Addestramento al freddo
Addestramento al freddo
“Non puoi imparare niente dal freddo.
Ma puoi imparare a non fare certe cose”.
Wim Hof
Ci siamo abituati a temperature attorno ai 20-21°C. D’estate accendiamo il condizionatore in auto e d’inverno programmiamo il termostato del riscaldamento attorno ai 20°C. Le aziende e i negozi fanno lo stesso, per cui parecchio del nostro tempo lo trascorriamo più o meno alle stesse temperature. Doppi vetri, isolamento e cemento ci aiutano a mantenere la temperatura così come piace a noi. E per facilitare le cose al nostro corpo, d’inverno indossiamo giacconi, sciarpe, cappelli, guanti e calzini pesanti. Ci sentiamo bene, a nostro agio.
Ci abbiamo fatto l’abitudine.
E crediamo che sia un peccato. D’inverno potremmo trarre vantaggio dal freddo anziché continuare a proteggerci. L’esposizione al freddo esercita un effetto favorevole sulla salute e l’umore. In alcune parti della Scandinavia, della Russia e della Cina, nuotare dentro ai fori nel ghiaccio è comune. I nuotatori vedono un buco nel ghiaccio e si immergono nell’acqua, appena sopra lo zero.
Si ritiene che il freddo eserciti numerosi benefìci. Dovrebbe far bene:
- per la circolazione
- per il cuore
- per capelli splendenti
- per una pelle soda
- per i livelli di energia
- per l’umore
- contro le infezioni
- per la fiducia in se stessi
Ma cosa succede quando ci raffreddiamo? È vero che l’esposizione al freddo fa così bene?
Il corpo possiede 125.000 km di vasi sanguigni. Se li mettessimo in fila uno dopo l’altro farebbero il giro del mondo tre volte. Tutti questi vasi sanguigni garantiscono che i miliardi di cellule del corpo ricevano continuamente sostanze nutritive e ossigeno. Come immaginerete, se svolgono adeguatamente il loro lavoro tutto il corpo funziona meglio, perché riceve più sostanze nutritive e ossigeno. Il cervello funziona meglio e lo stesso accade ai muscoli, all intestino, al cuore, al fegato e così via.
Cos’altro sappiamo sui vasi sanguigni?
Nelle arterie possiamo sentire il nostro cuore battere. Una delle arterie piu note e importante, che collega il cuore alle altre arterie. L'arteria coronaria fa in modo che il cuore venga rifornito di sangue. La testa e il cervello ricevono sangue dalle arterie cerebrali. I vasi sanguigni si diramano e riforniscono di sangue tutto il corpo. I vasi sanguigni più piccoli sono chiamati capillari, perche sono molto fini. Attraverso le loro sottili pareti l’ossigeno e le sostanze nutritive vengono filtrati nelle cellule dei tessuti. Il sangue povero di ossigeno ritorna al cuore attraverso le vene.
Dall’intestino la vena porta trasporta il sangue innanzitutto nel fegato, dove è ripulito quanto più possibile dalle sostanze nocive.
Questa gigantesca rete di arterie e vene è fondamentale per numerose funzioni dell’organismo. Se i vasi sanguigni sono aperti e svolgono accuratamente il loro lavoro, il corpo intero ne trae benefìcio.
Ma cos’ha a che vedere tutto ciò con il freddo?
Quando ci esponiamo al freddo, per esempio entrando in un lago gelato, il corpo riduce automaticamente il flusso di sangue alle sue parti meno vitali. È un fatto necessario, perché la temperatura non deve scendere al di sotto dei 35°C. È dunque più importante che il cuore continui a battere anziché che il dito piccolo del piede riceva abbastanza sangue. Il corpo è così intelligente da dare priorità al cuore e agli altri organi vitali; braccia e gambe ricevono meno sangue, perché i loro vasi sanguigni si contraggono. Ciò garantisce che gli organi vitali (cuore, fegato, polmoni e reni) ricevano abbastanza sangue da continuare il loro lavoro. Cominciamo ad avvertire un formicolio a braccia e gambe o persino una sensazione di bruciore. Quando il corpo si riscalda di nuovo, i vasi sanguigni si aprono e la circolazione riprende come di consueto.
Esponendo il corpo al freddo possiamo addestrare i vasi sanguigni imponendo loro una chiusura e poi spingendoli ad aprirsi ancora. È come allenare i muscoli. Alleniamo i muscoli deboli delle braccia per esempio con le flessioni. Da principio i muscoli fanno male e sembrano più deboli. Ma dopo essersi ripresi, sono più forti. Lo stesso succede con i vasi sanguigni. E proprio come traiamo benefìcio da braccia più forti anche quando non facciamo flessioni, trarremo benefìcio da vasi sanguigni più aperti anche quando non abbiamo freddo. Li alleniamo però esponendoli al freddo.
