Scopri l'ottuplice sentiero della purificazione secondo Patanjali leggendo l'anteprima del libro di Swami Saradananda

Lo stile di vita yoga

Lo stile di vita yoga è caratterizzato da semplicità e pensiero positivo. Si spinge oltre le forme puramente posturali che la maggior parte delle persone identifica con la disciplina e comprende le pratiche depurative note in sanscrito come krìya. queste ultime rappresentano un metodo naturale per eliminare tensioni, impurità fisiche e blocchi energetici che possono precludere il godimento di un’ottima salute. Nel presente libro illustrerò un’ampia selezione di tali tecniche, tutte volte a ripulire il corpo e la mente.

Anche se si tratta di un libro sullo yoga, la maggior parte delle tecniche che troverete descritte non ha lo scopo di potenziare forza e flessibilità. Potrebbero sembrarvi differenti rispetto agli esercizi che già conoscete. Tuttavia, quando inizierete a eseguire i rituali depurativi con regolarità, potreste cominciare lo stesso a sentirvi più forti e flessibili. Man mano che il vostro corpo si purificherà noterete che il vostro stato di salute migliorerà di pari passo. Via via che la vostra mente si disintossicherà vi sentirete più lucidi, aperti e gioiosi. Vi renderete conto che la felicità non deriva dagli oggetti e dalle circostanze esteriori che regalano un piacere transitorio, ma dai meandri interiori del vostro essere. Corpo, pensieri ed emozioni diventeranno vivaci riflessi del vostro io più intimo e profondo.

La depurazione yoga ha molto da offrire nel ventunesimo secolo. Può essere d’aiuto se incontrate difficoltà nel ridurre la tensione, mangiare adeguatamente, godere di una buona notte di sonno o riposarvi a sufficienza, se vi sentite sempre stressati o cercate sempre di spingervi oltre i vostri limiti. E efficace se vivete in città, lavorate con altre persone, frequentate ristoranti e negozi o viaggiate con i mezzi pubblici, dove è impossibile non assorbire il disagio e le energie negative delle persone che vi circondano. Magari siete preoccupati che il vostro cibo contenga calorie inutili, zuccheri processati e additivi insalubri, che la vostra acqua non sia pura e che il vostro ambiente risulti contaminato da tossine volatili, rumore e inquinamento luminoso. Tutti questi fattori contribuiscono a innalzare lo stress a livelli che, alla lunga, indeboliscono il corpo. Se non vi sentite a vostro agio nella vostra pelle potreste sviluppare disturbi di ogni genere, e a quel punto nemmeno la pratica regolare delle posizioni yoga riuscirebbe a regalarvi quella gioia interiore che la disciplina garantisce in condizioni normali.

I kriya prevengono questo fenomeno liberando il corpo dall’accumulo delle impurità e rafforzando i canali energetici sottili che fungono da interfaccia tra l’essere fisico e i processi mentali. L'integrazione mente-corpo risultante può diventare un prezioso strumento nella prevenzione e nel trattamento di tutta una serie di disturbi cronici. La pratica regolare facilita inoltre la rimozione di molti degli ostacoli che vi impediscono di affrontare con atteggiamento positivo il mondo che vi circonda.

Per eseguire i kriya serve poco tempo: è facilissimo, per esempio, integrarli nella classica routine mattutina. Risultano efficaci sia che pratichiate le posizioni yoga o meno. Tuttavia, quando li combinate con la pratica regolare dello yoga e una dieta basata principalmente su cibi integrati di origine vegetale, tali esercizi possono diventare determinanti, nell’aiutarvi a sperimentare uno stato positivo di benessere che è molto più della semplice negazione della malattia.

Oltre alla sensazione di pulizia fisica che genera, la purificazione yoga permette di coltivare la lucidità mentale e dissolvere le nubi che oscurano l’immensa luminosità del vostro vero essere; la connessione con il prossimo fiorirà, e inizierete a vivere le relazioni all’insegna della meraviglia della vita, senza più ostacoli. Spero che, man mano che introdurrete le tecniche descritte nelle vostre giornate, resterete meravigliati dagli effetti positivi che seguiranno.

Le radici della purificazione yoga

Questo libro mira a illustrare gli insegnamenti yoga, antichi e moderni, relativi alla purificazione del corpo e della mente - shaucha in sanscrito - e a spiegare come integrarli nella propria vita in maniera semplice ed efficace. Il processo di disintossicazione o purificazione aiuta il corpo a liberarsi dalle sostanze “contaminanti” accumulate, e la mente e le emozioni a ripulirsi da tutte le “impurità" che possono esercitare un effetto indesiderato su salute e benessere. Molti metodi si basano su strategie di disintossicazione analoghe - dal digiuno all’esclusione di alimenti specifici dalla dieta, passando per la pulizia degli organi di eliminazione - ma nessuno di questi si spinge così a fondo nella purificazione a tutto tondo quanto la tradizione yoga, che incoraggia l’essere umano a considerare il proprio corpo come veicolo o tempio dell’anima.

