Scopri come l'inconscio può sabotare la felicità e come ritrovare significato nella vita quotidiana, tra emozioni, coraggio e trasformazione.
L'inconscio sabota i nostri sogni?
La felicità non arriva come un'epifania. La felicità è un esercizio costante.
Per quanto la ragione ti dica che aspiri alla felicità, e possa elencarti i motivi per cui dovresti già essere felice - i sogni realizzati, le opportunità e le piccole gioie quotidiane che sai di avere -, la verità è che l'inconscio, una parte fondamentale della tua interiorità, tende a volere soltanto ciò che gli è familiare.
E rimarrai sorpreso di scoprire cosa consideri familiare. Se hai dedicato anni a un percorso di guarigione, per il tuo inconscio è familiare strappare e rammendare, perdere e ritrovare, finire e ricominciare.
Familiare è guarire, non essere guarito.
Se da anni attenui le tue tensioni aiutando gli altri a risolvere le proprie, facendo da cassa di risonanza, da terapeuta non pagato, diventando responsabile del benessere e del futuro di chi ti sta vicino, allora ti è familiare sentirti appagato quando cambia qualcosa al di fuori di te, e non all'interno.
Familiare è riparare, e per riparare è sempre necessario trovare qualcosa di rotto, oppure circondarsi di persone pronte a scaricare i propri problemi su chi è disposto ad aggiustarli.
Cosa accade quando l'incertezza diventa casa
Se hai vissuto per anni in una condizione di paura, di mancanze e di continua ansia per il futuro, senza mai avere la certezza che un giorno saresti stato meglio, allora ti è familiare l'incertezza.
Familiare è ottenere qualcosa, ma credere comunque che non sia mai abbastanza.
Se per anni sei stato convinto che felicità significasse gioia, ovvero la sensazione di euforia che si prova quando succede qualcosa di straordinario, allora forse hai trascorso il tempo tra una gioia e l'altra in attesa di questi picchi, chiedendoti perché non si presentassero più spesso e con maggiore facilità.
Ti è diventato familiare essere infelice, perché non hai capito cosa sia davvero la felicità.
Ѐ facile illudersi che la felicità sia una serie di sensazioni piacevoli che si sommano fino a costituire una condizione stabile, come le stelle che poco alla volta riempiono il cielo notturno e dissipano l'oscurità.
In realtà, la felicita è l'apertura totale alla vita, la capacità di creare e di essere.
Navigare le galassie interiori
La felicità è essere capaci di muoversi tra intere costellazioni di esperienze, galassie sconosciute e mai esplorate prima, piuttosto che battere terreni già noti.
La felicita è il senso profondo che troviamo nella vita a cui stiamo dando forma, nelle persone che stiamo diventando. È quando anche i compiti quotidiani e più ordinari brillano di una nuova luce.
La felicità la proviamo tentando varie strade, rischiando e sbagliando, e non pensando (o facendoci convincere) che la nostra prima avventura debba essere il sentiero definitivo - e nemmeno pensando che, se non facciamo una cosa al primo colpo, allora non riusciremo mai a farla.
Abbracciare lacrime e trasformazione
La felicita è la forza di piangere quando le cose belle si rivelano difficili. È la capacita di soffrire, di esprimere ciò che proviamo, anche quando ci fa paura.
La felicita è la forza di imparare da ogni esperienza e di non fermarsi mai. Non è qualcosa che possiamo ricavare da ciò che ci circonda, ma dipende piuttosto dal modo in cui ricalibriamo le indicazioni della nostra interiorità.
Custodi di noi stessi
La felicità è imparare a fidarci di noi stessi, a pensare che la nostra esistenza è al sicuro nelle nostre mani. È permettere alla vita di mettere radici, germogliare e crescere.
È capire che non proviamo il desiderio insaziabile di vincere, ma piuttosto quello di abbandonare il gioco, di ritirarci dall'arena e dedicarci al nostro giardino interiore per costruire qualcosa di bello.
Ciò che stai inseguendo non è la sensazione di essere arrivato, ma la certezza di poter continuare a camminare.
La felicità è la voglia di lasciare il segno, di vivere una vita talmente piena da creare un significato profondo.
E qual è questo significato? È ciò che alimenta la nostra determinazione, la nostra volontà. È ciò che tesse i fili della nostra avventura, che ci infonde fede e coraggio.
Il significato è ciò che ti permette di affrontare gli alti e bassi della vita. È il desiderio di andare avanti.
Riconoscere la bellezza che esiste già
Il significato non ti chiede di raggiungere il livello successivo, ma di renderti conto che il miracolo è già davanti a te.
Il significato non vuole che ignori il malessere per mostrarti sempre al top, ma ti sprona ad accettare le difficoltà intrinseche nella ricerca del bello.
Il significato è voler bene come lo si vuole a un bambino. Il significato è riflettere sulla propria vita, a decenni di distanza, e pensare: Vorrei averci provato di più, vorrei aver dato il massimo.
Non perché queste siano cose semplici, ma perché sono le uniche per le quali vale la pena impegnarsi. Una vita ricca di significato è quella in cui ogni giorno ti svegli contento di ciò che stai per fare, sperimentare e provare.
È innamorarti sempre di più del tuo cammino. È riconoscere che non c'è altra destinazione se non la morte. Una vita ricca di significato è quella in cui capisci di far parte di qualcosa di più grande.
Intonare il canto della vita
Certo, i picchi di gioia sono bellissimi, ma non diventeranno mai una costante, per nessuno. E se lo diventano, rischiano di scolorire. Ci tempriamo quando veniamo messi alla prova, cresciamo quando siamo spinti ad aprirci e ad andare avanti.
Siamo qui per creare qualcosa, e questo qualcosa è, innanzitutto, la realizzazione di noi stessi.
Solo così avremo gli strumenti per intonare il canto della nostra vita.
Il significato non è quando riusciamo a evitare di lavare i piatti, ma quando proviamo gratitudine e un senso di pace nell'avere una casa di cui prenderci cura. Il significato non è ciò che prendi, ma ciò che provi quando dai.
Quello che devi chiederti davvero è: Come voglio che sia la mia vita nei momenti più tranquilli e ordinari, e cosa sono disposto a sopportare per apprezzare e godermi la sacralità della routine?
Data di Pubblicazione: 29 maggio 2025