Gabrielle Bernstein, autrice bestseller del New York Times, traccia la strada per curare traumi e ricordare l'amore dentro di noi. Scoprila in questa anteprima!
La Disponibilità a Diventare Liberi
Farsi guidare dallo spirito
Il viaggio verso la vera pace interiore inizia con la disponibilità ad avere la visione di un nuovo modo di vivere. Indipendentemente da quanto hai lottato o sofferto nella vita, puoi avere la visione di una vita migliore.
Quando rivendichiamo quella visione, apriamo una porta invisibile per ricevere un sostegno spirituale e una chiara indicazione che ci aiutino a manifestare il cambiamento che desideriamo. Iniziamo il viaggio per smontare le paure del nostro passato e poter così rivendicare l’amore, la pace e la libertà nel presente.
Smontare è la parola chiave. Nel profondo di tutti noi c'è una verità amorevole, ma vi abbiamo costruito contro dei muri. Smontare i modelli, le forme pensiero e la programmazione che siamo stati educati a credere è necessario per tornare alla verità di chi siamo. Non c'è niente “là fuori” che possa darci quell’amore; è già dentro di noi.
Dobbiamo smantellare la paura, il trauma e i modelli che ci tengono bloccati nella convinzione che la pace sia irraggiungibile. La pace e l’amore sono ciò che siamo, l'abbiamo solo dimenticato. Io sono qui per ricordarti che rivendicare quell’amore e affermare che sei pronto a vivere con una pace interiore e una libertà che mai avresti pensato possibili è lecito e sicuro e inizia con la tua nuova visione di una vita migliore.
Questa visione è sufficiente per mettere in moto un processo di trasformazione. Un processo che ti guiderà alla libertà dal passato e alla pace interiore nel presente.
La mia disponibilità a guardare oltre un mondo di limitazioni mi ha permesso di iniziare il processo per entrare in un futuro migliore. Quella disponibilità è ciò che mi ha permesso di guarire me stessa per aiutare gli altri a guarire e avere un impatto sul mondo. Ma prima di riuscire ad accogliere una nuova visione della mia vita, ho dovuto affrontare le ferite del mio passato che mi stavano schiacciando.
Affrontare le proprie paure e le proprie esperienze passate è un atto coraggioso. Molte persone passano la vita facendo tutto ciò che è in loro potere per evitare le ferite del passato. È doloroso, spaventoso e persino straziante accettare le parti ferite di noi stessi. E non possiamo farlo da soli.
Per andare nei punti che ci spaventano, dobbiamo avere il coraggio di chiedere aiuto. Tale aiuto arriverà in varie forme, dai terapeuti agli psicologi, dalle guide spirituali agli amici. In questo libro ti rivelerò gli aiuti che io ho ricevuto per rivendicare la mia esperienza di libertà. Ma nessuna di quelle forme di aiuto avrebbe potuto essere disponibile per me se prima non fossi ricorsa alla cosa più importante, la mia fede spirituale.
Ho sempre creduto in un Potere Superiore e mi sono sempre sentita attratta da principi e insegnamenti spirituali. Sapevo istintivamente di avere una connessione con una sorgente d’amore al di là della mia percezione fisica.
Anche nei momenti più cupi di dipendenza avevo una pila di libri spirituali accanto al letto. Il mio desiderio di conoscere Dio alla fine è stato ciò che mi ha salvato la vita. Senza la fede e la ricerca per espandere la mia consapevolezza interiore non sarei riuscita a sopravvivere ad alcune delle esperienze che racconto in questo libro.
La mia spiritualità mi ha sostenuto, mi ha protetto e ha guidato il mio percorso di guarigione.
A posteriori mi accorgo che in ogni fase del mio percorso lo Spirito mi stava guidando. Ogni terapeuta, insegnante di yoga, libro spirituale o guaritore è stato introdotto divinamente nella mia vita proprio nel momento giusto, quando ne avevo bisogno per fare il passo successivo del mio viaggio. Tutto era un’indicazione divina.
Ho sempre avuto fede nel fatto che lo Spirito mi stesse guidando e questo è ciò che mi ha permesso di presentarmi come insegnante anche quando non avevo tutto sotto controllo. È stato anche la fonte di ispirazione che mi ha permesso di sentirmi sufficientemente sicura da guardare in faccia la devastazione del mio passato affinché potesse essere guarito.
Me lo merito?
All’inizio non è stato facile per me affrontare il passato. Nel fondo, anche se allora non me ne rendevo conto, ciò di cui avevo più paura era di non meritare una vita di felicità e di pace. Le mie esperienze formative tratteggiavano una visione del mondo basata sulla paura che mi separava dalla pace interiore.
La sensazione di indegnità è sepolta nel profondo. La maggior parte delle persone non riesce nemmeno a identificarla (a me ci è voluto più di un decennio). Una volta tenni un discorso davanti a centinaia di imprenditori nel settore della spiritualità, persone che avevano dedicato la loro vita alla crescita personale e allo sviluppo spirituale e si erano impegnate ad aiutare gli altri a fare lo stesso.
