SALUTE E BENESSERE

Conosci i Tuoi Chakra- Anteprima del libro di David Pond

La danza di ego - Anima e spirito

La danza di ego - Anima e spirito

La danza di ego, anima e spirito avviene nei chakra. Si può vedere _ che l’ego, l’identità separata del sé, è animato dall’energia dei primi 3 chakra. L’anima è il Chakra del Cuore, fedele sia al regno dell’ego sia a quello del cuore. Lo spirito pervade i chakra superiori. L’ideale è che ogni chakra integri i propri doni e prospettive con quelli di tutti gli altri. Crescere nella consapevolezza significa conoscere maggiormente il terreno del proprio essere, allargandosi tanto da abbracciare simultaneamente tutti i chakra. La massima consapevolezza. Non facile da ottenere a causa degli attaccamenti. Gli attaccamenti limitano, trattengono e congelano la coscienza ancorandola a determinati punti di vista, prospettive e opinioni. Gli attaccamenti sono naturali; sorgono spontaneamente, ma bisogna riconoscere che contamineranno l’esperienza di armonia collocando il sé là dove esso non appartiene. Non è necessario uccidere l’ego. Non si tratta di questo, poiché esso svolge un importantissimo ruolo nel quadro generale, proprio come l’anima e lo spirito. L’ideale è espandere la propria visione al di là della portata dell’ego, che è per definizione ristretta. E una somma di opinioni, pensieri, attitudini, valori ed emozioni del sé. L’ego, per definizione, vede con favore ciò che sostiene le sue vedute e discrimina tutto il resto. Quando si sposta verso i chakra superiori, sorgono sempre dei problemi, semplicemente perché l’ego non ha la capacità di considerare una visione universale. E concepito per una visione personale. L’ego e i suoi attaccamenti sono spesso fonte di problemi per i chakra superiori.

Non sembra faccia poi così bene schiavizzare o reprimere l’ego. Questo non porta ad altro che a problemi di autostima, che limitano la capacità di un individuo di godere della vita. Ovviamente è meglio avere un ego sano e, altrettanto importante, conoscerne i limiti. La creazione di un’auto-identità forte e ben equilibrata grazie allo sviluppo dei primi 3 chakra modella una personalità e una presenza forti. Tutto sommato avere un ego sano è positivo, ma la sua efficacia si limita esclusivamente entro i regni dei primi 3 chakra. Lo stile, il gusto, i valori e le emozioni personali derivano tutti da questi regni. Le attività terrene danno all’ego abbastanza occasioni per spadroneggiare, ma esso non dovrebbe andare oltre il proprio domino naturale. Quando lo fa, tenta sempre di rendere personale ciò che non lo è.

Per superare la visione limitata dei primi 3 chakra non è necessario andare contro le loro prospettive, ma semplicemente andare al di là di esse. Andare oltre significa immergersi nella conscia consapevolezza dell’anima. L’anima è sempre lì, ovviamente, ma la nostra conscia consapevolezza di essa potrebbe non esserci. Il centro della coscienza deve spostarsi per consentire il risveglio del cuore, che è il posto dell’anima. Dovete essere in grado di avere quello slancio di fede che vi consenta di credere che sia sicuro abbassare le difese. Questo slancio, tuttavia, è potente, dato che vi permette di portare il cuore nelle vostre esperienze di vita. Senza il cuore la vita è un’esperienza dura. Risvegliare il cuore ammorbidisce la vita e fa sì che la gioia, la musica dell’anima, sia presente. Il risveglio all’esperienza di vita dell’anima attraverso il Quarto Chakra non è una risalita lineare. E più come un cambiamento del proprio focus per potere sperimentare un più ampio cerchio concentrico che va oltre la precedente visione limitata. L’ideale è ampliare la propria prospettiva a una realtà più grande, pur mantenendo una chiarezza prospettica attraverso i primi 3 chakra.

Il continuare ad ampliare vi porta al livello dello spirito e della consapevolezza collettiva. Iniziate a comprendere che la coscienza individuale è scaturita dalla più ampia coscienza collettiva della Madre Terra. Come una cellula dentro a Gaia, così avvertite un’intima connessione con tutta l’esistenza. Una maggiore accettazione del proprio ruolo entro lo schema delle cose sboccia sempre da qui, oltre a portare il dono della libertà; la libertà di non reagire in modo difensivo e per reazione. La libertà di esplorare la coscienza innalzandosi al di sopra di uno sguardo polarizzato. Il primo dei chakra superiori ci porta alla prospettiva superiore della mente. Un’immagine eloquente è quella data dal paragonare la mente a un computer e il Quinto Chakra al sistema centrale da cui tutti i computer ricevono informazioni. Quest’analogia mostra come si ha accesso al grande computer che si trova in cielo da cui derivano tutti i pensieri. Si può vedere che ogni individuo, lavorando sui 3 chakra inferiori, crea la propria esperienza personale di mente collettiva. Tuttavia ognuno trae i propri pensieri da un’unica medesima fonte. La libertà della mente è ciò di cui ora si necessita per muoversi intorno. Conoscete i vostri pensieri e le vostre convinzioni personali, ma siete liberi di esplorarne anche altri.

