ALIMENTAZIONE   |   Tempo di Lettura: 8 min

E adesso che cosa mangio?

E adesso che cosa mangio?

Scopri come sia facile cambiare alimentazione e non commettere più certi errori alimentari leggendo l'anteprima del libro di Maria Rosa Di Fazio.

Le linee guida generali di una corretta alimentazione

Iniziamo a vedere quali dovrebbero essere le linee guida generali di una corretta alimentazione come forma continuativa di prevenzione contro le peggiori malattie. Individuando tanto i cibi da prediligere e da non far mancare mai sulle nostre tavole, quanto quelli che sarebbe invece meglio eliminare per sempre senza esitazione, o quanto meno da ridurre in maniera decisa.

Sono linee guida generali che mi sento di poter suggerire a tutti dal momento che, in base a scienza e a conoscenza, le posso ormai considerare valide in maniera universale. Quasi per tutti. Sia che si tratti di persone sane che intendono rimanere tali, sia per soggetti purtroppo affetti da qualche forma di malattia - più o meno grave - ma che intendono tenerla sotto controllo, combatterla e, possibilmente, sconfiggerla.

A titolo di doverosa premessa, ricordo che la mia filosofia di fondo si basa su tre semplici capisaldi:

  1. ognuno di noi, uomo o donna, di ogni età, è diverso da tutti gli altri suoi simili;
  2. per questo, sempre diverse tra loro sono inevitabilmente anche le singole malattie che possono affliggerci;
  3. come logica conseguenza, differenti e mai standard dovrebbero essere le cure.

Proprio per questo i regimi alimentari vanno presi come costanti regole di vita e non vanno confusi con le “diete”, che per loro natura sono limitate nel tempo, mirate unicamente alla perdita di peso e scritte molto spesso da ciarlatani. Ma anche su questo fronte i regimi alimentari hanno un’efficacia ben maggiore in quanto sono i soli a poter garantire una perdita di peso ponderale armonica, mai “violenta” e soprattutto duratura nel tempo. Oltre a consentire una vita migliore e più sana. Perché se mantenere il peso sotto controllo contribuisce ad apparire più gradevoli sotto il profilo estetico, è anche essenziale per essere e per mantenerci più sani. Ciò comporta senz’altro alcune rinunce, ma la posta in gioco è troppo importante. Sarebbe in altre parole davvero stupido drammatizzare per dover dire “No” a questo o a quel cibo, a questa o quella bibita. Oltretutto, la possibilità di sostituire cose nocive con altre che ci fanno bene esiste; e scoprirete che quelle cose benefiche sono anche buone.

Mandiamo insomma in archivio la sciocca e diffusa domanda: “E adesso che cosa mangio?”. E del tutto priva di senso, prima che stupida. Vi dimostrerò infatti, nei capitoli a seguire, come sia invece facile cambiare e, soprattutto, quanta e quale gratificazione ne ricaverete in cambio, grazie al riscoperto benessere fisico. E basta davvero nulla, come non commettere più certi errori alimentari; “errori” che spesso, per le loro terribili conseguenze, sono invece autentici “orrori”.

Posso anche garantirvi che i miei pazienti più disciplinati, quelli che hanno fatto di queste mie linee guida “le loro” regole quotidiane, ne sono oggi i primi e più convinti sostenitori, al punto da diventarne entusiasti divulgatori tra parenti e amici. Molti di loro, addirittura, mi segnalano l’arrivo sugli scaffali di nuovi prodotti sani, biologici e naturali. “Dottoressa, guardi, ho trovato questo; che cosa ne pensa? Legga qui quello che c’è scritto sull’etichetta”. E questa, per me, è un’enorme soddisfazione.

Diamo allora una prima scorsa introduttiva a quelli che ho chiamato i miei “cavalli di battaglia”, ovvero quei suggerimenti alimentari che ritengo validi per il benessere di tutti. Vi troverete molti decisi “No”, ma anche tanti e convinti “Sì”. Ripeto, si tratta di una summa, di una sorta di “bigino” ad ampio raggio, tanto per iniziare a familiarizzarvi con l’argomento. Poi, nei capitoli a seguire, scenderò più nel dettaglio, alimento per alimento.

Le verdure

Alla base di una sana alimentazione ci dev’essere sempre un elevato apporto di verdure. E ribadisco sempre, a lettere maiuscole!

È la prima regola. Salvo le puntualizzazioni che vi darò, le verdure vanno bene tutte, dai carciofi ai radicchi, dai porri alle zucchine, dai cavoli alle verze, a seconda della stagione. Faccio però una doverosa precisazione: siccome qui si parla di verdure, ricordatevi che le patate non sono tali, ma tuberi. Salvo alcune tipologie che più avanti descriverò, sconsiglio comunque un consumo costante di patate per il loro eccessivo apporto calorico, per i troppi amidi e per il forte carico di poliammine, cioè di quei fattori di crescita che, come avrete ormai compreso, io raccomando di evitare il più possibile.

