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Scopri come Scegliere un Cristallo per Te Stesso

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Anteprima del libro "Il Linguaggio di Cristalli, Gemme e Metalli" di Maria Rosaria Omaggio

Cristalli e pietre

Se si parla di cristalli o di pietre la domanda più ricorrente è cercare di sapere quale sia quella più consona a noi, riferendosi al proprio segno o all’idea di un portafortuna. L’ansia di trovare un oggetto apotropaico, ovvero risolutore dell’allontanamento di tutto ciò che riteniamo ci disturbi, che non meritiamo e così via, nasce dalla profonda convinzione che ogni errore dipenda da qualcosa di esterno a noi. La soluzione a questa pseudo idea di comodo non può che essere anch’essa esterna e così non ci resta che un potente amuleto per allontanare ogni male o disgrazia e un altrettanto speciale talismano che da solo ci attiri fortuna, benessere e quanto di meglio esista per cacciare ogni interferenza dal quotidiano. E allora? Perché non una pietra? Una bella e colorata gemma del segno che agisca per noi, a cui devolvere insomma la responsabilità di ogni evento. Tanto, se qualcosa accadesse la colpa sarebbe sua e il merito nostro. Un vero sollievo! È necessario specificare che non è così.

Dopo quanto letto fin qui, dovrebbe essere chiaro che un cristallo, una pietra possono essere strumenti energetici amplificatori di determinate energie e possono aiutare un essere umano a costruire un’autentica volontà sulla via della ricerca dell’io. L’incontro fra la nostra forza vitale e quella di una pietra richiede una scelta reciproca. Tale scelta va fatta nel rispetto di una intuizione immediata e di una evidente compatibilità energetica. L’arte di entrare in sintonia con se stessi, con i propri simili, con i vari aspetti dell’esistenza, dunque anche con un cristallo, è forse il miglior premio di chi sceglie una vita consapevole. Un cristallo evoca reazioni diverse e può essere molto utile se viene scelto con estrema attenzione. È importante decidere in partenza per quale disarmonia ci si affida alla pietra che verrà scelta, poiché a volte gli stimoli che conducono alla decisione possono essere vari e ingannevoli. Facendo scorrere lentamente una mano sui cristalli e cercando di mantenere la concentrazione, si possono avvertire le vibrazioni dell’una o dell’altra pietra. Per verificare la compatibilità energetica al tatto, prenderemo in considerazione il peso e la forza; nel colore o nella trasparenza si potrà verificare la scelta con lo sguardo, al di là di ogni dubbio o insicurezza. Ciò che più conta, comunque, nel rapporto con un cristallo è l’intuito, il cosiddetto sesto senso! che darà la risposta più vera attraverso il corpo. Quindi, cercando di esprimere con chiarezza la nostra necessità, e prestando il massimo di attenzione alla risposta energetica di un cristallo o di una pietra, avremo la certezza di aver trovato lo strumento giusto.

Attenzione a non essere attratti da colori accesi; spesso si tratta di cristalli che sono stati colorati artificialmente, quindi vanno subito scartati quelli che presentano colori finti come il blu elettrico, il fucsia acceso, il giallo neon, un verde o rosso brillante e compatto, troppo omogeneo. Certamente esistono alcuni minerali dai colori particolarmente vivaci, ma è subito evidente l’aspetto naturale con inclusioni, cioè tracce di altri minerali che nonostante la politura svela una brillantezza mutevole di sfumature alla luce. Sarebbe preferibile scegliere e soltanto dopo affidarsi a un buon venditore esperto o consultare un testo: il corpo è spesso più sincero della mente e mentre il primo raramente condiziona l’altra, la mente è sempre pronta con una folla di io queruli a convincere il corpo e... per il suo bene.

La compatibilità energetica

Dunque ci si può affidare all’intuito, all’attrazione spontanea verso un cristallo, e poi verificare con l'aiuto di un pendolo se c’è compatibilità energetica con quel minerale, oppure una volta identificata la disarmonia, individuarla con l'aiuto di un buon manuale o affidandosi al consiglio di un serio operatore.

Nel caso si possegga già un minerale, scelto con l’aiuto di un libro o ci sia stato suggerito o regalato, e si voglia constatare se ci si adatta si può ricorrere al test di resistenza muscolare, descritto nel capitolo Gioielli.

Nel caso in cui si desideri far dono di un cristallo a una persona cara, i criteri di scelta non sono troppo diversi. Pensando attentamente a chi è destinato questo dono, la richiesta energetica sarà più specifica, fino a individuare la pietra adatta. Regalare un cristallo è un gesto significativo per esprimere un sentimento: sarà un pensiero d’amore trasmesso nella purezza e nell’armonia di un elemento naturale.

