SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO

Come Risvegliarsi grazie alle Parole dei Grandi Maestri

Parole di Risveglio - Fosco Del Nero - Speciale

Risvegliati grazie alle parole dei più grandi insegnanti della storia, come Gesù, Buddha e Krishna, leggendo l'anteprima del nuovo libro di Fosco Del Nero.

Come Risvegliarsi grazie alle Parole dei Grandi Maestri

Parole di Risveglio

Se la struttura di "Parole di Risveglio" è la medesima di "Parole di Forza" e "Parole di Potere", non è detto che il singolo lettore la conosca già, poiché magari si è imbattuto in questo libro senza aver visto i precedenti; il che, come detto, non è un problema visto che i tre testi sono indipendenti l'uno rispetto all’altro.

Riporterò dunque l'essenza strutturale, nonché l'intento, di questo e degli altri due libri, i quali sono nati secondo la tradizione dei “libri di potere”, ossia quei libri in grado di trasferire a chi li legge una certa energia, oltre che certe informazioni a livello concettuale.

La vibrazione di partenza è notevole, lo affermo senza mezzi termini, giacché si parte dai personaggi citati in precedenza: oscilliamo tra gli avatar, ossia le entità già “divine” incarnatasi per aiutare l'umanità, e i grandi insegnanti, passando per maestri e iniziati.

In tal senso non vi possono essere dubbi: il materiale d'avvio è importantissimo... e il “peggio” che c'è sono grandi insegnanti e grandi ricercatori spirituali.

A tale materiale di partenza, sotto forma di citazioni solitamente brevi ed efficaci, segue un mio commento, utile a spiegare il brano, qualora ve ne sia bisogno, o comunque ad allargarlo un poco, pur rimanendo in un contesto piuttosto agile e panoramico, al contempo facilmente usufruibile e d'impatto.

Questo rende l’opera leggibile in diversi modi: come prima lettura, consiglio la lettura tradizionale dall'inizio alla fine; successivamente, si potrà utilizzare il testo in vari modi, tra cui l'apertura (non) casuale in una certa pagina, come una sorta di sorgente di sapienza che si apre di volta in volta su un certo apprendimento, quello più adatto al momento della persona consultante; dopo di che, si potrà leggere o la sola citazione o il solo commento a entrambi, secondo preferenza e tempo disponibile.

 

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Naturalmente, l’opera si presta a essere riletta numerose volte, secondo il principio del “travaso di magnetismo”: chi si approccia a un'energia elevata mantenendo la propria porta aperta si dichiara disponibile ad accoglierla dentro di sé.

Dunque, accostandosi spesso a una vibrazione di forza, di compassione o di saggezza, ci si nutrirà di quell’energia, fino a incarnarla in modo più o meno completo.

Ciò vale in modo eclatante per la presenza fisica, ma vale anche per la presenza a distanza... come un libro o un'immagine. Non a caso, nelle tradizioni spirituali è stato sempre raccomandato di porre in bella evidenza nella propria abitazione l'immagine di un maestro, come continua fonte di “travaso” ed elevazione.

Gli esseri umani non stanno tutti sullo stesso piano: occorre una buona volta prenderne atto.

Non si tratta dunque solo di ispirazione, di comprensione razionale, ma di un vero e proprio nutrimento psichico, laddove con “psiche” si intende, in senso etimologico, l’anima e non la mente.

La presentazione delle citazioni nel testo non risponde a un ordine espositivo, che non c'è, eccezion fatta per qualche collocazione strategica di alcuni brani: nell'opera quindi non vi è alcun intento argomentativo generale e ogni citazione è trattata a sé, senza collegamento con le precedenti o le successive, salvo qualche sporadico riferimento e una certa progressione di fondo.

Confido che anche "Parole di Risveglio", come è stato per "Parole di Forza" e per "Parole di Potere", sarà utile a un buon numero di persone. Buona lettura, buona conoscenza, buona ispirazione e buon travaso: che diveniate voi stessi delle “parole di risveglio” per il resto dell'umanità.

