Rivoluziona il tuo metabolismo, disintossica l'organismo e impara a vivere senza diete e rinunce, magro e felice, leggendo il nuovo libro di Danilo De Mari.

La formula della salute

Che cos'è la salute? Gli antichi la consideravano un dono degli dei, e per contro trattavano la malattia come un fenomeno magico-religioso.

Nel Ventesimo secolo l'Organizzazione Mondiale della Sanità la definisce come "stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattie o infermità".

 

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La salute è in un bicchiere

Oggi sappiamo che questo stato - individuale, ma più estesamente "comunitario", proprio di una certa popolazione - dipende da una serie di fattori chiamati "determinanti della salute" e che includono gli stili di vita personali (sedentarietà, alimentazione, abitudini nocive ecc.) e da fattori sociali (condizioni di vita e di lavoro, accesso ai servizi sanitari, stato socio-economico, culturale e ambientale) e genetici.

In questa visione complessiva, che considera la salute come il risultato di un composito equilibrio, le ricerche concordano nell’attribuire "la parte del leone" (circa il 50 per cento) al nostro stile di vita.

Per rendere più comprensibile un concetto sfaccettato come quello di salute mi piace ricorrere a un'immagine semplicissima. Pensate a un bicchiere di vetro contenente acqua. Il liquido è fresco e cristallino e il bicchiere è immacolato. Quello è il nostro organismo alla nascita: le pareti di vetro corrispondono alla struttura cellulare del corpo (tessuti, sistemi, organi) mentre l’acqua rappresenta il liquido intra ed extracellulare, il plasma e il sangue.

Nella condizione iniziale tutto fluisce in maniera perfetta, il sistema consente facilmente gli scambi cellulari, le funzioni biologiche degli ormoni, la gestione dell'energia. Ogni processo si svolge con la massima efficacia e il minimo sforzo.

L'obiettivo del nostro organismo, per il resto della vita, sarà quello di mantenere costante il livello dell'acqua contenuta nel bicchiere e il suo stato di pulizia e trasparenza. Un eccesso farebbe traboccare il bicchiere, uno svuotamento non sarebbe compatibile con la vita stessa, un intorbidimento ci creerebbe una serie di fastidiosi (finanche gravi) problemi di gestione.

Cosa contribuisce a mantenere il sistema bicchiere-salute-vita in equilibrio, ovvero non troppo pieno, non troppo vuoto, pulito? Sono i fattori determinanti che abbiamo incontrato qualche riga più su: alcuni aspetti dipendono direttamente dalla nostra volontà e sono sotto il nostro controllo individuale, altri meno. Vediamoli meglio.

 

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La quantità di acqua che riempie il bicchiere dipende da ciò che scegliamo di introdurre nel nostro corpo: cibo, aria, acqua, ma anche emozioni. Mangiare e bere male, assumendo alimenti di bassa qualità o in quantità scorretta (eccessiva o al contrario insufficiente), intaccherà il nostro equilibrio, ma lo farà anche il vortice di pensieri ossessivi in cui possiamo cadere.

Entrambi questi aspetti sono condizionati dalla nostra volontà: possiamo scegliere cosa e quanto mangiare e bere, e possiamo imparare a controllare le nostre emozioni.

Ciò che sfugge al nostro controllo, invece, è il luogo in cui il bicchiere è collocato ovvero, fuor di metafora, l'ambiente a noi circostante. Fattori come l'inquinamento e il cambiamento climatico possono contribuire a sporcare la nostra acqua.

Niente paura: non siamo inermi di fronte alle minacce, interne o esterne che siano. Sia che l’intorbidimento del bicchiere dipenda da nostre scelte sbagliate o da fattori ambientali, infatti, disponiamo di un sistema eccezionalmente evoluto per porre rimedio.

Proseguendo nella nostra metafora potremmo dire che il bicchiere da cui beviamo è dotato di una cannuccia (corrispondente agli organi emuntori, ai sistemi funzionali su base enzimatica ecc.), che rappresenta un efficiente sistema di pulizia e di ripristino del corretto livello dell’acqua.

Un bicchiere ben pulito, con un livello di acqua costante al suo interno e munito di una cannuccia non ostruita è paragonabile a un organismo le cui biochimica, psiche e struttura siano in perfetto equilibrio determinando un metabolismo attivo e un generale stato di benessere e buona salute.

Il punto è: mantenerlo tale ogni giorno della nostra esistenza.

In questo libro proverò a spiegarvi come fare.

