SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 6 min

Cosa significa "Essere Niente per essere tutto"

L'Io Sono - Federico Cimaroli - Speciale

Un viaggio per investigare ancora più approfonditamente il Mondo dello Spirito. Scopri come, leggendo l'anteprima del libro di Federico Cimaroli.

L'infinito

Bene ragazzi, iniziamo... Oggi, l’unico insegnamento su cui lavoreremo insieme è il seguente: “Non fermarti all’orizzonte, cerca l’infinito”. Sapete chi ha pronunciato queste parole? Jim Morrison, il noto cantante dei Doors scomparso prematuramente a 28 anni.

Come al solito i grandi artisti riescono sempre a vedere più in là e a darci un impulso per uscire dalle scatole in cui siamo chiusi. Dovete sapere che sin dalla notte dei tempi i saggi ci spronano a prenderci cura dell’Infinito. Esso non è un concetto astratto, bensì il normale spazio dell’essere che noi rifiutiamo continuamene di abitare...

 

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“Fede, perché lo rifiutiamo continuamente? Potresti dirci di più?”

Perché per milioni di anni non siamo stati in grado di percepire d’esistere senza definirci. Vedete, è implicito in questo termine “definire”, ossia rendere finito, mettere confini a ciò che per sua stessa natura non li ha.

Quanto vi sto dicendo viene narrato nell’episodio del giardino dell’Eden del libro della Genesi, quando a un certo punto, immersi nel tutto, nell’infinitamente bello e amorevole, ma assolutamente incapaci di percepirlo e di percepirci, abbiamo scelto l’albero del bene e del male a quello della vita: «Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male» (Gen 2, 9).

Capite ora? Bene e male, giusto e sbagliato, bello e brutto, bianco e nero... fino ad arrivare a io e tu, mio e tuo... Tutti questi confini, come vedremo in seguito, sono stati necessari per percepire d’essere.

 

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“È questa, Fede, l’illusione di cui parlano i Maestri?”

Esattamente! Ma vorrei che voi riusciste a vedere la sacralità di tuffarsi dentro questa illusione. Troppo spesso sento i ricercatori denigrare l’illusione, definirla come un peso, addirittura odiarla, del tutto inconsapevoli che proprio questo loro atteggiamento è il loro nemico principale. Se vuoi liberarti da una illusione, devi conoscere tale illusione, e per conoscere un qualcosa lo devi amare, capite?

Esperienza su esperienza, attraversando mondi e luoghi ove come coscienza abbiamo potuto interagire con livelli di materia fisica, emozionale e mentale, via via sempre più delicati, ci siamo realizzati come identità: io sono Federico, mi piace questo, sono un papà, eccetera... Ci siamo dovuti riempire di concetti e identità per avere un rapporto con le molteplici forze della vita, partendo dal percepirli in seconda dimensione, poi in terza e ora prossimi a viverli in continuità di coscienza, in quarta dimensione.

 

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“Potresti parlarmi delle differenze tra le varie dimensioni, Fede?”

Prendiamo come esempio la gratitudine: coloro i quali, e sono la stragrande maggioranza delle persone in questo mondo, percepiscono la realtà che li circonda a livello bidimensinale che rapporto hanno con la gratitudine?

Provano gratitudine verso coloro che fanno belle cose per loro, li aiutano, li elogiano, mentre non proveranno affatto gratitudine verso coloro che li osteggiano, li abbandonano, li criticano; mi seguite? Un rapporto bidimensionale appunto: ci sei tu col tuo agire e io con la gratitudine condizionata dal tuo agire stesso.

Poi vi sono i ricercatori spirituali, consapevoli e non, che aggiungono una dimensione in più alla gratitudine, ovvero la profondità: costoro, e ci siete anche voi tra questi, sanno bene che la gratitudine è una sostanza che vive all’interno di loro stessi e il fatto stesso di provarla ed esprimerla li fa stare bene a prescindere da ciò che dicono o fanno le persone nel mondo fuori.

Difficile a volte da mettere in pratica, certo, ma questa logica è ben presente nella loro esistenza. Poi vi sono coloro, pochissimi, che sono aperti consapevolmente alla quarta dimensione: costoro hanno un rapporto con
la gratitudine libero da identità e causalità, la colgono nel respiro, nei profumi, nei colori.

 

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Essi percepiscono che la loro esistenza, per come l’hanno sempre vissuta, era un’illusione e si rendono conto che il privilegio di esistere risiede nell’essere testimoni della gratitudine vivente in loro.

La gratitudine smette di essere etichettata come sentimento, poiché viene finalmente percepita per ciò che è davvero, ossia una divinità che vive all’interno della coscienza. E così con qualsiasi altro principio di natura emozionale, quale la tenerezza, il perdono, la compassione, la meraviglia...

Ma attenzione ragazzi: per passare dalla terza alla quarta dimensione non vi è qualcosa da fare, come la nostra logica razionale potrebbe istantaneamente suggerirci, bensì qualcosa da non fare; dobbiamo smettere categoricamente di utilizzare la logica intellettuale, ovvero quel luogo dove si annidano le infinite contraddizioni dell’identità, dell’illusione, e trasferirci, o meglio abbandonarci, alla logica del cuore.

“Posso farti una domanda strana, Fede? So bene che a parole è riduttivo, ma vorrei ugualmente una tua visione: cos’è l’anima e come è possibile percepirla?

Renditi conto sin da subito che questa conversazione per come la vivi è pura illusione.

 

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“In che senso, Fede?”

Nel senso che le parole non vanno oltre la mente, quindi se il tuo intento è soddisfare la sete di quel piano sappi dal principio che morirai con la gola secca.

“Come faccio a ricevere l’Insegnamento se non pongo domande e non ricevo risposte?”

Questo rapporto separativo che percepisci tra tu che mi fai la domanda e Federico che risponde, è una commedia. Nella Realtà ultima guida e allievo non sono separati. Devi percepire questo.

“Lo capisco, ma sinceramente non riesco a percepire noi se non attraverso la distanza tra me e te...”

E va bene così per adesso... Però ricorda, e mi rivolgo a voi tutti, che finché ci sarà quel senso di dualità, ciò che udite raggiungerà l’obiettivo con grande difficoltà. Volete o non volete che lo spermatozoo raggiunga e ingravidi l’ovulo? Cercate di comprendere quello che sto dicendo: la coscienza sorge spontaneamente, ed è grazie al fatto che essa sorge che voi potete porre tutte queste domande sulla coscienza stessa, sull’anima.

Data di Pubblicazione: 1 marzo 2024

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