EDUCAZIONE E FAMIGLIA

La crisi pandemica e la creazione di un governo mondiale

crisi-pandemica-creazione-governo-mondiale-speciale

In che modo la crisi pandemica è stata sfruttata dalle élite? Che cos'è il Grande Reset? Scopri di più, leggendo l'anteprima del libro di Enrica Perucchietti.

La crisi pandemica e la creazione di un governo mondiale

L'inizio della pandemia

«Ѐ chiaro. L'unico mezzo per liberare l'uomo dalle azioni criminali è liberarlo dalla libertà». Eugenij Zamjatin

Era marzo 2020 quando, interpretando gli accadimenti che avrebbero sconvolto il mondo intero e, cercando di anticipare cosa sarebbe successo da lì a poco, con il coautore, l'avv. Luca D'Auria, pubblicammo l'instant book, Coronavirus. Il nemico invisibile.

Nei mesi e nei due anni successivi, l'opera si è arricchita e ampliata, è sbarcata sul mercato francese, divenendo una inchiesta giornalistica sulla presunta origine del Sars-CoV-2, sui retroscena geopolitici e finanziari della pandemia e sulle ripercussioni che la Covid-19 ha e avrebbe avuto su scala mondiale, in particolare in Occidente.

Ampio spazio era dedicato alla propaganda mainstream, alla criminalizzazione e alla patologizzazione del dissenso, alla censura e alle misure di sorveglianza tecnologica che sono state adottate per gestire la crisi.

Alla luce di più di vent'anni di "militanza" intellettuale nell'informazione libera e indipendente, chi scrive riteneva di avere a disposizione le chiavi per leggere correttamente - e cosi è stato - come la pandemia sarebbe stata strumentalizzata dal potere per avviare una ristrutturazione del Sistema.

Non era necessario essere dei visionari, avere doti profetiche o leggere il futuro in una sfera di cristallo: bastava aver raccolto e analizzato negli anni i piani e i propositi delle élite mondialiste, aver imparato a conoscere le tecniche usate dai burattinai che si muovono dietro le quinte del potere visibile, per essere in grado di anticipare quanto, in effetti, è avvenuto nei tre anni che ci siamo lasciati alle spalle.

 

oligarchi-davos-controinformazione

 

Che cos'è successo all'indomani della crisi

Era sufficiente, infatti, avere memoria della storia recente, aver studiato l'ingegneria sociale e soprattutto aver compreso come il potere sfrutta le situazioni di emergenza - indotte o reali che siano - per stringere le maglie del controllo sociale e della sorveglianza tecnologica e per introdurre misure draconiane.

Qualcosa di simile, come vedremo, è accaduto all'indomani dell'11 settembre. Inoltre, come avevo già ampiamente descritto in Cyberuomo (Arianna Editrice), da anni gli architetti del mondialismo spingono per l'adozione del transumanesimo che oggi viene portato avanti dagli architetti del Great Reset (o Grande Reset in italiano). Nelle precedenti edizioni, si prevedevano e si delineavano quegli stravolgimenti della nostra società che, in nome del biopotere e della biosicurezza, sono stati adottati nei mesi a venire e sono tutt'ora in corso.

Si notava anche come si volesse trasmettere l'idea che si fosse in guerra contro un "nemico invisibile" e che la nuova situazione emergenziale richiedesse misure inaspettate, drastiche e liberticide.

Per contrastare la circolazione del virus si è limitata la circolazione delle persone (si pensi al passaporto vaccinale), la loro privacy (il tracciamento tramite app) e le loro libertà (censura, lockdown e DPCM).

Le persone sono state perseguitate, vessate e costrette a sottoporsi a inoculazione, per poi scoprire, come era stato preventivato da numerosi ricercatori indipendenti, che i sieri che erano stati presentati come "miracolosi" non servivano nemmeno a fermare la trasmissione del contagio.

 

oligarchi-davos-autorita

 

Vaccini mai testati sulla trasmissione: l'ammissione di Pfizer

Nell'ottobre del 2022, la dichiarazione di Janine Small, presidente della sezione della Pfizer dedicata allo sviluppo dei mercati internazionali, al Parlamento Europeo, è diventata virale, in verità più sui social che non sui media di massa, che alla notizia hanno dedicato poca o nulla attenzione, se non con goffi tentativi di de-bunking.

La narrazione mainstream, volta a convertire l'opinione pubblica sulla strada per gli hub vaccinali, si è per mesi assestata sul mantra che l'efficacia del vaccino fosse quasi totale e che il siero bloccasse la trasmissione del contagio, modificandosi solo alla prova dei fatti nei mesi successivi.

