Anteprima del libro "Metagenealogia" di Marianne Costa
Chi sono? Dai quattro ego all’Essere essenziale
Quando il “sé” diventa oggetto di studio, va specificato a quale aspetto del sé ci si riferisce. Possiamo distinguere tre livelli: l’Io personale (ego), l’io transpersonale, che considera il precedente come se stesso, e l’Io essenziale.
Tutte le vie dello sviluppo personale cominciano dall’ego, passano per l’io transpersonale e arrivano all'io essenziale (che potremmo definire anche il Sé o il Dio interiore: l’istanza in noi che vive nell’unità).
Le quattro energie (corpo, libido, centro emozionale e intelletto) si manifestano nell’ego e nell’io transpersonale: da una parte troviamo i bisogni, i desideri, i sentimenti e i pensieri personali, e dall’altra possiamo coltivare bisogni, desideri, sentimenti e pensieri transpersonali che, uscendo dalla sfera dell’egoismo limitato, inglobano il gruppo, vale a dire l’umanità intera.
Tutto ciò, nella maggior parte delle persone, si presenta in modo mescolato e indifferenziato, e per essere rimesso in ordine richiede un lavoro personale che passa sempre attraverso una forma, dissoluzione del caos, dello squilibrio indifferenziato, di sostituire o “coagulare” come dice l’Alchimia, l’unità dell’Io). perfino degli elementi essenziali per intraprendere questo lavoro volontà di trovare se stessi, di diventare davvero se stessi.
Volontà nasce o è incoraggiata dall’esempio di persone più avanti di noi sulla via del raggiungimento dell’Io autentico: sono a one che manifestano doti di generosità, di apertura e abnegazione tangibili, e da cui emana una irresistibile gioia di vivere, efficace oppure sono dotate di particolari capacità di silenzio e si è sciolto! di un’energia fuori dal comune, di una saggezza che ci crea insofferenza esiste soltanto a livello personale, si potrebbe addirittura affermare che tutto quello che è personale è sofferenza. Infatti tutto quello che è “io” rimanda in un modo o nell'altro alla dipendenza, alla privazione della libertà, alla limitazione delle percezioni, all’impossibilità di una ricerca davvero indipendente... Insomma, si finisce per piegarsi agli schemi esistenziali della famiglia. Così facendo, l’individuo nega del tutto o in parte quel che e, e vive se stesso come un essere isolato. Questa sofferenza può essere superata solo nel transpersonale, vale a dire in ciò che vale per l’umanità intera. L’essere umano in realtà è l’umanità intera. La nozione di individuo solitario è una visione dello spirito, l’individuo non può esistere da solo. Finché saremo prigionieri dell'illusione (positiva o negativa) di vivere come individui isolati, vivremo in un mondo artificiale e immaginario.
Il lavoro su di sé inizia sovente con la presa di coscienza di una sofferenza. Poi arriva il momento della resistenza: ci rifiutiamo di cambiare, perché spesso i bisogni personali entrano in conflitto con i bisogni transpersonali. E allo stesso modo anche i desideri, le emozioni e i pensieri. All’inizio tutto si presenta mescolato insieme, per cui conviene chiarire i bisogni, i desideri, i sentimenti e i pensieri che ci animano. Alcuni non ci appartengono, e la maggior parte sono l’eredità del nostro albero genealogico.
Alla fine di un lavoro perseverante, ostinato, riusciremo ad aprire ciascun centro per fargli assaporare la dimensione dell’umanità e non più soltanto quella dell’individualità. Ma bisogna creare uno sguardo obiettivo, distaccato dei quattro elementi: uno sguardo che non sia quello dell’intelletto, né quello delle mie emozioni, né quello dell’essere agitato che sono in questo momento, né quello dei miei bisogni. E tale sguardo deve dividersi in due atteggiamenti: l’uno rivolto verso lego, l’altro verso l’io transpersonale per dissolvere e conoscere separatamente ciascuno di essi.
Lo sguardo verso lego è doloroso, in un primo tempo, per riconosce la piccolezza della nostra identità illusoria e confessa- “Io non sono questo”. E quanto accade ai principianti nella meditazione zen quando, dopo venti minuti che stanno seduti in silenzi!' scoprono la ressa di pensieri disordinati che agitano la loro mente o l'oceano di emozioni caotiche che si susseguono nel loro cuore oppure subiscono impazienti il disagio del corpo, poco avvezze all immobilità. A quel punto, è utile rivolgere lo sguardo all’io transpersonale: carico di emozioni sublimi, riconosce la grandezza dell'identità che non dice più soltanto “io” ma comprende il Noi.
Come regola generale, l’io personale impara, mediante tale procedimento, a collaborare con l’Inconscio e il Superconscio. Il transpersonale si origina dalla scoperta dell’Inconscio, supera il senso del possesso tipicamente infantile del “tutto per me” per arrivare ali altruismo adulto del “niente per me che non sia per tutti”. L'io transpersonaie ritiene che tutto ciò di cui gode l’umanità derivi dall'universo, e passi attraverso me per poter essere trasmesso agli altri. Da un primo stato “solido” e personale, blindato da frontiere e protetto da chiavistelli, si passa allo stato di “canale”.
