Qual è il significato della Meditazione? Quali sono le sue connessioni con la crescita spirituale? Scoprilo, leggendo l'anteprima del libro di Giulio Achilli.
Che cosa significa iniziare a Meditare
Conoscere il Divino in noi stessi
Meditazione è salire alla Verità del Sé Infinito; cancellare le nubi della menzogna; creare una Vita maestosa e memorabile; conoscere le profondità incommensurabili e meravigliose della Verità di ciò che siamo realmente.
Non esiste nessun Viaggiatore Spirituale che non pratichi una forma di Meditazione con frequenza quotidiana, o il più vicina possibile alla quotidianità; infatti, qualsiasi Tradizione Spirituale che affonda le sue radici nella Verità della Scienza Iniziatica, possiede le sue forme peculiari di Meditazione, che trasmette ai suoi Apprendisti allo scopo di farli progredire verso il Vertice unico, che è comune a tutte loro.
Le forme sono differenti, sono l'espressione intima e prediletta dell'Iniziato che le ha sperimentate, e che di esse si e servito per arrivare a toccare la Luce e la Verità. Ma la direzione è la stessa per tutte.
In infiniti modi, una sola direzione; e la direzione è avere l'esperienza reale di percepirsi connessi all'Unica Vita, in ogni aspetto particolare in cui essa si manifesta.
Meditazione è conoscere progressivamente il Divino in noi stessi. Questo Cammino di realizzazione esperienziale è comune ad ogni Tradizione Spirituale, ed e per questo che ognuna di esse senza eccezioni possiede i suoi metodi e sistemi di pratica meditativa.
La Meditazione e la Crescita Spirituale
La Meditazione non è lo scopo del Viaggio Spirituale, ma è uno degli strumenti fondamentali per un Retto Cammino, esattamente come una bussola è strumento fondamentale per il marinaio in mare aperto.
Possono esistere migliaia di bussole di foggia differente; la loro importanza non è nella forma, o nell'arrivare ad essere bravi ad usarla; l'importanza è in ciò che si ottiene attraverso il loro utilizzo. Perché tutte le bussole puntano a Nord.
La Meditazione supporta e sostiene in modo decisivo e totale la crescita interiore e spirituale di un essere umano.
Nella mia pratica di decenni, posso certificare con sicurezza questo postulato. Se io dovessi scegliere una sola specifica pratica spirituale tra tante da consigliare ad un Aspirante Viaggiatore, senza alcun dubbio consiglierei la Meditazione; i benefici che personalmente ne ho tratto in relazione al mio Cammino sono innumerevoli, immensi ed inestimabili.
E come vedremo approfonditamente in questo libro, non si tratta soltanto di esperienze e comprensioni spirituali; si tratta anche di conoscere meglio sé stessi nel quotidiano; di comprendere sempre meglio perché ci comportiamo in un certo modo; di imparare a Percepire il REALE; di imparare a pensare e ad ascoltare con Consapevolezza e profondità; di rivedere e ricordare elementi specifici e decisivi per la nostra situazione di Vita attuale; di ricevere consigli e soluzioni semplici, creative ed originali, anche per le incombenze della Vita quotidiana, che non sono affatto marginali.
Crescita Spirituale e Meditazione sono strettamente legati: non si può avere l'una senza il magnifico supporto dell'altra. Se un Viaggiatore Spirituale sente nascere in sé stesso l'esigenza interiore di trovare e praticare una forma di Meditazione, significa che il suo percorso sta mettendo radici forti; perché qualcosa, dentro di lui/lei, si sta animando, e sta chiedendo lo spazio di manifestazione.
E dunque, per comprendere al meglio possibile come fare spazio a questo qualcosa di Superiore che in noi si sta animando, per comprendere al meglio possibile la stretta sinergia ed interconnessione che vi è tra la Crescita Spirituale e la Meditazione, è bene incominciare partendo esattamente dal luogo in cui ci troviamo.
La nostra Vita quotidiana, e lo stato interiore con cui ordinariamente la affrontiamo.
