EDUCAZIONE E FAMIGLIA

Costruire l'Intelligenza Emotiva - Anteprima del libro di Linda Lantieri

Esercizi per educare la resilienza nei bambini

Costruire la prontezza interiore

A Manhattan, la mattina dell’11 settembre 2001, nessuno avrebbe potuto prevedere che nel giro di poco tempo più di cinquemila studenti e duecento insegnanti sarebbero stati costretti a darsi alla fuga per mettere in salvo la propria vita. Era appena il sesto giorno di scuola, e nella maggior parte delle classi si era già nel bel mezzo della routine quotidiana: si preparavano i libri per le lezioni, si salutavano i compagni. In effetti, quando si verificò il primo, rumorosissimo, impatto, il suono non sembrò neppure così inconsueto per New York in una frenetica mattina di fine estate. Molti insegnanti proseguirono normalmente la loro attività. Poi ci fu il secondo boato che scosse numerosi edifici circostanti e si propagò per diversi isolati. E alcuni videro quello che stava accadendo proprio davanti alle finestre della loro scuola. Direttori e insegnanti cominciarono ad apprendere i primi frammenti di informazioni circa quel che stava accadendo. Capirono immediatamente di trovarsi nel mezzo di un evento assolutamente imponderabile, mentre gli occhi ansiosi di migliaia di bambini li scrutavano per ottenere una spiegazione plausibile a ciò che accadeva.

Gli adulti in posizione di responsabilità realizzarono in qualche modo che l’unica possibilità di prendere la decisione giusta era quella di rimanere tranquilli e aiutare i loro alunni a fare altrettanto. I bambini furono per lo più fatti accomodare nelle palestre o nei locali della mensa. Vennero distribuiti carta e colori agli alunni, i quali iniziarono a disegnare le immagini che erano riusciti a vedere prima che le finestre venissero schermate. Disegnarono immagini delle torri gemelle con quelli che pensavano fossero uccelli e farfalle che volavano giù dalle finestre.

Gli adulti avevano pochissime idee circa il da farsi. Prima che tutte le comunicazioni venissero interrotte, i supervisori stavano suggerendo alcune strategie. Ma quei supervisori si trovavano a più di un chilometro di distanza e non potevano davvero immaginare a cosa insegnanti e direttori stessero assistendo. Nel mezzo di profonda incertezza e pericolo, questi adulti furono costretti a prendere la decisione più importante della loro carriera di educatori: per salvare i bambini bisognava evacuare la scuola e correre verso un luogo più sicuro.

Una volta all’esterno, molti furono avvolti da una nuvola nera di polvere; i bambini camminavano e correvano mano nella mano, mentre alcuni insegnanti intonavano canzoncine e filastrocche molto conosciute che li distogliessero da quanto vedevano e sentivano tutt’intorno. Molte insegnanti si liberarono delle scarpe con i tacchi così da poter correre più velocemente. Un insegnante di terza classe ha dichiarato: “I due alunni di otto anni che tenevo per mano correvano alla mia stessa velocità. Non so bene cosa mi facesse andare avanti mentre mi precipitavo in quel fiume di gente in corsa... Ricordai, due o tre giorni dopo, che un bambino mi disse: ‘Guardi! Persino i cani hanno paura’”.

Miracolosamente, sebbene macerie e detriti cadessero intorno a loro e la confusione regnasse sovrana, tutti gli studenti e gli insegnanti riuscirono a mettersi in salvo. In quel momento, gli adulti di riferimento per i bambini fecero ricorso alla loro saggezza interiore, al loro coraggio e alla loro calma per evacuare in sicurezza e con successo intere scolaresche. Bambini che assistevano a spettacoli indicibili, in qualche modo, quel giorno, riuscirono a perseverare nella loro lunga marcia verso la salvezza e, sforzandosi di rinvenire un senso nel disastro, immaginarono che i corpi in caduta dalle torri gemelle fossero uccelli in volo.