Che cosa ha detto, invece, Small di così sensazionale? Rob Roos, eurodeputato olandese del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, ha rivolto alla dirigente di Pfizer una domanda secca, prendendola in contropiede. «Il vaccino Pfizer Covid è stato testato per fermare la trasmissione del virus prima che entrasse nel mercato?». Small ha risposto con un sorriso beffardo: «Mi chiede se sapevamo che il vaccino interrompesse o no la trasmissione prima di immetterlo sul mercato? Ma no. Sa, dovevamo davvero muoverci alla velocità della scienza».

Alla velocità della scienza... e agli interessi di Big Pharma.

 

oligarchi-davos-malattia

 

Ora è definitivamente certificato che la dichiarazione del luglio 2021, fatta dall'allora premier italiano Mario Draghi a supporto dell'introduzione del green pass come «garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose», era una bufala.

Ancora, il 15 dicembre 2021 a Montecitorio, Draghi ribadiva il concetto, invitando a sottoporsi alla terza dose: «Vaccinarsi è essenziale per proteggere noi stessi, i nostri cari, la nostra comunità. Ed è essenziale per continuare a tenere aperta l'economia, le scuole, i luoghi della socialità, come siamo riusciti a fare fino ad ora».

Nel novembre 2020 era stata proprio Pfizer a dichiarare che i primi dati mostravano che il suo vaccino sperimentale aveva un'efficacia di oltre il 90% nel prevenire il Covid-19.

«Questo è un momento storico», aveva commentato in un'intervista Kathrin Jansen, vicepresidente senior e capo della ricerca e sviluppo sui vaccini presso Pfizer. Secondo Ugur Sahin, co-fondatore di BioN-Tech, «il vaccino potrebbe impedire a oltre il 90% delle persone di contrarre il Covid-19».

La notizia era stata commentata con entusiasmo da Joe Biden, Anthony Fauci e Rochelle Walensky, direttrice del CDC, secondo cui i vaccini anti-Covid «riducono il rischio di infezione del 91% per le persone completamente vaccinate».

L'idea che il vaccino bloccasse il contagio è stata promossa dalla politica che, su questo falso pilastro, ha costruito un sistema di misure draconiane.

Su tali false premesse scientifiche si è poi indotta la criminalizzazione dei non vaccinati (Pierpaolo Sileri: «Renderemo difficile la vita ai no vax, sono pericolosi»; Giuliano Cazzola: «Serve Bava Beccaris, vanno sfamati col piombo»; Matteo Bassetti: «Vanno trattati come tali, sono un movimento sovversivo, sono dei terroristi») e la patologizzazione del dissenso (Umberto Galimberti: «I no vax sono pazzi e vanno curati»).

Ai renitenti all'inoculazione sono state così addossate tutte le colpe della società e si è auspicato persino di far loro pagare le cure in caso di ricovero ospedaliero.

I media hanno alimentato questa spirale di violenza (ad esempio il direttore di «Domani», Stefano Feltri: «Escludiamo chi non si vaccina dalla vita civile»), invitando a stanare i dissidenti e ancorando nell'opinione pubblica l'idea che un non vaccinato fosse malato e un pericoloso untore.

Ora, grazie all'ammissione di Janine Small, questo castello di menzogne sta definitivamente crollando e sempre più testate internazionali, dal «Wall Street Journal» a «Newsweek», iniziano a prendere posizione contro le politiche pandemiche e ad attaccare Big Pharma, chiedendo conto del loro operato.

 

oligarchi-davos-pandemia

 

La narrazione mainstream: la pandemia come "guerra"

La nozione di guerra è servita a legittimare lo stato di eccezione con le limitazioni della libertà di movimento, l'introduzione di un autoritarismo tecnologico-sanitario con la sua propaganda bellica, il suo terrorismo medico e la sua criminologia sanitaria.

Per sopravvivere, questa forma di dispotismo si alimenta di paura e si autosostiene grazie alla creazione di una mitologia bellica, con i suoi eroi (medici, infermieri, ecc.), i cattivi (gli untori, i negazionisti, i NO mask), le spie (i delatori), i dissidenti (che vanno censurati o addirittura internati e curati), i salvatori della patria (i governi), persino con l'imposizione dell'ordine - solitamente militare - del "coprifuoco".