Tornando alle verdure vere e proprie, la sola precauzione che mi sento di dover dare è quella che vale in fondo per qualsiasi altro tipo di alimento: stare attenti a non eccedere con un unico tipo in modo monotono e ripetitivo, specie se si soffre di qualche disturbo. Faccio un esempio: le carote fanno benissimo, ma avendo un elevato tasso glicemico non possono diventare consumo quotidiano da parte di chi tende ad avere la glicemia alta. Salvo casi di possibili intolleranze individuali, di verdure bisognerebbe comunque mangiarne almeno quattro porzioni al giorno, tutti i giorni, sia crude sia cotte, senza dimenticare mai l’antica e benefica tradizione italiana dei minestroni e dei passati che, oltre a essere buoni, sono economici e facili da realizzare. Chi dice il contrario mente!

Tra le tante verdure a disposizione, il mio consiglio è quello di privilegiare le crucifere, ovvero quei prodotti della terra facenti parte della famiglia alla quale appartengono le rape e la senape, la rucola e il cavolfiore, i cavolini di Bruxelles e i ravanelli, i broccoli e i cavoli e via elencando, senza dimenticare le croccantissime e ottime verze. Le crucifere devono diventare la vostra prima scelta quotidiana, quando entrate dal verduraio. Se dico “devono” è perché esse agiscono in modo positivo sul metabolismo degli ormoni, prevenendo quindi le neoplasie ormonosensibili, oggi purtroppo tra le più diffuse: mi riferisco ai tumori al seno e all’utero/ovaio per la donna; a quello prostatico per l’uomo; a quelli tiroidei per entrambi i sessi.

L’altro grande aiuto che ci danno le verdure è quello di alcalinizzare l’organismo, ovvero di alzare il nostro pFI, o indice di acidità. Perché più “acidi” siamo e più ci esponiamo al rischio di malattia. Di qualsiasi malattia. Me lo sentirete ripetere ancora nei capitoli a seguire, ma ho imparato che devo essere anche ossessiva per fare entrare bene in testa a tutti certi concetti basilari: l’acidità è un nemico che dobbiamo tenere costantemente sotto controllo, altrimenti a vincere saranno le malattie.

E a questo punto so già che qualche saputello alzerà il ditino dicendo: “Eccone un’altra che ci parla di questa favola dell’acidificazione: il nostro sangue deve avere sempre la stessa acidità, altrimenti noi saremmo già morti”. Ovvio che è così, non ho certo bisogno che me lo ricordi il saputello di turno. Avendo fatto anni di medicina d’urgenza e di pronto soccorso, non solo so bene che il sangue deve conservare sempre il proprio pH (l’indice di acidità) nella ristretta forbice compresa tra 7,35 e 7,45, ma so anche quali presidi d’urgenza bisogna mettere in atto in tempi strettissimi per evitare il peggio al poveretto che avesse un valore alterato dell’acidità sanguigna. I saputelli insomma tacciano, è molto meglio per loro, per evitare di fare brutte figure. Il fatto è che, non essendo di norma né medici né tantomeno oncologi, ignorano che io mi riferisco invece all’acidità del tessuto connettivo, quello insomma di cui siamo fatti noi e sono fatti i nostri organi. Ed è questa l’acidità che noi dobbiamo evitare come la peste, perché potenzialmente molto pericolosa e foriera di seri guai. Quindi dobbiamo controllarla il più frequentemente possibile.

A questo scopo, a ogni prima visita, io chiedo a tutti di portarmi, insieme agli ultimi esami del sangue, anche un test ormai quasi dimenticato: quello delle urine. I vecchi medici di famiglia lo chiedevano sempre e avevano ragione da vendere: è, infatti, un esame semplice quanto fondamentale, oltre che economicissimo. Dico “fondamentale” perché se un pH di 6 non è male (l’ideale sarebbe un pH di valore 7), un 5 o 5,5 rappresenta di certo un serio campanello d’allarme che va ascoltato. Al di sotto di quel valore bisogna infatti iniziare a correre subito ai ripari, prima che arrivi una brutta “tegola sulla testa”.

A questo proposito, mi corre l’obbligo di precisare che ai malati oncologici e a quelli affetti da gravi patologie croniche e autoimmuni io sono costretta a togliere anche alcune verdure, e cioè quelle facenti parte delle solanacee. Le devo far eliminare in quanto molto acidificanti e ricche di poliammine: mi riferisco ai peperoni, ai pomodori crudi (quello cotto potenzia sì l’effetto benefico del licopene, ma non può comunque essere mangiato tutti i giorni), alle melanzane e alle patate (appunto tutte facenti parte delle solanacee). Per gli stessi motivi - acidificazione e carico di poliammine - devo togliere ai malati oncologici anche arance, mandarini e mandaranci.

Data di Pubblicazione: 10 maggio 2019

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