L’antico saggio Patanjali parla per la prima volta di shaucha, la purificazione fisica e mentale, nel testo classico noto come Yoga Sutra. Il testo, composto tra il 200 a. C. e il 400 d. C„ contiene i primi accenni conosciuti a questa scienza millenaria e propone al lettore un “ottuplice sentiero” che ha lo scopo di garantire una vita felice all’insegna del raggiungimento dei pieno potenziale.

Tra tutte le incarnazioni dello yoga, quella proposta da Patanjali, forte di un approccio fortemente psicologico, è probabilmente la più scientifica e la più facile da applicare nel mondo moderno. La mente umana non è mai stata analizzata in maniera così approfondita, né il processo che permette di superare la fragilità è mai stato descritto in modo tanto succinto ed efficace. Anche se le loro origini sono antichissime, gli otto principi esposti dall'autore spiccano ancora oggi come potenti strumenti in grado di alleviare gran parte dello stress connaturato allo stile di vita moderno (vedi pagina a fronte).

Per trovare le effettive descrizioni delle tecniche volte a purificare mente e corpo occorre consultare i testi del cosiddetto Hatha Yoga. Composti in epoca medievale, tali scritti rappresentano un'importante guida alla purificazione energetica (e fisica) di mente e corpo. L’Hatha Yoga Pradipika, compilato a metà del quindicesimo secolo, descrive le shad-kriyas, o sei tecniche di purificazione, mentre il più pragmatico e sistematico Gheranda Samhita, composto al termine del diciassettesimo secolo, elenca 21 kriya differenti. Nel ventesimo secolo, alcuni yogi indiani, inclusi Dhirendra Brahmachari e Swami Satyananda, hanno rivisitato le pratiche tradizionali rendendole popolari tra il grande pubblico.

L’ottuplice sentiero della purificazione secondo Patanjali

Lo Yoga Sutra di Patanjali resta ancora oggi la guida principale allo stile di vita yoga più “puro". Seguendo i suoi insegnamenti diventerete più saggi e pacifici - anche senza raggiungere l'illuminazione! Secondo Patanjali ognuno di noi possiede vaste risorse mentali e psichiche, molte delle quali restano tuttavia virtualmente nascoste sotto la superficie della mente cosciente. Nello Yoga Sutra, il maestro suggerisce un processo di auto-indagine che permette al lettore di accedere a questi “superpoteri” per attuare un sostanziale cambiamento personale. Tale processo si basa sulle solide basi dell’etica, della morale, della postura fisica e del controllo del respiro, oltre che su tecniche che permettono di trattenere la tendenza naturale dei sensi a concentrarsi su oggetti esteriori. Solamente quando le fondamenta sono salde, insegna il maestro, è possibile creare efficacemente una sovrastruttura all’insegna della concentrazione e della meditazione. Lo yoga di Patanjali comprende otto (ashta in sanscrito) rami o membra (.anga) che rendono il corpo e la mente più puri, flessibili e forti:

  1. Yama: le regole che stabiliscono cosa non fare, dall’evitare la violenza al comportarsi con sincerità, evitando la menzogna (vedi pagine 12-13). Sono i limiti e i principi etici che governano sia la pratica dello yoga che il modo in cui si interagisce con gli altri. I principi dello yama aiutano a semplificare la vita in modo da convivere in pace con se stessi e con il mondo.
  2. Niyama: le regole che stabiliscono cosa fare, dal condurre una vita semplice allo studio interiore (vedi pagina 13). Questi principi si basano sull’autodisciplina e sul controllo del comportamento nei confronti di se stessi e degli altri. I niyama rappresentano un metodo positivo per prendersi la responsabilità delle proprie azioni.
  3. Asana: trovare un “appoggio stabile", o riuscire a restare in una posizione rilassata, salda e comoda. La pratica regolare delle posizioni yoga (asana in sanscrito) prepara corpo e mente alla meditazione.
  4. Pranayama: il controllo e l’espansione dell’energia sottile, il prana, a partire dal respiro fisico.
  5. Pratyahara: la canalizzazione dell’energia mentale verso l'interno e la soppressione del movimento sensoriale esteriore utilizzando le tecniche di controllo dei sensi. Queste ultime permettono di volgere il flusso di coscienza verso il mondo interiore allo scopo di preparare la mente alla meditazione.
  6. Dharana: la concentrazione.
  7. Dhyana: la meditazione, l’esperienza della pace interiore.
  8. Samadhi: l'illuminazione, lo stato di coscienza superiore in cui si sperimenta l’unione di tutto ciò che esiste lasciandosi assorbire dall’Assoluto.

Perché la purificazione parte dall’etica

Patanjali non consiglia di iniziare la pratica dello yoga assumendo una determinata posizione o sedendosi per meditare. Al contrario, parte dagli insegnamenti etici noti in sanscrito come yama e niyama. Perché i primi passi sui sentiero dello yoga hanno a che fare con la buona condotta? Perché, quando si inizia a praticare la disciplina, è essenziale purificare non solo il proprio corpo e la propria mente, ma anche le proprie intenzioni.

