EDUCAZIONE E FAMIGLIA   |   Tempo di Lettura: 7 min

La Condizione in cui Vivono i Nostri Figli Oggi

Bambini Sani Oggi - Anteprima del libro di Roberto Gava

L’inquinamento ambientale: aspetti generali

La situazione attuale è inverosimile: sappiamo tutti che l’inquinamento ci sta ammalando e uccidendo e sappiamo che continuando così rischiamo l’irreversibilità, ma non facciamo nulla per invertire la tendenza, neppure nella quotidianità delle nostre case

Oggi la condizione ambientale dei Paesi industrializzati non è buona a causa dell’inquinamento chimico e sono poche le zone che fanno eccezione. Tra i Paesi europei, inoltre, l’Italia è al primo posto e in particolare lo è la Pianura Padana.

Questo argomento non deve essere assolutamente sottovalutato, sia per la sua importanza e gravità sia perché l’inquinamento altera tutti i processi biochimici fisiologici dell’organismo umano, ma in particolare colpisce il sistema immunitario, quello endocrino e quello digestivo del bambino.

È vero che questo non è un libro di tossicologica, ma i nostri figli e nipoti sono nati e vivono in questo nostro mondo che sta conoscendo livelli tossicologici non solo mai raggiunti prima, ma neppure mai immaginati prima. Dato poi che le più recenti evidenze scientifiche dimostrano che le sostanze tossiche ambientali influenzano negativa-mente l’organismo dei bambini, mi pare indispensabile considerarle, affinché i genitori ne tengano conto e prendano i loro provvedimenti allo scopo non di evitare Pinquinamento (sarebbe utopistico), ma di ridurne il più possibile gli effetti tossici.

Se facciamo un confronto tra processi produttivi naturali e umani, rileviamo subito che i processi produttivi naturali:

  • Utilizzano energia solare.
  • Seguono un andamento ciclico senza produzione di rifiuti e senza combustioni.
  • Anche quando liberano nell’ambiente sostanze tossiche, riescono a metabolizzarle in un tempo adeguato, perché sono pur sempre sostanze tossiche naturali che la Natura conosce.

Invece, gli attuali processi produttivi umani:

  • Bruciano energia fossile e quindi producono rifiuti attraverso processi di combustione.
  • Sono lineari e anzi, in quest’ultimo periodo, seguono un andamento quasi esponenziale, perché la quantità di sostanze chimiche che a causa loro si accumula nell’ambiente aumenta sempre più nel tempo.
  • Producono rifiuti che sono difficilmente metabolizzabili perché la Natura non li conosce (la loro eliminazione non richiederà anni, ma secoli).

Infatti, immettiamo nell’ambiente milioni di tonnellate all’anno di sostante chimiche delle quali non sappiamo nulla e conosceremo i loro effetti biologici solo dopo che si saranno manifestati. A conferma di tali affermazioni, ricordo che dal 1990 al 2000 c’è stato un aumento delle emissioni di sostanze nocive dell’ 1% all’anno, mentre dal 2000 al 2008 sono ulteriormente aumentate passando ad una percentuale del 3,4% su base annua.

Va sottolineato che i nostri studi di tossicologia si limitano a conoscere gli effetti biologici di pochissime sostanze singole (come alcuni metalli pesanti e composti organici), mentre ignoriamo completamente ciò che fanno più sostanze tossiche che entrano insieme e interagiscono tra loro nel nostro organismo, poi ignoriamo gli effetti tossici cronici della stragrande maggioranza delle migliaia di sostanze chimiche che abbiamo immesso nell’ambiente e ignoriamo totalmente anche cosa fanno quando vengono metabolizzate nel nostro organismo. Cioè: cosa accade nel nostro corpo quando 2-3 sostanze tossiche entrano contemporaneamente e interagiscono tra loro? E quando ne entrano 20, 30, 100?

Sappiamo infatti che il metabolismo epatico delle sostanze dà origine a metaboliti anche molto diversi dalla sostanza di partenza e che quando entrano contemporaneamente più sostanze, il risultato tossico-logico finale è del tutto imprevedibile, specie nelle sue ripercussioni croniche (per esempio, alcune sostanze chimiche atossiche vengono trasformate in sostanze cancerogene dal metabolismo epatico).

