Che cosa si intende veramente quando si parla di digiuno? Scoprilo leggendo l'anteprima del libro di Peter Müller.
Il digiuno: alla ricerca di una vita riuscita
Oggi sempre più persone sentono di vivere una vita di ripiego, quella che gli altri si aspettano, ma che le rende insoddisfatte e infelici. Perciò cercano un possibile cambiamento, incontrando resistenze e ostacoli. Alcune restano intrappolate nel circolo vizioso che contrappone desiderio a realtà, altre non si rassegnano e si chiedono: “Che cosa posso fare? Quando riuscirò a combinare qualcosa di buono?”.
Ci riusciremo quando prenderemo delle decisioni liberamente e la concretizzeremo, quando inizieremo un compito con il piede giusto, quando raggiungeremo un obiettivo, quando concluderemo una conversazione o un conflitto in modo soddisfacente. Viviamo le situazioni positive come significative e la nostra vita ha successo se troviamo un senso al nostro fare. Ogni tentativo di cambiamento richiede coraggio e pazienza. Gli scogli rappresentano non soltanto un ostacolo, ma anche una sfida. Il nostro percorso ci conduce a una vita riuscita e ricca di senso solo se ci mettiamo in cammino e lo esploriamo da soli. Un metodo comprovato ed efficace per uscire dalla spirale perversa di speranza, coraggiosi tentativi e delusione è praticare un digiuno integrale accompagnato.
Digiunare è una prassi millenaria e un’esperienza umana che conosciamo fin dalle più antiche culture. Anche la storia delle religioni ci parla della stretta correlazione tra il digiuno e la fede, del rapporto con una divinità o con Dio e del radicamento di norme e rituali relativi al digiuno. Persino il cristianesimo si riallaccia a una tradizione di digiuno integrale coltivata a lungo e che in origine includeva alcune pratiche della tradizione ebraica. Negli ultimi secoli, nella Chiesa, questa consuetudine è caduta in disuso ed è stata circoscritta a una sfilza di rigide regole (precetti, prescrizioni, penitenze, punizioni, oboli), svuotandosi di significato.
La riscoperta e lo sviluppo del digiuno nel XX secolo ebbero inizio grazie al medico nutrizionista Otto Buchinger, che ne sperimentò l’effetto salutare sul proprio corpo. Per merito suo tornarono alla ribalta gli studi compiuti dal greco Ippocrate e l’interpretazione del Vecchio e del Nuovo Testamento a opera dei primi monaci cristiani e dei padri della Chiesa. Otto Buchinger vide soprattutto nella Chiesa cattolica un naturale alleato per far acquisire una nuova consapevolezza sul potere benefico del digiuno e reintrodurlo nella vita quotidiana delle persone. Nella prefazione all’opera di P. R. Régamay Rédecouverte du jeune (Riscoperta del digiuno), Buchinger pose la seguente domanda: “La nostra Chiesa non è in realtà la custode del vero digiuno, quello curativo?”. Secondo lui, la Chiesa, negli ultimi secoli, avrebbe seppellito e lasciato cadere nell’oblio questo tesoro.
Dopo che medici e naturopati l’avevano dissepolto, la Chiesa aveva il compito di rilanciarlo. Spettava a essa e “ora doveva imporlo” (op. cit.). Nel suo studio sul digiuno terapeutico rivolto ai vescovi tedeschi, Buchinger scrisse: “Non conosco un modo migliore e più breve di conoscere ed evitare i danni causati dalla vita e dall’alimentazione moderna che il rimedio dei primi cristiani [...] il digiuno vero, completo”.
Queste affermazioni da un lato esprimono una critica alla Chiesa, che nel corso della sua storia ha dimenticato e minimizzato la pratica e il valore del digiuno, dall’altro lasciano trasparire la speranza che essa riproponga questa “cura delle origini” e che ne riconosca e ne promuova l’importanza come prevenzione e scuola di vita.
In un primo momento, tuttavia, la provocazione cadde nel vuoto. Otto Buchinger e i suoi allievi reagirono a proprio modo e pubblicarono le informazioni e le osservazioni scientifiche alle quali erano pervenuti. Grazie a esse, soprattutto durante la Quaresima, il digiuno risvegliò l’interesse dei laici. Supportato da pubblicazioni scientifiche e spirituali orientate alla pratica, da settimane di digiuno guidato in istituti di formazione ecclesiastici e da giovani dietologi di larghe vedute, il digiuno tornò al centro dell’interesse pubblico, mediatico ed economico. Oggi le offerte spaziano dal digiuno tradizionale basato sulla rinuncia alle settimane di digiuno terapeutico programmato. Accanto alle raccomandazioni e alle proposte serie e qualificate, sul mercato si moltiplicano le offerte legate al trend del momento, che ci vuole “magri e sportivi”, “belli e in forma”. Per questo si ripropone la domanda: che cosa intendiamo veramente quando parliamo di digiuno? Ecco una risposta “tradizionale” ma sempre valida.
