Quando ero giovane, se qualcuno mi avesse mai detto che avrei scritto un libro sulle relazioni, gli avrei detto che era impazzito. All’epoca ritenevo che l’amore fosse un mito sognato
dai poeti e dai produttori di Hollywood perche? le persone stessero male pensando a quello che non potevano avere. Amore eterno? “E vissero per sempre felici e contenti”? Scordatevelo.
Come tutti, ero programmato in modo che certe cose rientrassero naturalmente nella mia vita. La mia programmazione enfatizzava l’importanza dell’educazione. Per i miei genitori, il valore di un’educazione costituiva la differenza tra uno scavafossi che riusciva a malapena a tirare avanti e un “colletto bianco” con mani lisce e vita liscia. Essi non avevano dubbi sul fatto che «in questo mondo senza un’educazione non si conta nulla».
Considerate le loro credenze, non c’era da stupirsi se i miei genitori non rinunciarono a nulla quando si tratto? di espandere i miei orizzonti educativi. Ricordo vividamente di essere tornato a casa, in seconda elementare, dalla lezione della signora Novak eccitato dal mio primo sguardo nel sorprendente mondo microscopico delle amebe, costituite di un’unica cellula, e delle meravigliose alghe unicellulari come quella che portava l’affascinante nome di spirogira. Dopo aver fatto irruzione in casa, supplicai mia madre di procurarmi un microscopio tutto per me; senza esitazione, lei mi porto? subito al negozio e mi compro? il mio primo microscopio. Certo non aveva reagito allo stesso modo alla crisi di nervi che mi era stata scatenata dal disperato desiderio di avere un cappello da cowboy Roy Rogers, una pistola a sei colpi e una fondina! Nonostante la mia fase “Roy Rogers”, fu Albert Einstein a diventare l’icona eroica della mia gioventu?: i miei Micky Mantle, Cary Grant ed Elvis Presley si avvolsero tutti in un’unica, gigantesca personalita?. Mi e? sempre piaciuta la foto che lo ritraeva con la lingua fuori e la testa ricoperta di una folta chioma di capelli bianchi e arruffati. Mi piaceva anche vederlo sul piccolo schermo della (appena inventata) televisione del soggiorno, dove appariva con l’aspetto di un nonno amorevole, saggio e giocoso.
Piu? di ogni altra cosa, ero molto orgoglioso del fatto che Einstein, un immigrato ebreo come mio padre, fosse riuscito a superare i pregiudizi grazie alla sua brillantezza scientifica. Talvolta, durante la mia infanzia e adolescenza a Westchester County, New York, mi sentivo emarginato; in citta? c’erano dei genitori che mi proibivano di giocare con i loro figli per timore che li contagiassi con il “bolscevismo”. Apprendere che Einstein, lungi dall’essere un emarginato, era un ebreo rispettato e onorato in tutto il mondo, mi comunicava sentimenti di orgoglio e sicurezza.
Dei bravi insegnanti, lo stile “l’educazione e? tutto” della mia famiglia, e la mia passione nel trascorrere ore al microscopio condussero a un dottorato in biologia cellulare e a una cattedra alla Scuola di medicina e salute pubblica dell’Universita? del Wisconsin. Ironicamente, fu soltanto quando lasciai quell’impiego per esplorare la “nuova scienza”, inclusi gli studi sulla meccanica quantistica, che iniziai a comprendere la profonda natura dei contributi che l’eroe della mia fanciullezza, Einstein, aveva portato al nostro mondo. Mentre fiorivo in ambito accademico, in altri campi ero il tipico esempio di bambino disturbato, specialmente nel regno delle relazioni. Intorno ai vent’anni mi sposai, troppo giovane e troppo immaturo dal punto di vista emotivo per essere pronto per una relazione significativa. Quando, dopo dieci anni di matrimonio, dissi a mio padre che stavo divorziando, egli si oppose risolutamente e mi disse: «Il matrimonio e? un affare».
