ALIMENTAZIONE   |   Tempo di Lettura: 8 min

Dimagrire nel Sonno - Anteprima del libro di Roy e Joy Martina

Scopri la differenza tra fame emotiva e fame reale

Scopri la differenza tra fame emotiva e fame reale

Da bambini, seguiamo naturalmente il nostro innato istinto di sopravvivenza. Quando abbiamo fame, piangiamo per far sapere alla mamma che il nostro stomaco è vuoto, e probabilmente lei ci nutrirà. Quando ne abbiamo abbastanza, smettiamo di poppare. Punto.

Se hai mai provato a nutrire un neonato più di quanto abbia bisogno, saprai che un bambino sano rifiuterà il latte se non è affamato e, se viene nutrito a forza, probabilmente vomiterà. Il corpo elimina così in modo naturale ciò che è di troppo.

Sfortunatamente, la maggior parte dei genitori non è capace di sintonizzarsi veramente con i bisogni dei propri bambini, e quindi ha la tendenza a nutrire in maniera eccessiva i propri figli fin dalla prima infanzia. È una combinazione tra l'idea di dimostrare amore attraverso il cibo e la paura di non dare abbastanza ai figli; inoltre mettere del cibo nella loro bocca è solitamente il modo più semplice e veloce di farli smettere di piangere. A questo si può aggiungere che non è facile capire i bambini e, se ne hai uno difficile da accontentare, sarai stressato perché non dormi abbastanza e faresti qualunque cosa per avere qualche ora di pace in più. Usare il cibo come mezzo di consolazione è spesso la scelta di comportamento preferita, anche se un abbraccio o qualche attenzione in più sortirebbero lo stesso effetto.

La storia di Johnnie

Johnnie era un mio amico della scuola elementare. È stato in sovrappeso fin dal primo giorno che l'ho conosciuto e l'ho visto ingrassare ancora nel corso degli anni. Spesso andavo a casa sua, dato che abitavamo vicino, e giocavamo insieme. Aveva tre fratelli, tutti in sovrappeso, così come i loro genitori. A quel tempo vivevo ad Aruba, conosciuta anche come "l'isola felice". A casa nostra eravamo condizionati ad avere tre pasti al giorno: al mattino farina d'avena (e ne mangiavamo tanta), a pranzo, di solito, del pane che portavamo a scuola in un cestino, e alla sera proteine animali, con riso o patate e un po' d'insalata. Non facevamo mai spuntini tra un pasto e l'altro. La ragione per cui mi piaceva andare a giocare da Johnnie era che a casa sua si poteva mangiare ciò che si voleva ed erano sempre disponibili patatine fritte, caramelle e biscotti. Inoltre, la loro madre stava sempre in cucina a preparare qualcosa da mangiare e amava chiamarci per farci assaggiare i suoi spuntini appena fatti, come pesce fritto, polenta fritta, fette di banana fritte, patatine fritte. Ogni pomeriggio c'era quello che lei chiamava uno "spuntino caldo". I fine settimana erano magnifici perché c'erano molti di questi spuntini. La sua regola era che non si dovrebbe mai arrivare a sentirsi affamati e, dato che facevamo molti giochi fisici, avevamo "bisogno" di buon cibo per non diventare troppo magri. Johnnie e la sua famiglia erano discendenti del popolo di nativi americani degli Arawak, che solitamente non sono molto alti e, come molti centro e sudamericani, hanno la tendenza a diventare obesi. Io facevo molto sport, giocando a tennis quasi ogni pomeriggio per due o tre ore di fila o andando alle lezioni di arti marziali. I figli dei miei vicini giocavano per strada: calcio e basket, con molti periodi di riposo. La madre di Johnnie risolveva tutto con il cibo. Questo era il modo in cui era stata cresciuta, e che era diventato "tradizione" per lei. Se ti sentivi male, mangiavi; se ti sentivi bene, mangiavi; se perdevi una partita, mangiavi; se vincevi, mangiavi; tutte le strade portavano al cibo, senza eccezioni. Il fratellino più piccolo di Johnnie gironzolava sempre con in mano un biberon, che veniva riempito non appena ne aveva bevuto solo un terzo. Il suo nome era Camino ed era in sovrappeso ancora prima di aver iniziato a camminare. Io oggi ho sessantanni. Purtroppo, Johnnie è morto a cinquantadue per un attacco cardiaco. Al suo funerale c'era così tanto cibo sfizioso che persino io ne presi troppo, in sua memoria. Fui stupito nel constatare come la sua famiglia, che non vedevo da una decina d'anni, non fosse cambiata per niente, a parte il fatto di essere ancor più in sovrappeso. I familiari di Johnnie sono un buon esempio di come queste abitudini possano sovvertire completamente il proprio istinto di autoconservazione, e per molte persone sembra che non ci sia via d'uscita. Hanno perso il contatto con l'intelligenza innata del loro corpo.