Chi si addestra regolarmente al freddo afferma, quasi senza eccezioni, di sentire meno il freddo stesso. Più e più volte sentiamo inoltre accennare alla “sferzata” di energia che trae dal freddo e al modo in cui ciò influenza l’umore. Cionondimeno nonostante tutti i suoi benefìci, il freddo è una forza pericolosa.’ otrete ottenere molto se vi allenate pian piano, ma se andate troppo in fretta può rivelarsi rischioso.
I danni del freddo
Esponendosi al freddo estremo troppo a lungo senza addestramento corriamo il rischio di subire danni. Se la temperatura del corpo scende sotto i 35°C, il freddo penetra nelle ossa e i tessuti rischiano di morire. È questo ciò che accade a chi incorre in geloni alle dita delle mani e dei piedi scalando l’Himalaya altre alte catene montuose. Innanzitutto le dita di mani e piedi diventano bianche, con una sensazione di formicolio o di bruciore. Dopo un po’ sono del tutto intorpidite e la cosa si fa pericolosa. Se non trattata, la pelle diventa scura o persino nera. Sembra come se fosse stata ustionata.
Ovviamente l’ipotermia (quando la temperatura corporea scene al di sotto dei 35°C) non si ripercuote solo sulle dita delle mani e dei piedi. Sono a rischio anche le normali funzioni metaboliche: la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna si abbassano, il respiro rallenta. Alla fine perdiamo conoscenza e, dopo un ora, subentra la morte. Nell’acqua ghiacciata tutto questo accade ancora più velocemente a chi non è abituato e il freddo può rivelarsi fatale dopo solo mezz’ora.
Wim Hof riesce a rimanere in una vasca piena di ghiaccio per un’ora e mezza. La sua temperatura corporea rimane costante, a 37°C. La frequenza cardiaca e la pressione sanguigna rimangono anche loro normali.
Com'e fisicamente possibile?
Le ricerche di Hopman et al. (2010) mostrano che, se esposta al ghiaccio, la frequenza metabolica di Hof aumenta del 300%. Ciò accresce la produzione di calore da parte del corpo. Secondo Hopman, Hof è in grado di far bruciare la stufa del corpo tre volte di più rispetto alla norma. Gran parte delle persone comincia a rabbrividire e a tremare per mantenere il calore, ma Hof non fa nemmeno questo. Rimane caldo controllando il suo sistema nervoso autonomo, svolgendo esercizi di respirazione appena prima di esporsi al freddo.
L’addestramento ha fornito a Hof parecchio grasso bruno, il che significa che gli è più facile mantenere il calore.
Esistono due tipi di grasso:
- il grasso bianco
- il grasso bruno
Il grasso bianco serve principalmente per immagazzinare energia. È una riserva di sostanze nutritive. Sottopelle funge da isolamento per il corpo e protegge gli organi. Inoltre, garantisce che rimangano al loro posto.
La principale funzione del grasso bruno è di riscaldare il corpo bruciando acidi grassi e glucosio.
Una delle conseguenze dei numerosi anni di addestramento è che Hof possiede parecchio grasso bruno. Il grasso bruno è un tipo di tessuto adiposo che rilascia direttamente energia, generando calore. I neonati pertanto presentano parecchio grasso bruno, per riuscire a riscaldarsi velocemente in un ambiente freddo. Dopo nove mesi, di quel grasso bruno ne rimane poco e ogni anno diminuisce ulteriormente (forse a causa dei vestiti e delle coperte?). Gli adulti delle società occidentali di grasso bruno quasi non ne hanno.
Sembra pero che il tessuto adiposo bruno> possa essere attivato dal freddo (Marken-Lichtenbeld et al., 2011). Diventa attivo già a 18°C; gli acidi grassi vengono attivati per mantenere il corpo alla giusta temperatura. Più bassa è la temperatura, più tessuto adiposo bruno viene attivato. In una stanza a 11°C, grazie al suo grasso bruno, Hof produce il 35% di calore corporeo in più rispetto a quello in una stanza a temperatura normale. Il suo calore corporeo aumenta fino al 50%, mentre alla stessa temperatura i giovani producono (solo) il 20% in più di calore corporeo.
Chi è in sovrappeso (il grasso è sempre bianco) e si addestra al freddo insegna al proprio corpo a trasformare il grasso bianco in carburante, convertendolo in grasso bruno.
Questo testo è estratto dal libro "La Forza nel Freddo".
Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017