SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 8 min

Domande sul Mondo Felice

Il Mondo Felice Non È Utopia - Anteprima del libro di Corrado Malanga

Un atteggiamento da eliminare

Professore, lei parla della compassione in modo negativo, come se fosse un problema, un atteggiamento da eliminare. Tuttavia essa è legata a temi come la difesa della famiglia, del territorio, della specie. L’istinto di un uomo, se vede soffrire un suo simile, è quello di soccorrerlo, di mediare le sue risorse per offrirle all’altro, in modo da eliminare il dolore. Si può davvero scegliere di essere in un certo modo, o ci sono comportamenti che fanno parte di un istinto innato?

Prima di giungere alla consapevolezza di noi stessi e al Mondo Felice, abbiamo detto che ci sarà una fase intermedia, in cui avremo coscienza dell’unificazione, della "non divisione” con l’altro, ma in cui non ci sarà ancora un'identica consapevolezza, una totale convergenza tra le differenti coscienze. Il punto finale porterà a un valore massimo per tutti, che sarà pari allo zero, e in cui l’entropia sarà massima. Nel momento in cui mi rendo conto che la compassione, lungi dall’essere un’attenzione verso l’altro, è in realtà sempre e soltanto un interesse verso il mio dolore, che vedo rispecchiato nell’altro, allora non posso più adottare questo comportamento. A livello teorico potrebbe sembrare semplice, però siamo stati così ben programmati quali fedeli servitori del potere, che per decodificare quello che all’apparenza può sembrare un istinto innato - quando in realtà è un pesante condizionamento - dobbiamo fare molta fatica e attenzione. Ma il Mondo Felice non è un utopia, non è una bella teoria irrealizzabile: c’è già, e noi dobbiamo solo attivarlo.

Quando ci liberiamo di alcune cose inutili, si forma uno spazio vuoto che può essere riempito con qualcosa di nuovo, di ignoto. Ogni volta che si crea un vuoto, avviene cioè una depressione che consente ad altro di entrare. L’idea di un Mondo Felice mi ricorda le basi della Legge dell’Attrazione, secondo cui per ottenere ciò che voglio non devo pensare a come raggiungerlo, altrimenti non ci riuscirò. Se non pensi che l’idea, il pensiero, il sogno sia impossibile e irrealizzabile, allora si realizza.

Nel mondo evideonico la dualità non esiste

Nel mondo evideonico la dualità non esiste. Quindi il concetto di vuoto e pieno portano allo stesso risultato. Noi siamo qui per fare l’esperienza della divisione, della dualità, per poi comprendere che non ci serve, che non ne abbiamo bisogno. In altre parole, nell’istante in cui riempi il vuoto di nuove esperienze comprendi che potevi anche non farle e allora torna il vuoto, ma a quel punto non sei più interessato a riempirlo.

Hanno fatto un esperimento con i topi nel quale hanno creato l’habitat migliore, o almeno quello che pensavano fosse il migliore per loro, con quantità infinite di cibo e tutti i possibili comfort. I topi, dopo un’iniziale convivenza paritaria, hanno iniziato a separarsi in caste, comportamento inusuale per questi animali. I topi “belli” sono andati in alto (gli scienziati Io chiamavano il prive). Nell’inferno, in basso, si consumava qualunque mostruosità. Finché l’intera colonia non si è estinta. Abbiamo intrinsecamente una necessità di contrasto?

In tutta questa storia l’anello mancante è l’acquisizione di consapevolezza. Il topo non ha saputo costruirsi il mondo ideale da solo. Se l’avesse fatto, se fosse arrivato al suo Mondo Felice piano piano, la sua consapevolezza si sarebbe evoluta. Ma in questo caso sono stati gli scienziati a costruire quello che loro considerano un mondo felice per topi, senza averne però la certezza. In questa storia il topo è come l'addotto che vuole essere liberato dagli alieni. Ma se ne può liberare soltanto con la propria volontà, con coscienza e consapevolezza, senza far ricorso a un intermediario, a qualcuno su cui scaricare la propria responsabilità.

Partendo dall idea di Mondo Felice

Partendo dall idea di Mondo Felice, come allevare oggi i nostri figli nella prospettiva di realizzarlo?

