SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 10 min

Essenziale, chiaro, potente: cos'è Wabi Sabi?

Scopri cos'è Wabi Sabi

Trasforma le tue imperfezioni e fragilità in doti straordinarie. Leggi l'anteprima del libro di Selene Calloni Williams e scopri la forza del Wabi-Sabi.

L'indefìnibile Wabi-Sabi

Wabi-Sabi è una visione della realtà, uno stile di vita che ci aiuta a essere più coraggiosi e felici, e anche a raggiungere gli obiettivi più importanti mediante la ridefìnizione di aspetti della vita, quali l’imperfezione, l’incompiutezza, la fragilità e l’evanescenza, che possono essere trasformati in forze e caratteri positivi della nostra realtà.

Wabi-Sabi è la via della bellezza e dell’eleganza, è una visione molto sentita in Giappone anche se nessun giapponese riuscirebbe a spiegare a parole, in modo non elusivo, cosa sia veramente. In effetti, Wabi-Sabi non è un concetto o una teoria facilmente comunicabile a parole, piuttosto è un’esperienza che affonda le proprie radici nel buddismo tantrico-esoterico e zen, nello shintoismo - la religione animista del Giappone - e nello sciamanismo, vivo e sentito nel vasto panorama del misticismo giapponese, come nel caso degli yamabushi, che frequentano le foreste sulle montagne.

La via del buddismo esoterico, come quella dello sciamanismo, è una filosofìa naturale volta alla felicità. Si tratta di un’esperienza che può essere utile a tutti, indipendentemente dalla loro religione, cultura, etnia o storia.

Nella visione del buddismo esoterico e dell’animismo sciamanico, l’Illuminazione, la buddità, la libertà sono considerate condizioni raggiungibili in questa vita e con gli strumenti che la vita stessa mette a disposizione. Possiamo considerare il buddismo esoterico, lo sciamanismo, lo shintoismo animista come forme di psicologie naturali che non si pongono il problema della normalità - prioritario, invece, nell’approccio terapeutico - ma perseguono l’obiettivo della libertà e della felicità.

 

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Si potrebbe dire che Wabi-Sabi sia un sistema di esperienze e conoscenze, una via di poche mosse - quelle decisive e vincenti - che ci proviene dalla sapienza e dalla tradizione degli sciamani tantrici e buddisti, oltre che delle arti marziali giapponesi. È essenziale, chiaro, potente.

In questo libro ho voluto descrivere le pratiche rituali che ci aiutano a trasformarci in «guerrieri Wabi-Sabi», capaci di attingere alle proprie imperfezioni e diversità e renderle doti straordinarie; irripetibili, meravigliose possibilità. Tali pratiche rituali riassumono l’essenza empirica del Wabi-Sabi in gesti semplici ma efficaci, sono una sintesi di arti marziali e discipline spirituali, condensate in un procedimento chiave da applicare ogni giorno. Questa disciplina di rituali, brevi ma continuativi, rende i piccoli momenti quotidiani una meravigliosa palestra di arti spirituali.

Trasformare una vita in una vita Wabi-Sabi significa scoprire tutto quello che possiamo essere e che ancora non siamo, e manifestarlo.

Le Dodici mosse del goten per la salute e la longevità, i rituali di potenziamento reciproco uomo-natura attraverso la visualizzazione, i mantra nella caccia all’anima - rituali sciamanici con i quali possiamo chiedere agli spiriti di natura di venire con noi, di stare con noi -, i mudra segreti del goten e i rituali di inemuri, accompagnati dalla cerimonia del tè e dalla pratica dell'haiku, costituiscono una sadhana, una disciplina spirituale fatta per chi ha tra i propri obiettivi la libertà, la piena realizzazione di sé e il coraggio di essere davvero felice.