Ciò che fece superare quella giornata a questo straordinario gruppo di adulti e bambini non fu certo la performance degli alunni aH’ultimo compito in classe. Quel giorno, dovendo fronteggiare gli esami più duri posti dalla vita, la questione della preparazione scolastica assunse una posizione secondaria rispetto alla questione della preparazione interiore. Per qualche motivo, alcuni direttori, insegnanti e studenti erano in possesso delle risorse interiori necessarie ad entrare in connessione con il loro più profondo buon senso. Nel mezzo della devastazione che li circondava, essi furono in grado di conservare la calma e l’equilibrio. Partendo da uno stato interiore di allerta rilassata, essi furono capaci di prendere le decisioni giuste, quelle che li avrebbero condotti tutti alla salvezza.

Essendomi trovata a Manhattan quel giorno ed essendo tra coloro che accorsero a fornire aiuto agli insegnanti e agli studenti di Ground Zero, riuscii a comprendere a fondo alcune verità. Divenni più profondamente consapevole che le prove più dure della vita possono presentarsi sul cammino di un bambino in qualsiasi momento e che noi adulti non possiamo proteggere i nostri piccoli da circostanze al di là del nostro controllo. La questione più urgente è come fare a fornire ai bambini la forza interiore di cui necessitano per affrontare sia le sfide complesse che le grandi opportunità che si presentano loro. È possibile coltivare i “modi di essere” che hanno aiutato studenti e insegnanti di Ground Zero a conservare la calma e l’equilibrio nel mezzo di tanta incertezza e inconsapevolezza?

Se è certamente possibile affermare che gli insegnanti e i bambini quel giorno misero in campo le risorse interiori di cui avevano bisogno, cosa è necessario fare per riempire quel pozzo da cui essi attinsero così ampiamente? Con l’accumularsi delle tensioni della vita moderna sui bambini di oggi, come possiamo nutrire la disposizione di mente, corpo e cuore necessaria ad allentare continuamente la pressione?

Nel giugno 2002, nell’ambito delle riflessioni sull’anno scolastico appena trascorso, uno scolaro di una scuola elementare ad un isolato dall’ex World Trade Center guardò l’insegnante dritto negli occhi e disse: “Non dimenticherò mai che quel giorno tu mi hai tenuto la mano e non hai mollato”. Quelli di noi che si stanno prendendo cura di un bambino devono ricordare quanto sia importante nutrire le nostre vite interiori in modo che possiamo offrire ai nostri bambini il tipo di sostegno di cui hanno bisogno per sviluppare la loro forza interiore. Non dobbiamo mollare fino a quando non avremo aiutato i nostri bambini ad avvertire quella sicurezza interiore.

Di cosa parla questo manuale

Sin dall'11 settembre 2001 mi sono occupata di fornire a migliaia di bambini e adulti le abilità e le strategie per aiutarli a tranquillizzare la mente, calmare il corpo e identificare e gestire più efficacemente le emozioni. In qualità di fondatrice e responsabile del Programma di Resilienza Interiore, ho constatato che il riuscire ad avere maggior controllo dei propri pensieri, delle proprie emozioni e del proprio corpo può costituire una sorta di armatura interna che dà ai bambini la preparazione interiore di cui hanno bisogno per affrontare le sfide e le opportunità della vita. Questo testo offre idee e strategie di tipo pratico, per voi e per i bambini affidati alle vostre cure, che mirano a sviluppare la capacità di apprezzare il silenzio e la calma, grazie alla regolare condivisione di momenti di tranquillità, e a farvi divenire più abili nel gestire lo stress. Esso vi offre l’opportunità di pianificare del tempo a favore della vostra famiglia che serva a (ri)portare equilibrio, nuova linfa e tranquillità alla vostra vita. Patrice Thomas scrive, nel testo The Power of Relaxation, di un tempo dedicato alla tranquillità da trascorrere con i bambini, che viene definito “tempo del cuore e dell’anima”.

Ciascuno di voi può decidere quale nome dargli e potrebbe essere un’ottima idea quella di coinvolgere i bambini nella scelta del nome.