 

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Il terreno

Avete mai osservato un acquario? Colorato, pieno di tanti pesci guizzanti e lucenti. Cosa determina la salute di questi pesci? Ovviamente l’ambiente in cui vivono. Per mantenere l’acquario in perfetta efficienza dovremmo preoccuparci di tenere sempre ben funzionante il depuratore (ne abbiamo uno anche noi: sono gli organi emuntori, ovvero fegato, reni, intestino, polmoni, sistema linfatico e la stessa pelle!), pulire spesso i filtri (l'equivalente di un ciclo detox per il nostro organismo), eliminare tracce delle pericolose vegetazioni spontanee che potrebbero minacciare l'ecosistema (precisamente quello che fa un sistema immunitario in salute). Inoltre sarà necessario nutrire i pesci con il mangime più adatto, nella corretta quantità e frequenza.

Avrete capito che sto usando un’altra metafora! L'acqua è uno straordinario elemento e si presta a illustrare in modo intuitivo concetti più complessi che riguardano il funzionamento del nostro complicatissimo e perfetto organismo.

Dopotutto noi stessi siamo fatti di acqua: in un uomo adulto circa il 60-65 per cento della massa corporea è composto di acqua, ma il valore cambia in base all’età, al sesso e al peso. Più della metà dell’acqua corporea è costituita dall'acqua intracellulare, cioè acqua che, presente dentro alle nostre cellule, ne costituisce parte della struttura e partecipa alle reazioni biologiche che avvengono al loro interno, come le reazioni enzimatiche e l'ossidazione. Il resto è acqua extracellulare, ovvero liquidi interstiziali, plasma, saliva e fluidi del comparto extracellulare.

Ogni cellula infatti è immersa in un liquido che costituisce il "terreno" biochimico dell'organismo e che svolge diverse funzioni essenziali: oltre a proteggere le cellule da traumi e urti, facilita gli scambi nutritivi e consente la rimozione delle scorie metaboliche cellulari.

Quando si verifica un'eccessiva produzione di tossine il liquido extracellulare si sporca e compromette la salute dell'intero organismo. Un terreno sporco e sovraccarico rallenta tutti i processi vitali, determina il blocco del metabolismo e i processi di rigenerazione e guarigione cellulare. Ecco perché quando il quantitativo di tossine supera il livello di guardia non riusciamo a perdere peso nemmeno con la più rigida delle diete.

 

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E nei casi più gravi il nostro organismo non reagisce alle cure.

In Restart metabolico abbiamo ampiamente spiegato quanto  sia importante, ai fini del benessere generale oltre che del dimagrimento, mantenere bassi nel corpo i livelli dell'infiammazione. La conoscenza di questo principio basilare è alla base anche della Rivoluzione metabolica. Il percorso del Restart metabolico infatti opera una generale pulizia del nostro organismo articolandola in tre fasi:

  1. intensa depurazione con l’utilizzo dei frullati metabolici nei primi 3 giorni,
  2. ripristino della corretta attività metabolica nei successivi 77 giorni,
  3. consolidamento dei risultati ottenuti nella terza fase (21 giorni).

Al termine del ciclo di Restart avremo rimesso in movimento il metabolismo, ripulendo il nostro terreno e restituendo al nostro bicchiere d’acqua la cristallina limpidezza originaria.

Ma l'infiammazione è sempre dietro l’angolo: anche partendo da un metabolismo attivo, per continuare a farlo correre occorrerà prestare molta attenzione agli aspetti di depurazione dell'organismo. Pena il rischio di un nuovo
"intorbidimento" della nostra acqua, che rimetterebbe in moto il ben noto circolo vizioso culminante in un ennesimo blocco metabolico, costringendoci a ripetere il ciclo del Restart o comunque a ricorrere a un ulteriore regime dietetico più o meno restrittivo.

Per massimizzare i risultati ottenuti con il Restart e allontanare una volta per tutte lo spettro di diete rigide e difficili da attuare è essenziale imparare ad applicare nel quotidiano sane abitudini alimentari, ma anche a gestire lo stress e l’attività sportiva.

Il programma della rivoluzione metabolica insegna come riuscirci, impostando un piano alimentare che prevede anche la gestione (semplice e non punitiva) delle inevitabili situazioni eccezionali (i cosiddetti "sgarri"), oltre a un piano di allenamento teso a tenerci costantemente in movimento, ma senza eccedere e senza faticare troppo.