Lo sguardo distaccato prodotto dalla volontà piano piano integrerà l'io transpersonale nella vita quotidiana. Le azioni e le decisioni individuali ormai saranno impregnate di intenzioni impersonali (per esempio, proteggere l’ecosistema, impegnarsi per la salute del pianeta, donare a chi ha bisogno, risolvere i conflitti riconoscendo le proprie responsabilità, favorire l’armonia ecc.). Lo sguardo che separa e unisce diverrà la base della Coscienza dell’Essere essenziale; e alla fine, anche se l’io transpersonale è meraviglioso da viversi, si arriva a questa conclusione: “Io non sono neanche questo .
Se ci basiamo sulla suddivisione delle quattro energie, esistono quattro ego: corporeo, sessuale e creativo, emozionale e intellettuale. Ciascuno di essi ha due versanti: personale e transpersonale.
L’ego corporeo
Personale-, aspira all immortalità, alla salute perfetta, all’eterna giovinezza, all’invulnerabilità e alla ricchezza.
Transpersonale-, accetta la malattia, la vecchiaia e la morte rendendosi conto che l’umanità è immortale. L’età è un apporto di cultura e di sapienza alla giovinezza dell’umanità. Qualsiasi malattia insegnamento che ci rende consapevoli dei conflitti sia diventa problemi sociali irrisolti (per esempio, certe epidemie interni sono strettamente legate all’estrema povertà in cui come ut e dd pianeta). Si libera dei bisogni inutili instillati dì pubblicità, dalla società e dalla cultura.
L'ego sessuale e creativo
Personale: vuole possedere tutto, creare tutto. Vuole essere il migliore, il più grande artista, un guaritore formidabile, e vuole schiacciare la concorrenza. È alla ricerca della soddisfazione della vittoria.
Transpersonale: impara a limitare i propri appetiti e a collaborare ad atti di creazione collettivi, rendendosi conto che nulla di quanto crea gli appartiene, e che lui ne è soltanto il canale. È l'arte sacra, l’arte utile, la sessualità come mezzo per unirsi al divino.
L’ego emozionale
Personale: vuole amare in esclusiva ed essere amato escludendo tutti gli altri. Confonde l’amore con il possesso.
Transpersonale-, capisce che l’amore è universale e impara a trasmettere quello che riceve: quanto mi viene dato, lo ridistribuisco agli altri. Fa esperienza di un amore privo di senso di possesso e di frontiere, dove l’altro è uguale a me stesso (l’amore erotico). Come dice il proverbio arabo: Se prendi un po di sabbia e la stringi nel pugno chiuso, hai soltanto una manciata di sabbia. Ma se apri la mano, tutta la sabbia del deserto può passare fra le tue dita .
L’ego intellettuale
Personale-, vuole spiegare tutto, controllare tutto, sviscerare tutto. Ci tiene alle sue convinzioni, alle sue idee e teme soprattutto la follia.
Transpersonale, impara a tacere e ascoltare. Rinuncia a voler comprendere tutto per abbracciare la nozione di Tutto, secondo il proverbio africano: “La verità non sta in una sola testa . Allora si passa dal credere al conoscere, come il grande mistico Ramakrishna che, interrogato sulla sua fede, rispose: “Io non credo in Dio, lo conosco”. Invece di annegare in un oceano di parole incessanti, trova la vera essenza: la vacuità.
Alla fine, l’io transpersonale arriva a rendersi conto dei propri limiti: “Io non sono niente, non posso niente, non so niente. In quel momento incontra la propria origine, il Sé, che dice: “Io son tutto, posso Tutto, so lutto”. All’interno di questo centro unitari totale non esiste la vecchiaia: è l'eterna giovinezza. Non esiste l'ignoranza: eia sapienza totale. Non esistono carenze: è l’abbondanza più totale. Non esiste l’individualità: è la totalità unita.
Alcune persone, avvicinandosi a tale stato, cristallizzano di nuovo un illusione individuale sul centro universale. Cadono nel tra nello del ego divinizzato e credono di essere gli “eletti” o i depositari esclusivi della Coscienza unificata, che in realtà è un tesoro universale. Ed è qui che si originano certe deviazioni: santi, guru maestri egolatri...
L'Essere essenziale non è privilegio di nessuno ma bene di tutti, cosi come il profumo di un roseto non appartiene a nessuno dei bori che lo emana, ma è l’essenza generica dell’insieme.
Quando una persona arriva a dissolversi nell’Essere essenziale si verifica quella che, nei Vangeli, si definisce “trasfigurazione”. La carne perde il peso della sofferenza, le emozioni diventano sublimi i pensieri fluidi e i desideri gioia di vivere. Questa trasfigurazione può essere permanente oppure occasionale, ma anche in quest’ultimo caso lascia un retrogusto che consente di ritornarci sempre pm spesso. Nel momento in cui tale stato diviene permanente,
L'Essere essenziale si richiude attorno alla personalità, e come l’abbraccio di una madre sostiene teneramente lego personale e transpersonale: questa persona che porta il mio nome esiste, questa persona che porta il mio nome morirà, ma in fondo questa persona che porta il mio nome ed è mortale non esiste. Questo è il messaggio di tutte le grandi tradizioni spirituali.
Questo testo è estratto dal libro "Metagenealogia".
Data di Pubblicazione: 7 giugno 2018