SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 8 min

Come vivere il momento presente

Come vivere il momento presente

Scopri il qui e ora, la casa dove puoi davvero vivere la tua vita leggendo l'anteprima del libro di Thich Nhat Hanh.

La paura originale

Molti di noi spesso si trovano a pensare cose che suscitano in loro sentimenti di paura o di dolore. Tutti noi abbiamo vissuto in passato qualche esperienza di sofferenza, che ci torna spesso alla mente. Rivisitiamo il passato, lo rivediamo e assistiamo ai “film” che abbiamo vissuto. Ma rivivendo questi ricordi senza coscienza o consapevolezza, ogni volta riportiamo a galla la sofferenza.

Immaginate di aver subito una violenza da bambini. La vostra sofferenza è stata grande. Eravate fragili e vulnerabili. Probabilmente la paura allora era costante. Non sapevate come proteggervi. Forse nella mente avete continuato a rivivere quella violenza, anche se adesso siete adulti. Ora non siete più quella bambina o quel bambino fragile e vulnerabile che non aveva gli strumenti per difendersi. Eppure continuate a provare la sofferenza di quel piccino perché rivivete di continuo quei ricordi, anche se sono dolorosi.

C’è un film, un’immagine memorizzata nella nostra coscienza. Ogni volta che torniamo al passato e quell’immagine o quel film ci si presentano alla mente, ricominciamo a soffrire. La piena consapevolezza ci ricorda che è possibile essere nel qui e ora, che il momento presente è sempre accessibile: non siamo obbligati a rivivere eventi che sono accaduti tanto tempo fa.

Immaginate che qualcuno vi abbia schiaffeggiato vent’anni fa: quell’evento è stato registrato nel vostro subconscio come un’immagine. Il subconscio memorizza molti film e molte immagini del passato, che continuano a essere proiettati nel profondo. Noi abbiamo la tendenza a tornare indietro nel tempo e a guardare quelle immagini in continuazione, così continuiamo a soffrire. E ogni volta che rivediamo quella scena è come ricevere di nuovo uno schiaffo in pieno volto.

Ma si tratta solo del passato. Noi non viviamo più in quel momento, siamo nel momento presente. È vero che è successo, sì nel passato. E il passato è passato. Le sole cose che restano oggi sono le immagini e i ricordi. Se continuiamo a tornare indietro nel tempo per rivedere quelle immagini, non siamo nella presenza mentale. Se invece ci radichiamo nel momento presente, possiamo guardare in modo diverso al passato e trasformare la sofferenza che ne deriva.

Forse quando eravate piccoli a volte è capitato che qualcuno vi portasse via i giocattoli. Voi avete imparato a piangere per cercare di manipolare la situazione; oppure a sorridere per compiacere l’adulto che si prendeva cura di voi e fare in modo che il giocattolo vi venisse restituito. Sin da piccoli avete imparato a produrre un sorriso diplomatico: si tratta di uno dei modi possibili per affrontare il problema della sopravvivenza. Si impara senza nemmeno rendersi conto di farlo. La sensazione di essere fragile, vulnerabile, incapace di difendersi, l’impressione di avere sempre bisogno di qualcuno accanto non ci ha mai abbandonato. Quella paura originale - e l’altra faccia di questo sentimento, il desiderio originale - sono sempre dentro di noi. Il bambino pieno di paura e desiderio è ancora vivo in noi.

Alcuni di noi sono depressi e continuano a soffrire anche se nel presente tutto sembra essere a posto. Il motivo è che tendiamo a vivere nel passato. Ci sentiamo più a nostro agio a fare del passato la nostra casa, anche se questo comporta molta sofferenza. Quella casa è nel profondo del nostro subconscio, dove vengono proiettati in continuazione i film del passato. Ogni notte torniamo a guardarli e a soffrire. Il futuro, che tanto ci preoccupa, non è altro che la proiezione della paura e del desiderio che ci vengono dal passato.

Non temete il passato

Poiché è così facile essere prigionieri del passato, è utile avere qualcosa che ci ricordi di restare nel momento presente. Al Plum Village usiamo una campana. Quando la sentiamo pratichiamo il respiro consapevole e pronunciamo interiormente queste parole: “Ascolto la campana. Questo magnifico suono mi riporta nella mia vera casa”. La mia vera casa è nel qui e ora. Il passato non è la mia vera casa.

