SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO

Il Linguaggio Segreto dei Segni e delle Coincidenze - Anteprima del libro di Gian Marco Bragadin

Come riconoscere e interpretare i messaggi del destino

Indovinare il futuro

Dieci anni fa, dopo la sua morte, in molti hanno conosciuto vita e scritti di Tiziano Terzani. Scrittore, corrispondente di guerra, ha trascorso circa vent’anni in Oriente. Un giorno del 1976 un vecchio indovino cinese, a Hong Kong, gli disse che nel 1993 non avrebbe dovuto volare, perché avrebbe corso il rischio di morire.

Terzani, abituato per via della sua professione a credere solo a ciò che vedeva e toccava, in quel caso dette ascolto all’indovino e al suo presagio. E quando giunse l’anno indicato si astenne, con grandissima difficoltà, a causa del suo lavoro, dal prendere aerei. Quell’esperienza ci ha regalato il bellissimo libro che è Un indovino mi disse. E a Terzani ha salvato la vita perché, nel marzo del 1993, un elicottero dell’ONU con ventitré giornalisti a bordo, compreso il collega tedesco del giornale per cui lavorava lo stesso Terzani, partito al suo posto, si schiantò al suolo e tutti rimasero uccisi.

Questa storia, come mille altre che si potrebbero raccontare, indica che da sempre, in ogni civiltà, gli uomini hanno cercato di indovinare il proprio futuro ricorrendo ai mezzi più diversi, a volte anche molto curiosi.

Già nell’antichità grande attenzione veniva data agli oracoli. Il famoso dei quali, nell’antica Grecia, si trovava nel tempio di Delfi, dedicato ad Apollo, sul cui frontone era scritto conosci te stesso.

Lì, come in mille altri luoghi sacri, sacerdoti e indovini, pitonesse e sibille divinavano il futuro, interrogando il mondo invisibile.

Esisteva sia in Grecia sia più tardi nell’antica Roma, all’interno dei templi, anche una camera apposita chiamata psicomanteion, dove i richiedenti potevano incontrare i loro cari defunti.

Ne hanno parlato Raymond Moody, l’autore della Vita oltre la vita, e il simbologo Lorenzo Ostuni, che ha ricostruito la camera segreta in occasione di una puntata di Misteri, una trasmissione Rai di molti anni fa.

Nell’antichità era lo stesso sacerdote che entrava in questa piccola stanza con le mura dipinte di nero e un grande specchio davanti al quale c’era una candela fioca di colore rosso. E, come un medium di oggi, si metteva in contatto con l’anima del defunto, facendo da tramite per chi era lì a fare domande o ad ascoltare una parola di conforto.

Tante forme di divinazione

I popoli antichi, tramite sciamani, veggenti, stregoni, maghi, indovini, interrogavano la Natura in tutte le sue forme, per conoscere il futuro. Dalla Geomanzia, l’interpretazione dei segni sul terreno, praticata dagli antichi Persiani, all’Astrologia, a tutte le forme di divinazione attraverso gli animali, i fenomeni naturali, il cibo (tra cui i famosi fondi di caffè), ogni mezzo è stato usato per indovinare il futuro. Celebri erano le indicazioni del volo degli uccelli, o i cruenti sacrifici durante cui si osservavano le viscere di un capretto appena ucciso. Con il tempo sono nati dei veri e propri metodi di divinazione, più o meno sacri, come le Rune, i Tarocchi, 17 Ching, tanto per citare i più famosi.

Le Rune, dono del dio Odino ai Druidi, i sacerdoti dei Celti, erano dei segni magici che simboleggiavano uno speciale alfabeto, dai differenti significati. I Druidi conoscevano il modo di trarre dalle Rune indicazioni, presagi, previsioni per il futuro.

E quanto accade anche con i Tarocchi, apparsi in Francia nel XIV secolo, che affondano le loro radici nell’antico Egitto. Un «gioco» costituito da ventidue carte, gli arcani maggiori, da sempre utilizzati per scrutare il futuro, e da cinquantasei arcani minori, che rappresentano le chiavi del simbolismo, dell’esoterismo e della divinazione. Ogni carta che viene scelta possiede un linguaggio segreto che contiene un messaggio iniziatico attraverso cui è possibile ricevere sorprendenti rivelazioni sul nostro destino.

L’antica Cina ha ideato 17 Ching, un metodo che tratteremo in seguito, ma che è stato studiato anche da scienziati come Cari Gustav Jung. Si tratta di un antichissimo mezzo che utilizza gli elementi della Natura per ottenere risposte armoniche tramite cui correlare la nostra vita con il mondo che ci circonda.

