SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO

Il mondo è un sogno prodotto dalla nostra mente?

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Analizza la natura illusoria del mondo e comprendine le infinite sfumature attraverso i grandi maestri, leggendo l'anteprima del nuovo libro di Paolo Marrone.

Il mondo è un sogno prodotto dalla nostra mente?

Dormire, forse sognare...

L'idea che sia tutto un sogno non è nuova, e non sarò sicuramente il primo, né l’ultimo, ad aver elaborato il concetto di un mondo inesistente, frutto solo di un'illusione o di un sogno fatto a occhi aperti. Ne troviamo traccia in antichissimi scritti, enunciato in varie forme da grandi filosofi e maestri appartenenti a diverse dottrine o correnti di pensiero, e tutti in egual misura fanno leva su di un pensiero di fondo: viviamo all’interno di un grande fraintendimento riguardo a chi siamo e alla reale natura del mondo che sperimentiamo.

Crediamo di essere un corpo fatto di materia all’interno di un mondo separato da noi e fatto a sua volta di materia, nel quale esistono altri esseri a noi simili dotati anch'essi di un corpo necessariamente separato e indipendente da tutto il resto.

No, non siamo ciò che appare. Lo crediamo, ma non lo siamo. Siamo ben altro, siamo fatti della “stessa sostanza del Padre”, infinita ed eterna Consapevolezza, perduti all’interno di un'illusione creata da noi stessi, e della quale non riusciamo a renderci conto.

 

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La parola a maestri e filosofi

Troviamo a tal riguardo diverse testimonianze da parte di filosofi e maestri vissuti in epoche più o meno lontane. In questo capitolo ne leggeremo alcune all’interno di una breve rassegna che ho preparato con lo scopo non solo di illustrare cosa avessero da dire al riguardo i grandi maestri e le filosofie del passato, ma anche e soprattutto per permetterci di “familiarizzare” con il concetto di mondo illusorio.

Stiamo cercando di uscire da ferree abitudini mentali che si sono stratificate e solidificate nelle profondità del nostro inconscio lungo tutto l'arco della nostra vita, e la ripetizione di idee nuove provenienti da diverse fonti è sicuramente uno dei mezzi più efficaci per scardinare queste vecchie credenze.

Iniziamo questa breve rassegna con Sarmad Kashani, un poeta e mistico persiano vissuto nel XVII secolo, che riguardo all’illusorietà del mondo scriveva:

"Questo mondo è un miraggio, osservalo attentamente. È semplice schiuma fatta di bolle, un’'increspatura del mare. Questo mondo è come una linea disegnata nell'acqua. Un'ombra, un miraggio".

Il primo passo per rendersi conto del sogno è quello di iniziare a vedere le cose con altri occhi. Come dice Kashani, il mondo va visto come un miraggio che ha la stessa consistenza di un'ombra, è transitorio così come lo è una linea disegnata nell'acqua con un dito, che per un istante sembra assumere una sua identità separata, per poi scomparire subito dopo, riassorbita dalla stessa sostanza di cui è composta.

Meher Baba, un Sufì Indiano vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo diceva in risposta a una domanda di un suo discepolo:

"Dalla mia esperienza di vita so sicuramente che Dio è la sola e unica realtà, e che tutto il resto è illusione. Tutto ciò che vedi e senti in questo momento: questa sala, il nostro essere uno di fronte all’altro, queste spiegazioni che do e che tu ascolti, e persino la mia incarnazione come Avatar — tutto questo è un sogno. Ogni notte vai a dormire e fai diversi tipi di sogni, ma ogni mattina ti svegli e rivivi lo stesso vecchio sogno che hai sempre sognato dalla tua nascita nella tua presente vita illusoria. Dirai: “Baba, siamo completamente svegli; ti vediamo seduto davanti a noi; possiamo seguire quello che ci stai spiegando”. Ma ammetterai che diresti la stessa cosa se, in un sogno, scoprissi di essere vicino a me e mi sentissi dire che tutto ciò che hai ascoltato, visto e sentito era un sogno. Finché non ti svegli da un sogno, sei obbligato a sentirlo come nuda realtà. Un sogno diventa un sogno solo quando ti svegli".

