SELF-HELP E PSICOLOGIA

Come trovare il tempo per realizzare sé stessi

Come trovare il tempo per realizzarsi

Scopri come cambiare le cose che non ami di te stesso per creare una realtà interiore migliore leggendo l'anteprima del libro di Tiberio Faraci.

Non è "ormai", è ancora: (il tempo...)

«Mai prima d’ora abbiamo avuto così poco tempo per fare così tanto...»
Franklin Delano Roosevelt

- Tiberio, sono nel traffico, ritarderò dieci minuti, appena arrivo in ufficio ti chiamo...

- lo sono già libero, se sei solo in auto e se ti va, puoi chiamarmi subito così cominciamo a lavorare.

Ecco una dimostrazione concreta di come si possa trasformare “un meno in un più”. Qualcosa che sembrerebbe arrivare disfunzionalmente per sottrarre e creare un limite o una “perdita”, trasformato in qualcosa che invece aggiunge ed espande.

Il primo messaggio è di un cliente che doveva chiamarmi a Lugano dal Brasile per una sessione alle mie 11:30 di un qualsiasi martedì mattina (in quel momento con Rio de Janeiro c’erano tre ore di differenza). Quando mi ha avvertito che era in ritardo, il mio pensiero è stato che non avremmo potuto recuperare quel tempo. Quei dieci minuti li avremmo persi, in quanto subito dopo il nostro incontro io avevo un’altra sessione con un’altra persona. E ne ero dispiaciuto perché quella con il cliente “in ritardo” sarebbe stata una sessione importante in cui avrebbe dovuto raccontarmi nei particolari un’operazione commerciale decisiva a cui avevamo lavorato la volta precedente. (Anche se già mi aveva comunicato che l’esito ottenuto era stato favorevole). La mia reazione al suo messaggio ha fatto sì che potessimo sentirci subito. Abbiamo potuto, così, in quell’occasione, lavorare addirittura venti minuti in più e non dieci minuti in meno, come sarebbe accaduto se io avessi risposto che l’avrei aspettato (e come spesso avviene nel nostro quotidiano se ci dimentichiamo che siamo noi a decidere).

Un terzo di sessione in più, in luogo di un sesto in meno a fronte di una semplice manifestazione di buona volontà e passione per ciò che si fa e di una reazione empatica e veloce accettata nei due sensi. Ecco già un esempio di quello che accade nelle relazioni funzionali, quando uno più uno fa molto di più di due.

Un guadagno significativo! In Alice nel Paese delle Meraviglie, Lewis Carrol fa chiedere al Bianconiglio «Per quanto tempo è per sempre?». Lui risponde: «A volte, solo un secondo».

Ci sono attimi, in effetti, che durano tutta la vita (e anche dopo), perché, analizzandoli, sono composti al 90% da rimpianti, poi da sensazioni di ineluttabilità e, in misura diversa, da sensi di colpa. E certamente nessuna macchina del tempo potrebbe condurci a un istante prima di quei momenti per scongiurare ciò che poi è accaduto se non fosse stato positivo. Così come non avremmo nessuna garanzia di essere in grado di agire in modo migliore per mutarne gli eventi, ammesso che potessimo tornare lì.

Quando lo stato delle nostre menti non subisce alcun cambiamento, diceva Aristotele, non ci accorgiamo che il tempo è passato. La nostra esperienza oggi è radicalmente diversa, ma gli esiti sono gli stessi: i cambiamenti sono tanti e tali che le nostre menti e i nostri corpi faticano a metabolizzarli e l’impressione è che «il tempo ci sfugga inesorabilmente, che ogni istante succeda a se stesso vuoto e indifferente ai propri contenuti...»; non ci accorgiamo che il tempo è passato e non ci accorgiamo di avere vissuto.

