Liberati dai Manipolatori - Anteprima del libro di Christel Petitcollin
Definizione della manipolazione mentale
Ci si interroga molto su cosa sia veramente la manipolazione mentale. Quando comincia? Come funziona? Perché ha effetto? Tentare di influenzare è già manipolare?
I meccanismi della manipolazione fanno leva su caratteristiche tanto particolari quanto paradossali:
- Gli uomini sono condannati a comunicare.
- Gli uomini sono condannati a influenzarsi.
L’essere umano non può non comunicare. Il paradosso è evidente quando non vogliamo comunicare, perché in quel caso siamo costretti a dirlo o a dimostrarlo in qualche modo, quindi a comunicare il nostro rifiuto di comunicare. Analogamente, non possiamo evitare di influenzare. Se chiedo a qualcuno: «Cosa ne pensi del mio vestito nuovo?» la risposta - qualunque sia - avrà un’influenza su di me; e anche se la persona resta impassibile, il semplice fatto che non risponda è di per sé una risposta: il suo rifiuto di influenzare avrà un’influenza su di me. Ecco perché, considerato che l’atteggiamento di un individuo non può non avere un impatto su un altro individuo, i rapporti umani sono per forza un tessuto di interazioni e influenze reciproche. L’essere umano è un sistema aperto all’altro, ed è per sua natura influenzabile.
Il concetto di suggestionabilità
Poiché non può non comunicare né astenersi dall’influenzare, l’essere umano è facilmente suggestionabile. Il farmacista Émile Coué, fondatore dell’omonimo metodo e precursore del pensiero positivo, nel 1902 spiegava: «Quando l’immaginazione e la volontà entrano in conflitto, è sempre l’immaginazione ad avere la meglio». Per esempio, se avete la fobia dei serpenti e a un tratto pensate che potrebbe essercene uno acciambellato sotto al masso su cui siete seduti, la vostra volontà di resistere non sarà forte quanto lo spavento. Coué aggiunge: «Affinché una suggestione sia efficace è necessario che l’inconscio la accetti, quindi che diventi un’autosuggestione». In molti casi prendiamo per oro colato le suggestioni esterne e le interiorizziamo con grande facilità.
Spesso immaginiamo che sia necessario ricorrere alla trance ipnotica per suggestionare l’inconscio, ma in realtà è un fenomeno comune che ciascuno di noi sperimenta nel quotidiano. Benché il più delle volte sia involontaria, la suggestione può essere utilizzata anche in maniera intenzionale. Alzi la mano chi non ha mai avuto voglia di un bel caffè durante la pubblicità in tv, senza vedere il legame causa-effetto con lo spot che è appena stato trasmesso. La suggestione avviene nello stato di veglia, passa attraverso il sistema sensoriale e raggiunge l’inconscio aggirando la coscienza.
La sua efficacia dipende da diversi parametri:
- La suggestionabilità del soggetto, diversa per ogni individuo.
- Il calo di vigilanza della mente cosciente, ottenuto con l’ipnosi o legato a una mancanza di attenzione: sogni a occhi aperti, dispersione su troppe cose allo stesso tempo o, al contrario, concentrazione su un compito o un pensiero assillante.
- L’esistenza, nella persona, di credenze che portano verso la suggestione.
Perciò, per uno studente sarà più facile convincersi che supererà gli esami se ha fiducia nelle proprie capacità intellettive piuttosto che se si crede stupido. È il potere temibile e magico delle suggestioni. Se la base positiva proposta da Émile Coué è più nell’ordine del «Tutti i giorni, sotto tutti i punti di vista, vado sempre meglio», le suggestioni ahimè funzionano altrettanto bene in negativo, e ci si può lasciar convincere che «Tutto va di male in peggio!»
Allo stesso modo, quando si ripete dalla mattina alla sera a qualcuno che è un buono a nulla, quella persona finirà per crederci, anche se in partenza aveva una buona stima di sé.