Prima di tutto sarebbe bello poter lasciare ai nostri figli un pianeta in migliori condizioni. L’85 per cento dell’inquinamento è legato all’utilizzo di solventi nelle reazioni di chimica organica dei grossi impianti. Sarebbe perciò importante lavorare sulla green chemistry, in modo da diminuire la quantità di solvente che viene utilizzato nell’industria. Occorre pensare al futuro, pur restando nel presente, soprattutto dal momento in cui diventiamo consapevoli di certi danni che vengono commessi e della possibilità di fare diversamente.

I bambini hanno capacità enormi che la scuola tendenzialmente blocca. Vengono subito inseriti nella dualità, tra i "buoni" e i “cattivi” e gli viene insegnato che devono ubbidire alle regole, perché non sono in grado di provvedere a se stessi da soli.

Quando mi rivolgo a un bambino, io lo considero un’anima adulta, con una coscienza grande, e quindi gli spiego tutto quello che so, certo che mi comprenderà perfettamente.

C’è sempre un gap tra le persone che hanno la possibilità - in termini di tempo, denaro e cultura - di incontrarsi per parlare dell’idea di un Mondo Felice, e coloro che invece vivono in luoghi davvero disagiati, come l’Africa, in cui l’impellenza è riuscire a sopravvivere. Poiché il Mondo Felice è una dimensione coscienziale globale, come possiamo colmare questo divario?

In realtà, l'idea che possiamo avere di una tribù africana è generalmente quella che ci trasmette la televisione, che seleziona soltanto situazioni disagiate di persone denutrite, mangiate dalle mosche e con le pance gonfie. La verità, però, è che esiste anche un’altra Africa, così come esistono un’altra Papuasia o un altro Brasile - che non è né Brasilia né San Paolo, dove ci sono baraccopoli spaventose - in cui troviamo tribù che vivono già in modi molto vicini all’idea di Mondo Felice. A dire il vero siamo noi che dovremmo tornare al loro livello di consapevolezza. L’immagine che ci trasmette la televisione non è il mondo infelice degli africani, ma quello infelice che gli europei e gli americani hanno costruito in Africa, in cui, dal nulla, sono stati creati bisogni che questi popoli - giustamente - non hanno saputo integrare, razionalizzare, portare avanti, perché estranei alla loro natura. Certamente, rispetto alla nostra civiltà, sembrano molto arretrati a livello tecnologico, ma in realtà percepiscono il loro mondo in modo molto piu armonico e animico di quanto noi si possa conoscere il nostro. L indigeno conosce esattamente le piante, quali sono buone, quali cattive, tutto il loro contesto, il loro utilizzo, mentre noi non conosciamo nemmeno il vicino di casa! La verità è che, credendo di aiutarli, li abbiamo rallentati nel loro processo di consapevolezza. Eppure questo non è più un problema perché, presa coscienza di ciò, cambiamo immediatamente il nostro modo di agire. L’entropia aumenta sempre e il sogno finisce bene, è vero. Ma già che ci siamo facciamolo finire bene subito.

Il sogno

Lei ha usato la parola "sogno” Ma il sogno è duale? E quanto è reale?

Jung sostiene che non ce alcuna differenza tra il sogno che si fa a occhi aperti e la realtà virtuale che ci circonda: essi hanno lo stesso peso di verità.

Raymond Gosling sostiene che il cervello è un lettore di ologrammi, e che la zona deputata a creare immagini e sogni è la stessa volta a individuare l’universo esterno. Ma poiché in questa Matrix non ce alcuna differenza tra interno ed esterno, l’Universo è esterno solo virtualmente.

In qualche modo noi siamo dotati di una scheda, come un computer, che interpreta i dati provenienti dallo pseudo-esterno e dallo pseudo-interno allo stesso modo, a conferma che non esiste una virtualità esteriore vera e una virtualità da sogno interna falsa.

Ma se il sogno è una nostra creazione, allora lo è pure il nostro esterno! Jung diceva proprio questo: non c’è alcuna differenza. Durante la notte l’emisfero sinistro tende a dormire, mentre quello destro non dorme mai e la parte animica, che è atemporale, di notte, nel sogno, espleta il bisogno di parlare. La nostra civiltà è sostanzialmente maschilista: il lobo sinistro vuole comandare, la parte maschile di noi - sia uomini che donne - vuole farla da padrone. Questo è un imprinting legato all’alieno, all’angelo del piano di sopra che ha paura di scendere e pertanto ha creato a sua immagine e somiglianza, cioè a livello maschile, il piano di sotto. L’integrazione avviene quando, nel tct, Anima e Spirito si uniscono.

Questo testo è estratto dal libro "Domande sul Mondo Felice".

Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017

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