SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO

I Pilastri fondamentali dell'Ho'oponopono

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Impara i pilastri fondamentali del cammino dell'Ho'oponopono e ripulisci la tua vibrazione interiore, leggendo l'anteprima del libro di Giovanna Garbuio.

Il cammino dell’Ho'oponopono

Ho'oponopono è un processo di auto-miglioramento e di auto-cura molto semplice ed estremamente valido in quanto basa la sua attività sulla auto-conoscenza di se stessi. Ho'oponopono trae le sue origini dalle antiche tradizioni hawaiane ed è stato messo a punto nella sua versione individuale, conosciuta come “Ho'oponopono dell’Identità del Sé” (Self Identity Through Ho’oponopono) da Auntie Morrnah Nalamaku Simeona, una Kahuna Lapa’au hawaiana.

Morrnah ha tratto l’attuale versione dell’Ho'oponopono dell’Identità del Sé dal sistema di guarigione ancestrale Ho'oponopono proprio della cultura Ho'omana, ancora oggi ampiamente utilizzato anche nella sua versione originale.

Ho'oponopono ancestrale richiede la presenza di un mediatore, possibilmente un Kahuna, ed è un processo multipersonale di guarigione e di ribilanciamento delle energie disfunzionali (da qui il fatto di indicarlo come un processo di risoluzione dei problemi). Attraverso questo processo venivano affrontati e armonizzati problemi personali o sociali, il tutto sempre attraverso il coinvolgimento di un ampio gruppo di persone.

Morrnah Simeona, basandosi sulle sue conoscenze di Kahuna e sulla sua esperienza generale spirituale e materiale, ha aggiornato la pratica in maniera tale che, per raggiungere lo scopo della guarigione, non fosse più necessario nessun altro se non il soggetto direttamente coinvolto dalla questione. Il medico e il paziente possono a questo punto essere la stessa persona. E anche quando il guaritore è una persona diversa dal paziente, il primo agirà su se stesso per vedere gli effetti (che non saranno direzionati dal guaritore) sul suo paziente.

Quindi, sostanzialmente, l’unica persona che ci deve essere… sei tu!

 

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Scrive Morrnah Simeona:

Lo scopo principale di questo processo è quello di scoprire la Divinità dentro di noi. L’Ho'oponopono è un regalo profondo che permette di sviluppare un rapporto di lavoro con la Divinità interiore, e di imparare a chiedere che, in ogni momento, i nostri errori fatti con pensieri, parole oppure opere siano purificati. Il procedimento è essenzialmente un processo di liberazione: la libertà dal passato.

L’Io Superiore (Aumakua) è la nostra componente divina che spesso siamo abituati a considerare scissa da noi, altro da noi.

Chi è consapevole di essere Dio, se lo dichiara apertamente a queste latitudini, facilmente viene preso per matto, per quanto ciò sia stato chiaramente detto anche da Gesù di Nazareth.

In ogni caso l'Io Superiore è la nostra prima fonte di ispirazione, la nostra guida discreta è l’unica vera origine della nostra pace. Esiste anche una parte di noi che qualcuno definisce “Io Inferiore” ed è solo un'altra parte del nostro essere. Noi preferiamo chiamarlo “Subconscio” o “Bambino interiore” (Unihipili). Questa è la parte di noi che conserva tutta l’informazione acquisita, ben catalogata in un precisissimo archivio interiore ed è ciò su cui la nostra pulizia agisce.

Il Subconscio e l’Io Superiore visti in questo modo sembrano uno l’opposto dell’altro (ed effettivamente lo sono, per molti aspetti), ma è in questo modo che la nostra essenza si completa nell’unità degli opposti. Come sopra così sotto.

Ed ecco che i processi che stiamo analizzando funzionano, anche, da anello di congiunzione tra gli opposti. In quanto la separazione che percepiamo è una separazione solo apparente, osservata dalla nostra mente. E questa separazione è ciò che spesso ci impedisce di comprendere, e di sentire, il contatto diretto con il Divino in noi.

Queste pratiche tra le altre cose ci condurranno, poco a poco, verso l'allineamento spirituale ed energetico, che ci porterà a comprendere come la separazione tra Io Superiore (Aumakua), Subconscio (Unihipili) e mente razionale (Uhane) non esista, identificandoci, più che con la nostra individualità, con l’osservatore dell’individualità stessa.

Dobbiamo la diffusione di Ho'oponopono nel mondo occidentale a Joe Vitale, che con il suo libro “Zero Limits” l’ha fatta conoscere al grande pubblico attraverso la collaborazione dottor Ihaleakala Hew Len discepolo diretto di Mornah Nalamaku Simeona. Detto questo, vediamo che cos'è esattamente l’Ho'oponopono e come funziona.