Continuando la risalita attraverso i chakra si giunge al Sesto Chakra e all’immaginazione. Di nuovo, essendo uno dei chakra superiori, ha a che vedere con la banca immagine collettiva da cui ognuno trae immagini. Per ottenere la libertà in questo livello è necessaria un po’ di disciplina. Senza disciplina, l’immaginazione appare libera, ma spesso guidata da compulsioni e abitudini con momentanei barlumi di creatività e ispirazione. Con la disciplina, una persona può apprendere a discernere le espressioni sane e quelle insane, imparando a distaccarsi da cammini insani e dirigendo l’immaginazione verso immagini creative e d’ispirazione. Si giunge, infine, al Chakra della Corona, o Settimo Chakra. È qui che si può sperimentare la connessione con il senso di unità. Lo spirito dell’umanità. Lo spirito che anima tutta la vita. La grande unità che è stata definita con tanti nomi, ma che in verità non può essere chiamata in alcun modo. Un nome la limiterebbe ed essa contiene tutti i limiti.

Qui la libertà vi richiede di andare oltre l’esperienza personale e di abbandonarvi alla forza vitale trascendente della Volontà Divina.

Se personalizzate l’esperienza, potreste credere di essere Dio oppure potreste credervi pazzi. Entrambi sono attaccamenti eccessivi all’esperienza. Per essere liberi da questi attaccamenti bisogna seguire il consiglio del mantra “Let go and let God” (fatti da parte e lascia fare a Dio). Questa libertà si basa sulla fede, la fede nel fatto che la forza vitale che palpita oltre il sé sia benevola e che se ci si abbandona ad essa si sarà al sicuro. Ricordate, conoscere la teoria dei chakra e sperimentare i chakra non sono la stessa cosa. Per sperimentare i chakra in modo diretto è necessaria la meditazione. Possono sussistere esperienze spontanee di ognuno dei chakra al di fuori della meditazione, ma per radicarsi in ognuno di essi, la meditazione è la via maestra.

I voti e i chakra

interessante considerare i voti tradizionali del cammino spirituale in relazione ai chakra. Tradizionalmente, quando un individuo si impegna a seguire un cammino spirituale, vi sono voti da fare. Indipendentemente da quale sia la tradizione, i voti più frequenti sono quelli di “povertà”, “castità” e “obbedienza”. Sarebbe interessante vedere a quale chakra sia collegato ognuno di essi. La povertà andrebbe associata al Primo Chakra e al focus che esso pone sulla sopravvivenza. La castità è ovviamente una rinuncia da parte del Secondo Chakra del piacere sessuale. L’obbedienza non potrebbe legarsi ad altro se non a una rinuncia del potere del Terzo Chakra.

Si può così vedere che i voti di povertà, castità e obbedienza sono una rinuncia dei primi 3 chakra. Nel lavoro che stiamo portando avanti per cercare di attivare e allineare tutti i chakra, la rinuncia non sarebbe l’ideale. Quando si rinuncia o si reprime parte del proprio carattere naturale, esso non svanisce, ma semplicemente riemerge in altro modo. Rendendo onore ai cammini spirituali, sono certo che il loro intento sia nobile: distogliere l’attenzione di una persona dall’aspetto fisico per farle prediligere quello spirituale.

In teoria questo è affascinante, ma in pratica lascia molto a desiderare. Tanto per cominciare, ci si forma il giudizio che i chakra superiori siano buoni e che quelli inferiori siano cattivi. Questa mancata accettazione della natura Divina di tutte le componenti del proprio essere getta l’individuo in un mondo di dualità. Buono/cattivo: questa parte di me è buona e quest’altra è cattiva. Alla fine questo porta alla vergogna, al senso di colpa, al diniego, alla proiezione e alla fonte di altri problemi per l’animo umano.