La cosa più importante è che si decida di concedersi in maniera regolare questo “tempo del cuore e dell’anima” come parte della propria routine familiare. In secondo luogo, utilizzando il CD e il materiale di accompagnamento, vi state dando l’opportunità di sviluppare alcune abilità concrete nel coltivare la forza interiore e l’intelligenza emotiva, sia vostre che dei vostri bambini.

A seconda dell’età del vostro bambino (o bambini), il viaggio sarà diverso. I bambini più piccoli, ad esempio, hanno ancora una notevole capacità di accedere alle dimensioni interiori che verranno qui esplorate. Essi possiedono ancora la capacità di vedere al di sotto della superficie delle cose. Sono pieni di meraviglia e stupore e sanno giocare in modo creativo. A volte essi avvertono cose che agli adulti è spesso necessario più tempo per percepire o sapere. Per esempio, i bambini più piccoli sono capaci di prendere rapide decisioni intuitive circa le persone con cui fare amicizia. Quando tuttavia questo aspetto del bambino non è affermato e visibile, esso diventa nascosto e represso. Come risultato, i bambini piccoli possono perdere il contatto con una parte di essi già abbastanza ben sviluppata.

Purtroppo, man mano che i bambini crescono, ricevono spesso messaggi - espliciti e impliciti - relativi al fatto che le straordinarie esperienze della loro vita interiore non rappresentano una parte “accettabile” della loro realtà. Iniziano a pensare che forse non è possibile sapere cose in maniera intuitiva o avere profonda compassione per qualcuno, perché non sono grandi abbastanza per farlo. Con la crescita, la consapevolezza della propria vita interiore diventa sempre più repressa, dimenticata e segreta. L’adolescenza offre l’opportunità di riaprire quel filone di ricerca, tuttavia in questa fase i ragazzi si scontrano spesso con la tendenza degli adulti a ignorare o a banalizzare le esperienze trascendentali. Quello che complica la faccenda è che pochi di noi sanno cosa vuol dire essere allevati ed educati in quel modo. Se speriamo di avere la possibilità di coltivare un tale approccio con i nostri figli, ognuno di noi avrà bisogno di trovare modelli ed esperienze positivi che possano dimostrarci come vivere in modo più completo.

Il suggerimento è quello di iniziare a praticare questo tipo di lavoro con i bambini già a partire dai cinque anni. I bambini di quell’età cercano suggerimenti da parte dei genitori circa ciò che è prudente esplorare e cosa non lo è. Svolgere questi esercizi con bambini di ogni età comunica loro chiaramente il messaggio che noi sappiamo riconoscere e valorizzare le loro capacità interiori. Ed è importante svolgerli con regolarità per ottenere i benefici che possono fornire. L’obiettivo è quello di apportare, attraverso l’uso di queste tecniche, calma ed equilibrio ad ogni aspetto della vostra vita e di quella dei vostri figli. Sebbene in questo libro si parli di genitori che assumono l’iniziativa nell’insegnare quelle abilità ai bambini a casa, gli insegnanti possono anche offrire quelle stesse strategie aH’interno della classe. Tutte le suggestioni e gli approcci di questo libro sono infatti applicabili e adattabili sia all’ambiente domestico che a quello scolastico. Ho deciso di concentrarmi su due pratiche, nel libro e nel CD, per costruire la resilienza interiore e aumentare l’intelligenza emotiva nei bambini:

  1. rilassare il corpo (attraverso un progressivo rilassamento muscolare e un esercizio di “scansione” corporea);
  2. concentrare la mente (attraverso un esercizio di presenza mentale consapevole).

Questo capitolo descrive alcuni benefici derivanti dall’insegnare ai bambini a praticare regolarmente il rilassamento e include una rassegna degli studi alla base di questo lavoro.

Il capitolo “Preparazione degli esercizi per calmare il corpo e concentrare la mente” fornisce alcuni principi guida e si concentra sul ruolo degli adulti nel creare un ambiente di apprendimento accogliente, necessario affinché questo manuale porti i suoi frutti.

