Anteprima del libro "Yoga e Chakra" di Anodea Judith

Lo yoga è fondamentalmente una pratica

Lo yoga è fondamentalmente una pratica. Mentre ci sono molti testi che possono insegnarvi la sua filosofia, le sue linee guida e i suoi principi, la pratica dello yoga si apprende nel laboratorio del proprio corpo. La consapevolezza è il guru interiore che vi guiderà. La vostra pratica diventa il vostro crogiolo, lo spazio in cui il corpo si scalda e l’alchimia trasforma il piombo in oro.

Attraverso tentativi ed errori, lo sforzo e la resa, l’apprendere e il trasmettere, pian piano si impara cosa sia davvero lo yoga e quali siano i suoi effetti. E attraverso la pratica continua che si apprende lo yoga.

Se avete preso un appuntamento per un massaggio o con il dentista, è probabile che vi presentiate puntuali all’orario stabilito e che in quel lasso di tempo non facciate nient'altro. Se effettivamente organizzerete la vostra pratica con la stessa coerenza con cui vi recate a un appuntamento o a una lezione, sarà più facile che manteniate l’impegno. Trovate un orario che funzioni per voi. Praticare la mattina energizza il vostro corpo e lo rende aperto e ben equilibrato per la giornata. Praticare nel pomeriggio è bellissimo, perché il corpo non risulterà rigido come è solitamente di primo mattino. Praticare la sera è un buon modo per lasciar andare lo stress della giornata, ma non è ottimale per eseguire posizioni forti o energizzanti.

Frequentare un ritiro di yoga piuttosto lungo iscrivendosi a uno dei numerosi seminari proposti da insegnanti qualificati in ogni Paese del mondo è una buona possibilità per potenziare il vostro yoga portandolo a un nuovo livello. Praticare per molte ore consecutivamente, per diversi giorni di seguito, vi darà qualcosa che va oltre gli effetti di una lezione occasionale o anche della pratica quotidiana.

Non c’è tempo per lasciarsi scivolare nei vecchi schemi. I muscoli si sviluppano, la flessibilità si amplia e si manifestano nuove abilità (e anche nuovi amici) che vi guideranno lungo il cammino. È garantito che alla fine vi troverete in un punto diverso rispetto a quando avete iniziato.

Essenzialmente la vostra pratica è come una relazione: richiede tempo e attenzione. Deve essere coltivata con una buona comunicazione, intimità e rispetto. E, come in una relazione, a volte potrà essere necessaria un po’ di terapia! Prendere una lezione privata con un istruttore di yoga esperto può essere molto utile, soprattutto se soffrite di qualche disturbo o avete dei dolori cronici e sentite la necessità di apprendere delle varianti personalizzate per le posizioni.

La yogaterapia può aiutarvi a comprendere le sottili caratteristiche dell’allineamento proprio del vostro corpo, rivolgendovi alle vostre tendenze innate. Vi potrà essere utile comprendere i “vissuti dei vostri tessuti” con qualcuno che può strutturare le posizioni secondo i vostri bisogni personali.

Il materiale proposto in questo libro è molto più di quanto chiunque possa fare in un’unica sessione. Perciò, sarà utile che voi troviate un modo di creare una vostra pratica che vi mantenga in equilibrio. Potreste desiderare di focalizzarvi su un chakra particolare, oppure di eseguire alcune posizioni per ciascun chakra per avere un’esperienza completa. Lasciate sempre che siano il vostro corpo e i vostri bisogni a guidarvi, ma tenete presente che la maggior parte di noi preferisce ciò che gli è facile ed evita ciò che è difficile.

Abbiate cura di bilanciare le posizioni intense con il rilassamento, e viceversa. Nel corso della pratica, bilanciate la focalizzazione sui chakra superiori con il radicamento e il movimento dei chakra inferiori, i piegamenti in avanti con quelli indietro e le posizioni di forza con quelle di abbandono. Trovate le posture che vi portano il maggior beneficio e che lavorano sulle zone più rigide e sui vostri chakra più deboli.

Quanto a lungo si mantiene una posizione?

In genere in un libro evito di dare istruzioni su quanto mantenere una posizione. Questo per diverse ragioni.

Secondo la mia opinione, durante la maggior parte delle lezioni di yoga si indica ai praticanti di muoversi da una posizione all altra davvero troppo in fretta, senza permettere agli studenti di “trovare” veramente la posizione. Questo, alla lunga, fa sì che il progresso nella pratica sia più lento, poiché la velocità può portare a sviluppare di cattive abitudini e si può perdere il momento illuminante che giunge quando l'allineamento si sistema.

