SALUTE E BENESSERE

I Fiori di Bach - Cure & Rimedi - Anteprima del libro di Roberto Pagnanelli

Perché i Fiori di Bach - Alla ricerca della spiritualità

Perché i Fiori di Bach

I fiori di Bach, al pari degli altri elisir floreali (californiani, australiani e italiani), sono contemporaneamente di facile e difficile gestione. Da un lato sono semplici, perché sono rimedi che partono da fiori e quindi sostanzialmente privi di effetti negativi; sono facili da reperire sul mercato in qualunque farmacia o erboristeria a tutte le latitudini dell’Italia, persino nei paesi più piccoli e sperduti della penisola e hanno una modalità di impiego intuitiva e priva di qualunque difficoltà pratica.

Difficili, dall’altra parte, in quanto per utilizzarli nelle loro piene potenzialità bisogna imparare a fare i ‘bravi diagnosti’: i sintomi che curano sono complessi e l’impegno principale di chi lavora in questo campo è di cogliere l’essenza del malato e il modo di modificare il suo malessere.

Una volta identificato il rimedio giusto, il miglioramento (per non dire la guarigione) avviene molto rapidamente, a volte nel giro di qualche ora.

Il più delle volte basteranno poche gocce di un elisir sotto la lingua o in un po’ d’acqua perché tutto ciò che avviene di fronte a voi trovi la sua soluzione. Tornano la calma, la capacità di ragionare, la mente libera e il giusto grado di ottimismo.

L’impiego dei fiori di Bach spesso non segue il sistema tradizionale che prevede una diagnosi medica certa. Si basa per lo più su sensazioni, su vissuti personali, sull’intuito, la sensibilità, la capacità di entrare in sintonia con se stessi e con chi ci sta di fronte. Molto spesso, chi impara ad impiegare i fiori su di sé deve fare uno sforzo di approfondimento, una sorta di autoanalisi per trovare così il rimedio più giusto per il suo caso.

Chi invece adopera i rimedi sugli altri, come un medico, uno psicologo, un naturopata o un semplice appassionato, deve imparare dall’esperienza a fidarsi di sé e a dare importanza a ciò che la persona davanti gli trasmette sul piano emotivo e su quello logico, verbale, razionale. Il più delle volte gli elisir floreali diventano rapidamente una sorta di pozione magica, che consente di districare le matasse più intricate e di portare sollievo ai casi più gravi.

Il mio scopo di terapeuta è quello di consentire di entrare in sintonia col rimedio e con la sua personalità, per permettere al lettore di scegliere il fiore più adatto e di comprendere meglio le sue qualità e il senso del medicamento. Lo chiamiamo ‘medicamento’ anziché farmaco, poiché non avendo alcun effetto secondario non è riconosciuto ufficialmente come sostanza chimica adatta a trattamenti di tipo medico.

La nostra sola ambizione è di poter contribuire al nostro benessere, a quello di amici, parenti e conoscenti e a tutti coloro che deciderete di trattare.

Da oggi con maggiore successo.

Edward Bach: il padre dei suoi fiori

Il dottor Edward Bach era un medico omeopata, nato a Moseley (Birmingham, Regno Unito, il 24 settembre 1886) e morto cinquantenne, il 27 novembre 1936. La sua biografia narra che all’età di diciassette anni iniziò a lavorare nella fabbrica di ottone del padre, appassionandosi delle arti mediche, attratto dalla natura in tutte le sue forme. Gli operai della fabbrica infatti, intuendo le sue inclinazioni e la passione per le piante, gli rivelavano i loro malesseri e i malanni legati alla natura professionale dei loro disturbi. E così che, qualche anno dopo, si iscrisse alla facoltà di Medicina di Birmingham e si laureò brillantemente concludendo i suoi studi a Londra. Suoi sono gli studi sui batteri intestinali (i “nosodi di Bach” conosciuti ancora oggi).

Mentre lavora allo University College Hospital, nel 1917 gli vene diagnosticato un tumore alla milza e comunicata una prognosi infausta: gli restano solo alcuni mesi di vita. E così che, con forza e coraggio, reagisce e inizia ad approfondire gli studi sull’efficacia delle energie autoguaritrici che ognuno di noi possiede, potenzialmente, e che deve imparare a sviluppare dentro di sé. Il ‘paziente-Bach’ sorprendentemente non si arrende e, continuando a lavorare coi suoi pazienti, si avvicina alla metodica dell’omeopatia, che lo aiuta nel percorso di guarigione. Tuttavia egli avverte il bisogno di lasciare la metodica hahnemanniana che conosceva e gli era stata insegnata, non perché questa non producesse i suoi effetti e fosse inefficace o insufficiente, ma perché cercava una metodica in grado di agire ad un livello superiore, più profondo e dinamico, in grado di incidere sulla personalità profonda del soggetto. È così che, casualmente, mentre si trova in Galles, prepara i primi tre rimedi floreali (Mimulus, Impatiens e Clematis) che somministra ad alcuni pazienti sensibili sulla base della biotipologia.

