SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 9 min

Come rivivere la propria nascita in modo consapevole

Come rivivere la propria nascita in modo consapevole

Scopri cosa significa rivivere la nascita in acqua calda per ritrovare la consapevolezza leggendo l'anteprima del libro di Alessandra Pacifici.

La storia

Sono nata a Tivoli, definita la città dell’acqua perché è attraversata dal fiume Aniene che dà luogo ad una delle più belle cascate d’Europa ed attraversa caverne di grande bellezza. E in queste grotte e ai piedi di questa cascata che, nel tempo, ho scoperto il sapore unico della meditazione accompagnata dal suono (e frastuono) naturale delle acque, che diventa musica, orchestrata nelle fontane di Villa D’Este, mirabile opera dell’uomo.

Le acque sulfuree, anch’esse ricchezza inestimabile del mio paese, mi hanno cullata, accolta e accarezzata per tutta la vita. Nelle piscine termali sempre più spesso il nuoto rallentava e si fermava, e le reazioni del mio corpo cambiavano, i sensi si acuivano, percepivo la carezza dell’acqua sulla pelle, l’abbandono, il sostegno e la gioia di galleggiare sotto il sole cocente o sotto un cielo stellato.

Si risvegliavano sensazioni antiche, il liquido interno del mio corpo risuonava con l’acqua termale: proprio come per un feto in formazione, quando il liquido del corpo del bimbo risuona con il liquido in cui è immerso e interagisce con esso in un continuo scambio che crea gioia, rilassamento e il piacere della fluidità.

Da quei momenti carichi di creatività, ascolto e gioia di vivere, seguendo l’intuizione e il cuore, e mettendo in gioco tutte le conoscenze che ho acquisito nella mia ricerca della felicità, è nato Il Tocco Magico dell'Acqua, un metodo di rilassamento in acqua calda.

Avevo scoperto che l’acqua calda termale poteva diventare un potente veicolo di trasmissione di quella magia che andavo sperimeritando. Mi sembrava che in quella piscina si creasse come un’enorme bolla di energia, che cresceva a livello esponenziale grazie alla presenza di tutti i partecipanti.

Stavo sperimentando qualcosa che meritava di essere ulteriormente esplorato, studiato e sistematizzato in modo da integrare il lavoro svolto fino ad allora con le potenzialità celate nell’acqua. Ho dedicato i successivi vent’anni a questo studio, andando in cerca di collaboratori, esperti, nuove tecniche e risultati scientifici.

Il metodo

Il metodo Emerge si basa sugli insegnamenti che ho ricevuto nell’arco di una vita, ma soprattutto sulle esperienze vissute e i passaggi di crescita della consapevolezza fatti grazie ad essi.

È frutto di un lavoro di ricerca, di organizzazione del materiale, di scelta delle modalità più efficaci per raggiungere l’obiettivo eliminando quello che a mio parere ci porta a girare in tondo, come è capitato a me più volte. Il mio andare per il mondo alla ricerca di maestri potrà servire a chi verrà dopo di me perché possa camminare verso la propria realizzazione lungo una strada ormai battuta, o almeno più sgombra di quegli inutili ostacoli che io ho incontrato sulla mia.

Riporto in questo libro le esperienze che hanno lasciato una traccia nel mio corpo e nel mio cuore, convinta come sono che non si può insegnare nulla, se non lo si è sperimentato su di sé.

Emerge è una via diretta per guarire l’anima attraverso la gioia, la celebrazione e il perdono.

Cercando il nome, mi sono chiesta:

  • cosa voglio che le persone trovino utile, per se stesse, nel mio lavoro?
  • Cosa voglio che imparino?

La risposta che mi sono data è stata spontanea. Voglio che imparino a:

  • manifestare quello che sono e diventarne testimonianza,
  • nascere alla vita vera,
  • guarire l’anima perché possa riprendere il cammino della realizzazione.

Di qui la parola “Emerge”. In inglese, to emerge significa “spuntare”, “apparire”, “manifestarsi”, “sorgere”. Ma Emerge può essere letto anche come: E = “energia” e merge, dall’inglese, “fondersi” (per formare qualcosa di più grande).

Nella mia visione, come vedrete, ci sono in noi tre livelli da integrare: quello corporeo, quello emotivo e quello spirituale. Quindi nella parola Emerge c’è il riportare in superfìcie tutto ciò che è sommerso e sepolto nell’inconscio, per ritrovare la consapevolezza di essere uno con l’esistenza. È una ricerca vitale, perché ha a che fare con la nostra felicità.

I primi anni di vita della persona

In tanti anni di conduzione di seminari, utilizzando le varie tecniche che man mano andavo apprendendo, mi accorgevo che, da qualsiasi punto si partisse per una ricerca personale, la causa dei problemi (e quindi anche la loro soluzione) risiedeva sempre nei primi anni di vita della persona. Quando poi ho cominciato a lavorare in acqua e a constatare che in acqua calda le persone ricontattano più facilmente i vissuti legati alla propria nascita, ho pensato: «Perché non sviluppare un metodo che riporti direttamente a quel momento?»