 

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Traduzione letterale

Wabi e sabi sono due parole, cariche di valore estetico, impossibili da tradurre letteralmente. Wabi indica la manifestazione della bellezza attraverso la semplicità, l’imperfezione, l’incompiutezza, la dolce tristezza. È il sentimento che si prova nel lasciar andare ciò che si ama, invece che nel trattenerlo e possederlo: natsukashii, si dice, in giapponese. Questo termine indica un sentimento di felicità nostalgica, lo stesso che si può provare nel ritrovare per caso un vecchio compagno di scuola o nel ripensare a un vecchio amore. Vivere secondo i principi Wabi-Sabi vuol dire affinare l’abilità di accogliere il naturale fluire dell’esistenza.

Wabi può essere reso come la capacità di accettare la propria imperfezione e fragilità e addirittura farne dei principi di eleganza ed evoluzione. Molti eventi recenti, tra cui una pandemia di proporzioni sconvolgenti, ci hanno sicuramente resi più attenti all’importanza di sviluppare una simile abilità.

Sabi, invece, indica la bellezza data dal trascorrere del tempo, che rende le cose e le persone cariche di vissuto, di esperienze, di emozioni, di ricordi che le nobilitano e le impreziosiscono. Wabi-Sabi indica anche il sentimento di una dolce solitudine, che proviene dal vivere immersi nella natura fisicamente e/o psicologicamente.

Wabi-Sabi è l’asimmetria, l’anticonformismo, la modestia, la crescita e il flusso, il cambiamento e la transitorietà. Wabi-Sabi è naturale, lento, calmo, capace di astenersi, moderato, spirituale, dignitoso, non ostentato, rustico, morbido e fluido, incompleto, semplice e resiliente.

Per me è la possibilità di concepire la vita non come lo sforzo di resistere nella tempesta, ma come la gioia di danzare nella pioggia e altresì la capacità di sentire tutto il valore positivo del trascorrere del tempo, di percepire l’invecchiamento anche negli oggetti che con il passare degli anni raccontano la loro storia e mostrano tutta la loro ricchezza.

Oltre a tutto ciò, Wabi-Sabi è anche un metodo di pensiero, è soprattutto uno stato della coscienza, che riassume in sé gran parte dei segreti del buddismo tantrico esoterico, dello zen e, prima ancora, del taoismo. Descrive lo stile di vita degli sciamani yamabushi e delle miko, le sciamane scintoiste; esprime quel carattere comune che troviamo nelle varie tradizioni misteriosofiche del Giappone, la maggior parte delle quali, ancora oggi, sono tramandate in via esclusivamente orale.

 

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Estetica giapponese

Wabi-Sabi è anche un aspetto fondamentale dell’estetica giapponese. La spiritualità esoterica di cui l’estetica giapponese è intrisa punta infatti a trascendere lo stato di coscienza dualistico - la condizione della morale discriminatoria, nella quale le cose sono o bianche o nere, o luce o buio - e a ritrovare la pura coscienza estetica, in cui i confini tra gli opposti non sono più così netti. La coscienza estetica si manifesta nell’esperienza dell’estasi, lo stato in cui ogni vera conoscenza, scoperta, ogni reale passo evolutivo è possibile. In una visione estetica di stampo Wabi-Sabi, ciò che è in ombra è fondamentale nell’espressione della bellezza. E, in effetti, secondo questo principio estetico noi non dobbiamo tanto rendere luminoso qualcosa che non lo è, quanto piuttosto liberarci dell’idea che ciò che è luminoso invece non sia tale. Dobbiamo riscoprire il Tao, cioè lo stato di coscienza non-duale, nel quale gli opposti sono l’uno dentro nell’altro, distinti ma non separati.

Nei miei numerosi viaggi in Giappone, grazie anche e soprattutto alla mia amicizia con lo sciamano yamabushi No-buro Okuda Dò, ho avuto modo non solo di approfondire questo stile di vita, ma anche di conoscere e praticare rituali e meditazioni taoiste, buddiste, shintoiste, tutte di derivazione tantrico-sciamanica, che concorrono a modellare la psiche e il corpo per consentire la manifestazione dell’eleganza delle forme espressive dello stato Wabi-Sabi.