I tre capitoli successivi sono dedicati rispettivamente a ciascuno dei seguenti gruppi di età: dai cinque ai sette anni, dagli otto agli undici e dai dodici in su. Ciascun capitolo include esercizi, concepiti su misura per ciascun gruppo di età, da effettuare sia prima che dopo aver ascoltato il CD. Il CD offre poi delle esercitazioni guidate (di contemplazione), create da Daniel Goleman, adeguate all’età del vostro bambino.

Infine il capitolo “Preparare i giovani a condurci nel ventunesimo secolo” riassume alcuni dei passi che è possibile intraprendere per assicurare la sostenibilità a lungo termine di questi sforzi per conto dei bambini.

Le idee e le strategie presentate qui non vanno intese come soluzione alle varie problematiche di tipo educativo, comportamentale e di salute che i bambini affrontano. È comunque utile, a bambini e adulti, avere a disposizione meccanismi interni che riducano la reazione di stress del corpo. Alcuni dei benefici, per voi e per i bambini di cui vi prendete cura, sono i seguenti:

  • Accresciuta auto consapevolezza e comprensione di sé.
  • Maggiore abilità nel rilassare il corpo e allentare la tensione fisica.
  • Migliore concentrazione e abilità a prestare attenzione, fattori critici per l’apprendimento.
  • La capacità di affrontare situazioni stressanti più efficacemente creando una modalità di reazione agli agenti stressanti più rilassata.
  • Maggiore controllo sui propri pensieri, con esclusione dei pensieri sgradevoli.
  • Maggiore opportunità per una comunicazione e comprensione più profonda tra genitore e bambino, a causa della condivisione regolare di pensieri e sentimenti.

Non appena ci si sarà avviati sul percorso di regolare condivisione di momenti di tranquillità con ciascuno dei vostri bambini, si auspica che i benefici siano anche vostri. Svilupperete probabilmente un livello superiore di auto consapevolezza e comprenderete più a fondo chi è vostro figlio. Avvalendovi di questi momenti programmati di presenza piena con i vostri bambini, con modalità diverse dal passato, potreste scoprire di essere in grado di portare un nuovo livello di consapevolezza del momento presente ad altre parti della giornata. Spero vi possa aiutare a divenire più disponibili verso voi stessi e verso i vostri figli in generale cosicché anche voi possiate affrontare più efficacemente gli elementi di stress e godere appieno, con la consapevolezza del cuore e dell’anima, dell’essere genitori.

Cosa dice la ricerca circa rinsegnamento di esercizi di rilassamento finalizzati a ridurre lo stress e accrescere il benessere

E evidente quanto sia grave il problema dello stress non gestito nella nostra società. Si stima che una percentuale compresa tra il 70 e il 90% di tutte le visite mediche effettuate oggi negli Stati Uniti sia relativa a disturbi legati allo stress. Da uno studio decennale, risultava che le persone incapaci di gestire lo stress in modo efficace presentavano un tasso di mortalità più alto del 40% rispetto alle persone non sofferenti di stress’ La nostra società è orientata in direzione di “rimedi tampone” quando ci si presentano le sfide della vita. Assumiamo medicine e le facciamo assumere ai nostri bambini. Gli americani consumano cinque milioni di tranquillanti all’anno nel tentativo di tenere sotto controllo lo stress.

Anche la vita dei bambini è oggi molto più caratterizzata dallo stress. Quando gli adulti vivono ad un ritmo accelerato e frenetico, i bambini ne subiscono le conseguenze. La stessa società statunitense ha subito numerosi cambiamenti che hanno prodotto un aumento della pressione sui bambini e ne hanno messo a rischio l’infanzia. Tanti genitori lavorano molte ore al giorno e consentono all’attività lavorativa di interferire nelle loro vite, comunque e dovunque. Di conseguenza, un numero sempre più alto di bambini trascorre buona parte della giornata con varie figure deputate a prendersene cura. Vi è poi la costante pressione sui bambini affinché conseguano buoni risultati scolastici in età sempre più giovane, e anche la scuola è diventata dunque una grossa fonte di stress per loro.

