SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 10 min

Controlla le tue emozioni o saranno loro a controllarti

Le Chiavi del Potere Personale - Manuela Celli - Speciale

Impara a controllare le tue emozioni e prendi in mano il tuo potere personale per ritrovare te stesso, leggendo l'anteprima del nuovo libro di Manuela Celli.

Controlla le tue emozioni o saranno loro a controllarti

Mentre scrivo queste righe sto attraversando il periodo più delicato della mia vita.

In un tempo che non è quello reale, sei settimane esatte sul calendario, sono morti entrambi i miei genitori, prima mio padre, poi mia madre.

Non ho perso soltanto due genitori meravigliosi, che mi hanno cresciuta nell'amore più totale e incondizionato, ma ho perso le due persone che prima di tutti hanno creduto in me, che appoggiavano le mie scelte, mi spronavano a dare e fare sempre il meglio.

Ho perso due persone con le menti aperte e brillanti con le quali amavo confrontarmi prima che con altri e dalle quali ricevevo consigli disinteressati e critiche costruttive che mi hanno sempre incoraggiato a migliorare.

Molte delle cose che ho fatto sono state realizzate con il desiderio di renderli orgogliosi e fieri di me.

La morte delle persone che ami profondamente è sicuramente l'evento più tormentoso che dobbiamo affrontare e purtroppo nessuno di noi può essere risparmiato da questa dolorosa esperienza.

Il pensiero della morte ci accompagna: lo sappiamo tutti che prima o poi dovremo farci i conti.

Ci avevo pensato più volte, ma non avevo mai immaginato che potesse accadere così improvvisamente e inaspettatamente. È come uno tsunami che tutto a un tratto ti travolge senza che tu possa fare niente. Un momento va tutto bene, quello dopo non c'è più niente.

La vita può cambiare in un attimo senza avvertirti. Ti ritrovi al contempo protagonista e spettatore di un film orribile che non avresti mai voluto vedere. Il dolore è così forte e intenso che puoi sentirlo anche fisicamente.

 

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Il cuore sembra frantumarsi in mille pezzi, lo senti bruciare dentro il petto in un incendio che divampa e polverizza tutto. Di dolore si può letteralmente morire.

Teo, il cane di casa che viveva con i miei genitori seguendo ogni loro passo come un'ombra, aspettava il loro ritorno.

Aspettava seduto per ore davanti al portone. Girava in giardino dove seguiva, a seconda del suo umore, mio padre o mia madre. Provava ad aspettarli nella porta sul retro, girava intorno alla loro auto parcheggiata nel piazzale di casa, li cercava ovunque.

Ululava con lo sguardo al cielo. Piangeva con lacrime vere come non avevo mai visto fare a un cane.

Piccolo Teo, era così disperato che ho deciso di portarlo a casa mia, così forse avrebbe smesso di piangere davanti al portone aspettando chi non sarebbe arrivato più. Ma la situazione non migliorava, nonostante le nostre coccole e le nostre attenzioni.

Rifiutava ogni tipo di cibo, compresi quelli che per tutta la vita lo avevano fatto impazzire, tipo il parmigiano, che appena ne tiravi fuori un pezzetto lo vedevi comparire anche se non sapevi dov'era, o certe scatolette il cui odore era per lui un richiamo che... Sirene di Ulisse, scansatevi!

Non c'era niente da fare. Teo era inconsolabile e non voleva saperne di mangiare. Non voleva saperne di niente e di nessuno. Anche le nostre coccole non sembravano fargli nessun effetto. Aveva lo sguardo perso nel vuoto di chi è disperato.

Mi è venuto in mente di portargli un vecchio paio di pantaloni di mio padre, pensavo che forse sentendo il suo odore avrebbe potuto tranquillizzarsi e sentire in qualche modo la sua presenza.

Teo in effetti sembrava riconoscere le gambe che seguiva e dove si strofinava in cerca di coccole: ha appallottolato i pantaloni con le zampe e ci ha appoggiato sopra la testa a mo' di cuscino.

È rimasto così per alcuni giorni, rifiutando cibo e acqua, finché non ha chiuso gli occhi per sempre.