 

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Prima Citazione

"Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi lo dico a tutti: vegliate."

Gesù Cristo

I Vangeli sono un monito continuo alla veglia: vegliate di qua, vegliate di là, pregate, non addormentatevi, siate desti, attendete che arrivi il padrone di casa, attendete che arrivi lo sposo, state attenti che il ladro non vi colga impreparati mentre dormite o mentre non ci siete... con le due espressioni che sono coscienzialmente equivalenti.

Se Gesù Cristo si è premurato di inviarci così tanti inviti alla veglia e alla presenza, un motivo ci sarà stato, e il motivo è presto detto: è dall’attenzione, dalla veglia continua, che passa gran parte del percorso spirituale.

Senza la veglia, si è dormienti, ed essere dormienti è essere come morti.

È nell’assenza di attenzione, di consapevolezza e di presenza che si infilano le energie e le creature infere: è sempre stato così e così sarà sempre.

In questo brano, in particolare, Gesù pone l'accento sul momento della prova: è nel momento della prova che si vede chi si è fortificato in precedenza, poiché è impossibile in una situazione difficile esperire una forza che non si è addestrata preventivamente.

L'ora della prova noi non la sappiamo: la deciderà l’Esistenza.

Dal canto nostro, noi dobbiamo fare in modo ch’essa non ci trovi addormentati.

“Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola?”

 

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Seconda Citazione

"Meglio del possesso del mondo intero, meglio del paradiso, meglio del dominio su tutti i mondi è compiere il primo passo sulla via del risveglio."

Buddha

Anche Buddha è molto chiaro ed esplicito: il percorso evolutivo è la cosa più importante che ci sia... l’unica rilevante, in verità.

Ne consegue che il primo passo lungo tale percorso è d'importanza capitale.

Esso è più essenziale di qualunque altra cosa, di qualsiasi conquista materiale, di ricchezze, regni ed eserciti.

Senza quello, infatti, non può seguire quel che deve seguire: il secondo passo, il terzo passo, il quarto passo, fino al passo finale.

Intendendo con ciò il passo finale della lunga esperienza umana: dopo di che, avremo altre esperienze e altri apprendimenti da fare nostri... ma ogni cosa al suo tempo.

Il concetto, come idea, è molto semplice: il problema è che il grosso dell'umanità non lo ha ancora colto. O perché non sa che esiste un percorso evolutivo da portare avanti o perché, pur sapendolo, non se ne è ancora fatto carico, rimandando tale cammino alla fase finale della propria vita o addirittura a un'altra esistenza.

Ciò, tuttavia, significa prolungare il “tempo del dolore”: più si indugia sul ponte delle esperienze mondane, più a lungo si soffre. Questa è l’altra realtà che o non si conosce o si trascura di prendere in considerazione. Se l’ultimo passo, quello dell’illuminazione, ha chiaramente la sua rilevanza, tutto comincia dal primo passo, ch'è un momento decisivo.

Il primo passo, per quanto possa apparire semplice, non è meno Importante dell'ultimo, quello dell’illuminazione.

 

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Terza Citazione

"Nessuno sforzo sul sentiero che porta a Dio è mai perduto."

Krishna

Questa è un’altra grande verità, una vera e propria legge spirituale: niente viene sprecato nel percorso evolutivo.

La natura rispecchia tale legge, giacché le leggi della materia sono un riflesso delle leggi spirituali, e ce lo mostra tutti i giorni: niente viene sprecato e tutto viene riutilizzato. Così, le feci diventano concime e fertilizzano il terreno, la morte di una pianta o di un corpo animale diviene nutrimento per qualche forma di vita, e così via per tutto.

Nel regno materiale, ogni creatura ha il suo posto e ogni cosa ha la sua funzione. Parimenti, è così nel regno spirituale, di cui quello materiale è un'emanazione.

Tale legge è di grande conforto per il viandante spirituale già savio: egli sa con certezza granitica che qualunque sforzo spirituale ha esperito non è andato sprecato e ha contribuito a riempire la giara del suo risveglio. Goccia dopo goccia, verrà infine il momento in cui la giara sarà piena e tracimerà: quello sarà il momento del risveglio.

