SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 10 min

Entrare in contatto con il mondo spirituale? Si può!

Mistero Eterno - Mysterium Aeternum - Anteprima del libro di Slavy Gehring

Le forme della Saggezza Universale

Filosofi, teologi, religiosi, maghi, sciamani, occultisti, spiritisti, parapsicologi, mistici hanno da sempre cercato in diverse forme di decifrare l’organizzazione dell’Universo, del mondo intangibile, della Spiritualità. Hanno cercato di dare un significato a ciò che va oltre la mera percezione della realtà. E spesso nei loro scritti hanno adottato un linguaggio di difficile comprensione, molto simbolico e metaforico, a volte addirittura criptato, la cui interpretazione non è immediata. Ciò è legato alla natura della Saggezza Universale e alle modalità con cui è possibile accedervi. Diversamente dagli insegnamenti dottrinali, dal linguaggio politico, sociale o didattico, la cui trasmissione del contenuto è diretta e immediata, gli insegnamenti divini sono più simili al linguaggio poetico, a quello della musica classica o della pittura, il cui obiettivo non è tanto la trasmissione di un messaggio univoco, quanto un invito alla ricerca costante e infinita delle verità universali. In questo senso «Mysterium Aetemum» è un modo di confrontarsi con il mondo della Spiritualità della Saggezza Divina, che è sempre una ricerca personale e individuale. Non si tratta insomma di collezionare delle verità, ma di interrogarsi costantemente sulla verità e sul modo in cui accedervi.

In realtà il rapporto con il mondo spirituale è un’interazione tra una singola persona - che pone delle domande e cerca delle risposte - e il mondo spirituale, che invia sulla Terra forme di saggezza e insegnamenti, goccia dopo goccia, attraverso vari canali spirituali. Tutto ciò che è già stato tramandato, come gli antichi insegnamenti spirituali, i segreti, i rituali magici e alchemici, risveglia il nostro interesse verso il funzionamento dell’Universo. Unendo a poco a poco tutti questi insegnamenti, quelli che stanno arrivando oggi, e quelli che ci giungeranno in futuro, l’umanità si avvicina alla saggezza totale senza mai poterla abbracciare completamente. La ricerca della Luce Divina o della Saggezza Universale è per definizione un percorso infinito. L’Intelligenza Superiore non può trasmetterci tutti gli strumenti per accedere a tutti i misteri della vita in un solo processo, poiché per poterli capire dobbiamo maturare interiormente! Ricevendo, invece, solo alcune rivelazioni il mondo spirituale ci aiuta nella crescita del nostro Spirito, stimola costantemente il nostro desiderio di sapienza e di sperimentazione. Tocchiamo, in questo modo, la Saggezza del mondo spirituale senza, però, poterne abbracciare tutta la sua Verità, almeno a questo livello della nostra evoluzione spirituale.

La porta d’accesso

Parecchi lettori del libro Dialoghi con la Morte mi hanno chiesto come sia possibile dialogare con un’Entità così mistica, con un’Entità che suscita tanta paura come la Morte. In realtà la risposta non è complessa in sé. Per instaurare un buon rapporto di convivenza con la Morte è essenziale non assimilare la Morte unicamente a un punto finale, ma a un passaggio naturale simile alla nascita, un passaggio che ci permette di accedere al mondo dello Spirito. Ed è il dialogo costante con la Morte che mi ha permesso di pensarla come un’insegnante preziosa, una complice saggia. Non bisogna aver paura della Spiritualità e di ciò che è mistico, anzi bisogna gioire dell’opportunità di toccare il Divino in ogni Sua forma. Per non avere più paura dell’ignoto, per poter dialogare con l’Universo, per acquisire nuove sapienze e toccare la Saggezza Divina non ci vuole molto, basta la nostra volontà, una sana curiosità, la voglia di crescere attraverso nuovi insegnamenti e credere profondamente che è realmente possibile. Tutto è possibile, per l’impossibile ci vuole semplicemente più tempo. Occorre diventare un po’ mistici e aprire la mente a una nuova visione della vita.

L’approccio «Mysterium Aeternum» è relativamente complesso, richiede un certo atteggiamento e alcune conoscenze nell’ambito della Spiritualità per poter godere appieno dei suoi risultati. Alcune persone mi chiedono perché non riescono a entrare in contatto con il mondo spirituale nonostante il loro impegno. Chiedono che cosa possono fare per sentire la voce dei propri aiutanti spirituali, come possono vedere i loro volti, capire i messaggi simbolici. «Mysterìum Aeternum» è stato pensato anche per rispondere a queste domande.

Diventare un po’ mistici

Vediamo ora brevemente che cos’è il misticismo e cosa è possibile estrapolare da alcune pratiche per sviluppare al meglio il proprio cammino spirituale.

Per alcuni il “misticismo” è una pratica strettamente religiosa che ha come obiettivo da un lato l’unione con le Forze Superiori, con Dio, e dall’altro l’accesso a fenomeni particolari come le apparizioni, la comparsa delle stigmate, la bilocazione e molto altro ancora. Oggi il termine misticismo abbraccia anche la manifestazione delle varie forze dell’occultismo, della magia, di ciò che è paranormale, inspiegabile.

Personalmente definirei il misticismo come un atteggiamento che amplia il nostro modo di confrontarci con il mondo e permette alla nostra vita di essere più interessante e luminosa. Avere un atteggiamento mistico significa non scegliere strade comuni, ma trovare nuove vie attraverso una profonda ricerca spirituale. Il mistico è anche un filosofo che non cerca luoghi comuni per esplorare la propria fede e non è un clone di nessuno. Non segue una religione tradizionale perché ne ha una propria. Lo sciamano che parla con il vento compie un atto mistico che non impara da alcuna religione. Un mago che segue la via del misticismo non cerca in Internet le spiegazioni dei rituali perché, grazie al suo rapporto segreto con il mondo spirituale, può trarre le informazioni direttamente dai suoi collaboratori dal mondo dell’Aldilà.