I risultati sono sorprendenti e vengono pubblicati in un articolo dal titolo Alcuni nuovi usi e rimedi sulla rivista The Homeopathic World (febbraio 1930): ha inizio la ricerca e la sperimentazione del suo metodo. Piuttosto che interessarsi ad eliminare un sintomo, il dottor Bach propone di cambiare lo stile di vita, il proprio punto di vista, il modo di reagire agli avvenimenti della vita e, da ultimo ma non meno importante, il proprio carattere.

Per esempio: una persona che prova paura non smetterà di provarne assumendo i fiori di Bach, ma “modificando il suo punto di vista, la sua capacità di comprensione, sperimentando le conseguenze del suo malessere sullo stato psichico o fisico, non sperimenterà più l’angoscia con la stessa gravità” (Paul Ferris).

La grande novità introdotta dai fiori di Bach è che i rimedi aiutano a ritrovare le idee chiare, a migliorare la capacità d’autoanalisi e sciogliere le tensioni psicofisiche all’origine delle proprie sofferenze. Tutto apparirà più nitido e semplice da seguire. Le nebbia che offusca la mente e le impedisce di scegliere la soluzione e la via migliore da seguire si diraderà, scoprendo via via la direzione della nostra strada interiore. Perché ognuno nella sua vita ne ha una propria. Per questo si addice perfettamente ad accompagnare le psicoterapie, come ben sanno medici e psicologi psicoterapeuti. I pazienti, aiutati a comprendere l’origine delle loro sofferenze, assumendo i fiori di Bach migliorano il loro stato in misura maggiore, ben visibile e più rapida rispetto ad altri medicamenti, compresi gli psicofarmaci.

Alla ricerca della spiritualità

I bori di Bach non creano problemi di qualsivoglia genere e, affondando le loro radici nella spiritualità, nella preghiera e nell’elevazione verso un ideale assoluto, ci invitano a prendere coscienza di noi stessi e a comprendere il senso della vita. Il lato spirituale è importante in ogni percorso di guarigione: per questo i rimedi floreali riescono a dare il massimo delle loro capacità nella possibilità di agire in quanto ‘riequilibratori emozionali’.

A tutti gli effetti Bach era persuaso che le affezioni, gravi o croniche, non solamente la depressione o l’ansia, siano originate da un problema affettivo o emozionale. Questo differenziava la sua metodica dalla Medicina Ufficiale o scientifica che cercava una causa fisica (aggressione esterna) o biochimica (squilibrio metabolico endogeno) finendo per deludere chi cercava di essere considerato, dal medico, una ‘persona a tutto tondo’, piena di risorse. Non solo portatrice di un corpo malato o di una malattia nevrotica, ma anche di passioni, interessi e straordinaria voglia di vivere. Come avviene da bambini ai primordi della nostra vita: ogni essere che nasce viene dotato, in partenza, di uno zaino pieno di qualità positive che cercano di manifestarsi.

Così Edward Bach, con il suo minuzioso lavoro, voleva dimostrare che la maggior parte delle patologie ha origine psico-affettiva e, quindi, psicosomatica. Riportando la psiche a contatto col corpo e rimettendo le energie sottili in equilibrio si poteva giungere a guarigioni sorprendenti e straordinarie. Il punto centrale non era dare un ‘bastone” a un corpo zoppicante, come avviene in generale coi farmaci, ma risvegliare da dentro le energie necessarie per uscire dal torpore dei sintomi e reagire! Il sistema immunitario ritrova forza ed energia e “si risvegliano le capacità del corpo di ‘ritrovare in sé’ le risposte necessarie” (Paul Ferris).

Coi fiori di Bach si possono superare, come avrete modo di scoprire e sperimentare nel vostro cammino, un gran numero di malesseri e dolori.

Come si preparano i Fiori di Bach: Il metodo del sole e della cottura

N. Weeks e V. Bullen descrivono magistralmente il metodo della preparazione: questo è in grado di generare all’interno dei fiori le ‘energie’ terapeutiche in grado di attivarli e renderli fruibili dagli uomini.