Ma che cos’è il Tempo per noi? E' qualcosa a cui ognuno di noi dà un’interpretazione diversa e che in base alla composizione dello scenario e delle possibilità emozionali che i protagonisti si autorizzano a vivere, cambia non solo in relazione alle caratteristiche e ai requisiti delle carte distribuite dall’Universo, ma dal valore che noi crediamo di meritare. Vogliamo altre carte o ci riteniamo “serviti in maniera soddisfacente”?

E se fosse così, “il Tempo” non verrebbe distribuito casualmente ma in base all’importanza che attribuiamo al palcoscenico in cui la nostra “pièce” ha luogo e al “casting” che abbiamo effettuato in precedenza.

In linea con quanto affermato, Hawking stesso pensava che nella teoria della relatività non esistesse un unico tempo assoluto, ma che ogni singolo individuo ne abbia una propria personale misura, che dipende da dove si trova, come si sente e da come si sta muovendo. Ovvero, scegliendo di cambiare i nostri pensieri (attraverso la loro qualità), daremo continuamente vita e valore a circostanze che saranno inferiori o superiori a quelle che avremmo incontrato fino a quel momento.

Sei in tempo! E non “è ormai: è... ancora”.

Ma non sempre è una bella notizia avere ancora tempo.

Quando avviene, è a causa del fatto che talvolta siamo scivolati “nell’ormai”, perché “l’ancora” che vivevamo non ci piaceva più! Quando è così, prima di trovare motivazioni nuove per ripristinare “l’ancora” occorrerebbe colorarlo di sfumature nuove. In modo che ci sia la voglia di proseguire, perché non sarà la stessa strada di prima, che ci aveva stancati (e forse delusi) che percorreremo. Quella è proprio la stessa che ci aveva condotti “all’ormai” non aspettandoci altro da quel presente.

A volte ci sfugge “il senso della direzione” e ci sembra di non sapere più che cosa vogliamo o dovremmo fare. Sei d’accordo comunque sul fatto che anche noi in passato abbiamo investito molto anche in direzioni discutibili?

Che ne diresti allora di progettare insieme un programma che ci permetta di riappropriarci di tutto quello che abbiamo investito prima, senza mai partecipare a nessun dividendo, per tramutarlo in “Esperienze sufficienti per essere promossi tra quelli che raccolgono ora e subito?”. Sono almeno quindici anni che tutte le sere, prima di andare a dormire, rifletto sulla lezione del giorno seguente di quello che per me è molto di più di un libro: Un Corso in Miracoli.

Una delle prime lezioni, la numero 7, si intitola Io Vedo Solo il Passato:

«Io Vedo Solo il Passato..., questa idea è particolarmente difficile da credere inizialmente. Tuttavia è la base logica di tutte le precedenti. È il motivo per cui nulla di ciò che vedi ha alcun significato. È il motivo per cui hai dato a ciò che vedi tutto il significato che ha per te. È il motivo per cui non comprendi nulla di ciò che vedi. È il motivo per cui i tuoi pensieri non significano nulla, e per cui sono come le cose che vedi. È il motivo per cui non sei mai turbato per la ragione che credi. E il motivo per cui sei turbato perché vedi qualcosa che non c'è. Le vecchie idee a proposito del tempo sono molto difficili da cambiare, poiché tutto ciò in cui credi ha le sue radici nel tempo e dipende dal tuo non aver imparato queste nuove idee a riguardo. Tuttavia, è esattamente questo il motivo per cui hai bisogno di nuove idee sul tempo. Questa prima idea sul tempo non è in realtà così strana come può suonare inizialmente. Guarda una tazza, per esempio. Vedi una tazza o stai semplicemente rivedendo le tue esperienze passate del prendere una tazza, avere sete, bere da una tazza, sentirne il bordo con le labbra, far colazione e così via? (...) Cosa sai di questa tazza se non ciò che hai imparato nel passato? (...) La vedi dunque realmente? Guardati intorno. Questo è ugualmente vero per ogni cosa che guardi».