Ciò dev'essere non solo di conforto, ma anche di sprone: maggiore è lo sforzo, maggiore sarà il risultato.

Immediato o meno che sia, questo non ci deve interessare: l'essere umano è come un atleta che si allena, e magari durante il suo allenamento soffre e impara, per cogliere i frutti del suo impegno in un periodo successivo.

L'elemento decisivo non è la conquista della medaglia, ma l'addestramento che viene prima.

 

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Quarta Citazione

"Costantemente senza desideri, puoi vedere il mistero. Costantemente desiderando, vedi le manifestazioni. Sono la stessa cosa, ma quando si manifestano portano nomi diversi."

Lao Tzu

Questo è forse uni dei brani più criptici del "Tao te ching"... ma in verità non lo è affatto per coloro che hanno maturato sapienza e una corretta visione dell’esistenza e delle sue leggi.

La vita fenomenica è la medesima, tuttavia viene percepita e vissuta in maniere assai differenti a seconda dello sguardo della singola persona. La saggezza consiste nello sviluppare il “giusto sguardo”, ossia uno sguardo armonico con le leggi spirituali: fatto questo, il resto è tutto in discesa.

Coloro che sono ancora bloccati nell’ego interagiscono con la materia secondo desideri e aspettative: tale sguardo li rende entità a sé stanti, separate dal tutto, secondo la modalità “io-tu-gli altri”, il cui obiettivo è vivere il meglio possibile, in una visione duale ed edonistica.

Coloro che, invece, si sono spostati verso l’anima hanno iniziato a dismettere i loro desideri, fino a quando spariscono del tutto: essi divengono finalmente in grado di vedere i misteri del Creato. Ossia l'essenza spirituale e unitaria dell’esistenza, i movimenti delle energie, la perfezione delle leggi spirituali.

Mentre gli occhi dei primi sono ancora avvolti dai veli di Maya, lo sguardo dei secondi è divenuto limpido, nella misura in cui sono stati in grado di far cadere tali veli.

Quando non sarà più rimasto neanche un velo, l’identificazione con l’anima sarà completa e l’ego svanito.

Tutti guardano la medesima realtà, ma con occhi differenti.

 

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Quinta Citazione

"Sapendo ciò che sai, sii sereno come una montagna e non essere afflitto dalla sfortuna. La conoscenza senza la serenità è una candela non accesa."

Hakim Sanai

L'invito di Hakim Sanai è molto simile a quello che fanno Gesù e Buddha: occorre incarnare quello che si è imparato fino a divenire forti e stabili come la roccia, inespugnabili come un castello in cima a una montagna che non può essere preso.

La conoscenza fine a sé stessa non ha molto senso: certamente, è un inizio, ma l’inizio ha valore solo se è seguito dalla fine, altrimenti rimane qualcosa di incompleto che non ha prodotto effetti rilevanti.

Lo studente che ha imparato è dunque chiamato a mettere in pratica il suo sapere: deve letteralmente incarnarlo. In verità, la conoscenza è tale solo quanto la si è incarnata; sino a quel momento, è una mera erudizione.

Il vero sapiente non è colui che sa, ma colui che è quello che sa: questa è la differenza tra conoscere qualcosa, una teoria o una dottrina, e l'essere saggi (l'essere quel qualcosa).

Il sapere spirituale produce inevitabilmente un effetto: rende le persone sagge, centrate, serene, forti, luminose. Se non si sono prodotti questi risultati, non si è ancora incarnato quello che si è studiato o lo si è fatto solo in minima parte.

Hakim Sanai ce lo Spiega con una similitudine mirabile: “La conoscenza senza la serenità è una candela non accesa”.

La conoscenza prepara la cera e lo stoppino, la saggezza accende la fiamma... e la mantiene stabile e forte. Si tratta di una fiamma che i venti della vita non potranno spegnere.

Data di Pubblicazione: 11 ottobre 2022

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