Una descrizione semplice dell’Ho’oponopono per poterlo facilmente mettere in pratica
La storia del dottor Ihaleakala Hew Len
Ho’oponopono è un metodo di pulizia mentale e spirituale, una purificazione dalle paure e dalle preoccupazioni, dai modelli comportamentali distruttivi, dai vecchi dogmi e paradigmi che sono di ostacolo alla nostra evoluzione personale e spirituale. E la purificazione dei blocchi presenti nei nostri pensieri e nella nostra struttura cellulare, poiché ciò che pensiamo si manifesta nel nostro corpo.
Questo metodo di origine hawaiana si basa sul rendersi conto che viviamo in un universo di abbondanza e che Dio (“Akua”, la Fonte originaria) desidera che anche noi godiamo di questa pienezza e di questa perfezione. Ma l’ostacolo all’esperienza della vera pienezza, cioè alla convivenza affettuosa, alla ricchezza interiore, alla crescita spirituale e alla perfetta salute, siamo noi stessi. È il nostro pensiero, basato su esperienze giudicanti che da tempo non sono più valide. È il restare attaccati a paure e preoccupazioni, a dubbi e alla coscienza collettiva negativa che ci impedisce di vivere la nostra perfezione.
Immagina di avere un grosso sasso in ogni mano: se io adesso volessi darti 500 euro, dovresti prima posare questi sassi da qualche parte. La stessa cosa accade con i nostri schemi, pregiudizi, valutazioni e i doni dell’universo. Il segreto per poter ricevere qualcosa sta nel lasciar andare, nella fiducia di poter lasciar andare senza essere feriti.
Il rituale di perdono di Ho’oponopono è amore in azione. Perdoniamo noi stessi e gli altri per esserci feriti o non esserci aiutati in un dato momento. “Mettere al posto giusto” è un processo semplice in quattro passi, con l’aiuto del quale si impara a perdonarsi e ad amarsi incondizionatamente, e a migliorare le cose. E come se formattassi l’hard disk del tuo computer: cancelli semplicemente tutti i dati che ti rendono la vita lenta e faticosa.
Ogni volta che qualcosa ci disturba, che percepiamo di essere in una disarmonia, che riconosciamo un conflitto o un problema, possiamo fare Ho’oponopono.
- Preghiamo di ottenere conoscenza, coraggio, forza, intelligenza e calma.
- Descriviamo il problema e poi cerchiamo nel nostro cuore il modo in cui abbiamo contribuito a crearlo. Il nostro contributo può essere per esempio un giudizio, un determinato comportamento o un ricordo che va guarito.
- Perdoniamo incondizionatamente e pronunciamo le quattro frasi magiche: mi dispiace; perdonami; ti amo; grazie.
- Ringraziamo, ci fidiamo e lasciamo andare.
Con questo metodo semplice ed elegante, è possibile risolvere non solo problemi e sfide del tutto personali, ma anche conflitti all’interno di una comunità o di un gruppo. La pratica di Ho’oponopono si rivela quindi efficace in tutti gli ambiti: rapporto di coppia e famiglia, professione, salute e finanze. Nel libro £ero Limits, scritto insieme a Ihaleakala Hew Len, Joe Vitale attribuisce a questo metodo il sottotitolo: “Il misterioso sistema hawaiano per ottenere benessere, salute, pace e altro ancora”
[traduzione letterale del sottotitolo delPedizione originale inglese; Kd. X].
L’anziana hawaiana Mary Kawena Pukui (1895-1986) insegnava l’Ho’oponopono come metodo negli incontri all’interno delle cerehie familiari per correggere i comportamenti sbagliati. Tradizionalmente questo metodo prevede la presenza di un mediatore (haku). Nel processo di risoluzione del conflitto (/cala), ogni partecipante guarda nel proprio cuore, perdona incondizionatamente con l’aiuto di Dio e davanti a tutte le persone coinvolte, e ognuno viene perdonato (mihi). In questo modo tutte le componenti di collera, rabbia e irritazione vengono dissolte per sempre (ohi).
La kahuna Morrnah Nalamaku Simeona (1913-1992) insegnava l’Ho’oponopono come rituale per la soluzione di ogni genere di conflitto e ha modernizzato il metodo di Mary Kawena Pukui introducendovi influssi cristiani e indiani. Da allora il singolo individuo può praticare Ho’oponopono autonomamente come terapia di auto-aiuto psichico e spirituale.