"... Tutti i tuoi piaceri e difficoltà, i tuoi sentimenti di felicità e miseria, la tua presenza qui e l’ascoltare queste mie spiegazioni, non sono altro che un sogno vacante da parte mia e tua. C'è questa unica differenza: io sono consapevole che il sogno è un sogno, mentre tu credi di essere sveglio...".

Meher Baba in questo suo discorso fornisce diversi suggerimenti riguardo a come affrontare l’illusione del sogno. Il concetto più importante è che un sogno sembra reale fintanto che rimaniamo al suo interno. Per potersi accorgere del sogno ci si deve elevare necessariamente a un livello di consapevolezza diverso rispetto a quello che lo ha generato.

È una questione di consapevolezza, dunque, che si risolve con la presa di coscienza riguardo alla vera natura del mondo. Sapere che si è in un sogno toglie importanza alle cose del mondo, e di conseguenza ci fa vivere il sogno in modo diverso. Ma attenzione, così come ho detto nell’introduzione di questo libro, non si tratta di accumulare nuova conoscenza.

 

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Tutto è impermanente

Un'illusione può essere smascherata solo spiegando cosa non è, pertanto si tratta sempre e comunque di eliminare o smantellare le vecchie credenze che si hanno sul mondo.

Quello che va compreso è che siamo all’interno di un mondo che non ha alcuna consistenza reale, che possiamo quindi definire impermanente. Il concetto di impermanenza (dal sanscrito Anitya) appartiene alla dottrina buddhista, la quale attribuisce all’ignoranza riguardo a questa verità tutta la nostra sofferenza. Tutto è impermanente e quindi soggetto al cambiamento.

L’attaccamento non ha alcun senso in un mondo fatto di cose irreali e non durature. La sofferenza fondo, che caratterizza gran parte della nostra esistenza, è la naturale conseguenza di questo attaccamento a cose che, per la loro effimera natura, non potranno mai donarci alcun sollievo o soddisfazione.

Anche la gioia derivante da momentanei ottenimenti materiali è impermanente e destinata a svanire, lasciando come unica traccia un vuoto sempre più incolmabile, che ci porta alla disperata ricerca del prossimo ottenimento, in un ciclo senza fine.

Nella filosofia della Anitya il concetto base è che l’impermanenza deriva dal fatto che ogni momento è totalmente slegato e indipendente dal momento precedente, con il quale non ha alcuna relazione di causa-effetto. È solo la nostra memoria e la cieca fede nella consequenzialità degli eventi a farci credere nell'esistenza di un continuum spazio-temporale che esiste al di fuori della nostra consapevolezza.

Da questa distorta visione del mondo deriva l'illusione di un mondo separato e indipendente fatto di cose che appaiono solide e durature, nel quale un ipotetico “io” si muove e agisce in modo autonomo. Questo sogno dell'ignoranza è la diretta conseguenza della nostra incapacità di riconoscere l’impermanenza del mondo.

 

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L'indipendenza di ogni momento rispetto al precedente e la conseguente impermanenza delle cose è un ben noto concetto quantistico derivante dal Principio di Indeterminazione di Heisenberg, ma a quanto pare era ben conosciuto anche in epoche remote, e le nostre recenti scoperte scientifiche sono solo da considerare come un'ulteriore conferma dell’esistenza di un sapere così antico che con ogni probabilità appartiene da sempre al genere umano.

Ne abbiamo un'ulteriore e autorevole riprova in ciò che Jalal ad-Din Rumi, poeta e mistico persiano vissuto nel XIII secolo, scriveva riguardo all’impermanenza delle cose:

"In ogni momento il mondo e noi siamo rinnovati. Eppure siamo ignoranti di questo rinnovamento. La vita, come un flusso continuo di acqua, è rinnovata e rinnovata, anche se indossa l'apparenza di continuità nella forma. Questa apparente continuità deriva dal suo rapido rinnovamento, come quando una singola scintilla di fuoco viene fatta roteare rapidamente... Sembra una linea di fuoco continua. Questa apparente estensione, grazie al movimento rapido, dimostra la rapidità con cui viene spostata...".

