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Fare finta che la Bibbia sia vera

Gli Dèi della Bibbia - Mauro Biglino - Speciale

Possibile conoscere l'origine e la vera natura di Yahweh/Dio e la nascita del monoteismo? Scoprilo leggendo l'anteprima del libro del Professor Mauro Biglino.

Fare finta che la Bibbia sia vera

Della Bibbia ci rimangono dunque solo copie di copie di copie di originali archetipi perduti, a loro volta redatti sulla base di precedenti storie tramandate anche oralmente o appartenenti a culture differenti, le cui prime radici si perdono nella notte dei tempi.

Dunque, possiamo dire che il testo biblico è quanto di più fragile e incerto al mondo. Questo però non ha scoraggiato i teologi dal costruire su queste precarie basi una loro visione dogmatica della religione.

Nel corso di oltre due millenni il loro lavoro indefesso ha dato origine alle tre cosiddette “religioni del libro”: ebraismo, cristianesimo e islam. Insieme, queste religioni contano più di quattro miliardi di fedeli.

Dunque circa metà della popolazione mondiale basa la propria esistenza e i propri valori di vita, direttamente o indirettamente, sulla Bibbia. Questo libro, di cui abbiamo appena visto le fragili basi, è diventato cuore e fondamenta di una complessa struttura di potere.

È abbastanza facile intuire che questa ramificata struttura religiosa, per quanto diversificata, eterogenea e persino contraddittoria, deve fondarsi su solide basi, in grado di sostenere il peso di un’ipertrofica struttura di potere come quella che è venuta a formarsi nei millenni, con tutto il suo corredo di gerarchie, dogmi e articoli di dottrina.

 

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Il monoteismo? Un gigante dai piedi di argilla

I guardiani dell'ortodossia sono terrorizzati all'idea che questa struttura possa non essere fondata su basi tanto solide come avrebbero sperato e possa collassare da un momento all’altro. Per questa ragione, la Chiesa cattolica ha persino vietato la lettura della Bibbia per secoli, se non sotto la guida di un mediatore autorizzato, sacerdote o predicatore.

Se guardiamo più da vicino però ci rendiamo conto che questa struttura di potere è stata eretta perigliosamente su fondamenta instabili: il monoteismo è un gigante dai piedi di argilla, perché il testo sul quale si fonda è quanto di più fragile possa esserci al mondo.

Ci si aspetterebbe dunque che i teologi, i credenti e i traduttori della Bibbia evitassero di toccare il testo, così come si come si evita di toccare un antico e fragilissimo reperto, e di continuare ad infliggergli continue manipolazioni.

Al contrario, non ci sono state remore da parte di costoro ad alterare il testo biblico a proprio piacere e discrezione, come risulterà evidente da molti esempi che faremo nel corso del nostro lavoro.

Quelli che studiano l’arte della traduzione come disciplina, sanno che ogni traduzione è, in qualche modo, anche interpretazione, specialmente quando parliamo di testi antichi, cioè di opere storico-letterarie il cui contesto non è sempre chiaro.

Tuttavia, questa consapevolezza non può costituire una licenza per traduzioni arbitrarie: infatti alcune traduzioni sono accettabili o opinabili, mentre altre sono completamente errate.

 

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Molte traduzioni, molti errori

Nella Bibbia, molte traduzioni correnti e disponibili pubblicamente nelle edizioni più comuni, non accademiche, sono palesemente sbagliate e distorte. Gli esempi sono numerosi e ne vedremo diversi in questo libro.

A questo proposito conviene ricordare che una delle migliori pratiche di traduzione, soprattutto nei testi antichi, di fronte alla presenza di termini poco chiari, controversi o incerti è quella di lasciare quei termini non tradotti, per evitare ogni sorta di travisamenti.

Questa pratica salva molti traduttori onesti da equivoci.

Nello stesso modo in cui un musicista fa lo sforzo di avvicinarsi, per quanto possibile, alla perfezione dell’esecuzione, dobbiamo, nel tradurre, fare lo sforzo di distaccare in qualche modo noi stessi dal nostro vissuto e dal nostro background ideologico.

Questo però richiede una certa dose di consapevolezza, la stessa consapevolezza richiesta e suggerita dall’oracolo di Delfi: "conosci te stesso".

Nell’avvicinarsi alla Bibbia, teologi e credenti mostrano spesso un atteggiamento non di distacco ma di completa adesione al proprio concetto o alla propria idea di “Dio”: onnipotente, onnisciente e spirituale.

Invece di fare uno sforzo per staccarsi da questo concetto, ricercando quanto possibile l’oggettività, sovrappongono deliberatamente le caratteristiche che loro stessi attribuiscono a “Dio” sul testo biblico.

 

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Il concetto stesso di "eternità"? Non esiste nella Bibbia

La Bibbia però è quanto di più lontano possa esserci dal milieu culturale e intellettuale in cui la concezione occidentale di “Dio” è stata forgiata attraverso i millenni. Così, i teologi, invece di correggere sé stessi, correggono la Bibbia! Fanno dire alla Bibbia cose che non dice nemmeno a leggerla con la più ottimistica licenza ermeneutica.

Traduttori, credenti e teologi dovrebbero trattenersi dal cambiare il testo e falsificarlo quando il testo contraddice le loro opinioni, come per esempio nel caso della parola [olam], regolarmente tradotta con “eternità” nelle Bibbie che abbiamo in casa, quando i dizionari di antico ebraico spiegano chiaramente ed esplicitamente che [olam] non significa eternità e non deve essere tradotto con eternità”.

Peraltro, il concetto stesso di “eternità” è un concetto alieno alla cultura semitica che ha prodotto la Bibbia.

Questo è solo un piccolo esempio — ma ne vedremo diversi — che bene illustra come i teologi usino concetti moderni o concetti a loro cari, per sovrascrivere e risemantizzare il testo biblico. Purtroppo non una sola volta nella Bibbia [olam] significa “eternità”, ma viene tradotto sempre così.

Un caso simile riguarda la parola [kavod], che viene tradotta sempre con “gloria” o “gloria di Dio”, ma non significa “gloria”. In questo libro, non affrontiamo specificamente il tema della parola [kavod], tranne per un breve passaggio nel capitolo 14, ma ne ho parlato diffusamente in diversi miei precedenti lavori e in molti video sul mio canale YouTube.

 

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Dio? Questo sconosciuto

Altri termini fondamentali nella costruzione del monoteismo spiritualista, come ad esempio le parole [ruach] ed [elohim], verrano analizzate in dettaglio nei capitoli iniziali di questo libro.

Inutile anticipare che, come risulterà evidente, anche questi termini sono stati tradotti in maniera assolutamente tendenziosa, in modo da riflettere sul testo biblico una prospettiva religiosa ingiustificata di stampo monoteista.

In pratica, ogni passaggio biblico che non sembra confermare e conformarsi al concetto teologico di “Dio” ha spinto esegeti e traduttori monoteisti ad avvalersi comodamente del diritto di forzare il testo sulle loro posizioni, ricorrendo sia a falsificazioni sia a categorie ermeneutiche non necessarie, in modo da stemperare la potenza eversiva del testo preso alla lettera e imprimervi una connotazione diversa da quella originale, da loro considerata inaccettabile.

Questo approccio è completamente anacronistico e antiscientifico; eppure non ha fatto sollevare più di un sopracciglio negli ambienti accademici.

Data di Pubblicazione: 29 settembre 2023

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