Oggetto sferico o conoidale, detto anche pendolino, di legno, vetro, pietra, talvolta con una punta di metallo, sospeso a un filo di varia lunghezza, adoperato in radioestesia, che significa dal latino radius, «raggio, radiazione», e dal greco nimfqoiq, aisthesis, «ricerca», «ricerca di (presunte) radiazioni».

Sarà meglio cominciare con il «re dei cristalli», l’amplificatore d’energia per eccellenza, cioè il quarzo ialino, quello trasparente, comunemente ed erroneamente detto cristallo di rocca (—mota 17 a p. 43), utilizzabile per tutto il corpo energetico. Una volta sciolte le tensioni, bisogna tentare di porre l’attenzione nella zona dove il cristallo è a contatto con il corpo, come se respirassimo soprattutto da lì. A questo punto sarà importante visualizzare un raggio luminoso che ci attraversi come una spada laser. Per il buon esito di questo esercizio sono necessari almeno una ventina di minuti. Si tratta di un metodo abbastanza semplice, ma per ottenere dei risultati bisogna praticarlo con costanza.

Sarà così possibile purificare e armonizzare il nostro campo bioplasmico o anticamente aupa, aura, o corpo eterico, per sciogliere blocchi energetici, causa di malattie.

Le applicazioni terapeutiche dei cristalli «puliscono e amplificano» i vortici energetici per stimolazione molecolare e ciò avviene per scambio nel rilasciare elettroni e attrarne di nuovi.

Dopo l’uso, qualsiasi esso sia, un cristallo va sempre «pulito» e lasciato ricaricare. Sciacquiamolo sotto un forte getto d’acqua fresca per almeno un minuto. Poi soffiamo sopra, da una parte e dall’altra, meglio se con l’aria carica di vibrazioni ottenuta dopo la meditazione. Non va, comunque, mai dimenticata l’acqua e la sua forza purificatrice. L’acqua fredda abbasserà la temperatura e il riposo del cristallo, preferibilmente in una scatola di legno (non è un caso che scrigni e forzieri antichi fossero realizzati con questo materiale!), riporterà le inclusioni, come già detto, alla temperatura base di 31 gradi e mezzo.

È possibile sperimentare i cristalli anche nell’acqua da bere. La metodica di preparazione degli elisir è laboriosa quanto seria e sconsiglio vivamente di improvvisarsi in «un fai da te», onde evitare il rischio di assumere sostanze tossiche. Meglio, seguendo l’indicazione base della potenzialità vibratoria e amplificatrice di un cristallo, tenere una pietra vicino ad acqua pura in un vetro sottile e trasparente, per caricarla delle sue vibrazioni. Andrà, poi, bevuta al mattino, a digiuno.

Come l’essere umano in ricerca investiga da entronauta, nel suo microcosmo per conoscere il macrocosmo, così in un cristallo l’immagine infinitesimale, la cella base, ha sempre la forma, la struttura, la qualità, la natura della struttura intera. Mentre l’essere umano tenta la costruzione, la crescita per meglio dire, di una parte in sé indefettibile, inattaccabile, stabile, un cristallo, una volta formatosi, non è più soggetto a mutamenti. Una pietra può, all'intemo delle inclusioni, passare da un’energia a un’altra, manifestarsi quindi in quello stato della materia che è più consono alle condizioni esterne, integrata armonicamente con il resto, ma non muta neanche in percentuale, di qualità sostanziale. Il tentativo dell’essere umano definito dagli antichi alchimisti, non a caso, quale «ricerca della pietra filosofale», è l’unica reale ricerca della pietra «portafortuna» dove il termine fortuna viene ricondotto al significato originario di stabilità, visto che la divinità veniva rappresentata bendata e ritta con un piede solo al centro di una ruota con dodici raggi.

La grande mole di rilevazioni da fare spaventa e spesso fa preferire l’abitudine, il sonno, ritenendo che, non bastando una vita per sapere tutto, sia meglio rinviare e chissà a quando.

In effetti, sostituendo il desiderio di sapere con il proposito di una «volontà di conoscere», si potrà constatare che bisogna ricordare, ovvero trovare la chiave d’entrata alle memorie contenute naturalmente nelle nostre formazioni cristalline, sintonizzabili e amplificabili con i cristalli. Come non concludere, dopo tutte le osservazioni rilevate, che è un po’ poco ritenere le gemme solo ornamenti o ancora peggio considerarle superficialmente solo dei porta-fortuna?