Per mesi, terrorizzati e disorientati dalla paura, abbiamo deciso di cedere passivamente tutte le nostre libertà (financo quella di espressione) per abbandonarci docilmente nelle mani dell'autorità e per far salva la vita.

Una vita sempre più digitalizzata, virtuale, isolata, che sta diventando una mera "nuda vita", citando il filosofo Giorgio Agamben, fatta di diffidenza, paura, ipocondria, isteria, distanziamento, isolamento, quarantena.

I cittadini, infatti, «sono disposti a sacrificare praticamente tutto, le condizioni normali di vita, i rapporti sociali, il lavoro, perfino le amicizie, gli affetti e le convinzioni religiose e politiche al pericolo di ammalarsi. La nuda vita - e la paura di perderla - non è qualcosa che unisce gli uomini, ma li acceca e separa. Gli altri esseri umani, come nella pestilenza descritta da Manzoni, sono ora visti soltanto come possibili untori che occorre a ogni costo evitare e da cui bisogna tenersi alla distanza almeno di un metro».

Come anticipato, i governi mondiali hanno adottato una politica della paura, della solitudine, del ricatto e dell'isolamento, incentivando persino la delazione, per arrivare a fare da apripista alla dottrina del Grande Reset.

 

oligarchi-davos-politica

 

Sfruttare le crisi per rifeudalizzare la società

Come vedremo, in linea con il capitalismo dei disastri, la pandemia è stata sfruttata come una "occasione" per terrorizzare l'opinione pubblica, sottomettere i media alla propaganda e censurare i divergenti, comprimere i diritti e le libertà individuali, creare un "precedente", ricattare i cittadini, creare una apartheid sanitaria, aumentare il controllo e la sorveglianza tecnologica, spianando la strada all'adozione di un sistema di credito sociale, sul modello cinese.

La criminologia sanitaria, le "virostar" e il terrorismo mediatico sono stati anticipati e supportati da anni di "spettacolo" a tema: Hollywood e la propaganda hanno rafforzato, negli anni che ci hanno preceduto, la paura e il disorientamento per il possibile arrivo deflagrante di un "virus".

Come se avessero anticipato le ansie e le angosce del nostro tempo, sono centinaia i racconti, i romanzi, i film, i videogiochi e, infine, le serie TV che, negli ultimi decenni, hanno immaginato che una pandemia si abbattesse sul pianeta, stravolgendone la società: ci troviamo sempre dinanzi all'insinuarsi strisciante o improvviso, sempre virulento e sconvolgente, di un batterio, un fungo o un virus che strema la popolazione, macinando cadaveri o tramutando gli umani in mostruose creature: da Io sono leggenda a L'ombra dello scorpione di Stephen King, alle saghe per il piccolo e grande schermo con gli zombie "che corrono", da 28 giorni dopo di Danny Boyle a The Walking Dead, passando per capolavori post-apocalittici come L'esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam.

 

oligarchi-davos-societa

 

Non ultima, la serie televisiva Last of us, tratta dal franchise di giochi survival horror action-adventure creato da Naughty Dog e Sony Interactive Entertainment. In modi e forme diverse, queste opere immortalano una minaccia "invisibile" che avanza inesorabile mettendo l'umanità di fronte alla morte che ha cercato inutilmente, grazie alla scienza e alla tecnologia, di scacciare, facendola diventare persino un argomento tabù.

In poco tempo, un virus ci ha espropriati del diritto di uscire, vivere, crescere, imparare, confrontarci, rendendoci creature terrorizzate, rintanate in casa, ridotte alla pura "nuda vita", quella biologica di mera sussistenza.

Di fronte alla paura di ammalarci abbiamo dimostrato di essere pronti a sacrificare tutto, dalle normali condizioni di vita e lavoro ai rapporti sociali, diventando degli animali addomesticati chiusi in gabbia.

Abbiamo proiettato le nostre ansie, frustrazioni e angosce su una minaccia globale che viene sfruttata dal potere per accelerare uno stravolgimento della società in chiave digitale, persino post-umana.

In pochi mesi abbiamo abbracciato un nuovo paradigma, passando dalla nostra natura di animali politici e sociali ad animali virtuali: sottostando a norme liberticide, a dispositivi tecno-sanitari, al distanziamento e a un processo di rifeudalizzazione della società.

Data di Pubblicazione: 4 aprile 2023

Ti è piaciuto questo articolo? Rimani in contatto con noi!

Procedendo con l'invio dei dati:

Lascia un commento su questo articolo

Caricamento in Corso...