Il primo pilastro

Ho'oponopono più che una pratica o un processo è una condizione, un modo di essere che procede dalla profonda consapevolezza di essere Amore. Tutto è Uno, l’Uno è Amore, tu sei Amore che evolve verso l'espansione di sé stesso. Questo è il principio da cui ha origine tutta la consapevolezza Ho'oponopono

Il presupposto più importante di Ho'oponopono è: Io sono responsabile al 100% di tutta la mia realtà.

Con “tutta la mia realtà” intendiamo proprio TUTTO! Tutto ciò di cui sono consapevole, tutto ciò di cui vengo a conoscenza.

Quindi ognuno di noi è completamente responsabile dei propri successi e dei propri fallimenti, ma è responsabile anche di quelli degli altri, per lo meno nella misura in cui i successi fallimenti degli altri influenzano la nostra realtà e le nostre emozioni. Per inciso, sottolineiamo il fatto che “responsabili" non significa in alcuna misura “colpa”. E questo è il primo pilastro.

 

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Il secondo pilastro

Il secondo è che: Tutti gli avvenimenti sono opportunità di crescita.

Qualunque cosa avvenga, anche quella che mi può apparire la più terribile, in verità se si è manifestata lo ha fatto portando con sé l'opportunità di migliorarmi la vita, di farmi crescere e consentirmi di riconoscere chi davvero Io Sono. Non esistono avvenimenti o situazioni positive o negative a priori, tutto ciò che avviene è un'opportunità di crescita e di miglioramento.

Nulla di ciò che ci accade è “male” o “sbagliato”: gli avvenimenti, le situazioni, gli stati d'animo sono sempre e comunque opportunità: la cosa davvero efficace è cominciare a percepirli in questo modo.

Se non vediamo le potenzialità della situazione è perché non riusciamo a percepirle (cioè la nostra percezione è offuscata dalle Memorie). L'etichetta di “buono” o “cattivo” siamo noi a metterla su ogni avvenimento. In realtà dobbiamo imparare a partire dal presupposto che non esistono problemi, ma solo situazioni dovute a certe cause e le cause sono solo le memorie e quindi tali cause sono state sempre, inevitabilmente, provocate da noi.

Ma il motore dell’Universo rimane comunque l’Amore, perciò gli effetti che scaturiscono dalle cause vanno sempre nella direzione dell’espansione dell’Amore. Perciò ogni cosa che si realizza è qualcosa che ci dà l'opportunità di contribuire attivamente all'espansione dell’Amore. Le situazioni non sono negative o positive (la qualificazione è il nostro Ego a dargliela attraverso la percezione) sono solo delle opportunità per evolvere e così bisogna viverle, se vogliamo essere efficaci nel modificarle o meglio nel coglierle. Qualunque cosa ci accada ci accade per nostro bene.

L'importante sarebbe dare modo all’Universo di dimostrarci qual è questo nostro bene, senza prima giudicare e qualificare le situazioni. Nel momento in cui noi le qualifichiamo, l'Universo non può che manifestare qualcosa in sintonia con quello che noi chiediamo perché esso risponde alla vibrazione che noi emettiamo! In verità proprio quando le difficoltà sembrano aumentare sarebbe il momento di ringraziare e, con fede, continuare a pulire: come spesso accade, il momento che precede l’alba è il più buio della notte.

Ogni ostacolo che ci troviamo davanti è solo una grande occasione di nuova partenza con la possibilità di aumentare sempre il livello delle proprie frequenze, un'occasione per godere di quello che abbiamo ottenuto fin qui e che ha determinato il nostro essere qui. E anche se il modo in cui ci siamo arrivati non ci è piaciuto del tutto, o non ci è piaciuto per niente, comprendiamo comunque che evidentemente era quello che ci serviva per crescere e per essere sempre un po’ più vicini al riconoscerci.

È per questo che tramite Ho'oponopono ci affidiamo al Divino “in diretta”, a colui che sa esattamente quello che per noi può essere il Meglio. Noi dobbiamo solo coglierne il frutto emanando fiducia, Amore e gratitudine, vibrazioni relativamente semplici da intraprendere con un disciplinato allenamento. Ma, certamente, siamo in cammino, in miglioramento, in perfezionamento. Possiamo sperimentare affidandoci, rendendoci disponibili al meglio, emanando le nostre migliori intenzioni e ringraziando costantemente per l’opportunità di scegliere di farlo.