Troppi giovani oggi vivono difficoltà legate alla salute mentale e all’adattamento, e la nostra società non impiega risorse adeguate a fornire aiuto e attenzione. Si stima che un individuo su cinque nella fascia compresa tra i nove e i diciassette anni abbia un disturbo mentale diagnosticabile. Il fatto è che un numero sempre più alto di bambini entra nella scuola già in condizioni critiche, impreparato, sia cognitivamente che emotivamente, ad apprendere. Nello stesso tempo, gli educatori affrontano la sfida di aspettative esterne sempre più alte mentre, nello svolgimento del proprio lavoro, sono costretti a confrontarsi con risorse interne sempre meno consistenti.

Spesso i sintomi di stress non gestito nei bambini vengono erroneamente scambiati per comportamenti inappropriati da reprimere. I bambini vengono rimproverati da insegnanti e genitori per azioni che sono in realtà reazioni dovute allo stress, piuttosto che a un cattivo comportamento intenzionale. La situazione diviene una spirale discendente, in cui una reazione di stress si alterna ad un’altra, e sia gli adulti sia i bambini vi rimangono intrappolati.

Un sondaggio condotto dall’agenzia nazionale Kids Poll ha effettuato uno studio su 875 bambini, tra i nove e i tredici anni, circa le cause dello stress e le strategie più utilizzate per gestire lo stress. Le tre fonti principali di stress riferite erano i voti, la scuola e i compiti (36%), la famiglia (32%) e gli amici, i coetanei, i pettegolezzi e le molestie (21%). Le tre strategie più utilizzate erano giocare o fare qualcosa di attivo (52%), ascoltare musica (44%) e guardare la TV o giocare ad un video gioco (42%). Delle dieci strategie più utilizzate, nessuna comportava l’introspezione o la contemplazione, a differenza delle strategie che esploreremo in questo testo. Emergeva tuttavia un aspetto positivo, e cioè che il 75% degli interpellati riferiva della necessità di avere accanto i genitori, per trascorrerci del tempo insieme, nei momenti difficili. Ciò può costituire un punto a vostro favore, se deciderete di sperimentare alcune delle nostre tecniche con i vostri figli. Quelle strategie vi aiuteranno non soltanto a gestire meglio il loro stress ma anche a fornire loro del tempo di qualità in vostra compagnia. Noi adulti abbiamo vissuto la nostra infanzia in un mondo completamente diverso da quello che i nostri bambini si trovano ad affrontare. Il mondo di oggi presenta fattori stressanti di ogni genere, che non esistevano neppure al tempo della nostra infanzia. In qualità di insegnante elementare negli anni Settanta e, successivamente, di dirigente nelle scuole di New York, ho iniziato a notare quanto fosse seriamente in declino lo sviluppo sociale ed emotivo dei giovani. I bambini che vedevo arrivare a scuola erano sempre più aggressivi, disobbedienti, impulsivi, tristi e soli. In effetti, lo psicologo Thomas Achenbach dell’Università del Vermont ha confermato ciò che avevo osservato. Il suo studio pionieristico, condotto su migliaia di bambini americani, alla metà degli anni Settanta e poi nuovamente verso la fine degli anni Ottanta, confermò che quanto avevo notato era vero. I bambini americani - dai più poveri ai più ricchi - mostravano un declino a tutto campo nei risultati su oltre quaranta indicatori atti a definire una serie di capacità emotive e sociali.

Il paradigma dominante in risposta al declino delle capacità socio-emotive nei bambini si concentrò sul tentativo di identificazione dei fattori di rischio che determinavano quel comportamento antisociale. Per quasi due decenni le scuole hanno condotto delle “guerre preventive”, come la “guerra alle droghe”, per cercare di ridimensionare gli atteggiamenti negativi. Negli ultimi due decenni abbiamo assistito ad un cambiamento in senso positivo dei paradigmi. Studiosi e praticanti stanno studiando il concetto di resilienza - l’abilità innata che tutti possediamo di auto-correggerci e svilupparci a dispetto delle sfide che la vita ci pone. Bonnie Bernard, una pioniera nel campo dei metodi educativi basati sui punti di forza, ci ha aiutati a osservare in che modo i punti di forza e le capacità dei giovani possano essere sviluppati così da proteggerli dal danno potenziale che queste circostanze rappresentano. Questo filone di ricerca ha un’attinenza diretta per noi che pensiamo di coltivare la forza interiore nei bambini attraverso un regolare esercizio di distensione della mente e di rilassamento del corpo.