Forse vorremmo dire al nostro bambino interiore che il passato non è la nostra vera dimora; la nostra casa è nel qui e ora, dove possiamo davvero vivere la nostra vita. Nel momento presente possiamo ricevere tutto il nutrimento e le cure di cui abbiamo bisogno. Gran parte della paura, dell’ansia e dell’angoscia che proviamo è dovuta al fatto che il nostro bambino interiore non è stato liberato. Quel bambino ha paura di venire alla luce nel momento presente, e così la vostra consapevolezza, il vostro respiro possono aiutarlo a rendersi conto che ora è al sicuro e può essere libero.

Immaginate di andare al cinema. Dal vostro posto in platea guardate verso lo schermo davanti a voi. C’è una storia, ci sono personaggi che interagiscono. E voi, seduti in platea, piangete. Ciò che accade sullo schermo vi appare vero ed è per questo che le vostre lacrime e le vostre emozioni sono altrettanto vere. La sofferenza è reale, le lacrime sono reali. Ma, se vi avvicinate allo schermo per toccarlo, non vedete persone reali. Ci sono solo luci in movimento. Non c’è nessuno con cui si possa parlare o che voi possiate invitare a prendere un tè. Non li si può fermare e non si può rivolgere loro domande, eppure guardarli può suscitare una vera sofferenza, nel corpo e nella mente. I nostri ricordi ci possono provocare vero dolore, sia sul piano emotivo, sia su quello fisico, anche se non si stanno verificando in questo momento.

Quando riconosciamo che rimettiamo in scena gli eventi passati e che reagiamo a quelli nuovi come se fossero cose che abbiamo già vissuto, possiamo cominciare a notare che si sta manifestando un’energia di abitudine. A questo punto possiamo ricordare con dolcezza a noi stessi che abbiamo un’altra possibilità: possiamo guardare al momento così com'è, un momento nuovo, e pensare al passato solo quando riusciremo a guardarlo con uno sguardo compassionevole.

Quando abbiamo un momento di quiete, non in un momento del giorno in cui siamo indaffarati, possiamo creare lo spazio e il tempo per dire al bambino ferito e sofferente che è in noi che non dovrà più soffrire. Possiamo prenderlo per mano e invitarlo a venire nel presente per prendere atto di tutte le meraviglie della vita che sono accessibili qui e ora: «Vieni con me, mio caro. Siamo cresciuti e non c’è più bisogno di avere paura. Non siamo più vulnerabili e fragili. Non dobbiamo più avere alcuna paura».

Dobbiamo insegnare tante cose al nostro bambino interiore. Dobbiamo invitarlo a venire con noi e a vivere la vita nel momento presente insieme a noi. Naturalmente potremo riflettere in modo consapevole sul passato e trarne insegnamento, ma quando lo faremo, rimarremo ben radicati nel momento presente. In questo modo, potremo guardare abilmente al passato e imparare ciò che esso ha da insegnarci, senza esserne assorbiti o sopraffatti.

Contemplare il futuro senza paura

Allo stesso modo possiamo prepararci al futuro senza essere consumati dai nostri progetti. Spesso in realtà non facciamo programmi o, al contrario, siamo totalmente assorbiti dai nostri programmi ossessivi, perché abbiamo paura del futuro e della sua incertezza.

Il presente è il momento in cui operare. Se siamo davvero ancorati nel presente, possiamo fare piani migliori per il nostro futuro. Vivere in modo consapevole nel qui e ora non preclude la possibilità di fare programmi: significa soltanto che sappiamo che non ha senso perdersi in preoccupazioni e timori per il futuro. Se si è radicati nel momento presente, si può portare il futuro nel presente per gettarvi uno sguardo in profondità, senza smarrirsi nelle ansie e nelle incertezze. Se siamo davvero presenti e sappiamo come occuparci al meglio del qui e ora, stiamo già facendo il massimo per il nostro futuro.

Lo stesso vale per il passato. L’insegnamento e la pratica della consapevolezza non proibiscono di guardare il passato in profondità. Ma se ci permettiamo di annegare nel rimpianto e nel dolore pensando al passato, la nostra non è vera consapevolezza. Se siamo ben saldi nel presente, possiamo portare il passato nel momento che stiamo vivendo per guardarlo in profondità. Quando siamo ben radicati nel qui e ora, possiamo esaminare al meglio il passato e il futuro. Di fatto possiamo imparare meglio dal passato e fare migliori progetti per il futuro se siamo ben calati nel momento presente.

Se abbiamo un amico che soffre, dobbiamo aiutarlo: «Caro amico, sei al sicuro e tutto è a posto ora. Perché continuare a soffrire? Non tornare nel passato, è solo un fantasma e non è reale». E ogni volta che riconosciamo che si tratta solo di film e immagini e non della realtà, saremo liberi. Questa è la pratica della consapevolezza.

Data di Pubblicazione: 20 marzo 2020

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