Rune, forma di scrittura antica e strumento magico, mistico e divinatorio. Svela i suoi misteri e origini, leggendo l'anteprima del libro di Freya Aswynn.
Il Futhark antico
Le origini delle rune
Gli albori delle rune come alfabeto essoterico sono avvolti nell'ombra.
Nel corso del secolo scorso sono state avanzate diverse ipotesi ma, a causa della mancanza di prove, nessuna è stata dirimente. In linea di massima esistono tre diverse teorie: quella delle origini legate al mondo latino/greco, quella che le fa risalire all’Etruria/Italia del Nord, e la teoria nativa.
A beneficio di coloro che sono particolarmente interessati all'argomento, descriverò brevemente le varie teorie e menzionerò libri e autori pertinenti.
Uno scienziato danese, L.F.A. Wimmer, era del parere che le rune fossero una progenie dell’alfabeto latino. Egli basava la sua teoria sui parallelismi tra i vari segni delle rune e quelli latini, ad esempio la F, la R, l'H e la B. Inoltre, lo studioso riteneva che il sistema Futhark fosse stato realizzato da un singolo individuo.
La data da lui suggerita per la nascita del Futhark era all'incirca il 300 d.C. Questa ipotesi si è rivelata errata, perché i primi reperti archeologici runici sono precedenti. Il runologo svedese O. van Friesen avanzò la teoria che la scrittura runica discendesse da quella corsiva greca e che fosse stata portata nel Nord dai Goti intorno al III secolo.
Anche questa datazione era troppo tarda. È più probabile che gli alfabeti latino, greco e runico discendano tutti da un sistema più antico originatosi nell'Italia settentrionale. È l'opinione di due runologi, C.G.S. Marstrander e M. Hammarstrom. Non si sa con esattezza chi fossero gli Italici del Nord, anche se probabilmente facevano parte di quelli che oggi chiamiamo popolazioni germaniche delle Alpi.
Sembra che si tratti di una fusione di due sistemi, in parte originariamente germanica e in parte etrusca. In tutta Europa sono state rinvenute varie rune, assieme a iscrizioni e sigilli simili. Questi simboli in qualche modo confluirono nel Futhark antico del germanico comune per come lo conosciamo; che il sistema sia nato attraverso un lento processo di crescita e integrazione o come risultato degli sforzi di un numero limitato di iniziati, se non perfino di un singolo individuo, probabilmente non riusciremo mai a stabilirlo.
La mia convinzione personale è che il sistema runico sia in parte nativo e in parte provenga dall'Italia settentrionale. Non possiamo dire con esattezza quale tribù abbia diffuso la scrittura runica in tutto il territorio germanico. Potrebbero essere stati i Marcomanni, che vivevano vicino all'attuale Austria, i Cimbri, o altrimenti gli Eruli.
(Non è nemmeno sicuro se i Cimbri parlassero la lingua germanica, poiché le prove fornite dal calderone di Gundestrup suggeriscono che questa tribù fosse celtica.) Eruli, o Erilaz, sembra essere il nome di una delle più antiche tribù germaniche, che abitava l’area dell’attuale Danimarca.
“Eruli” veniva utilizzato nell’era vichinga per designare un tipo di maestro runico e denotava un mago o sciamano addestrato, piuttosto che qualcuno semplicemente in grado di scolpire le rune nella pietra. Le prove indicano che gli Eruli furono molto probabilmente coloro che diffusero la conoscenza del Futhark, e così facendo il loro nome tribale si tramandò nel corso della storia come titolo attribuito a coloro che avevano competenze speciali nella tradizione runica.
Oltre alle origini storiche delle rune come alfabeto esoterico, dobbiamo considerare l'evoluzione dei principi occulti, spirituali ed etici racchiusi al loro interno. È quindi necessario esaminare in primo luogo come si svilupparono le rune.
Inizialmente, esse erano semplici sigilli che rappresentavano un certo suono, di solito derivato dalle caratteristiche naturali dell'ambiente in cui abitavano i nostri antenati. Ad esempio, le prime due rune del Futhark furono ovviamente sviluppate come sinonimi di creature bovine, mentre la terza runa era un simbolo delle impressionanti forze naturali rappresentate dai giganti.
Così ogni runa ha le sue associazioni elaboratesi nel tempo, originariamente derivate da un concetto animistico molto semplice da cui gradualmente si svilupparono l’attuale e complesso sistema di pensiero esoterico e un percorso iniziatico spirituale.