 

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Perché ti racconto questa storia?

Perché il dolore della perdita di chi ami profondamente può annientarti. E invece bisogna andare avanti e tornare a vivere il più velocemente possibile.

Non è facile accettare la morte delle persone che hai amato per tutta la vita. Ti sembra assurdo solo il pensiero che non potrai mai più vederle, abbracciarle, baciarle, sentire il suono delle loro voci, parlarci. Eppure, come di fronte a qualsiasi fatto che non puoi cambiare, devi accettare la realtà.

Accettare non significa subire, ma comprendere ciò che sta accadendo e valutare quale sia il modo migliore di agire.

Gestire le emozioni significa accettarle, far loro spazio senza cercare di contrastarle con tattiche nocive che disperdono energia. Questo implica la capacità di tollerare il disagio senza evitare le situazioni che lo originano.

Noi umani, a differenza degli animali, possiamo scegliere come reagire di fronte a ciò che ci accade. Non possiamo controllare gli eventi, ma possiamo scegliere pensieri diversi e, soprattutto, possiamo decidere come reagire anche di fronte alle esperienze più spiazzanti e dolorose della nostra vita.

Ho visto i miei genitori uscire di casa che stavano bene. Le ultime parole di mia madre, mentre mi abbracciava sul portone un attimo prima di uscire, sono state: “Amore non preoccuparti, stai tranquilla che sto bene”.

Non sono più tornati.

La loro casa è rimasta piena delle loro passioni e dei loro progetti: le piantine di mio padre che germogliavano, il profumo di mia madre nell'aria, la moka del caffè pronta, i loro libri a metà lettura sparsi ovunque, i miei cioccolatini preferiti nascosti nel solito posto.

Nel momento in cui mio padre è morto, mia madre è entrata in coma. Non c'è stato neanche il tempo per dirle che il suo compagno di tutta la vita, quello con cui aveva condiviso con amore reciproco, ideali, valori e progetti, non c'era più.

Ho rivisto due bare chiuse e non ho potuto nemmeno salutarli per l’ultima volta.

 

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Non so immaginare niente di più straziante, doloroso e ingiusto. Nemmeno nei miei peggiori film mentali ero riuscita a creare uno scenario tanto agghiacciante.

Cosa si può fare quando la vita all'improvviso ti colpisce così duramente? O cadi in depressione e rimani a terra o ti rialzi il più in fretta possibile e vai avanti. La seconda mi è sembrata la scelta più saggia.

Questo certamente non significa che ho rimpiazzato il pensiero di quanto mi è accaduto con qualcosa di allegro e vado avanti come se niente fosse. Credo che non sarebbe possibile per nessuno e, anche se lo fosse, non lo vorrei.

I miei genitori sono nel mio cuore costantemente e qui voglio che rimangano per sempre. Sono il mio primo pensiero appena mi sveglio e il mio ultimo pensiero prima di dormire. Sono consapevole che la mia vita senza di loro non sarà mai più la stessa.

Di fronte a un fatto che non puoi cambiare hai due scelte: o ti abbandoni al dolore e ti lasci dominare dagli stati d'animo negativi o metti in atto un processo mentale diverso e riprendi in mano la tua vita.

Forse credi che controllare le emozioni non sia possibile.

Ci hanno abituato a pensare che la rabbia, l'odio, la paura, ma anche la gioia, siano stati d'animo che semplicemente capitano e nulla possiamo fare se non accettarli. Se succede qualcosa di bello non ti fai troppe domande, se avviene un fatto doloroso, stai male e speri di tornare a stare bene.

Purtroppo sperare non basta e se non cambi i pensieri che originano il dolore, puoi continuare a soffrire all’infinito.

Uno stato d'animo non è una semplice emozione che ti capita di provare, è una reazione che scegli di avere.

Ogni emozione che senti nasce da un pensiero, dal modo che scegli di raccontarti un determinato fatto. Non è l’evento in se stesso a farti stare male, ma ciò che ti dici al riguardo.

