ARTICOLI VARI   |   Tempo di Lettura: 8 min

Il Grande Inganno dell'Economia Capitalistica

L'Amore Sconfiggerà i Mercati - Valerio Malvezzi - Libro

Alla scoperta dei principi, dei valori e dei fondamenti di una nuova e illuminante economia umanistica, leggendo l'anteprima del libro di Valerio Malvezzi.

Il Grande Inganno dell'Economia Capitalistica

Homo faber fortunae suae” diceva una frase attribuita a un autore romano, Appio Claudio Ceco, cioè, l’uomo è artefice della propria fortuna, del proprio destino.

Un altro grande pensatore, il filosofo armeno Gurdjeff, diceva questa frase: “Non vi può essere che una sola cosa seria per lui”, si riferiva all’uomo, “sfuggire alla legge generale ed essere libero”.

Ecco, io sto cercando di sfuggire alla legge generale, al mondo nel quale sono stato costretto a vivere. Un mondo che mi spiega che il capitalismo è l’unica forma economica possibile. Io mi rifiuto di credere all’economia capitalistica.

Perché? Perché è un'economia deviata, è un’economia malata. È un’economia che colpisce la psiche dell’uomo, è un mantra ripetuto quotidianamente, sempre con le stesse frasi. Ci colpisce sulle cellule stesse, crea delle egregore psichiche attraverso delle parole che, dai giornali, dalla tv, dalle radio, tutti i giorni, ci vengono ripetute costantemente.

Le borse, lo spread, il debito pubblico, e “avete vissuto al di sopra dei vostri mezzi”, l’austerità, il pareggio di bilancio, il rigore, il sacrificio e via discorrendo.

Tutte queste egregore impediscono al sole di risplendere; in termini astrologici arcaici sarebbe un po’ come Saturno che impedisce sostanzialmente alla coscienza universale dell’uomo di vedere la luce. Insomma, in un certo senso, un po' di terra sopra l’anima. L'economia nella quale viviamo oggi, quella in cui tutti crediamo (io no, ho smesso di crederci da tempo), è fatta di dogmi.

I mercati che si regolano da sé, l'accumulazione del capitale, gli dèi pagani e cioè gli dèi mercati, la speculazione e i sacrifici pagani, i sacrifici degli ultimi, dei più deboli e così via. E ci sono quelli che credendo in queste divinità fanno tanti soldi.

 

libro-amore-sconfiggera-mercati-valerio-malvezzi

 

Mi riferisco ad Apple, Facebook, Google, Microsoft, Amazon ecc., che hanno accumulato enormi azioni nel mercato.

Pensate che hanno preso circa il 25% del Nasdaq e il 50% dello Standard and Poor 500, e hanno fatto credere, anche attraverso la pandemia, nell’acronimo TINA (there is no alternative), che non c'è alternativa, a che cosa? Alle azioni.

Le azioni, diciamo, necessitano di circa 13 anni per raddoppiare il loro valore. Le obbligazioni circa 150 anni, mentre i soldi lasciati sotto il materasso, oggi, richiedono circa 700 anni per veder raddoppiato il loro valore.

Io non posso credere che tutto questo sia casuale. Certamente quello che abbiamo perso è il senso di empatia con gli altri esseri umani.

Era quello che diceva un autore di fantascienza, Philip K. Dick, in un romanzo dal titolo “Do androids dream of electric sheep?”, cioè “Gli androidi sognano pecore elettriche?”, che poi ha dato origine a film famosi (Blade Runner e altri).

Beh, in quel mondo gli androidi erano diversi dagli esseri umani perché non avevano en-pathos, cioè la capacità di provare empatia verso gli altri esseri umani.

Se io fossi stato il Primo Ministro italiano, durante la pandemia, come prima cosa avrei introdotto una web tax, una tassa sulle ricchezze miliardarie che vengono accumulate in borsa da coloro che fanno enormi affari e poi possono permettersi di comprare, in giro per il mondo, terreni grandi come il Brasile. Vi sembra giusto tutto ciò? A me no.

Eppure, se vado a vedere le ricette che propugna la Banca d’Italia quando il suo governatore dice: “La pandemia e le misure adottate per il suo contenimento hanno esacerbato i problemi di debito pubblico e di sostenibilità dei sistemi pensionistici”, cosa propone la Banca d’Italia come soluzione? Sembra che proponga di tagliare le pensioni.

 

amore-sconfiggera-mercati-malvezzi-libro

 

La ricetta per una nuova economia

Ecco, la mia ricetta sarebbe invece quella di colpire i ricchi, non i poveri. Mi sembra che andiamo verso una sorta di Robin Hood alla rovescia, cioè rubare ai poveri per dare ai ricchi. Questa almeno è la mia chiave di lettura.

Siamo in un mondo rovesciato nel quale, sostanzialmente, pensiamo che introdurre delle patrimoniali o allungare l’età pensionabile, insomma fare delle cose che sono contro il buon senso (perché a mio parere creano effetti prociclici e cioè peggiorano lo stato di cose), sembra essere una cosa normale.

E tutto questo perché abbiamo dimenticato quello che, ne “La teoria dei sentimenti morali”, Adam Smith, un’economista, chiama sympathos, soffrire insieme.

