava provare una certa auto numerose volte. E quando le comprammo una nuova casa, ti lascio immaginare.

Da mia madre ho imparato che la paura del rimpianto (o del rimorso) può essere debilitante quanto il rimpianto stesso.

La paura del rimpianto emerge spesso nelle mie letture intuitive. Le persone mi scrivono chiedendomi cose come: “Ho mancato l’incontro con la mia anima gemella?” o “Avrei dovuto accettare quell’opportunità di lavoro? Ho perso l’occasione di realizzare lo scopo della mia vita?”.

Questo genere di domande mi spezza il cuore. Ho molta compassione per chi vive nel rimpianto o nella paura di aver rovinato la propria esistenza in maniera irreparabile.

Dato che credo in un Universo amorevole e benevolo, non ritengo possibile rovinare per sempre qualcosa di bello destinato ad accadere nella tua vita. Così, quando ricevo queste domande, provo una forte compassione per le persone che le hanno poste. Poi faccio tutto il possibile per assicurare loro che niente è perduto e tutto andrà bene. Ce una ragione per cui non hai sposato l’amore della tua giovinezza; forse è perché ce qualcuno più adatto a te. Ma se ti guardi indietro e vivi nel rimpianto, non vedrai la persona giusta quando sarà di fronte a te.

Il rimpianto e la paura sono strettamente legati. Come ho già detto, se vivi nel rimpianto, finisci per mettere in dubbio la tua capacità di prendere decisioni. Magari desideri cose positive nella tua vita, ma non credi che le otterrai o nemmeno di meritarle.

Così resti intrappolato nella lampada del Genio.

La cura per i rimpianti è perdonare te stesso e gli altri e avere fiducia che il bello debba ancora venire. Lascia andare il rimpianto e sei a un terzo della strada per uscire dalla lampada.

Il giudizio

Giudicare e dare la colpa sono i prossimi ostacoli da rimuovere per ottenere il pieno controllo della tua genialità. Purtroppo, siamo una società che giudica. Condanniamo il comportamento degli altri senza sapere nulla della loro storia o di cosa hanno dovuto affrontare nella vita. Incolpiamo intere categorie di persone per i nostri problemi e per quelli del Pianeta. Inoltre, giudichiamo severamente noi stessi per i nostri insuccessi o per le relazioni fallite.

La ragione per cui giudicare il prossimo è una trappola è che in tal modo ci aspettiamo che anche gli altri lo facciano. Nessuno vuole essere giudicato, eppure tutti lo fanno. E come un giro infinito su una giostra, che non porta da nessuna parte.

Scendi dalla giostra. Smetti di giudicare gli altri. Concentrati su di te. Se gli altri si comportano in modo contrario al tuo personale codice etico, tu non farlo, ma non giudicarli.

E soprattutto, mostra un po’ di compassione per te stesso. Sei un essere umano. Ogni tanto fai qualcosa di cui non vai fiero. Ma, invece di sentirti in colpa, renditi conto che in ogni momento cerchi di fare del tuo meglio. Ogni incidente di percorso t’insegna a prendere una strada diversa la prossima volta. Invece di rimproverarti, congratulati con te stesso per aver imparato qualcosa che ti renderà una persona migliore.

Fantastico. Sei già a due terzi della strada per uscire dalla lampada.

L’incapacità di perdonare

L’ultima cosa che ti tiene imprigionato nella lampada è l’incapacità di perdonare, sia te sia gli altri. C’è un vecchio proverbio che può sembrare un po’ banale ma è comunque significativo. Ha diverse varianti, ma la mia preferita è: “Serbare rancore è come bere un veleno e aspettarsi che sia l’altro a morire.”

Rifiutarsi di lasciare andare la rabbia, il risentimento o il senso di colpa per qualcosa che è successo in passato è del tutto nocivo per te. Se non riesci a perdonare un’altra persona, forse pensi di punirla così per ciò che ti ha fatto, ma in realtà castighi solo te stesso. Sei tu a provare la sofferenza maggiore. L’altra persona forse vuole il tuo perdono, ma se non lo ottiene lascerà perdere e andrà avanti. Tu invece continuerai a soffrire in quell’energia tossica, rivangando in continuazione ciò che ti è stato fatto.

L’incapacità di perdonare ti tiene legato dal punto di vista energetico all’altra persona e al suo pessimo comportamento nei tuoi confronti. Perché dovresti volerlo?

Ce un comune malinteso riguardo al perdono, che riscontravo spesso nelle mie letture psichiche. Per molti, erroneamente, perdonare l’altra persona equivaleva ad accettare ciò che aveva fatto. Non è assolutamente così. Puoi perdonare qualcuno, liberandoti da ulteriori torture, senza per questo giustificare le sue azioni.

Perdonare qualcuno non è un regalo che fai a quella persona, ma a te stesso.

Un’altra curiosa idea espressa dalle persone che mi consultavano era che perdonare avrebbe in qualche modo consentito il ripetersi dell’esperienza dolorosa. Il perdono non cancella ciò che hai imparato e non diminuisce la tua capacità di proteggerti. Puoi avere gli occhi ben aperti ma il cuore libero dal dolore del passato.

Perdonarsi è fondamentale quanto perdonare gli altri. Di tutti gli ostacoli che t’impediscono di uscire dalla lampada, questo è probabilmente il più grande, perché l’incapacità di perdonare te stesso è come il rimpianto, il giudizio e il senso di colpa messi insieme. Affermare “Non me lo perdonerò mai” è come chiudere la lampada con un tappo di sughero, impedendoti di uscire. Perdonare te stesso è un dono magico che solo tu puoi farti.

Ho una notizia per te: Dio non ti sorveglia. A prescindere da quello che forse ti hanno insegnato, Dio si limita ad amarti. Spera che presto capirai da solo quanto sei magico e straordinario, e pensa che quel giorno sarà magnifico.

Se non riesci a perdonare te stesso, ricorda che il Cielo, i tuoi angeli e Dio ti perdonano. Quindi puoi farlo anche tu.

Adesso sei una persona migliore. La tua vita magica ti aspetta.

Congratulazioni. Sei uscito dalla lampada.

Data di Pubblicazione: 11 dicembre 2018

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