Se quando sono morti i miei genitori mi fossi trovata in vacanza in qualche posto sperduto dove nessuno poteva comunicarmi la notizia, probabilmente avrei continuato a divertirmi ignara di quanto avvenuto. Non è la morte di una persona a renderti infelice, non puoi esserlo finché non lo sai.

È quello che dici a te stesso riguardo alla morte che ti fa stare male.

Bisogna guardare le cose da un punto di vista diverso, fare pensieri diversi e quindi generare emozioni diverse.

 

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L'amore che dai è l’amore che resta

Quando ti succede una cosa del genere puoi sentirti l’individuo più sfortunato del mondo per aver perso le persone che amavi sopra ogni cosa, oppure puoi sentirti immensamente fortunato per averle avute. Puoi concentrarti sulla perdita o su ciò che rimane. E quando sei stato tanto amato e hai tanto amato, rimane tantissimo.

Chi ti ha dato tanto amore non muore mai. L'amore lascia tracce che nessun tempo potrà mai cancellare.

Non credo nel paradiso così come ce l'hanno raccontato, ma credo che l’amore che lega le persone sia talmente potente da creare legami che niente e nessuno potrà mai sciogliere.

L'amore che dai è l’amore che resta. L'amore in qualche modo ha il potere di renderci immortali. L'essenza dell'amore riempie il vuoto dell’assenza.

Sono immensamente grata alla vita per aver avuto due genitori così. I valori in cui credo, la fiducia in me stessa, il coraggio di osare e di pensare con la mia testa sono stati alimentati da loro fin da quando ero piccola e sono un patrimonio prezioso che farà per sempre parte di me.

Non puoi provare al contempo gratitudine infinita e disperazione. Una cosa annulla l’altra. La gratitudine riempie il cuore di gioia e ti fa sentire in pace.

Mi mancano tantissimo i miei genitori. Darei qualsiasi cosa per poterli stringere forte e perdermi nei loro occhi pieni d’amore. Poteva capitarmi chiunque come babbo e come mamma, invece ho avuto il privilegio di avere loro. Lo considero un dono della vita. Il trionfo dell'amore sulla morte.

 

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Se vedi le cose in questo modo, puoi gestire il dolore della perdita e tutte le emozioni negative a esso correlate.

Si tratta di provare gratitudine per i momenti trascorsi con chi hai amato tanto, di ricordare tutti i momenti belli vissuti insieme, di continuare a sentire la loro presenza anche se fisicamente non sono più con te. La morte mette fine alla vita, non all'amore.

Penso ai miei genitori continuamente, pongo loro delle domande, immagino le loro risposte. Con gli occhi della mente posso vedere mio padre che sdrammatizza e trova il lato comico di ogni questione, posso sentire le sue risate, posso immaginare il suo punto di vista che in un colpo ribalta un problema che mi pareva irrisolvibile.

Penso alla dolcezza di mia madre, al suo modo di sorvolare sulle cose senza mai farsi imprigionare dalla rabbia, all'amore e agli aiuti che dispensava a tutti. Li sento vicini come quando erano in vita.

Quello che fai per te stesso muore con te, ma quello che fai per gli altri e per il mondo, tutto l’amore che dai, rimane ed è immortale.

Molte persone non dedicano abbastanza tempo e attenzioni a chi amano. Voler bene non basta, bisogna anche dirlo, farlo sentire, dimostrarlo. Nessuna occasione di dichiarare il nostro amore a chi amiamo deve essere sprecata. Il tempo fugge veloce, le nostre vite, anche se lunghe, sono un battito di ciglia in confronto all’eternità.

Eppure certe volte viviamo come se non lo sapessimo. Sprechiamo tempo a reagire al mondo con freddezza, litighiamo per cose senza senso, ci arrabbiamo per questioni insignificanti.

Il tempo a nostra disposizione è limitato, quello che ci è dato è saggio viverlo al meglio in ogni istante.

Dimostra il tuo amore, bacia i tuoi figli, abbraccia chi ami, fai pace con chi hai litigato. La vita è un soffio, meglio non rimandare.

Data di Pubblicazione: 1 agosto 2022

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