La condizione ordinaria dell'essere umano: Piaceri e Dipendenze
La condizione ordinaria naturale in cui gli esseri umani vengono rinchiusi dalla pressione sociale, ambientale ed educativa è uno stato in cui il corpo fisico, e i veicoli dell'emozione e della mente analitico-razionale sono in perenne tumulto e agitazione. Perenne. Tutte le latitudini umane condividono questa condizione, che non è certo confinata a specificità occidentali.
Certo, l'occidente ha oggi amplificato fino al parossismo questa situazione; ma essa è una condizione connaturata allo stato attuale dell'umanità tutta. Potremmo dire, in modo più specifico, che essa è una condizione connaturata allo stato attuale di Evoluzione dell'organismo Umanità visto come un tutto.
Conosciamo bene come il nostro corpo fisico - che chiameremo da ora in poi in questo libro anche con il termine Veicolo Fisico - sia in grado di fare leva verso il soddisfacimento continuo di brame ed impulsi primordiali, connaturati all'esperienza di un momento di piacere.
Le brame ed impulsi di carattere fisico sono quelli che condividiamo con gli animali, con la differenza che gli animali non sprigionano dipendenze emotive per esse, come invece succede negli esseri umani.
Siamo noi esseri umani a costruire dipendenze fisiche basate sul «piacere momentaneo», che ci torturano interiormente se non soddisfatte, e ci riducono in un sonnambolico stato di schiavitù al loro servizio.
Questo accade per diverse ragioni, e genera interiormente una condizione di tumulto, di assenza di Pace, di rumore interiore, di cieca schiavitù, in cui un essere umano affonda quando diventa dipendente da brame ed impulsi fisici, come il sesso, una droga, il bere, il cibo.
Un essere umano non è nato per sperimentare l'eccesso di queste brame, ma per imparare a dominarle, riportarle in Equilibrio, e metterle al Lavoro per la sua ascesa spirituale. Più un essere umano è dipendente da qualcosa, più la sua Coscienza si abbassa a quella dei primitivi animali predatori: e questo non è ciò che noi esseri umani siamo venuti a sperimentare qui, su questa Terra meravigliosa.
Noi siamo esseri umani, e il nostro compito è ascendere verso lo Spirito.
Come funzionano realmente le dipendenze
Tuttavia, come esseri umani possiamo costruire infinite dipendenze, che possono non essere strettamente collegate ad una specifica sostanza fisica. Infatti, il regno delle nostre dipendenze può estendersi anche in altri territori, più psicologici: il desiderio smodato di denaro; la brama di successo e di gloria, nel senso di diventare e restare famosi e conosciuti; l'avidità del potere esercitato sugli altri; la frenesia di relazioni con gli altri come fuga da sé stessi e dalla paura della solitudine.
La caratteristica fondamentale di qualsiasi dipendenza umana, sia essa fisica o maggiormente vissuta nella sfera emotiva, è il carattere «io solo io solo per me stesso» che le contraddistingue. Ogni (tossico)dipendenza emozionale viene bramata e soddisfatta «solo per me stesso»; qualsiasi altro essere, persona o cosa coinvolti, sono soltanto strumenti da depredare e sfruttare per raggiungere l'obiettivo dell'esperienza di gratificazione momentanea, dell'esperienza del «piacere emotivo momentaneo» che si prova quando una dipendenza è soddisfatta.
Se un essere umano non soddisfa la sua dipendenza, la sua Coscienza si chiude sempre più, e si avvicina sempre più verso il regno dei primitivi animali predatori: diventiamo violenti ed aggressivi, usiamo tutte le nostre facoltà e le nostre capacità di pensiero esclusivamente con l'Intento di soddisfare un'altra volta la nostra dipendenza: e così, demoliamo e distruggiamo persone, esseri, cose, noi stessi, la Bellezza, la Vita, «solo per me stesso».
Ebbene, no. Noi non siamo venuti qui su questa Terra meravigliosa per vivere in questo modo ignobile. Noi siamo esseri umani, e il nostro compito e ascendere verso lo Spirito. La parte interiore che in noi stessi percepisce e preme al soddisfacimento di tutte queste brame, dipendenze, desideri, emozioni, quella parte che anela alla gratificazione momentanea del «piacere immediato», è quella parte che la Scienza Iniziatica chiama Piano Astrale Inferiore.