Riconnettiti con Vintelligenza del tuo corpo

Dato che abbiamo spesso ignorato i messaggi del nostro corpo per anni, ci può volere del tempo per imparare ad ascoltarli di nuovo. Dipende tutto dalla capacità di sintonizzarsi con i reali bisogni di corpo e mente; dobbiamo riconoscere la differenza tra un bisogno emotivo, come quello di apprezzamento, consolazione o amore, e un bisogno fisico, come la fame, la sete o il movimento.

All'inizio può essere difficile capire la differenza tra la fame che viene dallo stomaco (la "vera" fame) e quella che viene dalla testa, che sta solo pensando di avere fame. In quest'ultimo caso, non è il tuo corpo che sta chiedendo energia; solitamente qualcos'altro ti ha indotto a pensare che mangiare sia la risposta. Per esempio, può essere pura abitudine ("Mangio sempre qualcosa alle dieci" o "Ho bisogno di fare uno spuntino quando guardo la televisione..."), noia o stress. La fame emotiva arriva rapidamente, al contrario della vera fame, che cresce lentamente. È importante imparare a capire la differenza tra questi tipi di fame. La fame emotiva è collegata al cervello e quando viene indotta da un evento, o semplicemente perché è l'ora di pranzo, una cascata di reazioni chimiche nel tuo cervello ti porta a mangiare o fare uno spuntino. A volte hai solo sete e bisogno di acqua, a volte hai la glicemia bassa e hai bisogno di muoverti per riattivare la circolazione in modo che il glucosio sia rilasciato dai muscoli e dal fegato (dove viene conservato come glicogeno). La fame emotiva è un meccanismo programmato dal cervello, che ti fa mangiare quando ti senti stressato o annoiato, ma tu puoi cambiare quel meccanismo.

Se hai capito che si tratta di vera fame, mangia. Non vogliamo che tu ignori questo bisogno, ma che tu ti nutra consapevolmente, dedicandoti esclusivamente a quello, e che smetta quando sei sazio.

Le tre D: segnali di pericolo per la tua mente

Ci piace paragonare la nostra mente subconscia a un gigantesco processore elementare che registra ogni suono, odore, sapore, sentimento ed esperienza che abbiamo avuto. Non solo immagazzina questa enorme quantità di dati, ma spesso fa anche collegamenti totalmente irrazionali tra parole, ricordi e azioni.

Per esempio, se tu da bambino una volta hai mangiato un alimento avariato o cattivo che ti ha nauseato, probabilmente svilupperai un'avversione verso quel cibo che potrebbe durare per tutta la vita.

Oppure se hai avuto un'esperienza sgradevole legata a un certo odore, proverai una sensazione spiacevole ogni volta che lo sentirai di nuovo, persino a distanza di molti anni. Può trattarsi anche di una storia che hai sentito e che ti ha turbato. Lo stesso vale in relazione a molte parole. Abbiamo scoperto tre forti "parole chiave" connesse all'argomento della perdita di peso:

  • Dieta
  • Digiuno (Deprivazione)
  • Disciplina

Queste tre parole possono far irritare la tua mente subconscia e sabotare i tuoi obiettivi di dimagrimento. Abbiamo testato l'effetto di queste parole su centinaia di persone e abbiamo scoperto che ognuna di loro reagiva fortemente ad almeno due di queste. Cosa significa? Non appena la tua mente subconscia sente una di queste tre parole che iniziano per D o è portata a credere che qualcosa condurrà a esse, crea resistenza quasi automaticamente e inizia il processo di autosabotaggio. Per quanto tu possa consciamente voler fare una dieta, e sia d'accordo a deprivarti di certi cibi e a essere disciplinato, la tua mente subconscia lo rifiuta. Prova: fai alcuni respiri profondi, calma la mente e chiudi gli occhi. Vai in quel posto neutrale dentro di te e nota come ti senti. Diventa consapevole del tuo corpo e del tuo respiro e assicurati di sentirti in pace. Ora pensa alle tre parole: Dieta, Digiuno, Disciplina. Come ti fanno sentire? Sei eccitato, felice e non vedi l'ora di cominciare? O ti fanno sentire un po' riluttante, stressato e persino depresso? Questa seconda possibilità è la più probabile.

Ecco perciò spiegato il motivo per cui non vogliamo che tu cominci il programma privandoti di qualcosa. Vogliamo che.

per prima cosa, impari ad ascoltare il tuo corpo e a riconnetterti con la sua saggezza. Anche se abbiamo incluso alcuni consigli generali sull'alimentazione (come scegliere cibo naturale e organico ogni volta possibile ed evitare gli zuccheri), vogliamo che tu mangi ciò che ti piace. Mentre andrai avanti con il programma e allenerai il tuo cervello, mangerai automaticamente di meno e sceglierai cibi più sani.

Questo testo è estratto dal libro "Dimagrire nel Sonno".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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