SALUTE E BENESSERE   |   Tempo di Lettura: 9 min

Come la tua casa influenza la tua vita

Come la tua casa influenzi la tua vita

La tua abitazione può regalarti un benessere più profondo di un “semplice” benessere psicofìsico? Scoprilo leggendo l'anteprima del libro di Caterina Locati.

Una piccola e significativa indagine

Per curiosità, mentre scrivevo questo libro, decisi di fare una piccola indagine su Facebook proponendo la seguente domanda: Se la vostra casa potesse fare qualcosa di straordinario, cosa le chiedereste? Le risposte furono le più differenti.

Eccone alcune:

«Le chiederei di...

... auto-pagarsi il mutuo

... auto-pulirsi (risposta molto gettonata)

... ritirare lo sfratto

... produrre da sola luce e gas».

Ed eccone altre:

«Le chiederei di...

... custodire e registrare gelosamente tutti i sorrisi, le gioie, le emozioni positive di ogni componente della famiglia e tra 40 anni o più sprigionarli per far rivivere ogni singolo momento bello passato.

... custodire i miei pensieri più intimi, i miei segreti, la mia storia, ogni singolo oggetto che parli di me ... ricordarmi ogni esperienza vissuta.

... immortalare ogni attimo della vita, tutti quanti, anche quelli duri e diffìcili per poi di questi poter lasciare nel tempo il lato positivo, quello che non vedo, sfuggente, e trasformarlo in quiete e dolce armonia. Come la coperta che ti copre e ti scalda il cuore e le membra.

... accompagnarci nei cambiamenti e restare accogliente.

... sprigionare energia e positività per tutti coloro che vi entrano.

... trasformare energia disarmonica in energia che dona benessere».

Altre ancora:

«Le chiederei di...

... non giudicarmi per averle “rifatto le scarpe e parte del vestito”, e di accettare gli sforzi che sto sostenendo per ridarle vita.

... avere una sua anima, ricca, serena e generosa, in grado di fare stare bene chiunque vi risieda e la frequenti, oggi come fra dieci, cento, mille anni.

... essere felice, affinché possa rendere felice me.

... essere felice di donare soldi e salute a tutti».

Le risposte, tutte molto interessanti, evidenziarono l’apertura verso almeno tre livelli della casa, e in particolare un livello molto pratico e concreto (mutui, spese, ecc.), un livello energetico-emozionale (sprigionare energia e positività, donare benessere), e anche un livello “animistico” (non giudicare, avere una sua anima, essere felice). Come tutti sappiamo, la nostra casa non ha un conto in banca e non ha nemmeno la possibilità di fare bonifici, perciò non può provvedere a sostenere le sue stesse spese.

Non può, purtroppo, neanche auto-pulirsi.

Rimangono, oltre alle risposte più coraggiose, legate all’anima della casa, quelle relative al benessere e alle emozioni, campi che cominceremo a prendere in considerazione ora, a partire proprio dalle emozioni, in particolare quelle legate ai luoghi.

Luoghi ed emozioni

Ognuno di noi conserva il ricordo di un luogo, un luogo magico nel quale sentimenti di amore, allegria, felicità, benessere, hanno fatto da coronamento a una esperienza indimenticabile.

Se in questo momento chiudessi gli occhi in cerca di uno di questi luoghi sono certa che inizieresti immediatamente a rilassarti e a sorridere, lasciando andare per un istante ogni altro pensiero, magari pesante. Provaci, se vuoi, proprio ora.

Tuttavia, una spiaggia al tramonto, una scogliera, la cima di una montagna altissima o una semplice, semplicissima stanza, possono avere un immenso potere su di noi, sebbene non siano legati ad alcuno specifico nostro ricordo. Questo perché potrebbero possedere in sé qualcosa in grado di entrare in risonanza con noi, accrescendo le nostre sensazioni positive.

Il termine “risonanza”, che deriva dall’acustica, può essere spiegato con questo paragone: se una corda, un diapason o un’altra sorgente sonora caratterizzata da una certa frequenza, è investita da un’onda di frequenza similare, il suono si amplifica automaticamente.

In realtà noi tutti facciamo spesso esperienza della risonanza, anche senza saperlo, ad esempio quando abbracciamo qualcuno che amiamo profondamente. In quei secondi di contatto fìsico così potente, emozioni forti si sprigionano in noi regalando benessere, completezza, armonia e, in taluni casi, anche la sensazione di essere in una dimensione dove spazio e tempo non esistono. La cosa bella è che quelle emozioni non hanno fine al termine dell’abbraccio, ma le portiamo con noi anche dopo.

Sembra sia stato anche scoperto che, per avere effetti veramente positivi su mente, corpo e spirito, l’abbraccio debba avere la durata di almeno 20 secondi, tempo necessario al corpo per iniziare a produrre ossitocina, l’ormone dell’amore. Dunque, potrebbe davvero essere interessante ipotizzare che un ambiente, ad esempio la nostra casa, riesca a entrare in risonanza con noi, dandoci gli stessi effetti di un abbraccio a lunga durata.