I segni zodiacali

L’Astrologia è forse la scienza sacra più antica e potente, che permette di interrogare il futuro e definire l’intero quadro di vita e il destino di ogni uomo. Non parlo però degli oroscopi che sì leggono sui giornali o si vedono in TV. L’Astrologia si basa sulle costellazioni, sui pianeti e, soprattutto, sugli angoli che gli astri formano tra loro al momento della nascita di ciascuno di noi (congiunzioni, trigoni, quadrature). Prende poi in considerazione il luogo di nascita, gli anni (attraverso le effemeridi), le Case, gli Ascendenti e tanti altri elementi ancora.

Ho sempre avuto un’attrazione speciale per L’Astrologia, tanto che alla fine degli anni Sessanta, quando conobbi Maria Maitan, una famosa astrologa che mi fece uno splendido oroscopo personale, ideai dei libretti da edicola che illustravano, segno per segno, destino e caratteristiche psicologiche di ogni individuo. E fu proprio la Maitan a curarne la pubblicazione.

Però non mi fermai lì. Lanciai in Italia programmi di informatica di consumo, quando i computer, grandi come una stanza, venivano utilizzati soltanto per contabilità e statistiche dalle grandi aziende.

Cominciai con «Astromatic», il primo Oroscopo Elettronico personale. E poi «Nik nik», che serviva per incontrare il partner ideale (una specie di Facebook ante litteram).

I programmi vennero presentati dai maggiori periodici dell’epoca, e fecero un tale scalpore che il Tgl li annunciò insieme con le gemelle Kessler, le star di quel periodo.

Poi creai «L’Oroscopo dell’Automobilista», milioni di libretti omaggio distribuiti nelle stazioni di servizio di una grande compagnia petrolifera. E ripetei l’iniziativa vent’anni dopo. Gli automobilisti correvano nei punti vendita per ricevere il libretto con il proprio segno zodiacale.

Queste esperienze, insieme a molte altre, così come la mia passione per lo studio di ogni forma di contatto con le dimensioni invisibili, acuirono in me l’attenzione per il sovrannaturale, creando i presupposti per lo studio di segni e coincidenze, che è poi il tema di questo libro.

San Francesco e il Vangelo

Ho scritto molto su San Francesco, che considero il mio eroe, e ho letto tutti i principali libri che lo riguardano. Mi sono fatto un’idea molto diversa dall’esangue profeta di pace delle marce di Assisi o dei colloqui con gli uccellini. Francesco è stato un guerriero nell’animo, ammiratore dei Templari, voleva andare in Terrasanta al tempo delle Crociate per conquistare Gerusalemme. Rivoluzionario della fede, ha anche corso il rischio di finire sul rogo come eretico.

Ci fu però un periodo, all'inizio della sua vicenda personale, in cui Francesco si interrogava sul suo futuro. In rotta con la società del tempo, prima ancora dell’episodio in cui Gesù gli parlò dal crocifisso, Francesco vagava per i boschi attorno ad Assisi, implorando da Dio un segno su che cosa dovesse fare per cambiare la sua vita. Ma non riusciva a ottenere risposte.

Fino a che un giorno, seguendo un’antica tradizione dei libri sacri, decise di interrogare il Vangelo per ricevere da Dio le risposte che cercava.

Prima pronunciò queste parole: «Signore, cosa vuoi che io faccia?» e per essere più sicuro consultò il libro sacro per tre volte. Apri a caso il libro, puntò a occhi chiusi un dito sulla pagina e lesse. La prima risposta fu: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri». La seconda risposta diceva: «Non prendete nulla per il viaggio». Alla terza apertura del Vangelo Gesù diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso».

Le tre risposte erano un vero e proprio programma di vita per il Santo di Assisi, certo dell’origine divina di quei messaggi. Mettendoli in pratica è diventato il Santo più amato in Italia e nel mondo.

Egli aveva chiesto al Cielo un segno, un’indicazione che lo aiutasse nelle scelte della propria vita.

Proprio quello che potrete fare anche voi imparando a conoscere i segni e le coincidenze significative, e il modo in cui, se interpretati correttamente, possono essere una guida per ogni passo del vostro cammino.

Non sempre sappiamo formulare domande per cambiare totalmente la nostra vita, ma spesso davanti a una decisione da prendere il dubbio ci ferma. Non riusciamo a scegliere. È in questi casi che interrogare un libro sacro può essere utile, se usato senza intermediari che potrebbero falsare la risposta. Vedrete in quante occasioni vi aiuterà a trovare soluzioni alle scelte più difficili.

Ricordate però, che questo è un metodo spirituale. Non risponde dunque a quesiti futili del tipo se sia meglio andare alle Maldive o alle Seychelles, oppure se sia preferibile acquistare un vestito rosso o blu. Funziona solo per ciò che riguarda richieste di un certo valore.

Da molti anni, sul sito marediluce, vi è uno spazio su cui è scritto: «Fai una domanda, il Maestro risponde». Cliccate e avete la risposta. È un modo più moderno che aprire un libro sacro. Lo hanno già provato migliaia di persone. E mi dicono che funziona.