Appropriarci di questo stile di vita appare ormai come una necessità nella nostra cultura, così segnata dalla paura, dall’individualismo, dal bisogno di controllo, dalla mancanza di fiducia e dalla frustrazione. Wabi-Sabi è la forza della calma, è l’essere in sintonia con le armonie universali ed è resilienza, in quanto capacità di essere fragili e imperfetti. È la resistenza che porta la ghianda a divenire quercia, facendosi strada tra gli altri alberi per incontrare la luce del sole; è una possibilità per l’uomo di oggi di sviluppare un nuovo metodo di pensiero poetico, in grado di comprendere la complessità del reale.

La natura, il pianeta, le nostre stesse vite ce lo stanno chiedendo a gran voce. Abbiamo bisogno di tradurre le nostre azioni in comportamenti sostenibili. Dopo esserci atteggiati a predatori, stiamo divenendo le prede: ce lo dicono i ghiacciai che si sciolgono, il tasso di suicidi, la frustrazione sociale dilagante. La tecnologia ha forse reso le nostre esistenze più comode, ma di certo non più felici. La natura è fondamentalmente equilibrio e chi preda, necessariamente, prima o poi viene predato. Non si può cogliere la voce dell’armonia naturale nel segreto dell’universo con un telescopio, ma è necessario un cuore sensibile, un’attenzione pronta, una volontà impeccabile e la fede, ovvero la forza che ha inizio quando finiscono tutte le credenze.

I rituali e le meditazioni descritte in questo libro sono un percorso di sviluppo delle qualità che servono per poter essere Wabi-Sabi, come un fiume che scorre verso il mare, senza fatica.

La bellezza non è un concetto astratto, non è una teoria, ma un esperienza che va praticata.

 

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Praticare la bellezza è azione e coraggio

La manifestazione della bellezza è il risultato dell’esercizio della libertà, è quando sei nel mondo senza essere del mondo, cioè quando non sei condizionato dalle credenze comuni e, pur abitando le immagini collettive, le riconosci come immagini e non come realtà, quindi rimani sostanzialmente libero. Perciò le esperienze narrate in questo libro si svolgono sul monte Kóya o Kóya-san, un luogo nel mondo che non è del mondo, un posto molto lontano che puoi portare nel giardino di casa se decidi tu, per primo, di aprirti al coraggio.

Abbiamo bisogno di wabi, di semplicità, umiltà, capacità di incarnare la vulnerabilità, l’imperfezione, l’incompiutezza, nonché emozioni come la dolce tristezza, e abbiamo bisogno di essenzialità. Il wabi, infatti, è la semplicità massima, l’estrema sintesi di ogni forma.

Abbiamo bisogno di sabi, la consapevolezza del trascorrere del tempo, perché abbiamo necessità di farci più resilienti di fronte ai cambiamenti e alle difficoltà della vita. Ne abbiamo bisogno per ritrovarci nell’armonia con un pianeta che è il nostro cuore e a cui dobbiamo ridare vita e gioia. Il concetto di salvezza individuale, infatti, oltre a essere disgustoso, non è proprio possibile. Non possiamo risvegliarci se non per mezzo della rigenerazione di ogni fiore e ogni filo d’erba, e non possiamo illuminarci se non riaccendendo la luce nelle grotte della nostra natura universale.

Questo libro descrive le pratiche del goten, gelosamente custodite dagli yamabushi, e simultaneamente racconta la storia delle mie iniziazioni nella meravigliosa natura dei monti Kii e al Kòya-san, in compagnia di Noburo Okuda Dò.

Una presenza centrale del libro, anche se invisibile in quanto spirito, è Tomoe, un’antica samurai e sciamana che è un elemento fondamentale delle mie iniziazioni. Lei rappresenta l’amore che vince la morte, la forza segreta del sentimento della dolce tristezza, tessuto di tutte le esperienze Wabi-Sabi.

Data di Pubblicazione: 29 giugno 2021

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