Influenza «vs» manipolazione
Dove finisce l’influenza e comincia la manipolazione mentale? Ciascuno potrebbe chiederselo appena sente la voglia di diventare insistente. Le principali differenze tra influenzare e manipolare stanno nell’intenzione, ma anche nella trasparenza e nel grado di pressione che si esercita. Quando proviamo a influenzare, qualcuno, lo facciamo apertamente e in genere con l’intenzione di fare il suo bene: la pressione è visibile, e anche il tentativo di esercitare un potere. La manipolazione mentale invece non mira al bene dell’altro, ma a soddisfare obiettivi personali a spese di quella persona: la pressione è nascosta e pseudoargomentazioni razionali mascherano una richiesta non formulata.
Alcuni autori trovano qualche virtù nella manipolazione. Dal momento che la sua posta in gioco principale è evitare i rifiuti, finché non viene smascherata può convenire a entrambe le parti: da un lato il manipolatore ottiene ciò che desidera senza rischiare di ricevere un aperto rifiuto, dall’altro il manipolato rimane convinto di aver agito liberamente e, non avendo dovuto affermare se stesso e dire no, ha evitato il confronto. La manipolazione può rappresentare anche un contropotere e un mezzo di sabotaggio di fronte a una tirannia. Alcuni mezzi di persuasione vengono impiegati comunemente: lusinghe, seduzione, esagerazione, minimizzazione, insistenza, ricatto, minaccia, ritorsione, vittimizzazione, pressione, intimidazione, svilimento, menzogne; talvolta siamo pronti a ricorrere a qualsiasi mezzo per ottenere ciò che desideriamo. I bambini non sono da meno e usano sin da piccoli queste tecniche per prendere il controllo sui genitori.
I bambini, maestri dell’ipnosi indiretta
Secondo Milton Erickson, celebre psicoterapeuta americano, i bambini diventerebbero addirittura maestri dell’ipnosi indiretta sin dai due anni di età! Si può anche comprendere che, quando una persona non ha potere né mezzi di pressione e non possiede neanche carisma e capacità di convincere, non le resta che la manipolazione per raggiungere i suoi scopi. Quanto all’alto numero di persone che utilizzano questi modi di interazione, possiamo ipotizzare che molti ci provino gusto e li trovino convenienti. La manipolazione resta l’ultima risorsa di chi non ha autorità né carisma. Ma possiamo anche immaginare che questa modalità relazionale sia una «mancanza di meglio» per chi non ha potuto imparare a comunicare in modo sano e autentico, nel rispetto e nella fiducia.
Secondo molti esperti, la manipolazione mentale consiste nell’indurre qualcuno a fare da sé, «in piena libertà», ciò che vorremmo facesse e che differisce dai suoi comportamenti abituali. Potete trovare un’ottima analisi di tutte le tecniche che permettono di far agire a comando una persona, dandole l’illusione di farlo liberamente, nel delizioso Piccolo trattato di manipolazione a uso degli onesti, di Jean-Léon Beauvois e Robert-Vincent Joule. Finché la manipolazione è circoscritta e le conseguenze rimangono limitate, questa definizione può bastare.
Ma la manipolazione può manifestarsi più a lungo termine e la dipendenza che ne consegue avrà un altro impatto: la vittima perde progressivamente i suoi punti di riferimento. Nei rapporti di dipendenza psicologica, le persone manipolate possono essere in parte consapevoli delle costrizioni, delle pressioni, del ricatto che subiscono. Sanno bene di non agire in piena libertà. Si sentono intrappolate, dipendenti, vivono nella paura, e se non si liberano da questa prigione mentale è perché non sanno come fuggire. In questi casi, la definizione di manipolazione mentale data in precedenza non basta più, perché essa diventa l’elemento centrale della relazione.
Questo testo è estratto dal libro "Liberati dai Manipolatori".
Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017