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Come trovare il proprio stile personale

Come trovare il proprio stile personale

Scopri come ciò che indossiamo influenza chi ci osserva e ha un impatto sul modo in cui veniamo percepiti leggendo l'anteprima del libro di Valeria Viero.

Power dressing

Come consulente d’immagine ho la fortuna di incontrare persone di ogni età, sesso, ruolo e gusti. Ho la fortuna di vedere le loro abitazioni e stanze spesso mostrate solo agli amici più intimi o ai famigliari; ma ho soprattutto la fortuna di poter scoprire i segreti e tesori che si celano nei loro guardaroba.

Prima di svolgere questa attività, mai mi sarei aspettata che il guardaroba di una persona potesse rappresentare così bene e riflettere così dettagliatamente la sua identità.

Ho visto armadi talmente pieni di abiti da non riuscire nemmeno ad estrarre una gruccia e ho visto armadi quasi vuoti; ho visto guardaroba ordinatissimi e altri molto caotici, alcuni rispecchiavano lo stile del resto della casa, altri erano in totale contrapposizione. Ma ciò che veramente svela molto di una persona non è tanto l’ordine o la quantità di vestiti e accessori, quanto la tipologia, la qualità, i colori e le forme di questi oggetti.

Inconsapevolmente scegliamo di acquistare, indossare e poi riporre nel nostro guardaroba vestiti, gioielli e accessori.

Cerchiamo quelli che ci piacciono, ci ispirano, ci fanno sognare, o quelli che pensiamo essere di moda. Ma non ci chiediamo mai “cosa racconteranno” di noi quei capi quando li indosseremo.

Moda o stile?

Sulla moda e l’abbigliamento si è detto e scritto moltissimo, sia dal punto di vista della sua storia ed evoluzione, che dal punto di vista della costruzione e creazione del capo di moda e anche dal punto di vista antropologico, sociologico e psicologico.

Ammiriamo la moda nelle riviste e la studiamo per comprenderla, ma raramente al risveglio quando decidiamo cosa indossare per il resto della giornata ci chiediamo cosa rappresenta quello che abbiamo scelto. Eppure, come affermava più di un secolo fa Anatole France, i vestiti che portiamo possono dire «...sull’umanità ... più che tutti i filosofi, i romanzieri, i predicatori e i sapienti.»

La scelta dei capi di abbigliamento da indossare è un modo per descriversi e definirsi. Come un logo progettato per tradurre l'identità di un marchio, così l'abbigliamento esprime la personalità.

Ma qual è la differenza tra moda e stile?

Quale la linea di separazione tra questi due concetti tanto utilizzati?

Il termine MODA deriva dal latino "modus" che significa letteralmente maniera, modo, foggia. La moda è dunque un modo, una maniera di esprimersi.

Il dizionario Treccani lo definisce:

Fenomeno sociale che consiste nell’affermarsi, in un determinato momento storico e in una data area geografica e culturale, di modelli estetici e comportamentali (nel gusto, nello stile, nelle forme espressive), e nel loro diffondersi via via che ad essi si conformano gruppi, più o meno vasti, per i quali tali modelli costituiscono, al tempo stesso, elemento di coesione interna e di riconoscibilità rispetto ad altri gruppi; in epoca moderna, e in particolare nella società occidentale contemporanea, tale fenomeno assume caratteristiche peculiari in relazione con l’elevata mobilila sociale, la rapida e vasta diffusione delle immagini tramite i mezzi di comunicazione di massa, la creazione o appropriazione dei modelli da parte dell’industria, che dà loro forma di merci adeguala al mercato intemazionale. Come espressione del gusto predominante (tipico di una determinata società) la moda interessa ambili intellettuali, ideologici, movimenti artistici e letterari, o, più genericamente, abitudini, comportamenti, preferenze.

La moda è allora una maniera di esprimersi del gusto predominante.

Infatti l’abbigliamento o moda, chiamata anche costume nel senso di foggia nel vestire, nasce solo in parte dalla necessità umana di coprirsi (per igiene, pudore o protezione), ma fin dall'epoca preistorica esso assume anche precise funzioni sociali.

E cosa significa "stile"?

La parola STILE deriva dal latino stìlus = penna, e lo stile diventa successivamente il modo di scrivere proprio di una persona (grafia, ritmo, tono, taglio di pensiero, lessico). Il suo significato si amplia ulteriormente e lo stile diventa tutto ciò che caratterizza una persona sotto un profilo estetico. Esso rappresenta l'originalità espressiva di ogni individuo. Lo stile è un’espressione individuale che trascende il tempo, il luogo e la cultura di appartenenza.

Lo stile quindi è personale, non trasferibile e influenza la persona anche nel modo di vestire portandola a scegliere quello che ritiene interessante per sé, senza farsi influenzare dalla “moda”.

Lo stile rappresenta il modo di esprimersi del gusto individuale.