Tra i tanti venditori di minerali e operatori con i cristalli, che hanno utilizzato il mio primo testo in questi anni, Fufi Sonnino ha continuato a rendermi partecipe dei suoi risultati e scoperte. Questa la sua testimonianza:

«Lavoro con le pietre da oltre venti anni e da loro ho ricevuto molte sorprese e molti insegnamenti. Nell’arco del mio lavoro ci sono stati episodi inspiegabili che mi hanno stupita. Alcuni anni fa, era il 30 o il 31 dicembre, sentii un’esplosione all’interno del mio laboratorio. Pensai subito che qualcuno avesse buttato un petardo. Era letteralmente esplosa una collana di tormalina rosa verde (contiene anche magnesio, N.d.A.) infilata con un filo e una piccola chiusura metallica. Si ridusse in frantumi il piano di cristallo, di ben 8 mm di spessore, su cui era esposta. Eravamo in parecchie persone all’interno del negozio e si può immaginare quante domande ci siamo fatti.

Una volta un mio amico pranoterapeuta mi chiese una pietra da portare a casa per una sua particolare situazione. Gli diedi una tormalina nera (contiene anche ferro, N.d.A.) e lui si avviò verso casa. Dopo neanche mezz’ora mi telefonò dicendomi che aveva lavato la tormalina, l’aveva messa in un bicchiere da caffè e appena appoggiata sul lavello di acciaio della cucina il bicchiere era esploso. Da lontano sentivo il commento della moglie!

Un’altra volta ancora, una persona mi chiese una pietra, perché stava attraversando una difficile situazione sentimentale, gli scelsi una tormalina rosa (contiene litio, N.d.A.) e mentre la tenevo tra le dita si spezzò a metà e cadde a terra. Era una pietra di circa 1 cm di diametro e la tormalina ha durezza 7,5. Forse il suo problema affettivo non si risolse, ma lui si sentì molto alleggerito! Tempo fa una mia cliente prese in mano una bellissima ametista molto viola (contiene ferro, N.d.A.) e mentre la guardava con trasporto la pietra diventò quasi bianca! Le chiesi se avesse dei problemi con il ferro e lei me lo confermò. Un’altra reazione inspiegabile ci fu quando una mia amica molto stanca e stressata strinse in mano una bellissima turchese (contiene rame, N.d.A.). Lentamente, ma chiaramente, la sua tinta tipica si andava modificando, virando al verde. Infinite altre volte ho visto pietre cambiare colore o consumarsi o accendere arcobaleni e dare buoni risultati a chi le utilizzava. Forse si tratta di campi elettromagnetici, frequenze elettriche, ed elementi chimici che interagiscono: la nostra intelligenza molecolare e la loro struttura di milioni di anni hanno in comune molte relazioni.

Sono ormai convinta che le nostre emozioni creano nella nostra struttura vibrazionale dei fenomeni che possono andare in risonanza con la chimica dei minerali. Sono fenomeni che la scienza ancora non spiega ma, poiché avvengono, sicuramente verranno analizzati e compresi. La nostra struttura vitale subisce alterazioni a causa di disturbi fisici o in seguito a situazioni emozionali. Queste ultime lasciano una risonanza, una memoria, sia nel nostro corpo fisico che nel nostro campo eterico. Tale risonanza eterica può essere recepita radiestesicamente, cioè con l’ausilio di uno strumento radiestesico (pendolo, biotensor, centralina Callegari, apparecchio radionico) e ovviamente da una operatrice o da un operatore. La lettura radiestesica del campo radiante può indicare la/le pietre che possono riequilibrare le dissonanze energetiche della persona, poiché la chimica del minerale andrà in risonanza con ciò che in quel momento è disarmonico nella nostra struttura. Chi opera su questo livello, per poter offrire una prestazione corretta, deve conoscere il senso degli elementi sia sul piano materiale che su quello sottile. Ciò espone il tutto a un enorme rischio di manipolazione, superficialità e pressapochismo. È quindi più che legittima ogni forma di prudenza e attenzione. Sono certa che il futuro ci serberà molte bellissime sorprese e scoperte, basti pensare a quanto già il quarzo sia entrato nella nostra vita negli ultimi venti anni. Un particolare pensiero di gratitudine vorrei dedicarlo a quegli autori e quelle autrici che, in tempi non sospetti, hanno saputo volgere il proprio sguardo immensamente lontano. Hanno saputo “vedere”, con cuore e con intelligenza olistica, oltre gli schemi e i limiti delle opportunistiche convenienze. Un grazie sentito a Maria Rosaria Omaggio, che ha anticipato nel tempo il Viaggio nell'Incredibile, che ogni persona in cammino intuisce nel profondo di sé, e L’energia trasparente del mondo dei minerali».

Questo testo è estratto dal libro "Il Linguaggio di Cristalli, Gemme e Metalli".

Data di Pubblicazione: 20 giugno 2018

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