“Bach” — affermano gli autori — “ha ideato il ‘Metodo del sole’ e il ‘Metodo della cottura’. Il metodo del sole era utilizzato per tutte le piante che fioriscono nella tarda primavera o in estate, quando il sole ha raggiunto la massima intensità: i fiori vengono raccolti da piante diverse, al mattino di un giorno di sole con il cielo libero da nubi. Le tipiche giornate primaverili che tanto ci piacciono, fuori dai rigori dell’inverno. I giorni nei quali i fiori possono essere raccolti sono ben pochi, in quanto devono verificarsi le due condizioni: una giornata serena e soleggiata e la piena maturità del fiore”.

“Il ricercatore, per non danneggiare il fiore, tiene una foglia tra il pollice e l’indice in modo che non venga a contatto con la cute. Vengono deposti un certo numero di fiori in una bacinella piena d’acqua di fonte finché la superficie resti coperta del tutto. La bacinella deve restare esposta ai raggi del sole per quattro ore finché l’essenza dei fiori si trasmette all’acqua. Questa, così impregnata, viene poi versata in una bottiglia contenente un’uguale quantità di alcool. Si ottiene così un preparato essenziale detto mother tincture, ovvero “tintura madre” che si mantiene a tempo illimitato e che costituisce la base per la preparazione delle stock bottles, i flaconcini di conservazione che contengono ciascuno una goccia di tintura madre per 240 gocce di brandy”.

“Il metodo della cottura” — continuano Weeks e Bullen — “viene usato prevalentemente per i fiori degli alberi, degli arbusti e dei cespugli a fioritura molto precoce che sbocciano quando il sole non ha ancora raggiunto la massima intensità. I fiori sono raccolti con lo stesso procedimento già descritto per il metodo del sole, dopodiché vengono fatti cuocere circa mezz’ora, filtrati più volte e trasferiti nelle boccette che contengono i “concentrati” di fiori. In questo metodo di potenziamento, molto più semplice del processo di dinamizzazione dell’omeopatia, Bach ha individuato i seguenti vantaggi:

Primo: l’essenza delle piante non viene alterata né danneggiata. Il fiore, nel quale si concetra l’energia vitale della pianta, viene colto nello stadio della completa maturità, cioè poco prima che cada.

Secondo: fra la raccolta e la preparazione non passa molto tempo, per evitare la dispersione d’energia. Il tutto costituisce un processo di alchimia naturale con il quale collaborano “le potenti forze dei 4 elementi: la terra e l’aria per far crescere la pianta e sbocciare i fiori, il fuoco del sole per liberare le informazioni spirituali dall’involucro vegetale, l’acqua come veicolo nel quale destinare le loro proprietà”.

E dopo questa attenta preparazione che troverete le ‘boccette’ dei fiori di Bach in erboristeria o in farmacia. L’energia del sole e il rispetto per le piante.

Le informazioni energetiche

Avete mai sentito parlare di energie sottili? Sono piccole forme di energia che percorrono, incessantemente, tutte le cellule del corpo. Secondo la medicina cinese si concentrano in veri e propri flussi che interessano alcune zone (meridiani corporei) e interi organi. La circolazione di questi flussi energetici avviene attraverso meridiani corporei che trasformano il nostro corpo in un gigantesco mappamondo percorso da invisibili fili.

Ma perché ci ammaliamo? “Il dottor Bach aveva osservato” — affermano Dietmar Kràmer e Helmut Wild nella loro interessante opera - “che il manifestarsi della malattia cambia lo stato d’animo del paziente, ma spesso questo cambiamento precede lo sviluppo dei sintomi di qualche anno o qualche mese”.

“Se si osserva attentamente, spesso si possono percepire questi cambiamenti prima del manifestarsi della malattia. E bloccare così, per tempo, attraverso una terapia, la comparsa dei disturbi. Se la malattia dura già da un po’, sarà sempre lo stato d’animo del sofferente ad indicarci il giusto rimedio terapeutico” - afferma Bach.

Egli si era dedicato alla cura di persone già malate, cercando di comprendere e far comprendere come le ‘energie guaritrici’, piuttosto che all’esterno, vadano ricercate dentro di noi. Questa sua presa di posizione fu osteggiata dai medici del tempo, tanto che il dottor Bach fu radiato dall’Ordine dei Medici e costretto ad abbandonare la sua professione. Tuttavia, egli si dichiarò felice di essere un ‘semplice erborista’ e di dedicarsi gratuitamente alla cura dei suoi pazienti.

Questo testo è estratto dal libro "I Fiori di Bach - Cure & Rimedi".

Data di Pubblicazione: 30 settembre 2017

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