Qual è il significato del digiuno?
"Vedi dunque cosa fa il digiuno! Guarisce le malattie, libera il corpo dalle sostanze superflue, scaccia gli spiriti maligni, espelle i cattivi pensieri, dà allo spirito una grande chiarezza, purifica il cuore, spiritualizza il corpo, in una parola fa accendere l'uomo dinanzi al trono di Dio [...] Grande forza è il digiuno e porta a grandi vittorie".
Atanasio, vescovo di Alessandria
Anche se non dobbiamo per forza inneggiare al digiuno come Atanasio, chi lo ha sperimentato o ha seguito gruppi di persone durante una settimana di digiuno programmato ha vissuto esperienze simili. La gente racconta di essersi sentita più tranquilla e presente, più fresca nel fìsico e nella mente, di essersi relazionata con gli altri con maggiore consapevolezza, di aver sviluppato una maggiore sensibilità all’interdipendenza tra benessere fìsico e stato psicologico. Dice di aver avuto il coraggio di affrontare un conflitto, di essersi liberata da vincoli interni o esterni, di aver riscoperto obiettivi dimenticati o nuovi e importanti. Ha individuato valori da mettere in pratica nella quotidianità, ha capito che cosa voleva cambiare nella propria vita e si è aperta al trascendente, a Dio. Tornano dunque al centro le seguenti questioni: “Che cosa mi offre sostegno nelle situazioni diffìcili? Qual è il senso della mia vita? Come posso avere un’esistenza riuscita?”. Alla luce di tali esperienze e osservazioni ci chiediamo nuovamente: “Qual è il significato del digiuno?”.
Il termine “digiuno” deriva dal latino “jejunium” e significa “astinenza dal cibo”. In tedesco, invece, la parola “Fasten” deriva dalla radice germanica “fest”, che si ritrova per esempio nel verbo “festhalten”, “attenersi”. Con ciò si intende il rispetto di una serie di precetti allo scopo di rinunciare temporaneamente, del tutto o in parte, a delle cose o al cibo solido. Fondamentale è l’osservanza di norme liturgiche, rituali e religiose. Troviamo questo doppio significato in numerose culture e religioni.
La parola gotica “fastan”, anch’essa usata per formare il termine “Fasten”, oltre ad “attenersi” vuol dire anche “fermarsi”, “osservare”. Ritroviamo questo significato anche nella pratica di molte religioni e delle antiche scuole filosofiche (pitagorici, epicurei). Il digiuno è infatti una consuetudine e un’esperienza umana antichissima. A partire dall’etimologia di questo vocabolo possiamo riconoscere quattro aspetti fondamentali, applicabili a ciascuna forma di digiuno.
- "Abbandonarsi": a una forma di digiuno che scelgo volontariamente, alle sue regole, all’impegno fìsico e ai cambiamenti psicologici, agli stimoli spirituali, agli esercizi fìsici e alla meditazione, alle mie esperienze, agli altri e al rapporto con Dio.
- "Lasciar andare": di solito il digiuno inizia lasciando andare, ovvero rinunciando per un periodo di tempo al cibo solido o agli sfìzi o a comportamenti e pensieri per me nocivi, ai quali mi sono abituato per comodità. Il digiuno esige questo per comprendere che “si può fare anche senza” o che “meno è meglio”. Questa esperienza mi aiuta a prendere le distanze dalle cose nella vita quotidiana. Nello stesso tempo mollare è possibile solo abbandonandosi.
- "Fermarsi": per interrompere consapevolmente la giornata, per prendermi il tempo di centrarmi, per riflettere sullo stato attuale della mia vita, sulle mie preoccupazioni, sui miei desideri, sul rapporto con gli altri e con Dio.
- "Osservare": il proposito di perseverare nel digiuno, di rispettare regole, informazioni, suggerimenti e stimoli per digiunare con il corpo, la mente e l’anima.
Il digiuno - di qualunque tipo - è l’inizio di un processo di cambiamento che coinvolge la persona nella sua interezza: dal piano fìsico, a quello spirituale, mentale, religioso e sociale. Grazie a questo processo ci alleggeriamo, lasciamo più spazio a ciò che nella vita conta ed è importante, ci focalizziamo sullo scopo della nostra esistenza e su ciò che per noi ha un significato. La vita ci pone di continuo, nelle più svariate situazioni, domande alle quali solo noi possiamo rispondere. Troveremo le risposte soltanto se ci metteremo in cammino con curiosità e se percorreremo la strada con fiducia. La direzione per una vita di successo si delinea man mano, grazie alle nostre esperienze.
Data di Pubblicazione: 5 febbraio 2021