Il suono è uno dei mezzi espressivi della Natura. Basti pensare a quello del vento, del mare e degli animali. Esso è magia ed è creativo. I valori spirituali delle rune si sono sviluppati nel corso dei secoli, principalmente nel mondo del pensiero germanico, e hanno un legame molto stretto con l'antica religione e la mitologia di quei popoli.
Gli attributi e le qualità conferiti a ciascuna runa costituiscono una parte particolare del modo di pensare, dell'esperienza e del modo germanico di relazionarsi con l’ambiente. In quanto tali, le rune possono essere considerate, da un punto di vista multidimensionale, come il corpus di vari simboli di diversa origine combinati o distillati in un insieme coerente.
Quei popoli che molto tempo fa usavano le rune per scopi magici e spirituali furono i creatori spirituali del Futhark runico nella forma trasmessa a noi, loro discendenti. La prova di ciò è che una parte sostanziale delle iscrizioni runiche è stata conservata in Germania, Frisia, Olanda, Inghilterra e Scandinavia.
Nei luoghi in cui le rune si originarono fisicamente, i primi popoli germanici stabilirono e ampliarono il sistema, sviluppandolo come una disciplina magica e spirituale che è rilevante e utile al giorno d’oggi tanto quanto lo era in passato.
Nella mitologia nordica si narra che le rune furono date a Odino (cioè, Wodan) quando si sacrificò volontariamente sull’Albero cosmico, l'Yggdrasil. Alcune tecniche sciamaniche erano note a varie culture primitive e pagane — come i nativi americani, i siberiani, i sami e, senza dubbio, gli antichi popoli germanici — in cui uno sciamano subiva un processo simile di sofferenza volontaria per superare le barriere tra la vita e la morte, e quindi acquisire conoscenze occulte.
È plausibile che il mito in cui Odino compare appeso all’Yggdrasil parli in realtà di uno sciamano di questo tipo, che probabilmente conosceva già alcuni dei segni runici e che, attraverso l'iniziazione sull’Albero, raggiunse la coscienza cosmica e la comprensione delle loro qualità spirituali ed esoteriche.
Così illuminato, potrebbe aver composto il Futhark di ventiquattro rune. Questa teoria è tanto più probabile perché, come lo studio successivo dimostrerà, vi è una buona ragione per cui il Futhark è costituito da ventiquattro rune, ciascuna con una sua collocazione, con l’unica eccezione delle ultime due, che sono interscambiabili.
Modificare l'ordine o la posizione di una qualsiasi delle altre rune invaliderebbe l’intera combinazione di simbolismo spirituale presentata dal Futhark completo. Gli esperti di rune respingono quindi la nozione superflua e antistorica di una venticinquesima runa cosiddetta “bianca”.
Dal Futhark antico — come è tecnicamente noto — costituito da ventiquattro rune, si svilupparono due importanti varianti. In primo luogo, il Futhark anglosassone nacque da un precedente Futhark anglofrisone. Tale sviluppo scaturì direttamente dalla migrazione di Sassoni, Angli, Juti e Frisoni in Inghilterra.
Questi popoli parlavano dialetti strettamente correlati e reciprocamente comprensibili, ma successivamente la lingua subì alcune mutazioni che richiesero la creazione di nuove rune per rappresentare suoni aggiuntivi nella lingua.
Il Futhark fu così ampliato per adattarsi ai cambiamenti sonori avvenuti. Questo sviluppo ebbe inizio a metà del V secolo. Un po’ più tardi, nell'VIII secolo in Scandinavia il Futhark originale di ventiquattro rune si ridusse a un Futhark di sedici.
Il che dipese anche dai cambiamenti linguistici. Da un punto di vista magico, è significativo considerare che lo sviluppo del Futhark nordico aderisse alla suddivisione del Futhark in aettir (gruppi di otto che riflettono l’antica tradizione numerologica mistica del Nord Europa).
Nel resto di questo capitolo mi ripropongo di lavorare attraverso le rune in ordine Futhark. Le rune si dividono in tre aettir. Dopo ogni aett riporto una sintesi del suo significato in termini cosmologici.
In accordo con la maggior parte degli autori che hanno studiato la rilevanza moderna delle rune per la pratica magica, mi addentro in questo lavoro attingendo al Futhark antico, o Futhark germanico comune, non solo perché ha uno status di primato storico, ma anche perché le rune ci riportano alle origini più antiche dei moti di coscienza magica tra i nostri antenati.
Il Futhark antico presenta quindi questa tradizione esoterica agli esseri umani moderni nella sua forma più pura e autorevole, priva di tutte le influenze monoteistiche successive.
Data di Pubblicazione: 7 aprile 2022