La ricerca mirante alla costruzione della resilienza punta inoltre su uno dei fattori protettivi più importanti che un bambino possa avere: la presenza di almeno un adulto amorevole e solidale (ancor meglio se ce ne sono tanti), che crede nel suo valore. I bambini hanno bisogno di adulti che siano per loro punti di riferimento stabili, che non si stanchino mai di prendersene cura. Hanno anche bisogno di apprendere abilità socio-emotive concrete, insegnate sia a casa che a scuola, e necessitano di numerose opportunità di mettere in pratica quelle abilità in modo da averle a disposizione ogniqualvolta sia necessario utilizzarle. Gli esercizi di questo testo rafforzano tutte le tre condizioni menzionate.

Cosa sappiamo specificamente circa i benefici dell’insegnare in modo sistematico ad adulti e bambini a rilassare il corpo e a concentrare la mente come modalità per costruire la resilienza? Sono stati pubblicati centinaia di studi, alcuni in riviste con peer review, sui benefici (in particolare) della tecnica di rilassamento chiamata “Riduzione dello stress basata sulla presenza mentale” o “Mindfulness” (MBSR), frutto del lavoro di Jon Kabat-Zinn, fondatore dello Stress Reduction Program presso la Scuola medica deU’Università del Massachusetts. Kabat-Zinn studiò innanzitutto l’uso di pratiche di presenza mentale con pazienti adulti sofferenti di dolori cronici. Scoprì che i pazienti facevano registrare, oltre alla diminuzione dei dolori, un abbassamento della pressione sanguigna e un maggiore senso di benessere. Attualmente diverse versioni di MBSR sono impiegate in più di duecento centri medici in tutto il paese, per curare non soltanto i dolori cronici ma anche i disturbi cardiovascolari e gli effetti delle terapie anticancro.

Kabat-Zinn condusse anche uno studio con pazienti affetti da psoriasi e scoprì che quelli a cui era stata insegnata una pratica meditativa di presenza mentale guarivano quattro volte più velocemente rispetto al gruppo di controllo. Nel 2001, Kabat-Zinn effettuò uno studio su persone non affette da gravi problemi di salute ma che certamente subivano una buona dose di stress derivante dal quotidiano. In questo studio, i volontari erano assegnati in modo casuale al gruppo di controllo o al gruppo sperimentale. Al gruppo sperimentale era richiesto di imparare e mettere in pratica esercizi che includevano le due strategie di rilassamento presentate in questo libro e nel CD: la meditazione di presenza mentale e le scansioni corporee. L’azione includeva anche lo Yoga. Dopo tre mesi, il gruppo che praticava le strategie di rilassamento in modo regolare mostrò un decremento del 46% di sintomi fisici quali raffreddore, mal di testa eccetera; un decremento del 44% del disagio psicologico e infine una riduzione del 24% della reazione di stress ai problemi quotidiani. Il gruppo di controllo non mostrò cambiamenti significativi nei livelli di stress.

Il dottor Richard Davidson, professore di psicologia e psichiatria all’Università del Wisconsin a Madison, ha pure contribuito alla ricerca sui benefici dell’insegnamento delle strategie di rilassamento agli adulti. Attraverso vari studi da lui condotti nel corso degli anni sugli effetti della meditazione, sappiamo adesso che queste strategie aumentano la materia grigia, apportano miglioramenti al sistema immunitario, riducono lo stress e accrescono il senso di benessere. Uno studio più recente del dottor Davidson ha tentato di esaminare il modo in cui la meditazione influenza l’attenzione. Poiché la meditazione può essere considerata una sorta di allenamento mentale dell’attenzione, egli decise di prendere in esame la questione del se la meditazione potesse avere un impatto significativo su prestazioni che richiedono intenzionalità. Egli concluse che l’attenzione sembrerebbe essere una abilità flessibile, da allenare. I partecipanti con all’attivo tre mesi di esperienza meditativa intensa furono infatti in grado di svolgere meglio un test di attenzione chiamato “istante attenzionale”. Egli decise di utilizzare l’istante attenzionale per esplorare il legame tra meditazione e attenzione, perché quest’ultima era considerata una proprietà immutabile del sistema nervoso. Comunque, la ricerca iniziale suggerisce l’idea che l’attenzione può migliorare con l’esercizio. Questa nuova scoperta potrebbe avere implicazioni importanti per quanto riguarda i bambini e l’apprendimento.