In retrospettiva, la risposta di mio padre aveva un senso per uno che nel 1919 era emigrato da una Russia travolta dalla carestia, dai pogrom e dalla rivoluzione: la vita per mio padre e per la sua famiglia era stata inimmaginabilmente dura, e la sopravvivenza sempre in dubbio. Di conseguenza, la sua definizione di una relazione era quella di una societa? lavorativa in cui il matrimonio era un mezzo di sopravvivenza, analogo al reclutamento di mogli ordinate per posta dai pionieri dalla rude vita che avevano colonizzato il selvaggio Far West degli Stati Uniti nell’Ottocento.
Il matrimonio dei miei genitori riecheggiava l’atteggiamento “prima di tutto gli affari” di mio padre, sebbene mia madre, nata in America, non condividesse la sua filosofia. Mia madre e mio padre lavoravano insieme sei giorni alla settimana in un’attivita? familiare di successo, ma nessuno dei loro figli ricorda di averli visti condividere un bacio o un momento romantico. All’inizio della mia adolescenza, la dissoluzione del loro matrimonio divenne evidente quando la rabbia di mia madre per una relazione senza amore esacerbo? la tendenza a bere di mio padre. Discussioni sempre piu? ingiuriose minavano quella che era stata la pace della nostra casa, e mio fratello e mia sorella piu? giovani ed io ci nascondevamo nei nostri ripostigli. Quando mio padre e mia madre finalmente decisero di vivere in camere da letto separate, una precaria tregua si impose.
Come molti genitori infelici comunemente facevano negli anni ’50, i miei genitori rimasero insieme per amore dei figli e divorziarono dopo che mio fratello minore ebbe lasciato la casa per frequentare il college. Se soltanto avessero saputo che plasmare la loro relazione disfunzionale fu ben piu? dannoso per i loro figli di quanto lo sarebbe stata la separazione!
All’epoca incolpavo mio padre del cattivo funzionamento della nostra vita familiare. Ma con la maturita? giunsi a riconoscere che entrambi i miei genitori erano ugualmente responsabili dei disastri che sabotavano la loro relazione e la nostra armonia familiare. Ma soprattutto iniziai a capire come il loro comportamento, programmato nella mia mente subconscia, influenzasse e indebolisse i miei sforzi volti a creare relazioni amorose con le donne della mia vita. Nel frattempo vivevo anni di sofferenza. La dissoluzione del mio matrimonio fu emotivamente devastante, specialmente perche? le mie due meravigliose figlie, oggi donne amorevoli e realizzate, erano ancora delle ragazzine. Fu cosi? devastante che giurai di non risposarmi piu?. Convinto che il vero amore fosse un mito, almeno per me, per diciassette anni ogni giorno mentre mi facevo la barba ripetei questo mantra: «Non mi sposero? mai piu?. Non mi sposero? mai piu?».
Inutile dire che non ero portato per le relazioni impegnate! Ma, nonostante il mio rituale mattutino, non potevo ignorare quello che e? un imperativo biologico per tutti gli organismi, dalle singole cellule ai nostri corpi composti da cinquanta trilioni di cellule: l’impulso a connettersi con un altro organismo.
Il primo Grande Amore di cui feci esperienza fu un cliche?: un uomo piu? anziano con un brutto caso di arresto dello sviluppo emotivo si innamora di una donna piu? giovane e sperimenta un’intensa storia d’amore adolescenziale, guidata dagli ormoni. Per un anno fluttuai felicemente attraverso la vita, su di giri grazie ai “filtri d’amore”, le sostanze neurochimiche e gli ormoni che circolavano nel mio sangue e di cui leggerete nel Capitolo 3. Quando la mia storia d’amore adolescenziale inevitabilmente ando? in pezzi (dicendo di avere bisogno di “spazio”, lei sali? sulla sua bicicletta e attraverso? uno spazio molto breve per finire nelle braccia di un chirurgo cardiovascolare), passai un anno nella mia grande casa vuota sguazzando nella sofferenza e dando la colpa alla donna che mi aveva lasciato. La “scimmia” da astinenza e? orribile, e non solo per gli eroinomani ma anche per coloro la cui biochimica ritorna agli ormoni quotidiani dopo la fine di una storia d’amore.