Un bellissimo aspetto della nostra rivoluzione spirituale in atto è il tentativo di superare la dualità e il giudizio accettando tutti gli aspetti del nostro essere perché parte del nostro diritto di nascita Divino. Anziché rinunciare ai chakra inferiori, si è incoraggiati a onorarli; per coinvolgerti come parte integrante della totale benedizione della vita, ma senza rimanere bloccati in essi. Nella nostra esplorazione dei chakra abbiamo visto che quelli inferiori, quando ci si concentra unicamente su di essi, sono insaziabili. Questo è il motivo per cui le tradizioni rinunciano ad essi in questo modo. Non vogliono che i loro seguaci rimangano lì bloccati. L’attivazione dei chakra inferiori, mantenendo al contempo la consapevolezza di quelli superiori, è una danza che permette di muoversi attraverso il sistema.

Come sopra, così anche sotto. Si tratta di uno dei più comuni assiomi del cammino di coscienza. Il microcosmo riflette il macrocosmo. Quando prendiamo in considerazione il macrocosmo, in particolare il modo in cui l’umanità tratta la Terra, è facile vedere come la filosofia della rinuncia del corpo fisico porti, infine, a una mancanza di rispetto nei confronti del corpo fisico del pianeta. Se insegniamo che la parte fisica è irrilevante e che va ignorata a vantaggio di quella spirituale, c’è forse da sorprendersi che una delle ricadute sia proprio l’eccessiva trascuratezza dell’ambiente fisico? La cultura occidentale, non particolarmente spirituale, ma piuttosto mentale, dimostra certamente questo tipo di mancata considerazione dell’aspetto fisico, come testimonia il deteriorarsi del nostro ambiente.

Le tradizioni spirituali hanno insegnato a lungo che essere sulla terra dentro a un corpo è prova del fatto che siamo caduti allontanandoci dalla grazia Divina. Se fossimo davvero buoni, non saremmo qui. I cristiani insegnano l’esistenza di una vita dopo la morte; se si è realmente buoni, si andrà in paradiso. I buddisti insegnano il nirvana; se si è davvero buoni si raggiungerà il nirvana. Gli induisti insegnano che se si è davvero buoni, si scenderà dalla ruota della morte e si rinascerà, senza dovere ritornare su questa terra. In tutte queste religioni qual è il senso, non così sottile, della vita su questa terra? Forse siamo stati troppo arroganti e non siamo stati in grado di vedere che la vita sulla terra è un dono. Molte persone mi hanno detto, alquanto rispettosamente, che questa era la loro ultima vita sulla terra. Io mi domando sempre dove pensano di andare. Per me il massimo massimo scherzo è: «E se il pianeta terra fosse il gioiello dell’intero universo?». E se la nostra vita qui fosse una benedizione e non qualcosa da superare? Se credessimo in ciò, probabilmente vedremmo tutta la nostra vita come sacra. E se il pianeta terra fosse l’unico pianeta con alberi, uccelli, baci, calda brezza e cioccolata? E se i miei amici che desidererebbero lasciare questo pianeta finissero in un qualche pianeta del futuro invaso dallo zolfo con un pallido ricordo di fiori, amici, corpi e affetto? Come sappiamo che non è questo il dono? Non è forse piuttosto arrogante guardare il nostro pianeta dall’alto in basso, supponendo che noi avremmo potuto fare un lavoro di creazione migliore?

È facile additare i problemi, l’inquinamento, la sofferenza e dire che qui le cose sono senza dubbio pessime. Ma forse dovremmo gettare uno sguardo alle nostre religioni e filosofìe che giudicano la parte fisica così cattiva e iniziare a comprendere quanto queste convinzioni influiscano sulle azioni collettive.

Potrebbe sembrare un enorme salto quello del collegamento fra i problemi di ecologia e lo studio dei chakra, ma vogliamo ricordare la premessa del cammino metafisico: tutte le cose sono interconnesse. Esiste dunque un qualche collegamento fra l’insegnamento che siamo stati cacciati dal giardino dell’Eden e il nostro modo di relazionarci con il nostro pianeta? Esiste eccome!

La rinuncia dei chakra fisici ha in un qualche modo a che fare con il nostro trascurare il pianeta? Certo che ce l’ha. Scegliete di entrare nel giardino. Rifiutatevi di essere cacciati dall’Eden.“Fa’ che ci sia pace sulla terra e che inizi da me”, recita uno dei nostri motti spirituali. E un buon punto di partenza, così come possono esserlo tanti altri. Quando allineeremo il nostro corpo fisico con la coscienza spirituale; quando impareremo a integrare mente, corpo, spirito e anima; quando impareremo a onorare il nostro corpo fisico permettendogli di godere di prosperità, sessualità e potere; quando permetteremo alla nostra anima di avere un’abbondanza di sinceri affetti; quando consentiremo ai nostri chakra superiori di aiutarci a risvegliarci alla creatività, all’intuito e alla spiritualità; quando questa danza di ego, anima e spirito diverrà una celebrazione dentro il nostro essere; quando ci vedremo connessi all’intera biosfera, che è Gaia... allora probabilmente vedremo un cambiamento delle politiche, che anziché dissacrarlo onoreranno il nostro pianeta.