Ho'oponopono è una semplificazione della via sciamanica che nasce dalla cultura ho'omana. Nessuno deve limitarsi, ma tutti dobbiamo imparare dalle basi per poter accedere a molto di più. Senza fretta, con piccoli, ragionevoli e fruttuosi risultati. Quindi è importante raggiungere la consapevolezza che, comunque vadano le cose, il fatto che questa situazione si sia manifestata così com'è è una grandissima fortuna che ci siamo procurati, perché è solo l’anticamera del meglio del meglio. Se l'abbiamo manifestato, comunque una ragione c'è; ogni cosa è lì per insegnarci qualcosa, per evocare comunque nella nostra vita qualcosa di migliore.

Noi non sappiamo né che cosa, né come, ma cominciamo ad accettare questo fatto incontrovertibile: nulla di ciò che ci accade è “male” o “sbagliato”; gli avvenimenti, le situazioni, gli stati d’animo sono sempre e comunque opportunità di crescita. La cosa più utile da fare è cominciare a percepirli in questo modo. Il nostro Io Superiore ci ama sopra ogni cosa, e non può riservarci null’altro che il meglio; se non lo vediamo è perché non riusciamo a percepirlo (appunto a causa di blocchi e credenze limitanti), ma, poiché razionalmente sappiamo che è così, prima di giudicare una situazione (triste, angosciante, dolorosa...) diamo tempo all'universo di dimostrarci dove vuole andare a parare procurandoci quella sensazione. Se sospendiamo il nostro giudizio e stiamo a vedere, il meglio diventerà evidente. Poco alla volta sempre più evidente. Perché è così che funzionano le cose: La nostra essenza è l’amore. E l'Amore non prevede né castigo, né “bastone e carota”; l'Amore ci dà solo il meglio.

 

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Il terzo pilastro

Il terzo e ultimo pilastro è: Non avere aspettative sulle modalità di risoluzione dei problemi, di nessun tipo.

Non ha senso aspettarsi qualcosa di specifico, perché noi (intesi come esseri razionali) non sappiamo cosa è effettivamente meglio per noi e per la nostra gioia. Sappiamo solo che la pulizia è in atto e che andrà comunque a buon fine! La cosa che ha più senso in questa fase è scegliere consapevolmente di essere gioiosi e grati e osservare con meraviglia ciò che di bello accade.

In tantissimi ambiti della spiritualità si sposa questo stesso concetto dichiarando la necessità di “distaccarsi dal risultato”. Noi intesi come Ego (Ubane) normalmente fissiamo la nostra attenzione su un determinato obiettivo, ricamandoci sopra tutte le più particolari caratteristiche: dove, come, quando, perché, con chi... Quando abbiamo ben stabilito tutto questo assumiamo il fermo controllo della situazione e procediamo a ranghi serrati nella direzione che abbiamo individuato. Ma in realtà Uhane nel suo essere percettivamente limitata, non è mai in possesso di tutti i dati necessari per individuare la direzione più corretta.

Anzi, più la nostra aspettativa è precisa, più rallentiamo il processo di riequilibrio che è necessario per godere davvero della bellezza. Le aspettative infatti, oltre a avere origine nella nostra limitata capacità percettiva, di solito catalizzano anche tutta la nostra energia precisamente dove non vogliamo attraverso le sensazioni, di bisogno, di mancanza, di timore... Ciò che in verità alimenta le aspettative sono sempre le solite memorie, che abbiamo ben compreso quanto poco funzionali siano alla manifestazione del nostro benessere.

Se Tutto è Uno e l’Uno è Amore e Tutto è Amore che evolve in direzione di se stesso. Tutto ciò che accade è funzionale all’espansione dell’amore. Perciò non c'è di meglio da fare che allinearsi al libero fluire delle cose che sono magistralmente direzionate dall’espansione dell'Amore, invece di decidere noi cosa è meglio quindi metterci in contrasto con tale espansione.

E tutto questo ci conduce a comprendere che: L’intenzione è il motore di tutto processo.

Quello che è importante è l’Intenzione con cui applichiamo il processo. La cosa fondamentale è che noi, mentre pratichiamo Ho'oponopono, abbiamo l’Intenzione di ripulire. Paradossalmente non sarebbe nemmeno necessario ripetere il mantra, se questo ci crea disagio o ci mette in difficoltà. Per quanto riguardala focalizzazione di un problema specifico, quindi, è sufficiente che si sappia in cuor proprio che stiamo praticando Ho'oponopono in riferimento a quella specifica cosa. Dopo, durante la recitazione, la nostra mente cosciente può anche dimenticarsene e darci l’impressione di recitare meccanicamente: in realtà il nostro lo Superiore e anche il nostro Subconscio sanno benissimo che cosa stiamo facendo perché, a monte, c'è stata l’Intenzione ben precisa di fare ciò per quel determinato motivo.

Data di Pubblicazione: 20 ottobre 2021

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