I muscoli e il tessuto connettivo necessitano di tempo per rilassarsi. Nella vostra pratica a casa, prendetevi tutto il tempo di cui avete bisogno per trovare il vostro centro e sviluppare uno stato di comfort nella posizione. Spesso ciò richiede più tempo di quanto pensiate, quindi permettetevi di restare nella posizione più a lungo. Se possibile, aspettate finche la posizione accade da sé”: una resa interna che vi porta a un livello più profondo.

Se vi sentite troppo a disagio per restare nella posizione più di qualche istante, scioglietela leggermente e rendetela un po’ meno intensa. Il respiro profondo, privo di sforzo, è un buon segnale che siete nella giusta posizione. Come un mio insegnante di pianoforte mi disse una volta: «Fai esercizio con lentezza prima di suonare velocemente».

Il corpo e le capacita di ciascuno di noi sono differenti. Così, in una lezione di yoga, quello che per una persona e un tempo troppo breve di tenuta di una posizione, per un’altra può essere troppo lungo. L’«idea» dello yoga è di trovare il vostro centro, la vostra stabilità, il vostro momento di grazia. Sforzarvi di mantenere una posizione mentre state soffrendo o di muovervi troppo in fretta così da non percepire davvero la posizione significa negare lo scopo più profondo dello yoga. Questo scopo non è la prestazione fisica, ma un’accresciuta consapevolezza del proprio corpo.

Nel nostro mondo siamo circondati da persone che ci dicono come apparire, come muoverci, come avere rapporti sessuali e come essere. Ciò significa formare noi stessi sulla base di indicazioni esterne piuttosto che seguendo una guida interiore. Ricevere buone istruzioni di yoga è importante, ma ci darà molta più forza scoprire dall’interno ciò di cui il nostro corpo ha bisogno.

Avere troppe istruzioni esterne ci porta fuori dal nostro tempio interiore invece che in profondità dentro di esso. Il punto essenziale e percepire profondamente il proprio corpo e respirare in ogni posizione. Chiedete al vostro corpo quanto tempo mantenere una posizione. Seguite il vostro tempo interiore.

Se non sentite dolore, se non soffrite di uno stiramento muscolare o di qualche altro disturbo, se non vi sforzate troppo o non vi “distraete” durante la pratica, è assai improbabile che manteniate una posizione troppo a lungo. Nella pratica a casa è più probabile che eseguiate una posizione in fretta e che non la manteniate abbastanza.

Proseguendo nella vostra pratica raggiungerete una maggiore abilita nell'esecuzione delle posizioni, e potrete cercare di mantenerle ogni volta un po' più a lungo. Nelle posizioni di equilibrio e di forza, questo accrescerà la vostra resistenza. Nelle posizioni di abbandono, troverete una maggiore possibilità di lasciarvi andare.

Trovare il proprio limite

Lo yoga accade ogni volta che la vostra coscienza presta una piena attenzione a ciò che state facendo, sia che stiate cercando di raggiungere il vaso del burro di arachidi su uno scaffale molto in alto, sia che stiate mantenendo una posizione. Lo yoga accade quando portate respiro al vostro corpo, attenzione a una sensazione o quando penetrate quello spazio tra un pensiero e l’altro ed entrate in una piena presenza del momento. Lo yoga accade quando le vostre azioni sono consapevoli, deliberate e coerenti con i vostri valori e virtù. Accade ogni volta che siete in unione con la grazia.

Nella pratica sul vostro materassino, tuttavia, lo yoga accade quando siete al vostro limite. Molte posizioni presentano varianti adatte a principianti, praticanti intermedi e praticanti avanzati. Vi è anche un’ampia varietà di possibilità riguardo al punto in cui spingersi nell’esecuzione di una posizione.

Per esempio, un piegamento in avanti da una posizione in piedi come Uttanasana è la stessa posizione sia che riusciate a portare le vostre mani completamente a terra sia che riusciate ad arrivare soltanto alle ginocchia. In realtà, gli effetti sono molto più marcati per la persona che riesce ad arrivare solo alle ginocchia che per quella che ha già ottenuto la massima flessibilità dei muscoli delle cosce. Ciò che è davvero importante “accade” proprio sul limite individuale.

Come trovare il vostro limite?