Trasformazione dell'energia

L'energia è energia. Non la si può reprimere né neutralizzare, ma _ la si può trasferire da un polo a un altro. Abbiamo tutti familiarità con tipi di energia negativa, come la rabbia, la frustrazione e l’irritazione. J. Krishnamurti nel suo libro Think on These Things

ha inserito un capitolo intitolato “Frustrazione creativa”, nel quale illustra il concetto che la frustrazione è energia e che ci si può lavorare a proprio vantaggio. In quanto energia, non è necessariamente cattiva in sé e per sé. E quando si lega a una reazione negativa che il problema tende a scoppiare. Egli scrive che il primo e più necessario passo per trasformare l’energia sia il liberarsi dell“etichetta” della sua sorgente. Anziché arrabbiarvi per ciò che una persona ha detto o ha fatto, liberatevi di quell’etichetta e siate semplicemente arrabbiati. Essenzialmente, quando identifichiamo la fonte come esterna a noi rinunciamo al nostro potere. Se sono arrabbiato per ciò che quella persona ha detto, significa che ho ceduto il potere all’etichetta.

Nel mio subconscio ho stabilito che in quella situazione io sono privo di potere. La fonte di potere è esterna a me. Ciò che quella persona ha detto è la potente fonte che ha causato la mia rabbia. Con quest’etichettatura non ho potere, ma l’ho ceduto a ciò che quella persona ha detto. Con quest’etichettatura, non c’è niente che io possa fare con l’energia, poiché mi sono auto-definito privo di potere in questa situazione.

Rinunciando all’etichetta e riconoscendo che la fonte dell’esperienza è dentro di me, ho riguadagnato una posizione di potere nei confronti dell’energia. Si tratta della mia rabbia e non è dovuta a nulla. Semplicemente è. Privata del suo attaccamento all’etichetta, ora la rabbia è in forma utilizzabile.

Ora può essere trasformata. Amo aggiungere la visualizzazione e il lavoro con i chakra per aiutare la trasformazione dell’energia. Ecco l’esercizio. Prima di tutto, proprio come suggerisce Krishna-murti, è necessario liberarsi dell’etichetta, ovvero della ragione per cui penso che io stia sperimentando rabbia, frustrazione, irritazione e così via. L’ego cercherà ancora di tirare fuori l’etichetta, dato che il suo compito è quello di razionalizzare e trovare una ragione che spieghi l’esperienza in corso. Ricordo a me stesso che se il problema non fosse quello attuale, vi sarebbero centinaia di altre ragioni. Dunque prima entro in possesso semplicemente dell’energia dicendo “Sono arrabbiato”... o infuriato, sconvolto, irritato o qualunque altra sia la sensazione che provo. Poi visualizzo quest’energia come una palla scura di energia negativa localizzata nei miei chakra inferiori, alla base della colonna. Successivamente lascio andare quest’immagine e mi sposto nel Chakra del Cuore, dove visualizzo una palla d’energia fiammeggiante. Faccio alcuni profondi respiri per spingere in su l’energia e vedere il fuoco del mio Chakra del Cuore bruciare ardentemente.Torno, poi, all’immagine della palla scura d’energia alla base della colonna. Di seguito respiro in quest’energia negativa e, in fase d’inspirazione, immagino di spingere su questa palla scura d’energia facendola risalire lungo la colonna. Quando viene inghiottita dalla fiammeggiante palla d’energia, vedo tutta l’oscurità di quest’energia bruciata dal fuoco del mio cuore. È ora divenuta energia chiara e radiosa, svincolata da qualsiasi cosa. Ora ho la stessa quantità d’energia, ma liberata dalla condizione di reazione, e pertanto la posso esprimere come preferisco. Posso fare giardinaggio, scrivere un libro, dedicarmi all’esercizio fisico o a qualsiasi altra attività che mi vada di fare. L’energia è stata tramutata da reazione negativa a energia creativa positiva che può essere orientata a proprio piacimento.

Questo testo è estratto dal libro "Conosci i Tuoi Chakra.

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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