L'odio è figlio delle dottrine, degli assolutismi, l’amore invece è figlio della libertà. Quindi, il più grande inganno dell’economia capitalistica è avere negato il paradiso, e la più grande menzogna è aver fatto credere agli uomini che non ci possa essere il paradiso sulla terra, se non per alcuni, per quelli che hanno la capacità di moltiplicare i pani e i pesci, come si dice abbia fatto Gesù Cristo.

È qualcosa che avviene veramente, nell’economia capitalistica, attraverso la moltiplicazione della moneta. Perfino il più audace dei neoliberisti, dei liberisti, degli esponenti dell’utilitarismo, del liberismo classico, ai quali si rifanno tanti neoliberisti di oggi, mi riferisco a John Stuart Mill che nel 1848 scrisse un opera dal titolo “Principles of Political Economy”, disse che nessun economista può diventare un buon economista se è soltanto un economista.

Io arrivo a dire che dobbiamo parlare, non di essere economisti, ma uomini. Io non sono un economista, sono un contadino; e in questo senso la mia personale ambizione è quella di guardare le stelle alla sera, magari in compagnia del mio cagnolino.

Nel dire questo mi viene in mente l’importanza della legge morale, per esempio quella di cui parla un grande filosofo, Immanuel Kant dice: “Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”.

Qual è la morale di questa favola sull'economia umanistica?

Tante volte voi mi chiedete: “Va bene, ma qual è il mio ruolo?”. Beh, penso che sia molto semplice; io personalmente credo di essere un contadino. Non ho soldi, non ho potere, non ho case editrici, non ho giornali, non ho televisioni, non ho partiti. Io semino, metto un seme.

Questo seme si chiama economia umanistica. E voi chi siete? Io credo che voi siate la terra che lo accudisce, il vento che spazza quella terra. Penso che voi siate l’acqua che la irrora, il sole che la riscalda. E soprattutto, penso che il vostro contributo sia la luce che può fare nascere quel virgulto.

 

amore-sconfiggera-mercati-libro-valerio-malvezzi

 

L'importanza dell'Arte

Durante il covid una delle tipologie di economia più danneggiate è stata certamente la dimensione artistica.

Ma perché voglio parlare dell’arte collegandola all’economia? Beh, perché se riflettiamo, per esempio, sul pensiero di uno dei più grandi artisti di ogni tempo, Picasso, egli diceva che i graffiti che venivano fatti nelle caverne, quando l’uomo cominciava a rappresentare imammuto scene di caccia, erano la forma di arte più pura, molto lontane dall’economia dell’arte come la intendiamo oggi, cioè un'economia del quadro, della vendita.

Quando poi, molto più tardi, l’uomo passa da una situazione di nomadismo, cioè di cacciatore, a uomo che diventa invece sedentario, lì, nelle grandi rappresentazioni artistiche, viene rappresentato il potere economico.

Prima di tutto in quelle, diciamo, di tipo architettonico.

Tutti abbiamo studiato a scuola, per esempio, le sette meraviglie del mondo antico, che poi erano collocate prevalentemente nel bacino del Mediterraneo, tra la Grecia, l'Egitto e Asia minore.

Tutti abbiamo studiato della Piramide di Cheope, del Faro di Alessandria, del Colosso di Rodi, dei Giardini pensili di Babilonia, del tempio di Artemide a Efeso, del Mausoleo di Alicarnasso, della statua di Zeus a Olimpia.

 

amore-sconfiggera-mercati-libro-malvezzi

 

Poi, quando il mondo ha incominciato a guardare più in là rispetto a una visione locale come quella del Mediterraneo, a guardare al di là degli oceani, allora siamo venuti a conoscenza del fatto che non c’era soltanto il Colosseo in Italia, ma c'era anche la Grande Muraglia cinese, il Machu Picchu in Perù, il Cristo Redentore in Brasile e molto altro.

Oggi assistiamo, come uno dei tanti effetti collaterali del covid, alla chiusura di alcuni monumenti storici del pensiero letterario. Penso per esempio alla Utet, storica casa editrice torinese che esisteva dal 1791, o allo storico caffè Gambrinus a Napoli.

Noi, voglio ricordarlo, siamo i figli di Leonardo, di Michelangelo, siamo figli dei più grandi pensatori. Siamo quelli che parlano di economia, ma viviamo su una terra che è oggetto dell’interesse di molti; quei molti che vorrebbero mettere le mani sul nostro risparmio.

È però quell’Italia di cui Dante diceva: “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello”.

L'economia è secondo me l’espressione di un bisogno, l’arte invece è, sempre secondo me, l’espressione di un sogno. È possibile contemplarle insieme? A mio parere direi che non soltanto è possibile ma quasi doveroso.

Se guardiamo per un minuto gli scritti di Hermann Hesse, troviamo un concetto interessante, che ci dice che la capacità dell’artista di esprimere la propria arte, deriva prima di tutto da un atto di amore.

Data di Pubblicazione: 5 maggio 2023

Ti è piaciuto questo articolo? Rimani in contatto con noi!

Procedendo con l'invio dei dati:

Lascia un commento su questo articolo

Caricamento in Corso...