Mentre i miei studi mi inducevano a esplorare vie nuove per una efficace liberazione emozionale, ho cercato i modi e scelto le tecniche a mio parere più giuste per una rinascita sicura e riuscita. I risultati sono andati oltre le previsioni, perché ho fatto delle scoperte molto interessanti, e tutte a partire dalla mia esperienza personale. Come vi dicevo all’inizio, infatti, non mi piace prendere nulla in prestito, da letture e manuali. Il mio è un percorso esperienziale, basato sul sentire, e, prima di entusiasmare gli altri, ha entusiasmato me: io ne sono stata la prima “cavia”. Proseguendo su questa strada, ho scoperto che a volte si andava oltre il momento della nascita, si contattavano memorie di vissuti nel grembo materno e a volte persino di vite precedenti.

Un altro orizzonte si è aperto e i risultati di questa ricerca continuano a stupirmi ogni giorno.

In questo sistema, dunque, la ri-nascita è il punto focale in quanto ci fa ritornare con la memoria al nostro primo attimo nel mondo, il primo trauma, su cui tutti, nessuno escluso, basiamo la nostra vita.

Rivivere la propria nascita in modo consapevole ha una forte valenza terapeutica.

L’ho capito quando ho rivissuto la mia.

E stata un’esperienza emozionante e tenera che mi ha indotta a rivedere e rivalutare aspetti importanti della mia vita e a lasciar andare comportamenti e credenze che non mi appartenevano.

Non si può sapere e neanche immaginare il mondo di emozioni che gravitano intorno a una nascita: al centro c’è un bambino che assorbe il sentire di tutti facendolo proprio e integrandolo con il suo. Diffìcile anche risentire le emozioni di allora, cogliere quando è il momento giusto di avventurarsi nel canale vaginale, assecondare l’uscita per poi trovare un contatto, del tutto nuovo, con la persona che ti accoglie, nel mio caso mia nonna, la madre di mia madre, e provare quello che lei sta provando: la tenerezza, l’orgoglio, la gratitudine.

Per una vita avevo visto questa nonna come una donna burbera e autoritaria che non si abbandona a complimenti né tantomeno ti coccola, che mette sempre avanti il dovere e le regole, che impartisce ordini. Non mi era tanto simpatica, mia nonna!

In quel momento, tuttavia, ho rivalutato il mio rapporto con lei, ho capito che ero stata io a chiuderle il cuore, facendo mio il vissuto di mia madre rispetto alla sua: c’era tra loro un muro di situazioni non risolte e io, come fanno i figli, avevo deciso di portare il peso di mia madre per alleggerirla del suo, sostenendola con la mia solidarietà.

Nel sentire di nuovo me, appena nata, tra le sue braccia, vedevo e capivo una nuova verità; mi permettevo di ricevere questa nonna in tutta la sua ricchezza e capacità di amare, concedendomi io stessa di amarla e lasciando a mia madre la responsabilità dei suoi sentimenti. Quel peso non mi apparteneva e non avevo più intenzione di portarlo.

Ogni bimbo arriva con un progetto di vita. Come un seme che perde la forma primitiva per trasformarsi in piantina, il suo sta germogliando e assumendo la forma che gli è propria. Nel modo e nelle circostanze in cui nasce, si scrive la prima pagina di quella che sarà la sua vita.

Pensate alla differenza tra chi, come me, è nato in casa, in un ambiente familiare con luci soffuse e intorno l’amore di tutti i suoi cari, e chi è nato in ospedale ed è stato afferrato, misurato, pesato, visitato, in un ambiente troppo luminoso e asettico. Pensate a chi è nato in una situazione di guerra o su un barcone di migranti, a chi ha sentito forte l’abbandono essendo stato lasciato da solo dopo la nascita, perché magari era più urgente occuparsi della mamma in difficoltà.

Miliardi di persone, miliardi di storie

Miliardi di persone, miliardi di storie, ognuna con una sua specificità, ognuna con un senso, forse non decifrabile al momento, ma funzionale alla vita della persona, al suo destino e oso dire, al destino dell’umanità intera.

Mi diceva un’amica: «Sono nata in modo precipitoso, e nella vita non faccio che correre e infilarmi in situazioni sempre nuove».

Che dire dei bambini nati con il cordone intorno al collo che da adulti continuano a provare un senso di soffocamento o sentono di essere continuamente trattenuti, o di quelli nati con parto cesareo, la cui nascita è indolore, ma repentina e non naturale?

Ogni nascita ha la sua storia e il suo senso. Nessuna è migliore o peggiore di un’altra da questo punto di vista.

Rivivere la nascita significa:

  • riappropriarsi di tutti quei vissuti dimenticati - quelli nella pancia della propria mamma e quelli dell’attimo e del modo in cui si è entrati nel mondo,
  • comprendere come e quanto i comportamenti di oggi siano strettamente legati a quei momenti,
  • rivedere e reinterpretare le scelte che da essi derivano,
  • capire il senso e il motivo della propria storia attuale, legata a quella dell’anima.
  • In altri termini significa poter continuare la propria vita con la consapevolezza di chi si è, trarre forza dalle proprie radici e continuare in autonomia.

Nell’attuazione del seminari, io e i miei collaboratori coniughiamo ii rigore del metodo e la competenza professionale con la creatività. Adottiamo modalità leggere, gioiose e giocose, per presentare le pratiche e per guidare le persone verso livelli profondi di consapevolezza, in quanto, secondo noi: la leggerezza è qualità, non superficialità.

Data di Pubblicazione: 6 marzo 2020

Ti è piaciuto questo articolo? Rimani in contatto con noi!

Procedendo con l'invio dei dati:

Lascia un commento su questo articolo

Caricamento in Corso...