SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO

Connettersi alla Magia dell'Universo attraverso le Rune

libro-rune-lona-eversden-speciale

Impara a connetterti alla Magia dell'Universo attraverso le Rune, antico alfabeto e pratica divinatoria, leggendo l'anteprima del nuovo libro di Lona Eversden.

Connettersi alla Magia dell'Universo attraverso le Rune

Sapienza runica

"Ascolta come il lupo, osserva come il corvo e troverai la saggezza."

Motto delle rune, Ansuz

Le rune sono un antico sistema di scrittura, un alfabeto del passato, ma anche molto di più. Le popolazioni germaniche e nordiche dell'Europa settentrionale e della Scandinavia — Vichinghi, Goti, Sassoni, Angli — utilizzavano questi simboli misteriosi per ogni genere di scopo rituale. Le rune sono sempre state considerate una fonte sacra di potere mistico e il termine "runa" indica qualcosa di segreto o sussurrato.

 

libro-rune-lona-eversden-libro

 

Le credenze sulle rune

Se associare scrittura e magia può sembrare un esercizio eccentrico per la mente moderna, così non era per le popolazioni che vivevano secondo le rune. La scrittura, e con essa la capacità di lettura, dava libero accesso a quel tesoro inestimabile che era la conoscenza.

La scrittura consentiva ai cosiddetti Maestri delle Rune l’accesso a una comprensione profonda e l'acquisizione di conoscenze interdette alle masse analfabete. Non deve pertanto sorprendere che i simboli runici venissero usati come una forma di magia, come chiavi per un mondo nascosto.

Oggi le rune continuano a essere uno strumento di divinazione, un modo per esplorare gli angoli nascosti della psiche dell'individuo o le vie ignote del destino.

Le rune erano parte integrante del più ampio sistema di credenze germanico e nordico. Le popolazioni del Nord Europa veneravano una variegata gamma di divinità, intorno alle quali imbastivano meravigliose leggende. Leggende che raccontavano dell'origine e della struttura dell'universo, delle imprese e delle sofferenze degli eroi, il tutto condito dal fascino oscuro di guerre e battaglie, amori, gelosie e tradimenti.

Tra le divinità del pantheon figuravano Odino, dio del vento, della guerra e della saggezza; Frigg, la sua sposa, dea della fecondità; e i loro figli Thor, dio del tuono e Baldur, dio della luce, ucciso da Loki, il dio ingannatore. E poi ancora Njérd, il dio del mare, suo fratello Frey, signore dell'estate, la sua gemella Freya, dea dell’amore.

A questi si aggiungevano molti altri esseri ultraterreni che popolavano il mondo soprannaturale germanico. Le Valchirie, fanciulle capaci di assumere le sembianze di cigni, e in primo piano nelle opere di Richard Wagner, erano legate al destino degli uomini: erano loro a decidere quali guerrieri dovessero morire in battaglia e poi a traghettare le loro anime verso il Valhalla, un'enorme sala dove venivano riuniti i caduti.

E poi c'erano le Norne, figure ostili che - appaiono come le antesignane delle streghe dotate di saggezza profetica nel "Macbeth" di Shakespeare, ma anche come le fate madrine che predicono il futuro di Aurora in "La Bella Addormentata".

Le storie delle popolazioni norrene e germaniche raccontano di giganti bellicosi e di elfi che, in sostanza, sono spiriti legati alla natura — come le naiadi e le driadi della mitologia greca. I nani rivestivano un ruolo nella mitologia germanica: erano per lo più tarchiati, sgradevoli e legati al mondo delle miniere e della lavorazione dei metalli — esattamente come descritto nei romanzi di J.R.R.Tolkien.

Molte divinità germaniche e creature inferiori ci ricordano personaggi di altre mitologie come quella greca, persiana o del Sud America. Tutte derivano da uno stesso archetipo, dettaglio che spiega perché oggi abbiano ancora un significato per noi, sebbene vengano identificate come personaggi all’interno di storie piuttosto che come esseri sovrannaturali.

 

libro-rune-eversden-libro

 

I nove regni dello spirito

A livello cosmogonico, i popoli legati alle rune immaginavano una dimora degli dei chiamata Asgard e otto altri mondi, tutti sorretti dai rami di un frassino denominato Yggdrasil.

Tra questi mondi figuravano Jötunheim, la terra dei giganti, Midgard, il regno degli uomini, Niftheim, la terra del gelo, e gli inferi.