E allora ripeto la domanda: cosa accade quando entrano contemporaneamente nel nostro organismo decine o centinaia di sostanze tossiche attraverso aria, acqua e cibo?

E cosa accade quando questo avviene in un bambino piccolo di pochi mesi o anni?

Nessuno lo sa, ma lo sapremo certamente tra 10-15 anni dato che sia noi che i nostri figli e nipoti stiamo facendo una sperimentazione di massa che oltretutto oggi stiamo pagando con i nostri soldi e domani (ma il domani è già oggi per molte persone e anche per molti bambini) pagheremo le conseguenze in termini di perdita di salute.

Condizione tossicologica ambientale attuale

In sintesi, possiamo dire che tutto il nostro ambiente è fortemente inquinato da fattori che agiscono a tutte le età e a tutti i livelli, ma che squilibrano in particolare l’organismo dei bambini. Il 7 novembre 2006 la Harvard School of Public Health ha lanciato un appello intitolato: “Una pandemia silente: le sostanze chimiche stanno danneggiando lo sviluppo cerebrale dei bambini di tutto il mondo”. Inoltre, nel 2009 anche l’OMS ha lanciato un appello affermando che l’80% delle patologie di un soggetto adulto è influenzato dai fattori ambientali di rischio e che il 25% delle morti e il 25% del carico di malattia possono essere attribuiti all’ambiente nel senso più stretto del termine.

Però, sempre secondo l’OMS, nei bambini il carico di malattia è influenzato dal rischio ambientale per una percentuale maggiore, perché si passa dal 25% al 35-40%.

Ad esempio, sappiamo che l’inquinamento dell’aria di tutta la Pianura Padana e delle città italiane può indurre tumore ai polmoni e alla vescica prevalentemente a causa di:

  • Mezzi di locomozione.
  • Stabilimenti industriali.
  • Emissioni agricole.
  • Scarichi legati al riscaldamento.
  • Scarichi legati ai lavori domestici.

Ma prima di causare un cancro, queste sostanze cosa causano?

Come vedremo più avanti, causano un aumento dello stress ossidativo tessutale, poi un certo grado di acidosi metabolica e poi una infiammazione tessutale con un conseguente profondo squilibrio immunitario! Tra le sostanze che più comunemente causano danno al nostro organismo e in particolare a quello pediatrico segnaliamo gli interferenti endocrini, che sono sostanze chimiche capaci di “accendere”, “spegnere o modificare i normali segnali inviati dagli ormoni. Gli interferenti endocrini sono costituiti da: sostanze che persistono a lungo nell’ambiente e che si concentrano negli organismi viventi e quindi anche negli alimenti (i PCB o pò-liclorobifenili, usati in passato e ora vietati ma ancora presenti nell’ambiente, le diossine, prodotte dai processi di combustione, e i PFAS o sostanze perfluoroalchiliche, che sono molto persistenti e vengono utilizzati per esempio per rendere i tessuti, tappeti e carta resistenti a grassi, oli e acqua);

  • alcuni pesticidi;
  • alcuni ftalati e il bisfenolo A (che fino a poco tempo fa era presente nelle tettarelle dei biberon).

La tossicità di queste sostanze dipende dal fatto che l’equilibrio ormonale è essenziale per lo sviluppo tanto dell’embrione e del feto quanto del bambino: pensiamo solo al ruolo degli estrogeni e del testosterone sia a livello neuroendocrino fetale sia per il corretto sviluppo sessuale, per la pubertà, per la tiroide e infine per lo sviluppo cerebrale.

La letteratura scientifica dimostra che l’esposizione agli interferenti endocrini aumenta il rischio di patologie riproduttive (infertilità, aborto, patologie genetiche, endometriosi, ecc.), disturbi neurologici e comportamentali infantili (autismo, ADHD, patologie demielinizzanti, epilessia, ecc.), patologie metaboliche (diabete), patologie complesse come l’MCS (sensibilità multichimica) e anche vari tipi di cancro.

Questo testo è estratto dal libro "Bambini Sani Oggi".

Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017

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