Si ritiene che la maggior parte delle persone utilizzi soltanto tra il cinque e il dieci per cento del proprio potenziale mentale. L’approccio alla pratica dello yoga tende a sviluppare molte delle capacità latenti dell’individuo, che potenziano a loro volta la mente. A meno che non disponiate dell’integrità spirituale e della disciplina necessarie, questi nuovi “poteri della mente” potrebbero distrarvi o influenzarvi in maniera negativa. Gli antichi rishi, i saggi dello yoga, erano consapevoli della tendenza insita nelle menti forti a controllare quelle più deboli. Rendendosi conto che il potere può corrompere, si sono pertanto assicurati che i primi passi sul sentiero dello yoga - yama e niyama - conducessero alla purificazione del corpo, della mente e delle intenzioni, andando a costituire una base solida su cui costruire una pratica equilibrata.

Le pratiche yoga tendono inoltre a velocizzare il flusso del karma (le conseguenze delle azioni passate), accelerando potenzialmente i progressi spirituali e intensificando il bisogno di comportarsi in maniera etica. Seguendo uno stile di vita basato sull’etica dello yoga, scoprirete che il vostro carattere e i vostri pensieri inizieranno a cambiare, diventando più puri e indirizzandovi verso scelte più positive. Yama e niyama non sono precetti severi, bensì descrizioni del potenziale umano: costituiscono un modo per iniziare a vivere in maniera più integra e felice.

Gli Yama

Le rinunce personali note come yama permettono di controllare il modo in cui ci si relaziona con il mondo esteriore e con te altre persone. La pietà con cui affrontate la vita quotidiana rafforza la consapevolezza della sacralità di ogni forma di vita. Non è un caso che Gandhi avesse così a cuore la questione igienica sudafricana e indiana.

Ahimsa: la non-violenza, o rifiuto di causare danni. L’ahimsa è l’arma definitiva della persona forte. Esercitandosi net comportarsi in maniera gentile e compassionevole con azioni, parole e pensieri si purifica la propria natura dalle tendenze aggressive.

Satya: la sincerità, o rifiuto della menzogna. Sincerità e ahimsa procedono di pari passo. Restare sempre allineati alla verità nel senso più ampio del termine non è sempre facile, ma basta anche solo provare a farlo per ripulire la mente e guadagnarne in risolutezza.

Asteya: non rubare. Significa astenersi dalla gelosia e dall’appropriarsi di ciò che appartiene ad altri; è semplicemente una questione di non desiderare ciò che non ci spetta di diritto.

Aparigraha: la non-cupidigia. Una forma di non-possessività che prevede diverse applicazioni, dal rifiutare la corruzione al rifuggire avidità e accumulazione. Può essere intesa come liberazione dalla rigidità dei principi sociali o come rifiuto di possedere beni superflui, e incoraggia a discernere la differenza tra ciò di cui si ha bisogno e ciò che si desidera.

Brahmacharya: non permettere alla mente di crogiolarsi nel mondo sensoriale. Questo yama ha a che fare con l’autocontrollo e la capacità di resistere al richiamo verso l’esterno (e verso il basso) della sensualità. Il brahmacharya trasforma l'energia fisica (ojas) in luce spirituale (tejas).

I Niyama

Questi cinque principi sono le regole spirituali che permettono di controllare istinti ed emozioni per scoprire modi più positivi di rapportarsi con se stessi. Il primo, shaucha (la purificazione), è il più importante ai fini di questo libro. La purificazione di corpo e mente aiuta a ritrovare l’equilibrio ed è una condizione necessaria per sperimentare appieno ogni altro vantaggio che lo yoga possa offrire.

Shaucha; pulizia interiore ed esteriore. Rispettando lo shaucha è possibile creare un ambiente puro, adatto alla pratica yoga, ripulendo al contempo II cuore e la mente da attaccamenti e ossessioni insalubri. Include la pulizia del corpo come risultato della cura regolare dell’igiene personale, il mantenere la casa in ordine e il consumo di cibi salutari e di acqua pulita. Coinvolge anche la lucidità mentale e prevede che si comunichi evitando di parlare sull’onda dell’emotività.

Santosha: appagamento. L’essere felici con se stessi coltivando pace interiore e crescita spirituale.

Tapas: austerità o semplicità volontaria. Anche solamente provando a condurre una vita più semplice è possibile “bruciare" le impurità fisiche, mentali ed emotive.

Svadhyaya; autoindagine. Non si tratta di una raccolta intellettuale di informazioni, bensì del cercare di comprendere meglio la propria natura interiore.

Ishvara-pranidhana: l’abbandono dell’idea di essere entità separate dal resto della natura. Sviluppando questa qualità ci si abbandona pian piano a un potere superiore, indipendentemente dal modo in cui lo si concepisce.

Data di Pubblicazione: 11 giugno 2019

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