Le popolazioni che usavano le rune credevano anche in un’apocalisse imminente chiamata Ragnarok, il cui significato è "crepuscolo degli dei". Quando fosse giunta l'apocalisse, tutti gli dei sarebbero stati sconfitti e distrutti e un nuovo mondo sarebbe sorto dalla distruzione.

L'universo per quei popoli seguiva un percorso ciclico; aveva un inizio e una fine e da quest’ultima sarebbe sorto un nuovo inizio. È interessante notare come per alcuni cosmologi del ventunesimo secolo tale affermazione valga anche per il nostro universo fisico.

Le rune nel mondo moderno

I miti nordici ci accompagnano ancora oggi in molti modi. Per esempio, i giorni della settimana in inglese contengono i nomi di alcune divinità germaniche: Wednesday (mercoledì) è "Woden's Day" (il giorno di Woden), Thursday (giovedì) è "Thor Day" (il giorno di Thor) e Friday (venerdì) è "Frigg's Day" (il giorno di Frigg).

Ma queste non sono le uniche tracce dei miti nordici nella cultura moderna anglosassone: la festa cristiana della Pasqua (Easter, in inglese) trae il suo nome dalla celebrazione norrena della fine dell’inverno e la parola hell (inglese per "inferno") deriva dal nome del dio germanico degli inferi, Hel. L’abete e il vischio che fanno parte integrante dei festeggiamenti del Natale erano sacri anche ai popoli pagani del Nord.

Possiamo pertanto affermare che le rune non sono semplici fossili. Quelle lettere, così dense di da significato, sono una parte viva di un'eredità antica, un'eredità che si è estesa ben oltre i confini della fredda Europa del Nord. Milioni di uomini possono affermare, a ragione, di essere figli delle rune.

 

libro-rune-eversden

 

Le origini delle rune

Le leggende norrene raccontano che il dio Odino ottenne la conoscenza delle rune attraverso una dura prova.

L'"Havamal", un poema epico islandese del nono secolo, contiene quello che si ritiene sia un racconto in prima persona di tale prova. Per nove giorni e nove notti Odino resta appeso a un albero, in "un sacrificio a se stesso".

Per tutto il tempo soffre per una ferita provocata da una lancia, che probabilmente lui stesso ha conficcato nel proprio corpo. Alla fine del nono giorno: "Guardai nelle profondità e, gridando, afferrai le rune e caddi dall’albero".

Questo strano racconto di negazione e resurrezione sembra contenere echi della storia cristiana della Crocefissione e richiama alla mente anche la carta dei tarocchi raffigurante "l’impiccato". Quali che siano i legami tra queste diverse tradizioni, di sicuro alla base si trova un profondo simbolismo, un racconto archetipico su come la verità universale o la saggezza personale possano essere conquistate solo sottoponendo se stessi al dolore, alle prove e alle difficoltà.

Teorie e ipotesi

Gli studiosi del linguaggio e della scrittura propongono una storia diversa, ma non per questo meno oscura, sulle origini dei simboli runici. Tra gli storici, le teorie sono numerose. Secondo una delle molte ipotesi, le antesignane delle rune potrebbero essere le incisioni nella pietra eseguite dai popoli del Neolitico e dell'Età del Bronzo, come quelle scoperte in svariate località del Nord Europa.

Alcuni di quei simboli sono molto somiglianti alle lettere runiche — ma forse si tratta solo di una coincidenza, poiché la verità è che non abbiamo idea del significato dei simboli dell'Età del Bronzo. Ciononostante, alcuni studiosi della tradizione runica sostengono tale ipotesi, in quanto sembra suggerire che le rune, un tratto distintivo dell’identità nordica, siano un'invenzione esclusivamente nordica.

Tuttavia è più probabile che popolazioni germaniche del nord vennero a contatto con alfabeti già esistenti e adattarono le lettere ai suoni delle loro lingue e alle circostanze della loro vita. Un candidato come precursore delle rune è il greco antico. Alcune lettere runiche sono infatti identiche alla controparte greca: Berkana, per esempio, è tale e quale alla lettera greca beta.

Potrebbe quindi essere accaduto che una popolazione germanica, venuta a contatto con la cultura greca, ne abbia preso in prestito l'alfabeto, o alcuni elementi. I Goti, una popolazione germanica orientale i cui territori si estesero fino all'impero bizantino di lingua greca, potrebbero essere stati il punto di contatto tra le due culture.