Le nostre esperienze ci impediscono di essere nel presente e viverlo al netto dei pregiudizi che ciò che non ha funzionato in passato influenza come “radioattivo monito” a fare attenzione. Abbiamo tutto il tempo del mondo? Molti risponderebbero “Certo che no”. Ma invece sì, forse ci sarebbe tutto il tempo che serve... (ma non ne dovremmo più sprecare).

In una vecchia canzone Louis Armstrong cantava “We have all the time in the worid...”, è bellissimo considerare che spesso c’è (ci sarebbe) tutto il tempo per trionfare senza che la fretta o l’impazienza possano rovinare il processo. In quasi tutte le cose che valgono veramente l’orologio non conta. I bambini nascono quando vogliono (se non quando il parto avviene con cesarei programmati, e forse se ne fanno troppi). Tra i molti clienti medici che ho ci sono diversi chirurghi che a volte mi raccontano di operazioni che durano... il tempo necessario che serve. E a nessuno verrebbe in mente di forzare i tempi di un’operazione da cui dipenda la vita di qualcuno. In altri ambiti sì, dagli operai ai venditori, ai manager, agli sportivi, tutti, spesso, nel loro lavoro sono sollecitati a fare di più nel minor tempo possibile, ma di solito basterebbe non fare errori e non arrabbiarsi, in altre parole non sabotare ciò che vogliamo fare, ciò che dovremmo fare.

Di solito tutti i committenti del pianeta alla domanda: “Vuole che faccia un lavoro frettoloso che non posso garantirle, o un'operazione fatta bene della quale io possa andare fiero e che la veda soddisfatto/a di essere venuto da me?" risponderebbero che ovviamente desiderano un lavoro onesto, corretto, i cui risultati siano i più duraturi possibile e comunque per questo sono di solito anche disposti a pagare quello che è ritenuto giusto nel valore di scambio.

«Io posso evitare di affannarmi e realizzare tutto! Tu puoi rilassarti e goderti la vita: Non devi fare sempre tutto.»

Prenditi del tempo

Puoi prenderti del tempo libero ogni anno, ogni mese, ogni settimana, ogni giorno e persino ogni ora. Puoi sempre prenderti del tempo per fare un respiro, per guardare fuori dalla finestra, per sorridere, per aprire un libro, per annusare un fiore, per notare un bambino che ride, per pensare a qualcuno che ami. Prendere questi momenti sacri per te stesso arricchisce la tua anima e di conseguenza la tua vita. Non è una perdita di tempo prendersi del tempo e indirizzarlo anche a se stessi (non è “un meno” che andrà a influire negativamente sulla somma, ma “un “+” più”, un’espansione un’acquisizione un guadagno “+”...).

Non è un caso se la canzone prosegue con un disarmante: “Just for love, nothing more, nothing less, only Love...”. Eppure, per quanto l’amore sia più forte di tutte le resistenze che potrebbero “mettersi in mezzo” rallentando o bloccando, ci sono anche delle situazioni i cui funzionamenti restano difficoltosi da comprendere.

Uno di questi misteri è la gestione del tempo di compimento e di svolgimento di un progetto di realizzazione. Un tempo che dev’essere il Tuo, quello che senti Tu di volta in volta, tenendo però conto che se voglio andare al mare partendo da casa mia a Lugano, non devo andare in direzione Nord a meno che non voglia andare a Ostenda (e ci voglio andare presto), bellissima, affascinante, ma è sul Mare del Nord. Oggi è sabato 16 marzo 2019. All’inizio di questo mese mi sono riproposto di rallentare il tempo per aver modo di terminare quello che stai leggendo in un modo ottimale “senza dipendere dal tempo”, anche se avrei dovuto consegnarlo solo trentuno giorni dopo. Stai sorridendo? Perché pensi che sia impossibile quando lo hai fatto mille volte? Quante volte, di fronte a un impegno gravoso che avresti voluto cancellare, della serie “allontana questo calice”, hai accelerato l’arrivo di quel momento, come la fine dell’estate da bambini, e quante volte, quando aspettavi l’arrivo di una vacanza importante, il tempo non passava più? Il significato di queste riflessioni è evidente: Tu, io, tutti abbiamo un rapporto soggettivo con il passare del tempo, con la velocità, e con quale fluidità cadrà la sabbia nella clessidra universale con cui il tempo scorre.