La Coscienza umana naturale di veglia si muove mediamente tutta la Vita intorno a questi territori interiori; territori fatti di brame infinite, in cui saziata una, eccone dopo poco un'altra.
Territori in cui il desiderio di «qualcosa solo per me stesso» vive perennemente inappagato: o perché non riusciamo a soddisfarlo mai completamente; o perché lo gratifichiamo soltanto un momento - per poi averne bisogno ancora, e ancora; o perché lo raggiungiamo e scopriamo che la felicità non è lì, non è ancora lì; e allora lo sostituiamo immediatamente con un'altra cosa.
Con un'altra brama che torna a gettarci nel tumulto, nella tensione, nel desiderio che non viene appagato.
La Vita è Sofferenza
Questo costante giro di giostra atto a gratificare le nostre brame infinite può durare potenzialmente una Vita intera senza essere mai saziato.
Il Maestro Buddha Shakyamuni lo identifica con il termine DUKKHA. Si tratta di un termine Pali - lingua indoeuropea conosciuta da circa 2500 anni - che può avere molteplici traduzioni; in occidente, proprio in relazione al Buddhismo, questo termine è stato traslato con «sofferenza»; tuttavia, oltre a non essere il solo ed unico termine di traduzione possibile per questa parola, la sua scelta è particolarmente infelice, perché il Maestro Shakyamuni ha espresso la prima delle sue Quattro Nobili Verità del Cammino Spirituale nei termini di «la Vita è DUKKHA», che diventa conseguentemente «la Vita è sofferenza».
Come tutte le Verità, questa affermazione viene compresa in relazione al livello di Essere e di Coscienza di ciascun individuo, ovvero in relazione a quanto la Natura Solare di un Individuo si è destata nei suoi Veicoli Inferiori; ma è innegabile che affermare «la Vita è sofferenza» come primo precetto fondamentale di un Percorso Spirituale non è molto utile allo stato d'animo e alla predisposizione - possiamo dire così - di chi si avvicina a questa nobile Tradizione, soprattutto se nato in occidente.
In realtà DUKKHA è un termine che va compreso in un senso differente, più ampio e più sottile di questo. Immaginiamo una ruota, che invece di essere perfettamente liscia e circolare rispetto al suo centro, è fatta a scalini, non è uniforme nella sua circolarità e nella sua struttura. Qualcosa di simile alla figura alla pagina seguente.
Immaginate di uscire per fare un lungo, lungo viaggio a bordo di una carrozza che monti anche solo una delle sue ruote fatta in questo modo. Che cosa ne derivera, al viaggiatore? Scomodità, sobbalzi, continuo stress e tensione; un viaggio che non sarà comodo, che non permetterà di godersi il panorama e le bellezze che si attraversano lungo il cammino; un viaggio che potrebbe persino causare inconvenienti fisici personali.
Ecco che cosa intende il Maestro Shakyamuni con il termine DUKKHA: siamo usciti in carrozza per fare un lungo viaggio - e questo viaggio è la Vita.
Tuttavia, siamo usciti con almeno una ruota del nostro veicolo che funziona male - quando non sono tutte quante - e che quindi ci impedisce di viaggiare comodi, sereni, e di goderci la Vita ed il viaggio stesso.
Insoddisfazione, stress, sobbalzi continuati che non hanno mai fine, tensione costante, inutile e dannosa, possibilità di guasti all'intera carrozza, persino rischi per la nostra incolumità fisica: tutto questo è DUKKHA, e questa è l'immagine metaforica della nostra Vita ordinaria naturale secondo il Maestro Shakyamuni.
Fino a quando non ci avviciniamo, per qualche misterioso ed immenso miracolo, alle Verità della Scienza Iniziatica e del Cammino Spirituale; che arrivano come l'artigiano che viene a riportare la ruota alla giusta forma per poter viaggiare comodi, sereni, e grati.
Data di Pubblicazione: 3 aprile 2023