Come vedremo nel corso di questo libro, la capacità di un luogo di entrare in risonanza con noi, non dipende solo dal luogo stesso, ma anche da come siamo noi, dalla nostra modalità di rapportarci a esso, da chi l’ha frequentato prima di noi, e da tanti altri fattori. Scopriremo anche, un po’ alla volta, che noi stessi possiamo avere un grande potere sui luoghi, dunque anche sulla nostra casa.

Ambiente e benessere

Chi è alla ricerca di benessere psicofìsico, oggi può contare su una serie infinita di soluzioni, che vanno dall’alimentazione, all’attività fìsica, ai soggiorni nei centri wellness, ecc., ma pochi sanno che una casa può, in modo sensibile, contribuire anch’essa a migliorare la nostra vitalità.

Negli ultimi anni si sono evoluti diversi sistemi di controllo e certificazione degli edifìci con lo scopo di garantire alle persone il massimo comfort oltre che una sostenibilità ambientale eccelsa. I protocolli bream®, leed, e infine well™, sono alcuni degli esempi. Il protocollo well™ fa un enorme balzo in avanti nel rapporto uomo-ambiente, aprendo la strada anche alla valutazione del benessere psicofìsico delle persone che permangono in un edifìcio, all’aspetto nutrizionale, alla qualità dell’acqua che sgorga dai rubinetti, oltre a parametri fondamentali quali, ad esempio, l’illuminazione, il comfort luminoso, termico, la qualità dell’aria, ecc.

È dunque opinione sempre più diffusa che l’ambiente in cui viviamo abbia davvero un impatto fortissimo non solo sul nostro benessere, ma anche sul nostro stato di salute.

Rimasi colpita quando, in occasione della presentazione ufficiale del Protocollo well™ in Italia, il 19 ottobre 2017, venne mostrata una diapositiva intitolata: Cosa determina lo stato di salute?

Cosa determina lo stato di salute

Purtroppo, il grafico a torta non riporta le percentuali esatte, ma è evidente da quale settore provenga l’effetto maggiore: l’ambiente fìsico e sociale (Physical/Social Environment). A seguire, gli altri fattori che influiscono sullo stato di salute sono: lo stile di vita, le cure mediche, la genetica.

La fonte di questo grafico è attribuita ai Centers for Disease Control and Prevention, Social Determinants of Health.

L’ambiente fisico e sociale come fattori determinanti del benessere delle persone

La stretta correlazione tra ambiente e salute è una novità? No di certo. Già Ippocrate, nel suo scritto Arie, acque, luoghi sosteneva che lo stato di salute di una persona dipendesse strettamente dal luogo in cui viveva, dall’aria che respirava, dell’acqua che beveva. Un buon medico, per trovare la miglior cura per il proprio paziente, doveva essere necessariamente a conoscenza di questi fattori. Si tratta di una visione prettamente deterministica del rapporto uomo-ambiente, in cui l’ambiente influisce impietosamente sulla vita e sulla salute delle persone.

Ricordo che al terzo anno di Università, durante le lezioni di Igiene Ambientale, sentii per la prima volta parlare della sbs, ovvero Sick Building Syndrome (sindrome dell’edifìcio malato). La sbs analizza la stretta correlazione tra le fonti di inquinamento indoor e gli stati di malessere e malattia delle persone, imputando la maggior parte dei problemi di salute delle persone che trascorrono molte ore in edifìci chiusi, alle pessime condizioni di pulizia degli impianti di trattamento dell’aria, ai materiali utilizzati, quali sigillanti e vernici, e ad altri composti organici volatili (voc). Sembra insomma che vi sia un forte legame tra la “malattia” dell’edifìcio e la malattia dell’uomo.

Sempre nel campo dell’analisi dell’effetto dell’ambiente sull’uomo, possiamo citare anche la disciplina delle Neuroscienze, che si sta oggi diffondendo in ambito architettonico. La cosiddetta Neuroarchitettura indaga infatti, attraverso l’utilizzo di particolari apparecchi di biofeedback, la reazione del sistema nervoso a colori, proporzioni, illuminazione, ecc., per definire la migliore configurazione architettonica, quella in grado di migliorare il benessere e creare armonia con lo spazio in cui si vive.

Senza arrivare alla complessità delle certificazioni leed, bream®, o well™, utilissime quanto impegnative, senza pensare di arrivare ad ammalarsi a causa dell’edifìcio nel quale si vive o lavora, e senza spingersi a verificare come il proprio sistema nervoso reagisca spostando un mobile o cambiando colore a una parete, chiunque può decidere, oggi, di avere un occhio di riguardo verso la propria casa, con l’intenzione di migliorare il proprio benessere, scegliendo materiali non inquinanti, costruendo case ecologiche, facendo attenzione ai campi elettromagnetici, creando piccole aree rigeneranti, selezionando con cura arredi e colori, prestando attenzione al comfort termico, luminoso, ecc.

Tutto questo c’è già, è conosciuto, è visibile, e soprattutto è percepibile dai nostri 5 sensi. Ma, cosa c’è oltre? La nostra casa può regalarci un benessere più profondo di un “semplice” benessere psicofìsico? Lo scopriremo un po’ alla volta.

Data di Pubblicazione: 25 luglio 2019

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