Provaci, funziona, stacca il pilota automatico del tempo e creane uno personale adeguato al momento che vivi. Io ne sono molto consapevole e felice. Ho iniziato superandomi, nella mia “road-map” riguardante il libro, rileggendolo e riscrivendolo in un tempo in cui, secondo le previsioni, avrei dovuto riuscire a rileggere e riscrivere solo fino alla seconda parte (e le parti in tutto sono quattro). E ho continuato così, non dimenticandomi di continuare a rallentare il tempo, e alla fine della prima settimana di marzo avevo già riletto e riscritto una prima volta tutto il libro. Ieri, a metà marzo avevo già riletto e “riscritto” di nuovo tutto il libro. E a oggi, venerdì 29 marzo, ho riletto e riscritto tutto per quattro volte in questo mese e ora mi appresto a fare dei piccoli spostamenti di argomenti, e per farlo, come amo fare, ho attaccato intorno a me in giardino rotoli di carta stesi con tutte le pagine del libro incollate sopra, come se fossero lenzuola. Significa che domani è domenica avrò tutto il tempo per le rifiniture e poi lo invierò all’editore domenica sera, esattamente com’era previsto. Così che da lunedì sarà in mano ai revisori.

Ma non sarebbe stato così se non avessi deciso di rallentare il tempo selettivamente (mentre il mio tempo nelle sessioni e in tutto il resto della mia vita continuava a scorrere normalmente). Poiché nelle mie impostazioni io avevo selezionato: “rallentare la velocità del tempo con cui voglio terminare il libro nuovo”.

Questo ci costringe a dover ammettere che il tempo non è un unico parametro di considerazione oggettivo condivisibile, ma che le stesse ore possono volare come divenire interminabili a secondo di ciò che segue o rappresenta la loro manifestazione.

Un’altra componente da dover osservare quando si parla di tempo è che non tutto quello che viene considerato dagli attori comprimari riguardo a un progetto che li riguarda viene vissuto allo stesso modo e con lo stesso entusiasmo. Spesso non vivono lo stesso scenario. Non vedono le stesse cose. Ma neanche un socio lo fa. Forse dopo un affare qualcuno vorrebbe subito rientrare dagli investimenti fatti, mentre altri, non avendone bisogno, vorrebbero continuare a consolidare e a investire prima di raccogliere, e così via. E vista in questa ottica, veramente “Mai prima d’ora abbiamo avuto così poco tempo per fare così tanto”, dove il tanto viene ora inteso come possibilità riqualificanti. Poi ci sono spazi temporali composti da anni di vita comune, di sacrifici condivisi, di costruzioni e di progetti che ne rappresentano un significato (che talvolta è tutto per gli uni e nulla per altri).

O che potrebbe anche essere banalizzato in un attimo da chi apparentemente con noi condivideva prima motivazioni e possibilità (vedi “mogli rottamate” a 50 anni in cambio di “modelli più recenti”, a volte neppure tanto, come se fossero auto). In più ci sono le interpretazioni del tempo e dei suoi valori rappresentativi.

A riprova che la durata e l’importanza di ciò che accade in una dimensione spazio-temporale è valutata in maniere totalmente diverse a seconda della percezione con cui viene vissuta, si dice che la sera del 14 luglio 1789 (il giorno storico della Rivoluzione Francese) Luigi XVI di Francia sul suo diario giornaliero scriveva addirittura: «Oggi, niente di nuovo». Varrebbe la pena di prendere in considerazione la nostra capacità di trasformare quello che sta accadendo, se occorre! Abbiamo poco tempo per rimediare a tutto quello che abbiamo compiuto in opposizione al progetto divino previsto per noi: un condiviso, certo e sicuro Eden terrestre di realizzazione!