Fino a poco tempo fa, molta della ricerca sugli effetti di questo tipo di esercizi era condotta sugli adulti. Intorno al 2006 è stata avviata una ricerca scientifica più rigorosa - con l’impiego di dati misurabili che producessero risultati riproducibili - circa gli effetti delle tecniche di rilassamento sui bambini. Oggi sono in atto numerosi studi negli Stati Uniti e in Canada. L’Inner Resilience Program, di cui sono cofondatrice e che dirigo, costituisce un tentativo di ricerca in quella direzione. Attraverso il supporto di Metis Associates, Ine; abbiamo condotto una ricerca empirica originale utilizzando un piano sperimentale che prendeva in esame l’impatto che il nostro aveva su un gruppo selezionato di insegnanti, studenti e classi di New York. In totale, presero parte alla ricerca 57 insegnanti delle scuole pubbliche di New York, insieme a 857 studenti del terzo, quarto e quinto grado - di cui metà faceva parte del gruppo di trattamento e metà del gruppo di controllo. Nell’ambito del nostro intervento, gli insegnanti vennero sottoposti alle pratiche di rilassamento incluse in questo testo, e successivamente venne loro insegnato il modo in cui insegnare quelle abilità ai loro studenti servendosi del nostro percorso “Building Resilience from the Inside Out - Grades K-12” (Costruire la resilienza dall’interno - Dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado).

Le analisi esaminarono le differenze fra i partecipanti dei gruppi sperimentale e di controllo su tutti i risultati misurati. L’analisi tra gruppi mise in evidenza parecchi risultati interessanti e piuttosto rilevanti riguardo al benessere degli insegnanti, tra i quali riduzione dei livelli di stress, aumento dei livelli di attenzione e presenza mentale e l’instaurarsi di una maggiore fiducia relazionale fra gli insegnanti all’interno del gruppo sperimentale. Per di più, gli studenti del terzo grado degli insegnanti del gruppo sperimentale sentivano di avere molta più autonomia e ascendente all’interno delle loro classi alla fine dell’anno scolastico rispetto all’inizio, e l’analisi del benessere degli studenti indicava che il programma aveva un forte impatto positivo nel ridurre i livelli di frustrazione degli studenti del terzo e quarto grado.

Molti di noi che stanno intraprendendo questa rigorosa ricerca scientifica sono incoraggiati dalle scoperte preliminari. Coloro che hanno insegnato queste abilità ai bambini sono stati rincuorati dai cambiamenti che hanno notato. Ad esempio, Kimberly Schonert-Reichl, della University of Columbia in Canada, ha osservato che i bambini a cui era stata insegnata una tecnica di presenza mentale simile a quella di questo libro erano “meno aggressivi; meno maldisposti nei confronti degli insegnanti; più attenti in classe e parlavano di sentimenti più positivi, incluso un maggiore ottimismo”. Susan Smalley, che dirige il Mindfulness Awareness Research Center (Centro di ricerca di consapevolezza della presenza mentale) alla UCLA, ha pure riscontrato risultati positivi derivanti dall’insegnamento di queste tecniche agli adolescenti con disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Ha scoperto che l’apprendimento di tecniche di presenza mentale riduce in loro l’ansia e ne accresce la capacità di concentrazione. Molti altri studi, più rigorosi, sono in atto. Nel frattempo, si continuano a sperimentare di prima mano i benefici che tale tipo di approccio può avere sui bambini.

Questo testo è estratto dal libro "Costruire l'Intelligenza Emotiva".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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