Secondo un’altra teoria, forse più attendibile, le rune sono l'adattamento di un alfabeto etrusco in uso nella penisola italiana più di duemila anni fa, prima dell'ascesa di Roma. Anche lì si trovano caratteri identici alle rune: Gebo, per esempio, è tale e quale al carattere etrusco per la x e il carattere etrusco per kh è identico ad Algiz.

Sappiamo che le tribù germaniche erano in contatto con i popoli a sud delle Alpi. Nel 1811, vicino a Negova in Slovenia, gli archeologhi scoprirono degli elmi di bronzo con nomi germanici in lettere etrusche. Le scritte risalgono al secondo secolo d.C. e citano individui chiaramente nordeuropei, quali Harigast il Prete e Dubnos il macellatore di maiali.

 

libro-rune-libro-lona-eversden

 

Le rune come pittogrammi

Ciò che è certo è che le rune, con le loro linee rette, sono state ideate per essere incise o intagliate in materiali quali la pietra, il metallo o il legno. Sappiamo inoltre che i simboli sono nati come pittogrammi, cioè immagini stilizzate di oggetti del mondo reale, quali animali, piante e fenomeni naturali.

I nomi delle lettere riflettono proprio queste immagini. Uruz significa "uro" (un grande bovino ormai estinto) e la lettera ricorda le corna di un toro. Isa significa "ghiaccio" e sembra l’immagine di un ghiacciolo. Tuttavia, il significato di alcuni segni resta ignoto e i loro nomi sono oggetto di studio e congetture da parte degli storici.

Gli alfabeti runici

Nel corso dei secoli, si sono evolute svariate versioni dell'alfabeto runico. L'alfabeto runico più utilizzato è conosciuto come futhark antico, un termine al quale si è giunti combinando le prime sei lettere — da Fa K— in un'unica parola (il suono "th" nell'alfabeto runico è una sola lettera).

Questa versione di alfabeto è costituita da ventiquattro lettere ed è rimasta in uso fino al settimo secolo circa. La versione successiva, conosciuta come futhark recente, o futhark danese, presenta solo sedici lettere. Gli invasori anglo-sassoni e vichinghi portarono la conoscenza delle rune nelle isole britanniche.

Lì, l'alfabeto runico si arricchì per accogliere i suoni della nascente lingua inglese. La versione britannica dell'alfabeto runico è chiamata futhorc (perché in Inghilterra i nomi e i valori delle lettere erano in qualche modo cambiati). L'alfabeto è formato da trentatré lettere.

 

libro-rune-libro-eversden

 

Il Futhark antico

Ai fini della divinazione contano le ventiquattro rune del futhark antico, che sono divise in tre gruppi di otto rune ciascuno. Ogni gruppo — chiamato ettir - è associato a una divinità. Freya, l'equivalente norreno di Venere; Heimdall, il guardiano degli dei dai sensi così sviluppati da riuscire a sentire crescere l’erba; e Tyr, associato alla giustizia, alla realizzazione dei giuramenti e agli adempimenti della guerra. L'ett (il singolare di ettir) di Freya è formato dalle lettere che vanno da Fehu a Wunjo.

Tutte trasmettono un messaggio legato al nutrimento, riflettendo così il ruolo materno della dea. L'ett di Heimdall, da Hagalaz a Sowilu, parla di introspezione, di meditazione. L'ett di Tyr, da Teiwaz (l’altro nome di Tyr) a Dagaz, indica le virtù dei guerrieri, la dignità regale, il cammino verso la vittoria o altri successi. Gli ettir costituiscono un livello separato di significato e le tre divinità non sempre coincidono con il dio che presiede la singola runa.

Perciò, se un ett predomina in una lettura, chi esegue quest’ultima farà meglio a sottolinearlo, parallelamente al significato delle singole rune.

In conclusione, le rune sono un'arte intuitiva, come i tarocchi o altre forme di divinazione. La lettura delle rune si basa sulla percezione e la comprensione dei segni, del simbolismo dietro le lettere e della combinazione di lettere. Quest’arte antica è nata nelle foreste innevate del nord Europa ed è cresciuta intorno ai fuochi accanto ai quali si riunivano gli antenati per narrare storie e leggende. Ed è proprio quest'arte l'oggetto di questo libro.

Data di Pubblicazione: 2 marzo 2022

Ti è piaciuto questo articolo? Rimani in contatto con noi!

Procedendo con l'invio dei dati:

Lascia un commento su questo articolo

Caricamento in Corso...