SALUTE E BENESSERE   |   Tempo di Lettura: 6 min

Disintossicarsi dai Metalli Pesanti, Tossine e Inquinanti - Anteprima del libro di Luca Fortuna

Metalli pesanti

Metalli pesanti

I metalli pesanti sono componenti naturali della crosta terrestre che non vengono degradati dall attività biologica e fotochimica, quindi non possono essere smaltiti. Se rilasciati nell’ambiente, permangono per centinaia di anni. Alcuni fenomeni naturali, come le eruzioni vulcaniche e le maree, contribuiscono al ciclo naturale dei metalli. Le attività umane svolgono un ruolo primario nella loro diffusione.

Tecnicamente sono sostanze naturali, in quanto presenti in natura, ma questo non significa che siano innocue. Una sostanza naturale può essere benefica, neutra o dannosa per un organismo vivente.

Nella letteratura scientifica vengono considerati metalli pesanti: alluminio, ferro, argento, bario, berillio, cadmio, cobalto, cromo, manganese, mercurio, molibdeno, nichel, piombo, rame, stagno, titanio, tallio, vanadio, zinco e alcuni metalloidi con proprietà simili a quelle dei metalli pesanti, quali arsenico, bismuto e selenio.

Tra i metalli pesanti si distinguono i metalli indispensabili per gli organismi viventi. Quelli tossici solo in caso di presenza oltre una certa soglia sono: ferro, cobalto, cromo, rame, manganese, molibdeno, selenio e zinco; quelli prevalentemente tossici sono: alluminio, arsenico, berillio, tallio, cadmio, mercurio, nichel e piombo. L’inquinamento da metalli pesanti si riferisce in genere ai maggiori responsabili dei danni ambientali: il mercurio, il cadmio, il cromo e il piombo.

I metalli pesanti possono entrare nel nostro corpo attraverso l’acqua, l’aria e il cibo. Alcuni di questi elementi fanno naturalmente parte di noi come il rame, il selenio e lo zinco, e vengono indicati come micronutrienti o microelementi in quanto risultano essenziali alla nutrizione e alla crescita di piante e animali. Diventano nocivi solo nel caso in cui le loro concentrazioni superino delle soglie che sono variabili da elemento a elemento e da organismo a organismo. Altri metalli pesanti, come nel caso del cadmio, sembrerebbero non svolgere alcun ruolo positivo e la loro presenza è considerata sempre potenzialmente tossica.

Dalla rivoluzione industriale, la produzione di metalli pesanti come piombo, rame e zinco è aumentata drammaticamente. Fra il 1850 e il 1990, la produzione di questi tre elementi è aumentata di quasi 10 volte, con un aumento corrispondente alle loro emissioni. La tossicità dei metalli pesanti è stata documentata attraverso la storia: i medici romani e greci hanno diagnosticato i sintomi acuti di avvelenamento da piombo molto prima che la tossicologia diventasse una scienza. E molto probabile che questi metalli stiano causando più problemi di salute di quanto sia stato realizzato dalla comunità medica. Fino a poco tempo fa, la preoccupazione della comunità scientifica per l’eccessiva intossicazione da metalli è stata principalmente indirizzata all’esposizione industriale, dove misure a volte drammatiche sono state effettuate per spronare la loro eliminazione.

Le loro concentrazioni in suoli e rocce sono generalmente dell’ordine dei ppm (parti per milione) o ppb (parti per bilione). Sono definiti elementi in traccia in contrapposizione a Fe (ferro). Al (alluminio), O (ossigeno), Si (silicio), Na (sodio), K (potassio), Ca (calcio) e Mg (magnesio), che sono presenti in quantità superiore allo 0.1% nella crosta terrestre.