Che cos’è un rituale se non un atto mistico?

Non tutte le persone possono essere chiamate mistici. Per raggiungere questo stato bisogna lavorare molto a livello spirituale e farlo per molti anni. Non si può insegnare il misticismo, ma si possono condividere le ricerche spirituali per risvegliare nelle persone la voglia di trovare da soli le risposte alle domande della vita. Durante i corsi che propongo aiuto le persone a esplorare le proprie capacità extrasensoriali e a lavorare con diverse discipline spirituali, ma non posso trasformarle in mistici perché il misticismo è una via strettamente personale, basata sulle conoscenze acquisite e sulla volontà di esplorare il mondo andando oltre la fisicità e la logica.

Il mistico va oltre le debolezze di un essere umano e non è facile offenderlo perché lui vede oltre le emozioni. Spesso viene criticato perché le persone “normali” non riescono a capire il suo comportamento, la sua filosofia, le sue parole. Tuttavia non è possibile attaccare il mondo interiore di un mistico: sarebbe come attaccare la pioggia. Il mistico non cerca il potere perché lui stesso è potere. Non cerca di convincere le persone perché sa che chi condivide con lui la verità verrà da solo a cercare le sue conoscenze.

Il mistico spesso non mostra il suo stato d’animo alle persone che lo circondano e così appare “normale”: ride, scherza, naviga in Internet, sta in compagnia... Non è sempre una persona che si isola dal mondo, perché il mondo gli può fornire molte informazioni su cui riflettere. Insomma, il mistico può avere una vita sociale del tutto normale, proprio perché il misticismo non è un atteggiamento esteriore, bensì unicamente interiore.

Ma perché il misticismo può essere importante nel nostro lavoro spirituale? Semplicemente perché è un modo di porsi verso l’Universale e lo Spirituale, che implica la liberazione da ogni ingombro materiale. È il bisogno dell’Anima - più profondo di ogni ambizione, di ogni ricerca del piacere, della ricchezza e del Potere. L’elemento fondamentale della mistica è il distacco dal superfluo, la liberazione dal superficiale, da ciò che non è essenziale; e occorre togliere ciò che è inutile per far emergere il profondo, ossia la realtà vera dell’uomo che è Luce Divina. Le scorie che ricoprono il nostro vero essere sono tutti elementi accidentali presenti nella nostra psiche, ovvero il complesso di desideri, volizioni, contenuti di vario genere, che ci determinano nel dove e nel quando, impedendoci di essere ciò che veramente siamo: assoluta, pura Luce.

Distacco, umiltà, amore

In sostanza dal mondo mistico derivano tre elementi essenziali nel cammino verso la saggezza: distacco, umiltà e amore. Il distacco ha un carattere che potremmo definire ascetico, nel senso che occorre togliere di mezzo tutti quei desideri, quei legami di ordine materiale, carnale, che rendono davvero schiava la nostra Anima. Ma più importante ancora è staccarsi da se stessi, dal proprio “io”, dall’ego che paradossalmente può anche portare desideri “spirituali” non opportuni come, ad esempio, il rischio di voler diventare un guru. Questo radicale distacco da se stessi è, in un certo senso, estremamente difficile da compiere, poiché noi siamo molto affezionati al nostro piccolo “io” e quindi la malizia dell’ego, dell’amor proprio è sempre in agguato. D’altra parte, però, è anche molto facile perché ci sono attimi nella nostra vita in cui facciamo spontaneamente un’esperienza spirituale, indipendentemente dal fatto che siamo studiosi, religiosi, indipendentemente dalla professione e dall’età. Basta una sola esperienza di distacco da se stessi per vivere la presenza della pace e della serenità totale.

Ora, questo distacco dall’io, questo svuotamento o questa pulizia, ci permette di raggiungere il vuoto - la vacuità - che è uno dei grandi temi del pensiero taoista e che può essere visto come il modo migliore per cogliere il significato vero delle cose, nella loro essenza. Quello stesso vuoto che rappresenta la via che porta aH’incontro con il Divino per poter essere riempiti della Sua Luce.

Il secondo elemento che m’interessa della mistica è l’umiltà, imprescindibile premessa di qualsiasi conoscenza spirituale. E la consapevolezza che l’io (l’ego) è prettamente terreno e pertanto limitato, poiché legato al tempo e allo spazio limitati. “Uomo umile” significa “uomo distaccato”: quello capace di accogliere la Grazia Divina, proprio come l’umile Terra accoglie con gratitudine la pioggia o i raggi del sole che incessantemente vengono dal cielo. Direi che l’umiltà è in qualche modo un atto intelligente e naturale di sottomissione a Forze Superiori ed è la premessa fondamentale del cammino della conoscenza, direi anche dell’onestà intellettuale.

Dal distacco e dall’umiltà deriva una conseguenza molto importante che è l’amore. Madre Teresa di Calcutta ha capito uno degli insegnamenti fondamentali della mistica orientale: il distacco da sé, la spoliazione totale, il dono di tutti i beni materiali, il vuoto che cancella l’ego personale porta all’amore per l’altro, perché allora il bene degli altri diventa caro tanto quanto il proprio.

Questo testo è estratto dal libro "Mistero Eterno - Mysterium Aeternum".

Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017

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