Dopo la morte di Morrnah Nalamaku Simeona, il dottor Ihaleakala Hew Len, uno dei suoi studenti, ha assunto la direzione della “Foundation of I” da lei creata e ha ulteriormente sviluppato il suo approccio, trasformandolo in “Self-I-Dentity-Ho’oponopono”. Il dottor Len insegna Ho’oponopono come metodo di purificazione (cleaning) da ricordi che ostacolano l’identità spirituale.
Come vedremo, Ho’oponopono non è un sistema rigido e le sue varianti presentano un filo conduttore comune. In questo libretto imparerai a conoscerne due, in sintesi e per un pronto intervento. La prima: Ho’oponopono come metodo di purificazione con cui potersi sbarazzare dei blocchi interiori e dei programmi di sabotaggio contro il flusso della vita («non so cosa fare») e i doni delfuniverso («non me lo merito»). La seconda: Ho’oponopono come riunione di famiglia, nella forma tradizionalmente usata alle Hawaii e in quella applicata dagli operatori nel settore giovanile e dagli assistenti sociali.
Per avere successo è importante compiere i seguenti passi:
- connettersi con la Fonte originaria (Akua), l’essenza della luce e gli antenati;
- osservare e accettare il problema (fiala, hihia'y)
- assumersi al 100 percento la responsabilità per la presenza del problema nella propria vita;
- essere disposti ad agire diversamente dopo il perdono;
- perdonarsi reciprocamente
- ringraziare e recitare la preghiera conclusiva (pule ho’opau).
Che cos'è Ho’oponopono?
Per me Ho’oponopono è una specie di ascensore espresso per la mia evoluzione personale e spirituale, poiché ogni situazione, ogni incontro e ogni avvenimento che si presenta al mio orizzonte esperienziale ha un significato. Ora possiamo imparare a decifrare questi messaggi interiori e nascosti insiti negli eventi.
Ho’oponopono è un metodo pratico, e già solo leggendo questo manuale potrai cominciare a sciogliere il nodo gordiano nel tuo cuore e a plasmare in modo nuovo il tuo mondo.
La storia del dottor Ihaieakala Hew Len
Ho’oponopono è considerato il metodo più efficace mai ideato da una civiltà per risolvere problemi e conflitti, ed è diventato famoso soprattutto grazie al dottor ìhaieakala Hew Len e alla storia della guarigione dei ventotto detenuti malati di mente. Questo episodio viene ritenuto un miracolo terapeutico e dimostra l’efficacia dell’Ho’oponopono, che tra l’altro negli Stati Uniti è una terapia riconosciuta. Nel frattempo ci sono già più di cinquanta studi sul perdono a livello diplomatico.
Nel 1983 il dottor Ihaieakala Hew Len fu pregato da un conoscente di lavorare nel reparto psichiatrico della prigione di stato di Kaneohe nelle Hawaii, in cui erano ricoverati trenta criminali con problemi psichici e dove c’era carenza di personale. Non per niente l’ospedale psichiatrico e il lavoro in quel reparto venivano comunemente definiti “un inferno”. La maggior parte dei dipendenti finiva per ammalarsi, diventare inabile al servizio o licenziarsi il prima possibile. Il dottor Iha-leakala Hew Len accettò di lavorare in quel reparto, ma alla condizione di poter impiegare un metodo che aveva appena imparato. Fu concordato che il medico avrebbe soltanto letto le cartelle cliniche dei detenuti e non avrebbe mai avuto colloqui con loro.