Un freddo giorno d’inverno del Wisconsin me ne stavo da solo (come al solito) a rimuginare di nuovo sulla donna che mi aveva lasciato, quando improvvisamente pensai: «Dannazione, lasciami stare!», al che una voce di saggezza che occasionalmente appare nei momenti cruciali della mia vita rispose: «Bruce, non e? esattamente quello che ha fatto?». Scoppiai a ridere, e questo spezzo? l’incantesimo. Da quel momento in poi, ogni volta che iniziavo a sentirmi ossessionato mi mettevo a ridere. Finalmente ero riuscito a uscire dalla crisi di astinenza, anche se avevo ancora molta strada da fare per arrivare a rimettere insieme la mia vita!
Quanto fossi lontano dal farlo mi divenne evidente quando mi trasferii ai Caraibi per insegnare in una scuola di medicina all’estero. Vivevo nel posto piu? meraviglioso della Terra, in una villa sul mare, tra fiori sgargianti e profumati; e nella villa c’erano addirittura un giardiniere e un cuoco. Volevo condividere la mia vita con qualcuno (anche se ovviamente senza sposarmi, dal momento che ero ancora fisso sul mio mantra mattutino). Volevo qualcosa di piu? di una compagna con cui fare sesso. Volevo qualcuno con cui condividere la mia nuova vita nel posto piu? bello della Terra. Ma quanto piu? mi davo da fare a cercare, tanto meno trovavo, anche se avevo quella che pensavo fosse la frase migliore del mondo per rimorchiare: “Se non hai niente da fare, che ne diresti di venire a vivere con me nella mia villa ai Caraibi?”.
Una sera provai quella che avrebbe dovuto essere la mia frase vincente con una donna che era appena arrivata a Grenada, la perfetta isola da cartolina che ero arrivato ad amare. Andammo al bar del circolo nautico e ci mettemmo a chiacchierare. Sembrava una donna interessante, cosi? le chiesi di rimanere per un po’ invece di ritornare al suo lavoro a bordo di uno yacht. Lei mi guardo? negli occhi e disse: «No, non potrei mai stare con te. Hai troppo bisogno». Il proiettile colpi? nel segno: ricaddi sulla sedia senza una parola. Dopo un lungo momento di stordimento, riuscii di nuovo a parlare e dissi: «Grazie, avevo proprio bisogno di sentirmelo dire». Non solo sapevo che aveva ragione, ma sapevo che dovevo rimettere insieme la mia vita prima di poter avere il rapporto di vero amore che desideravo cosi? disperatamente.
Poi accadde una cosa buffa: non appena lasciai andare la mia disperata ricerca, nella mia vita iniziarono ad apparire delle donne che volevano una relazione con me. Infine entro? nella mia vita la vera ispirazione per questo libro, la mia amata Margaret, e iniziammo a vivere un’esistenza come quelle descritte nelle commedie romantiche che una volta liquidavo come fantasie.
Ma sto andando troppo veloce. Prima ho dovuto imparare che non ero “destinato” a rimanere solo, ne? ad accontentarmi di una serie di relazioni fallite. Dovetti imparare che non soltanto avevo creato ogni relazione fallita della mia vita, ma che potevo creare la meravigliosa relazione che volevo!
Il primo passo ebbe inizio nei Caraibi quando sperimentai l’epifania scientifica che ho descritto nel mio primo libro, La Biologia delle Credenze (Macro Edizioni, Cesena, 2007). Mentre riflettevo sulla mia ricerca sulle cellule, mi resi conto che esse non sono controllate dai geni, e non lo siamo neanche noi. Come ho raccontato dettagliatamente in quel libro, quell’istante di illuminazione fu l’inizio della mia transizione da scienziato agnostico a scienziato che cita Rumi e crede che tutti noi possediamo la capacita? di creare il nostro Paradiso in Terra, e che la vita eterna trascende il corpo.