«La moda passa, lo stile resta», questa frase attribuita a Coco Chanel riassume l'essenza della differenza tra moda e stile: la contestualizzazione temporale e geografica della prima e l’atemporalità del secondo, espressione del singolo.

Perché è importante trovare il proprio stile personale

Come abbiamo detto, la moda e l’abbigliamento sono sempre stati una forma di espressione sociale, di distinzioni in classi, di coesione a valori di gruppo, ecc.

È solo recentemente, nel 1975, che l’abbigliamento viene considerato uno strumento utile e complementare al raggiungimento di un obiettivo.

Con la pubblicazione del libro Dress far Success di John T. Molloy, che diventa un best seller, si pongono le basi di una disciplina che nel mondo anglosassone prende il nome di Power Dressing: si tratta di uno stile d’abbigliamento che permette a uomini e donne di affermare la loro autorità o potere in un ambiente professionale o politico.

Sia nel primo libro di John T. Molloy, che nel suo secondo dedicato all’universo femminile (Women: dress far success, 1980), l’autore propone uno stile di abbigliamento che ci appare oggi come una sorta di uniforme, un’omologazione dello stile di abbigliamento, diverso tra classi professionali, ma uniforme all’interno dello stesso settore.

Molloy porta quasi all’esasperazione il concetto di moda come espressione di un gusto collettivo: presumendo che una determinata classe professionale consideri, quel look previsto, adeguato al proprio gruppo di appartenenza. Ciò che però l’autore non considera è la diversità di ogni individuo, le sue peculiarità, le caratteristiche che lo rendono unico e distinto da qualsiasi altro.

Lo stile, come espressione individuale, non trova posto nei testi del Power Dressing della fine degli anni ’70 e primi anni’80. Ma è invece lo stile personale che ci permette di farci emergere dalla massa, che ci consente di essere riconosciuti, di distinguerci, di essere ricordati.

Senza stile siamo uno, nessuno, centomila. Senza stile non siamo noi stessi, indos-siamo una maschera che non ci appartiene e che alla lunga non ci favorirà. Trovare il proprio stile significa accettarsi e aver voglia di valorizzare la propria unicità, significa far sentire la propria voce al mondo, senza bisogno di proferire parola.

La vera difficoltà è riuscire a trovare uno stile personale che sia al tempo stesso unico e comunicativo, ma anche espressione del gusto collettivo del gruppo a cui desideriamo appartenere.

Questo piccolo testo si prefigge l’obiettivo di guidarti alla scoperta di come trovare un equilibrio tra la moda (sia essa la tendenza di stagione o il dress code dell’azienda in cui vuoi fare carriera) e lo stile, ovvero quel modo unico e personale che ti permetterà di distinguerti e di fare la differenza tra tanti.

Valorizzarsi per essere valorizzati

Al di là dei consigli pratici di abbigliamento di Molloy, i suoi libri hanno avuto il grande merito di aver acceso i riflettori sul fatto che ciò che indossiamo influenza chi ci osserva e di conseguenza ha un impatto sul modo in cui veniamo percepiti e dunque trattati.

Se consideriamo poi il fatto che se siamo percepiti e trattati sempre in un certo modo, questo finisce per influenzare anche l’opinione che noi abbiamo di noi stessi, il titolo di questo libro appare subito evidente: il nostro guardaroba racchiude un grande potere.

Ricordando la citazione dello zio di Spider-Man nel film di Sam Raimi, «Da un grande potere derivano grandi responsabilità!». Pare però che (purtroppo) nessuno di noi sembri in grado di assumersi le responsabilità di ciò che indossa.

Come si sceglie cosa portare?

Chiedo sempre ai miei clienti in che modo scelgono cosa portare, quali siano le ragioni sottostanti ad una scelta rispetto ad un'altra, e le risposte più frequenti sono le seguenti divise per categorie.

Per le donne le risposte sono:

  • Dipende da come mi sento, dall’umore della giornata
  • Dipende da cosa devo fare quel giorno, questione di praticità
  • Scelgo a caso, le prime cose che mi capitano in mano basta che stiano bene assieme
  • Utilizzo sempre le solite combi-nazioni, create al momento dell’acquisto.

Per gli uomini le risposte sono:

  • Scelgo i tre pezzi (pantaloni, camicia e giacca o pullover) tra quelli in cima alla pila
  • Dipende da cosa c'è di pulito
  • Di solito sceglie mia moglie per me
  • Le prime cose che mi capitano in mano basta che stiano bene assieme.

Rare le persone che affermano di scegliere consapevolmente in base all’immagine che vogliono veicolare di sé e secondo l’influenza che eserciteranno sugli altri.

Questo testo si prefìgge lo scopo di accompagnarti nell’acquisizione di consapevolezza sul potere del tuo guardaroba e nel modo di usarlo responsabilmente.

Data di Pubblicazione: 9 marzo 2020

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