Inoltre, grazie a due momenti annuali di profonda disintossicazione dell’organismo, indispensabili per liberarsi da tossine in eccesso, stress ossidativo e infiammazione, il metodo risulta efficace anche nel compensare tutti quegli aspetti che, indipendenti dalla nostra volontà, contribuiscono a "sporcare" il nostro bicchiere d'acqua, come tra le altre cose l'inquinamento ambientale o l'assunzione eccessiva di farmaci.

 

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I tre ingredienti della salute

Cibo, emozioni e movimento possono essere considerati i tre ingredienti magici della nostra salute, o al contrario l'origine dei nostri problemi. Come diciamo noi farmacisti, il veleno è dato dalla dose e non dalla sostanza di per sé e questo è particolarmente vero per la triade che stiamo per analizzare.

L'alimentazione è alla base di ogni attività dell'organismo. Dal cibo il corpo ricava le sostanze di cui ha necessità per sostenere le sue funzioni, riparare i tessuti e fronteggiare la produzione di energia. Scegliere alimenti di buona qualità, naturali, freschi, di stagione, ricchi di principi nutritivi, e assumerne nella giusta quantità sosterrà la nostra vita.

Allo stesso modo alimenti eccessivamente processati, conservati, assunti in quantità esagerata potranno indurre un accumulo di tossine, stress ossidativo e infiammazione che porteranno con loro disturbi e patologie assortiti.

Facciamo un esempio classico: lo zucchero è il cibo delle nostre cellule, grazie al quale con una serie di meccanismi ottengono ATP (adenosina trifosfato), ovvero energia pronta da usare. Ma un eccesso di zucchero nell'organismo comporta un picco dell’insulina con la conseguente attivazione di markers infiammatori (citochine) che sosterranno un accumulo di tossine acide e stress ossidativo.

La gestione della corretta quantità è particolarmente importante anche quando parliamo di emotività e del suo impatto sulla salute. Che cosa sarebbe un mondo senza emozioni?

Siamo tutti d'accordo che emozionarci è ciò che ci fa essere umani e che rende la nostra esistenza degna di essere vissuta.

Ma se essere travolti dall’ebbrezza di un innamoramento è un'esperienza capace di migliorare notevolmente la qualità della nostra vita, allo stesso tempo emozioni negative come rabbia, senso di colpa e rancore possono minare la nostra salute come e forse più di un’abbuffata di alimenti zuccherini.

 

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Come? Ce lo spiega la Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia (PNEI):? lo stress causato dalle emozioni mal o non gestite provoca all’interno dell'organismo umano una reazione a catena, producendo ormoni in grado di innalzare la glicemia anche in assenza di una effettiva ingestione di zuccheri.

Insomma noi ci arrabbiamo e, anche se siamo rimasti a digiuno e magari abbiamo saltato pure il pranzo, alla fine ci ritroviamo in iperglicemia come se avessimo fatto festa in pasticceria. Naturalmente questa è un’esagerazione, ma è vero che lo stress a lungo andare esercita un effetto diretto molto dannoso sui livelli di glucosio nel sangue.

Passiamo ora al terzo e ultimo "ingrediente magico" della nostra salute: il movimento. Come dicevano gli antichi, mens sana in corpore sano, e nessuno nutre alcun dubbio sul fatto che una corretta attività fisica non solo serva per mantenerci in forma e vitali, ma contribuisca anche a costruirci una buona salute.

Tuttavia anche in questo caso occorre saper individuare (e conservare) il giusto equilibrio.

Per avere gambe snelle e toniche sarà utile camminare un certo numero di minuti ogni giorno o dedicarsi a esercizi specifici, ma sottoporsi a un allenamento eccessivamente stressante (soprattutto senza essere allenati) può indurre un aumento del livello di infiammazione, stress ossidativo e tossine a carico delle cellule adipose, inducendo ritenzione idrica e stati di liquido, condizioni tipiche della panniculopatia edemato fibro sclerotica, ovvero della cellulite.

Insomma anche allenarsi per un tempo eccessivo o in maniera troppo intensa e senza la corretta preparazione può far male, e addirittura peggiorare la nostra forma fisica.

Come nella storia di Riccioli d’oro, troppo o troppo poco non vanno bene: occorre trovare la misura giusta. Un deficit o un eccesso - in ambito alimentare, di gestione dello stress e nell'attività fisica - possono determinare infatti un'alterazione di quell’equilibrio delicato su cui, come abbiamo visto, si basa il nostro stato di salute.

 

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Data di Pubblicazione: 21 aprile 2022

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