SALUTE E BENESSERE   |   Tempo di Lettura: 5 min

Forme magiche dello Yoga Ratna

La Magia dello Yoga Ratna - Gabriella Cella Al-Chamali - Speciale

Che cos'è lo Yoga Ratna? Scopri i benefici di una delle sue magiche forme, la pratica del Nirrti, leggendo l'anteprima del libro di Gabriella Cella Al-Chamali.

Forme magiche dello Yoga Ratna

Nirrti e la fertilità

Iniziamo questo cammino con una posizione dedicata a Nirrti.

La divinità Nirrti viene associata ai gràmadevata, divinità minori spesso ritratte con giare e contenitori d’acqua, connesse con il grembo femminile e perciò legate ai culti magici della fertilità. Si rivolgevano a Nirrti le giovani donne per chiedere protezione e assicurarsi la prole.

Nirrti viene venerata anche nella forma di dea del vaso, kumbhamata, quale protettrice del villaggio in grado di garantire il prezioso dono dell’acqua. Nel tempio, Nirrti nel suo aspetto maschile — reggente delle direzioni intermedie tra i quattro punti cardinali, le quattro porte della vita — è collocato a Sud-Ovest dove si incontra sia la luce calda del Sole sia la sua fresca ombra opposta: il declino.

I culti magici legati all'acqua sono tutt'ora eseguiti soprattutto dalle donne nomadi che è ancora possibile incontrare nel Nord dell’India e in Kashmir.

 

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Il rituale della Signora delle acque

Nella zona desertica attorno a Palitana, nel Gujarat, nel 1980 fui ospite di un gruppo di donne nomadi che vivevano sole, con alcuni bambini, trasportando sui muli le loro povere masserizie e addirittura i letti, costituiti da telai di legno e budella di animali.

Erano lettini corti dove potevano dormire solo rannicchiate su un fianco. In quella particolare area, brulicante di scorpioni e serpenti velenosi, non era certo conveniente coricarsi a terra.

Da queste donne appresi un interessante rituale: nelle notti di luna piena, brocche piene d’acqua venivano poste a terra; all’alba del giorno successivo le donne, mantenendo se stesse come punto centrale, tracciavano attorno al proprio corpo un grande cerchio lasciando gocciolare l’acqua dalla brocca.

Quando l’acqua era finita, restavano ferme a occhi chiusi in mezzo a questo mandala recitando un mantra a Nirrti e alla Signora delle acque, Jaladhija.

Ancora oggi, confesso, quando ho un particolare desiderio che voglio realizzare mi appello alla dea dell’acqua con il rituale appena descritto. Purtroppo la speranza che funzioni e strettamente legata alla fiducia, al credere veramente con sraddha, la fede. Quella che non sempre riesco ad avere.

Un grande maestro sufi, Inayat Khan, scriveva che la fiducia in sé medesimi è il vero significato della fede e nella fede sta il segreto del compimento di ogni desiderio.

 

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La pratica della forma di Nirrti

In posizione eretta, con i piedi paralleli tra loro.

Svuotare lentamente i polmoni, poi inspirare ed espirando far scivolare il piede destro a terra spingendo all’indietro la gamba destra e allontanandola il più possibile, ruotare il piede destro sul tallone per portarlo di profilo mentre il ginocchio viene ben flesso.

Raddrizzare il busto percependolo in torsione del bacino che sale con un bell’impegno fino alle spalle. La gamba sinistra resta distesa in avanti con il piede tutto aderente al suolo.

Chiudere le mani a pugni stretti, spingere all’indietro le braccia tese aprendo intensamente il petto e facendo percepire tutta la forza delle costole che dilatano la cassa toracica anteriormente, mentre le scapole si avvicinano sempre più l’una all’altra a ogni respiro.

La forma si mantiene poi nell’immobilità con respiri calmi e regolari. Possibilmente gli occhi restano chiusi.

Quando si decide di lasciare la posizione di Nirrti, è sempre la lentezza del movimento guidato dal respiro che l’accompagna.

Poi la sua figura riappare negli occhi della mente affinché venga mantenuta ancora per un poco l’energia che ha prodotto. Per qualche minuto si ascolta la sensazione lasciata a fior di pelle e il ritmo calmo e regolare del respiro, prima di ricomporre l’asana con la stessa modalità sull’altro lato.

 

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Il Mantra

"Nirrti saranam."

Prendo rifugio in Nirrti.

Si ripete per tre volte cantilenato oppure silenzioso, mentale, affinché attraverso il respiro continui l’intento di mantenere quel filo sottile e luminoso che ogni vibrazione sonora rilascia nell’aria.

 

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Benefici e controindicazioni

La forma di Nirrti non ha particolari controindicazioni, ma come in ogni asana è fondamentale imparare ad ascoltare il linguaggio del proprio corpo: è sempre il corpo il miglior maestro che ci indica, attraverso messaggi ben chiari di fastidio o addirittura a volte di dolore, se occorra lasciare una particolare posizione, magari anche solo in quel preciso momento.

Comunque è meglio evitare la posizione di Nirrti se si soffre di sciatalgie, per non sovraccaricare le gambe e di conseguenza il nervo sciatico.

I benefici che apporta sono maggiore forza ed elasticità dello scheletro e soprattutto delle giunture: caviglie, ginocchia, articolazioni di anche e spalle; la lieve torsione spinale porta equilibrio energetico ai reni e permette ai fluidi corporei di scorrere più facilmente; l'espansione della cassa toracica migliora la capacità respiratoria tonificando e massaggiando i polmoni.

Anahata, il cakra del cuore, riceve energia che permette di governare meglio gli stati emozionali.

 

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Data di Pubblicazione: 6 luglio 2023

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