Nuvole e uccelli

Presto scopriremo come ogni cosa che ci circonda può essere una fonte di segni, di indicazioni.

Avete presente i proverbi «Rosso di sera, bel tempo si spera», «Cielo a pecorelle, acqua a catinelle»? La Natura, se ci pensate, parla agli uomini in tutti i modi possibili. E in ogni momento l’Universo, come il vento tra le foglie, sussurra. Ci dona un messaggio.

Gli indiani d’America osservavano la Natura in ogni sua manifestazione, prima di prendere qualsiasi decisione. Così la forma delle nuvole poteva indicare che era tempo per iniziare la caccia; il movimento del fumo di un fuoco, mosso dal vento, dava la direzione verso cui incamminarsi; l’incedere di una mandria di bisonti era portatore di altri segnali.

A noi uomini del terzo millennio fare delle scelte secondo tali criteri può sembrare assurdo, forti dei bollettini meteo, degli stradari e della mappe di Google. Eppure l’umanità si è sempre servita di questi segnali o presagi per individuare quale strada seguire. I marinai, per esempio, intuivano che la Terra era vicina quando vedevano i gabbiani apparire in cielo, o i detriti di fiume in mare.

Il numero di oggetti divinatori, di talismani, è enorme. Possiamo dire infinito.

Per molti popoli. Cinesi e Celti in particolare, gli alberi erano dotati di saggezza e gli sciamani ne ascoltavano la voce per coglierne i vaticini. Tacito ricorda che il centro della religione dei Celti era il bosco, dove risiedeva il loro dio, e che attraverso il mormorio del bosco i Druidi ne ascoltavano le parole. Per gli Egizi, e anche presso i Greci, erano gli uccelli a essere considerati messaggeri degli dei. Sopra tutti l’aquila, usata negli stemmi araldici di tanti Stati. Il loro volo veniva osservato perché in molte antiche culture portava segni e indicazioni.

Tradizioni antiche e moderne

Molto spesso non ci sappiamo spiegare l’origine dei nostri comportamenti che possono essere molto diversi a seconda delle tradizioni del luogo in cui siamo nati.

In Cina, per esempio, il drago è simbolo di fortuna. Tutto il contrario che in Occidente, dove la Chiesa cattolica associa il drago al demonio.

Ancora oggi gli Aborigeni australiani dichiarano che la loro vita è governata dai segni, e ne conoscono moltissimi. Le loro tribù vivono solitamente in luoghi molto lontani tra loro. Per questo usano una forma di telepatia per inviarsi messaggi, interpretando il passaggio delle nuvole, lo scorrere dell’acqua di fiumi o torrenti, e il volo degli uccelli. Forse pensate che si tratti di superstizioni, ma cambiereste idea leggendo un libro come E venne chiamata Due Cuori di Mario Morgan: un susseguirsi di eventi inconcepibili per il nostro tipo di società. Come far guarire un osso spezzato in una notte o trovare acqua e cibo nel deserto affidandosi alla Natura.

Infinite sono le tradizioni che stiamo imparando a conoscere, ma ce ne sono molte altre ancora, come quelle dei Maori della Nuova Zelanda, degli sciamani delle Ande, degli Zulu africani. Spesso le loro predizioni, la lettura dei messaggi della Madre Terra, aiutane a guarire, a conoscere il futuro, a indicare il cammino.

Per alcuni popoli il gufo è simbolo di saggezza, e se canta tre volte annuncia l’arrivo di buone nuove. L’arcobaleno invece solitamente porta gioia, ma se attraversa la nostra strada indica un pericolo. Sempre gli Aborigeni pensano che sentire un ronzio nell’orecchio voglia dire che qualcuno ti sta cercando.

Senza dimenticare che sono in molti a credere che un gatto nero che attraversa la strada porti sfortuna. Sui gatti, che la tradizione avvicina alle streghe, ci sarebbero poi da raccontare storie infinite. Anch’io ne sto vivendo una. Abito in una casa dentro un bosco e da circa un anno viene a trovarmi uno splendido gattone arancio, razza bengala. L’ho chiamato Meo. Prima, da animale selvatico quale era, si accontentava di ghermire in tutta fretta il cibo che gli mettevo sul davanzale. Ora si è lasciato un po’ addomesticare, tanto che chi lo vede mi dice che sembra avere comportamenti più affini a quelli di un cane piuttosto che a quelli di un gatto. Però, a differenza del cane, quando il gatto ha bisogno di mangiare si arrangia. Torna nel bosco da dove è venuto, a inseguire roditori e altre prede, come ha sempre fatto prima. Chi me lo ha mandato?

Che segno è? Più tardi lo scopriremo insieme.

Questo testo è estratto dal libro "Il Linguaggio Segreto dei Segni e delle Coincidenze".

Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017

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