Scopri l'origine dei "Protocolli" e come diventarono il testo di riferimento per giustificare le persecuzioni antisemite nel XX secolo leggendo l'anteprima del libro di Franco Fracassi.
Quei protocolli fasulli
Nel 1864 l'autore satirico francese Maurice Joly scrisse un pamphlet intitolato "Dialogo agli inferi tra Machiavelli e Montesquieu", nel quale l'autore attaccava le ambizioni politiche dell'imperatore Napoleone III, mettendo in scena un immaginario dialogo tra Machiavelli e Montesqieu all'inferno. Quattro anni dopo un antisemita tedesco (Herman Goedsche), pubblicò con lo pseudonimo di Sir John Retcliffe un'opera dal titolo "Biarritz", nella quale riportava i dialoghi di Joly. Goedsche era un impiegato postale licenziato per aver falsificato delle prove nel processo del progressista Benedikt Waldeck. Nel capitolo del libro "Il cimitero ebraico di Praga e il Consiglio dei rappresentanti delle Dodici Tribù di Israele", Goedsche immaginava un'assemblea segreta di rabbini che ogni cento anni si riuniva con lo scopo di cospirare.
In quel periodo in Russia, in seguito alla pubblicazione del "Libro del Kahal" di Jacob Brafman, su quotidiani e riviste si diffuse l'idea di un complotto ebraico per la dominazione del mondo ordito da un "kahal" segreto. Movimento che utilizzò l'opera di Goedsche e col tempo la tramutò in qualcos'altro.
Pierre Ivanovitch Rachkovskij, iscritto all'organizzazione di estrema destra responsabile dei pogrom (pulizia etnica di villaggi abitati da ebrei) nella Russia fine secolo conosciuta come le Centurie nere, era anche a capo dell'Ochrana, la polizia segreta dello zar. Il funzionario era protetto politicamente dal ministro progressista Sergei Witte. L'avversario di Witte era un certo Elie de Cyon, il quale aveva attaccato Witte con un pamphlet derivato dal libro di Joly. Documento che, però, non conteneva riferimenti agli ebrei. Perché anche de Cyon lo era.
Per mettere fuori gioco de Cyon, nel 1897 Rachkovskij gli fece perquisire la casa, trovando ovviamente il pamphlet in questione.
Accadde, poi, che il documento rinvenuto durante la perquisizione iniziò a circolare per gli ambienti intellettuali del Paese, oltre che a corte. Un testo nel quale i riferimenti a Witte furono sostituiti con quelli agli ebrei. E così, de Cyon letto alla francese divenne Sion. Da qui il titolo: "I protocolli dei savi anziani di Sion".
Documento che nel giro di qualche anno si trasformò in un libretto più strutturato, redatto dallo scrittore religioso mistico Sergej Aleksandrovic Nilus, tra il 1901 e il 1903. Questi ne diffuse delle copie personalmente in Russia fino a che non venne pubblicato da un quotidiano dell'istigatore di pogrom Pavolakij Krusevan, iniziando ad avere risonanza anche nel resto d'Europa.
I protocolli dei savi anziani di Sion
Lo scritto consisteva nel resoconto di alcune sedute segrete tenute a Basilea al tempo del congresso sionista del 1897, durante le quali sarebbe stato elaborato un piano di dominio mondiale degli ebrei attraverso l'alta finanza e l'agitazione terrorista.
Nei ventiquattro "Protocolli" gli Anziani illustravano i sistemi per ottenere il controllo del mondo. Volevano convincere con l'inganno i gentili, da loro chiamati goyim (termine ebraico per i non-israeliti), ad assecondare la loro volontà. I loro metodi preferiti erano la diffusione di idee liberali, il sovvertimento della morale, la promozione della libertà di stampa, la contestazione dell'autorità tradizionale e dei valori cristiani e patriottici. Il controllo delle masse tramite i media e la finanza sarebbe stato il mezzo con cui il tradizionale ordine sociale sarebbe stato sovvertito.