I metalli pesanti sono (in ordine crescente di numero atomico):

  • Vanadio (23) V
  • Cromo (24) Cr
  • Manganese (25) Mn
  • Ferro (26) Fe
  • Cobalto (27) Co
  • Nichel (28) Ni
  • Rame (29) Cu
  • Zinco (30) Zn
  • Gallio (31) Ga
  • Germanio (32) Ge
  • Zirconio (40) Zr
  • Niobio (41) Nb
  • Molibdeno (42) Mo
  • Tecnezio (43) Tc
  • Rutenio (44) Ru 
  • Rodio (45) Rh
  • Palladio (46) Pd
  • Argento (47) Ag
  • Cadmio (48) Cd
  • Indio (49) In
  • Stagno (50) Sn
  • Antimonio (51) Sb
  • Lantanio (57) La
  • Afnio (72) Hf
  • Tantalio (73) Ta
  • Tungsteno (74) W
  • Renio (75) Re
  • Osmio (76) Os
  • Iridio (77) Ir
  • Platino (78) Pt
  • Oro (79) Au
  • Mercurio (80) Hg
  • Tallio (81) TI
  • Piombo (82) Pb
  • Bismuto (83) Bi
  • Polonio (84) Po
  • Radio (88) Ra
  • Attinio (89) Ac
  • Rutherfordio (104) Rf
  • Dubnio (105) Db
  • Seaborgio (106) Sg
  • Bohrio (107) Bh
  • Hassio (108) Hs
  • Meitnerio (109) Mt
  • Darmstadtio (110) Un

Alcuni di questi sono presenti in natura allo stato solido, altri allo stato liquido, altri ancora sono artificiali e qualcuno è radioattivo.

Fonti di metalli pesanti

Le fonti di metalli pesanti si dividono in due categorie: quelle naturali, che sono indipendenti dall’azione dell’uomo, e quelle antropiche, legate alle attività esercitate dall’uomo.

I metalli sono naturalmente presenti nella terra. Alcuni fenomeni come le eruzioni vulcaniche, gli incendi, i venti e le maree determinano il ciclo naturale dei metalli. Il ruolo maggiore tuttavia è giocato dall’uomo.

Fonti antropiche di metalli pesanti:

  • Emissioni derivanti da mezzi di trasporto (automobili, navi, aerei);
  • Processi di combustione per la produzione di energia elettrica;
  • Emissioni da combustibili per il riscaldamento domestico;
  • Attività industriali di ogni genere;
  • Attività minerarie ed estrattive;
  • Agricoltura intensiva;
  • Trattamento dei rifiuti;

Le prime emissioni di piombo risalgono a circa 8.000 anni fa con i primi tentativi di fusione dei metalli. Nel diciannovesimo secolo la combustione di carbone su larga scala ha portato in atmosfera significative quantità di mercurio, presente come impurità del carbone. Fra il 1900 e il 1998 il consumo di metalli negli Stati Uniti è aumentato di sedici volte. Negli anni ’80 le emissioni atmosferiche determinate dalle attività umane superavano quelle naturali di 28 volte per il piombo e di 1,4 volte per il mercurio.

Metalli pesanti e salute

I metalli pesanti non possono essere degradati o distrutti, ma solo spostati da una sede all’altra. Sono presenti nel cibo di cui ci nutriamo, nell’acqua che beviamo e nell’aria che respiriamo, pertanto è impossibile non esservi esposti. Come elementi in tracce, alcuni di essi, per esempio rame, selenio e zinco, sono essenziali per il metabolismo. La tossicità e la pericolosità non sono collegate alla loro presenza nell’ambiente e al loro possibile contatto con gli organismi viventi, ma soprattutto alla forma chimica in cui si trovano, ovvero all’isotopo. Nella maggior parte dei casi i metalli non sono tossici nel loro stato elementare, a eccezione del mercurio allo stato di vapore (ma non allo stato liquido). Le forme canoniche sono potenzialmente più pericolose dal punto di vista ambientale, sia per la loro maggiore possibilità di diffusione, che per la maggiore capacità di essere assimilate dagli organismi viventi.

Questo testo è estratto dal libro "Disintossicarsi dai Metalli Pesanti, Tossine e Inquinanti".

Data di Pubblicazione: 1 ottobre 2017

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