Che cosa fece il dottor Ihaleakala Hew Len? Nei quattro anni seguenti lesse più volte al giorno le cartelle dei detenuti, chiedendosi sempre: “Che cosa c’è di oscuro, negativo, violento e brutto dentro di me per cui nel mio mondo esiste qualcosa di simile? In che modo ho contribuito a far sì che mio fratello abbia compiuto un gesto di questo genere?”. Ogni volta che trovava anche dentro di sé, nel proprio cuore, una traccia di quei sentimenti (violenza, aggressività, odio, vendetta, invidia, gelosia - l’intera gamma degli abissi dell’animo umano), diceva:
Mi dispiace. Perdonami. Ti amo. Grazie
Il dottor Ihaleakala Hew Len lavorava esclusivamente sulla purificazione del suo cuore e della sua coscienza, e dopo aver praticato Ho’oponopono per un anno e mezzo, nell’ospedale del carcere l’ambiente, l’atmosfera e il clima erano cambiati. Dopo diciotto mesi nessun detenuto portava più le manette. Il personale, le guardie carcerarie e i terapeuti andavano volentieri al lavoro, e le assenze per malattia erano diminuite. I colloqui terapeutici con i detenuti erano diventati possibili, e dopo quattro anni tutti erano guariti, a eccezione di due soli pazienti. Alla fine l’ospedale psichiatrico era stato chiuso.
Quindi il dottor Ihaleakala Hew Len ha guarito qualcuno? I diretti interessati diranno sicuramente di sì, ma lui in un’intervista ha spiegato di aver unicamente lavorato sulla propria purificazione e sulla cancellazione di informazioni nel suo subconscio. Non ha parlato di guarigione, ma ha sottolineato come la soluzione di ogni conflitto abbia avuto luogo perché lui si è assunto al 100 percento la responsabilità per la presenza dei detenuti nella sua vita.
Il potere del perdono
I pensieri distruttivi che ruotano intorno a eventi del passato non rendono migliori il mondo e la nostra vita. Al contrario: il fuoco di antiche delusioni, rabbia e collera che covano sotto la cenere, o il cocktail mentale tossico di gelosia e rancore, fanno sì che il cuore diventi cupo e pesante. Le persone che emanano sarcasmo vengono evitate.
Un giorno, nel loro peregrinare, due monaci giunsero a un fiume, dove videro seduta una fanciulla che rivolse loro queste parole: «Non so nuotare. Se anche voi, venerabili saggi, volete attraversare il fiume, vi sarei grata se uno di voi mi portasse sull’altra sponda». Subito uno dei due rispose: «Sali sulle mie spalle», e tutti e tre insieme guadarono il fiume. Arrivati sull’altra riva, la fanciulla si accomiatò e i due monaci proseguirono il cammino. Tacevano, ma uno dei due sembrava inquieto. «Che cosa c’è, amico mio? Mi pari contrariato», chiese quello che aveva portato in spalla la fanciulla. L’altro rispose: «Stupido che non sei altro! Come hai potuto avere un contatto con una donna? Siamo monaci e facciamo vita ritirata». Al che il primo replicò: «E vero, ho portato quella fanciulla sull’altra sponda, ma a quanto sento, tu la stai portando ancora».
Il perdono libera. Ci libera da un peso che non possiamo o non vogliamo portare. Chi mai vorrebbe avere sulle spalle per tutta la vita un grosso zaino pieno di problemi, paure e vecchi conflitti? Il perdono guarisce e rende più leggera la vita, ed è soprattutto un dono nei propri confronti. Alle Hawaii si dice che dopo il perdono la questione è “oki”, “risolta”, e non ci si ritorna più sopra.
"Il perdono non è un'azione occasionale, ma un'attitudine permanente."
Martin Luther King
Come per qualsiasi altra cosa, per esempio camminare o dipingere, è possibile esercitarsi e imparare anche a perdonare e a dimenticare. Se non ci riusciamo al primo colpo, possiamo cominciare a far finta che sia così. E come con le affermazioni. In un primo momento un’affermazione, come per esempio: «Sono bello e il mio corpo è ben proporzionato», può sembrare del tutto assurda, ma a un certo punto ci si dice: «Sì, è vero, lo vedo». La cosa strana è che da quel momento in poi anche gli altri lo vedono e ci confermano la nostra convinzione. Noi viviamo in massima parte ciò che emettiamo sotto forma di pensieri ed emozioni. Il mondo sembra un grande specchio, poiché riflette quello che proviamo nel profondo del cuore.
"Se proviamo compassione, aumentiamo la felicità di questo mondo.
Se nutriamo pensieri negativi, aumentiamo la sofferenza."
Questo testo è estratto dal libro di "Ho'oponopono - La Forza del Perdono".
Data di Pubblicazione: 1 ottobre 2017