Quell’istante fu anche l’inizio del mio passaggio da scettico affetto da fobia del matrimonio ad adulto che finalmente si assumeva la responsabilita? di ogni relazione fallita della sua vita e si rendeva conto di poter creare la relazione dei suoi sogni. In questo libro narrero? dettagliatamente questa transizione servendomi in parte della stessa scienza delineata in La Biologia delle Credenze (e di altre ancora). Spieghero? perche? non siano i vostri ormoni, le vostre sostanze neurochimiche, i vostri geni o la vostra tutt’altro che ideale educazione a impedirvi di creare le relazioni che dite di volere, ma siano piuttosto le vostre credenze a impedirvi di sperimentare quelle inafferrabili, amorevoli relazioni. Cambiate le vostre credenze e cambieranno le vostre relazioni.
Naturalmente la faccenda e? piu? complicata, perche? nelle relazioni tra due persone in realta? ci sono quattro menti all’opera. Se non capite come queste quattro menti possano osteggiarsi a vicenda, pur con le migliori intenzioni starete “cercando l’amore in tutti i posti sbagliati”. E? per questa ragione che i libri di self-help e terapia favori scono l’intuizione ma non un vero e proprio cambiamento: essi trattano soltanto con due delle quattro menti all’opera nelle relazioni!
Ripensate alla storia d’amore piu? spettacolare della vostra vita, la Numero Uno, quella che ha sconvolto la vostra esistenza. Avete fatto l’amore per giorni e giorni, non avevate bisogno di cibo, a malapena di acqua, e avevate un’energia infinita. Era l’Effetto Luna di Miele, destinato a durare in eterno. Troppo spesso, tuttavia, la luna di miele lascia il posto a battibecchi quotidiani, magari al divorzio, o tutt’al piu? alla sopportazione. La buona notizia e? che non e? necessario che finisca cosi?.
Potreste pensare che il vostro Grande Amore sia stato al massimo una coincidenza o al peggio un’illusione, e che il suo crollo sia stato questione di sfortuna. Ma in questo libro spieghero? come siate stati voi a creare nella vostra vita sia l’Effetto Luna di Miele che la sua dissoluzione. Quando saprete come avete fatto a crearlo e a perderlo, potrete, come me, smettere di lamentarvi del vostro cattivo karma nelle relazioni e creare una rapporto d’amore del tipo “e vissero per sempre felici e contenti” che farebbe addirittura la gioia di un produttore hollywoodiano.
Dopo decenni di fallimenti, questo e? cio? che finalmente manifestai! Dato che cosi? tante persone ci hanno chiesto come abbiamo fatto, Margaret ed io spiegheremo nell’Epilogo come abbiamo creato il nostro eterno Effetto Luna di Miele per diciassette anni e oltre. Vogliamo condividere la nostra storia perche? l’amore e? il piu? potente fattore di crescita per gli esseri umani, ed e? contagioso! Come scoprirete quando creerete l’Effetto Luna di Miele nella vostra vita, attirerete persone amorevoli simili a voi, e quante piu? saranno, tanto piu? felici sarete. Ascoltiamo il consiglio di Rumi, che ci giunge da otto secoli fa, e crogioliamoci nel nostro amore per un’altra persona cosi? che questo pianeta possa finalmente evolvere in un luogo migliore in cui tutti gli organismi possano vivere il loro Paradiso in Terra. Spero che questo libro vi imbarchera? per un viaggio altrettanto intenso di quello per cui quell’istante nei Caraibi ha imbarcato me, perche? possiate creare l’Effetto Luna di Miele ogni giorno della vostra vita.
Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017