E quando poi avrai realizzato tutto, cosa avverrà? Cosa ti accadrà?

«Nell’Apocalisse l’angelo giura che il tempo non esisterà più. Quando l’uomo raggiungerà la felicità, il tempo non esisterà più perché non ce ne sarà più bisogno».

È un’idea giustissima. Dove lo nasconderanno?

Non lo nasconderanno in nessun posto. Il tempo non è un oggetto, è un’idea. Si spegnerà nella mente. Ma allora qui si contempla un’idea straordinaria: Noi saremmo qui forse con l’unico scopo di essere sereni? Imparare a diventarlo? e il Tempo, attraverso la sua accettazione, sfumerebbe qualsiasi situazione? Volere la nostra realizzazione, desiderarla, fare tutto ciò che possa servire per avere accesso a un livello superiore successivo, null’altro significato avrebbe che ripristinare un importante progetto divino dal quale ci eravamo “colpevolmente” allontanati! E sarebbe quindi non un indegno e interessato scopo arrogante ed “egotico” sogno di separazione. Ma dunque, se è così, ripartiamo subito! Allora Manifesta la tua Essenza Divina! Sii la tua Nuova Fede!!! Ringrazia la tua Vita stessa, poiché appartieni alla Specie più Evoluta del Pianeta e L’Universo stesso diventa per tei Sarebbe elementare.

Le cose sono facili. Conosci il significato del termine “subatomico”?

E semplicemente quella materia la cui struttura è più piccola di un atomo. “Materia” che quindi non puoi toccare? Sì. “Materia” come le energie? Sì. “Materia” come il tempo? Sì. O forse “materia” come gli stessi nostri pensieri? Sì! Probabilmente esistono dimensioni parallele da cui attingiamo situazioni che poi materializziamo e che scegliamo attraverso la qualità dei nostri pensieri? Sì, è probabile. E questo è possibile farlo sia per vincere che per perdere? Sì. E tutto il tempo che ci serve per fare quello che vogliamo, è probabile che lo avremmo (se sapessimo che cosa fare). Poiché questo è il nostro primo capitale. Ma per quanto ne avremo ancora? A me non importa!

A mio avviso è l’intensità e la qualità dell’intento che conta e che crea paradossalmente più cose che non il tempo a disposizione. Molto di quello che riguarda il ritmo e l’intensità viene deciso nella percezione di quello che succede mentre avviene, e dal perché vogliamo che quella cosa accada! L’Universo provvederà poi a una continuità (probabilmente se il senso la giustifica), e magari ci sarà anche qualcuno che vorrà investire su intenti e visioni trasformandole in una tradizione degna di essere seguita che magari porterà il tuo nome e che avrai creato tu. Il modo più veloce per risparmiare tempo, secondo me, sarebbe smettere di aspettare che le cose cambino per essere felici. Che cambi la stagione, che cambi tuo marito, tua moglie il capoufficio, il mondo, il modo in cui gli altri ti guardano o percepiscono il tuo modo di essere e il tuo valore. La regola numero 1 dei “10 Consigli Per Cambiare il Mondo” del Mahatma Gandhi, è proprio “Cambia te stesso”: «È inutile cambiare il mondo esterno restando noi stessi, con le nostre paure e i nostri dispiaceri; il primo passo è cambiare le cose che non amiamo di noi e creare una realtà interiore migliore».

Immagina che ci sia la possibilità reale di fermare il tempo. Immagina (in me mago agere) che sia proprio in questo istante che tutto si fermi. Tutto e tutti rispettano questo stallo. Tutto e tutti tranne te. Poi tutto ripartirà da qua, nessuno se ne accorgerà al risveglio e tu cosa farai? Ne approfitterai per rimetterti in pari? E su cosa recupererai? Che vantaggio ti prenderai? Che cosa cambierai?

Data di Pubblicazione: 14 ottobre 2019

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