Erano arrivati all'evento pensando che avrei insegnato dei metodi per promuovere il loro lavoro o far crescere la loro attività spirituale, ma si sbagliavano. Erano lì per qualcosa di molto più importante. Il mio discorso quel giorno riguardava il meritarsi le cose.
Inizialmente dichiarai che l’unico motivo per cui la strada del successo (o dell'abbondanza o di qualunque altra cosa volessero) era bloccata aveva le sue radici nel fatto che non credevano di meritarselo.
Il pubblico protestò, perché era un concetto minaccioso per chi in precedenza si era visto come sicuro di sé e influente. Ma quello che non riuscivano ancora a vedere era che i blocchi sulla loro strada non erano dovuti al mondo esterno, bensì all’insistente sensazione di indegnità.
Quando parlo di merito, non sto parlando di meritare soldi, relazioni o avanzamenti di carriera. Sto parlando di meritare l’amore. All’inizio della mia guarigione, la mia psicoterapeuta mi spiegò che dietro a tutti i miei blocchi e alla mia paura c'era la sensazione di non poter essere amata e di essere inadeguata.
Ci volle un po' prima che il concetto si sedimentasse. All’inizio volevo resistergli, perché mi ero costruita una visione del mondo e della mia vita che mi aveva convinto di essere molto adeguata e amata. Col procedere della terapia, riuscii a guardare la cosa più da vicino.
Riuscii a capire che, sotto tutte le mie qualifiche professionali, tutto l’amore dei miei ammiratori e la mia percezione di me stessa apparentemente positiva, c'era una bambina traumatizzata che pensava di non meritare nulla.
Iniziai a notare i momenti in cui mi dicevo ad alta voce: “Sono solo uno schifo”. In precedenza avevo spazzato quei momenti sotto il tappeto. Ma più facevo luce su di essi, più diventava evidente che stavo davvero soffrendo per la profonda ferita di sentirmi inadeguata e impossibile da amare.
Mentre continuavo a esaminare la teoria della mia psicoterapeuta, iniziai a vedere tutti i modi in cui avevo evitato di sentirmi inadeguata e impossibile da amare. Avevo passato dei decenni ad anestetizzare quelle sensazioni con droghe, relazioni sentimentali, lavoro, cibo e qualsiasi forma di approvazione esterna.
Riuscii a vedere da quali profonde ferite stavo scappando. Ma quelle ferite continuavano a perpetuarsi per tutta la mia vita.
Guardare in profondità
Quando abbiamo delle convinzioni profonde sul nostro non essere degni di qualcosa, esse si manifestano in ogni aspetto della nostra vita. Per smontarle dobbiamo guardare cosa c'è dietro.
Gli insegnanti spirituali Abraham-Hicks dicono: “Una convinzione è soltanto un pensiero che continui a pensare”. I pensieri basati sulla paura che si trasformano in convinzioni di non essere degni spesso appaiono nella prima infanzia.
Quando siamo bambini, il mondo ci fa fare delle esperienze che ci separano dal nostro essere meritevoli e noi allora creiamo dei pensieri secondo i quali non siamo abbastanza bravi, siamo diversi o non siamo al sicuro. Quando questi pensieri basati sulla paura non vengono elaborati completamente, diventano una storia che continuiamo a ripetere finché non diventa una convinzione.
Non importa quanto apparentemente felice o palesemente dolorosa sia stata la nostra infanzia: quelle prime esperienze hanno comunque influenzato il nostro modo di vivere. Per tutto il libro ti accompagnerò per esaminare più da vicino le esperienze della tua infanzia e come influenzano la tua vita.
Quando lo faremo, userò una parola che può innescare una reazione. Questa parola è trauma. C'è un trauma con la T maiuscola e un trauma con la t minuscola. In genere, le persone associano il trauma a grandi problemi, come la violenza sessuale, i maltrattamenti, l'abbandono o un lutto in famiglia: traumi con la T maiuscola.
Il trauma con la T maiuscola si verifica quando si è esposti a vari e molteplici eventi traumatici, spesso di natura invasiva, o anche disastri naturali, errori medici, ospedalizzazioni, violenze a scuola e gravi perdite. I traumi della prima infanzia comprendono le esperienze dolorose che si verificano da zero a sei anni.
Di contro, il trauma con la t minuscola può essere un'esperienza molto angosciante ma che non viene riconosciuta, perché non costituisce una minaccia. Alcuni esempi di trauma con la t minuscola comprendono l’essere bullizzati, la morte di un animale domestico, maltrattamenti o molestie emotive e la fine di una relazione importante.
Da un punto di vista spirituale, le esperienze dolorose che abbiamo avuto da bambini erano fratture nella nostra connessione energetica con l’amore (o il Dio) dentro di noi. Ogni frattura minore o maggiore, come l'essere vittime di bullismo o il non sentirsi protetti, ci ha separato sempre di più dalla sorgente dell'amore.
In alcuni casi di trauma con la T maiuscola, le fratture possono essere così gravi che il bambino cresce vivendo in uno stato di costante paura. Ogni frattura si somma alle altre e ci allontana ulteriormente dalla nostra connessione con lo spirito e con l’amore.
Data di Pubblicazione: 4 maggio 2023