In ogni posizione vi è uno spazio delicato, tra la vostra zona di comfort - l’ambito nel quale vi muovete con facilità, senza sforzo eccessivo, tensione, dolore o resistenza - e il luogo in cui lo sforzo diventa più intenso e il dolore e la resistenza naturale del corpo si fanno sentire. Spesso forzare il corpo quando sentite dolore può produrre contratture, con la conseguenza che il complessivo processo di apertura richiederà ancora più tempo.

Eppure, per progredire nello yoga sarà necessario spingervi dolcemente oltre il vostro limite. Se vi accontentate di rimanere nella zona di comfort, non approfondirete il vostro yoga. L’idea non è quella di saltare oltre la vostra zona di comfort, ma piuttosto di espanderla. Man mano che continuerete nella vostra pratica di yoga, essa si espanderà naturalmente, non solo nel corpo, ma anche nella vostra vita.

Diventerete meno reattivi, più centrati, e riuscirete anche a gestire meglio lo stress dovuto a situazioni esterne. Espandere la vostra zona di comfort significa poter entrare più intensamente nella posizione senza sentire dolore, essere connessi al proprio respiro e gustarsi la posizione.

Il vostro limite è là per un buon motivo. E stato collocato a una certa soglia in un momento specifico per proteggervi. Può contenere emozioni non riconosciute, ricordi repressi o lesioni fisiche da cui state ancora guarendo. Se riuscite a portare la vostra coscienza esattamente a quel punto-limite, e a sentire cosa sta accadendo proprio lì, il vostro corpo-mente potrà iniziare a elaborare quello che state trattenendo e a scioglierlo.

Siate curiosi riguardo a ciò che accade al vostro limite. Esplorate con attenzione la zona che state trattenendo, e ascoltate in profondità. Respirate dentro questo spazio di blocco e lasciate che sia il respiro a compiere il lavoro di apertura del vostro corpo, invece di forzare.

Essere curiosi non significa dover identificare la sorgente del disagio, come per esempio un evento della vostra infanzia che vi ha insegnato a contrarvi. Questo può essere utile, ma non sempre produce una trasformazione nel corpo. Ciò che trasforma il corpo è il riconoscimento consapevole di ciò che è bloccato e l’affermazione, diretta alla vostra parte interna: «Va bene, puoi rilassarti un pochino. Non è più necessario che tu trattenga così tanto».

Per esempio, se eseguo un piegamento in avanti con le gambe divaricate, a un certo punto sentirò resistenza nei muscoli interni delle cosce. Se sono curiosa riguardo a cosa stanno trattenendo i miei muscoli, a dove mi sto contraendo o a cosa sto provando, posso iniziare dolcemente a rilassare e lasciar andare, un poco alla volta, senza forzare.

Il mio progresso potrà essere solo di mezzo centimetro alla volta, ma, con il tempo, questo significa un grande progresso, che avverrà senza alcuna lesione. Comprendere il vostro limite darà una maggiore sensibilità al vostro corpo e ai suoi confini, e vi sarà utile anche in altre situazioni.

Utilizzare il respiro

Potete usare anche il respiro per lavorare sul vostro limite. Quando individuate un punto contratto, immaginate di poter respirare proprio dentro quel punto, riempitelo di aria, e poi permettetegli di rilassarsi mentre espirate. Ripetete questo processo molte volte in ogni zona in cui sentite resistenza.

Il respiro è la connessione tra la coscienza e l’inconscio, e tra il corpo e la mente. Mentre normalmente noi respiriamo in modo inconsapevole, quando lo desideriamo possiamo portare la nostra consapevolezza al respiro. Possiamo focalizzare il respiro su un particolare chakra, su una parte del corpo o su un pensiero, un emozione o una forma.

Possiamo trattenere il respiro a polmoni pieni o a polmoni vuoti, e la maggior parte di noi può usare il respiro per creare spazio ed espansione nel corpo. A seconda del modo in cui respiriamo, creiamo energia o rilassamento. Questo libro contiene molte pratiche di respirazione per i chakra, dai bandha che tengono fermo il respiro in diverse parti del corpo, fino alle respirazioni rapide Kundalini, utili a energizzare i diversi chakra. Nel capitolo sul quarto chakra, il cui elemento è l’aria, si esplorerà più in dettaglio il respiro.

Questo testo è estratto dal libro "Yoga e Chakra". 

Data di Pubblicazione: 15 gennaio 2018

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