Una serie di articoli pubblicati sul Times di Londra nel 1921 dimostrarono che il contenuto dei documenti era falso, che gran parte del materiale era frutto di plagio da precedenti opere di satira politica e romanzi non correlati agli ebrei.
Nonostante la comprovata falsità dei documenti, riscossero comunque ampio credito in ambienti antisemiti e antisionisti, e rimasero nel tempo la base ideologica, soprattutto tra partiti o movimenti islamisti e fondamentalisti islamici in Medio Oriente, per avvalorare la teoria della cosiddetta cospirazione ebraica.
L'opera fu divulgata per la prima volta da coloro i quali si opponevano al movimento rivoluzionario russo e diffusa ulteriormente dopo la rivoluzione russa del 1905. In seguito alla rivoluzione d'ottobre che fece collassare l'Impero russo, e in particolare durante gli anni Venti e Trenta, l'idea che il bolscevismo fosse una cospirazione ebraica per il dominio mondiale diventò uno degli strumenti più utilizzati nell'ambito della propaganda fascista in Italia e nazista in Germania. In questo contesto i "Protocolli" diventarono il testo di riferimento per giustificare la persecuzione e lo sterminio degli ebrei.
Scrisse il Tycoon dell'industria automobilistica Henry Ford: «L'unica affermazione che mi preme fare sui "Protocolli" è che essi concordano con ciò che sta succedendo. Essi hanno cinquantanni, e hanno concordato con la situazione del mondo fino al momento presente. Essi valgono ora».
Autenticità o veridicità?
Nell'edizione più diffusa in Occidente l'introduzione fu ad opera del filosofo italiano Julius Evola. Egli si rese conto da subito che non si poteva chiamare veritiero o attendibile il testo. E così, superò da par suo il problema scrivendo: «La questione dell'autenticità è di portata limitata, visto che il problema della autenticità è secondario e da sostituirsi con quello, ben più serio ed essenziale, della loro veridicità», ricalcando quel che scrisse Hitler nel "Mein Kampf", volume I, capitolo XI.
Ecco alcuni passi del libro.
«Questi giornali, come il Dio indiano Visnu, avranno migliaia di mani, ognuna delle quali sentirà il polso delle diverse pubbliche opinioni».
«Il nostro governo sembrerà il Dio indù Visnu. Ognuna delle nostre centinaia di mani controllerà una leva dell'apparato dello Stato».
«È necessario abolire la libertà di stampa, incoraggiare il libertinismo, utilizzare lo sport e l'educazione visiva per abbrutire le masse, elogiare il potere dell'oro, aiutare qualunque tipo di rivoluzione in qualsiasi Paese. La cosa importante è che ci porti qualunque vantaggio per la realizzazione del piano segreto. Bisogna fomentare il malcontento del popolo in modo da instillare sfiducia e demoralizzazione, instaurare regimi negli Stati controllati da uomini portati al potere dai Savi. Bisogna cercare di far scoppiare guerre, produrre armi e costruire metropolitane nelle città per minarle. Perché il fine giustifica i mezzi. Infine, bisogna incoraggiare l'antisemitismo per commuovere i non-ebrei. Abbiamo un appetito senza limiti, un'ingordigia divoratrice, un desiderio spietato di vendetta e un odio intenso».
«Le classi istruite dei gentili si vanteranno della propria erudizione e metteranno in pratica, senza verificarle, le cognizioni ottenute dalla scienza che i nostri agenti scodellarono loro allo scopo prefisso di educarne le menti secondo le nostre direttive. Non crediate che le nostre asserzioni siano parole vane: notate il successo di Darwin, di Marx e di Nietzsche, che fu interamente preparato da noi. L'azione demoralizzatrice di queste scienze sulle menti dei Gentili dovrebbe certamente esserci evidente».
Data di Pubblicazione: 19 febbraio 2021