Gli esempi che Rumi usa per avvalorare il suo discorso sono davvero calzanti e ci fanno comprendere il reale significato del concetto di impermanenza. Un flusso d’acqua, che a noi appare come qualcosa di definito ed esteso nel tempo, con una propria forma, nella realtà è composto da acqua che in ogni istante si rinnova.

Non è mai la stessa, così come il nostro corpo e le cose che ci circondano si rinnovano in ogni momento. Ogni istante è nuovo di zecca e non dipende in alcun modo dall’istante che lo ha preceduto. Questi concetti non vanno considerati solo come puri esercizi mentali o sterili elucubrazioni filosofiche.

 

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La natura illusoria del mondo

Sapere che il mondo è illusorio, e che quindi non c'è nulla di reale in ciò che sperimentiamo, deve servirci per guardare al mondo con altri occhi e non prenderci troppo sul serio, e di conseguenza aiutarci a gioire di questa immensa giostra di luci e colori che chiamiamo mondo.

A tal proposito desidero menzionare un'antica opera originariamente scritta in sanscrito, la "Tripura Rahasya", di cui non si conosce con esattezza né l’autore né il periodo storico in cui è stata scritta, che rappresenta uno dei più importanti testi sull’illusione del sogno a occhi aperti e sulla via da seguire per ottenere l’illuminazione.

Il testo fa continui riferimenti alla natura illusoria del mondo, e qui vi propongo uno dei passi più significativi:

"Proprio come le creazioni del sogno sono immagini che si muovono sugli schermi della mente, così anche questo mondo, incluso te stesso, è l’immagine raffigurata dalla pura intelligenza e non è nient'altro che un'immagine in uno specchio. Osserva come ti sentirai dopo questa convinzione. Sarai esaltato dall’annessione di un territorio o depresso per la morte di un parente nel tuo sogno? Realizza che il Sé è l’indipendente specchio che riflette e manifesta questo mondo. Il Sé è pura coscienza senza macchia. Sii veloce! Realizzalo velocemente e ottieni la felicità trascendentale!"

In questo importantissimo testo ritroviamo il concetto di leggerezza del vivere ottenuta attraverso la comprensione del fatto che il mondo in cui viviamo è inconsistente così come lo è un'immagine riflessa in uno specchio. In questo brano in particolare siamo invitati a riconoscere il fatto che si dà un'importanza minore agli eventi della nostra vita, piacevoli o spiacevoli che siano, nel momento in cui si realizza la totale inconsistenza delle cose che sperimentiamo.

L’opera di risveglio non può che avvenire in conseguenza della realizzazione del fatto che siamo lo specchio, non le cose che vengono riflesse in esso. Uno specchio non è minimamente influenzato dalle immagini che riflette, e su questo torneremo in seguito per approfondire meglio il concetto.

 

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Anche vari maestri vissuti in tempi più recenti hanno ripreso e ampliato l’idea di mondo illusorio. Sathya Sai Baba, noto guru indiano vissuto lo scorso secolo che vantava un seguito di migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo, a proposito dell'illusione diceva:

"Mentre sogni, la cosa è molto reale, ma quando ti svegli diventa irreale, e la fase di veglia invece sembra essere reale. Ma entrambi sono sogni: uno un sogno notturno e l’altro un sogno a occhi aperti. Durante entrambi i sogni sei presente e li vivi entrambi. Quindi solo tu (il Sé testimone) sei vero; il resto è un misto di vero e falso...".

In questo brano, Sai Baba ci fornisce un indizio molto importante riguardo alla direzione da intraprendere lungo il nostro percorso di ricerca. Ci fa notare che sia il sogno notturno che quello diurno sono caratterizzati da una proprietà che li accomuna: in entrambi siamo sempre presenti a tutti gli eventi che sembrano accadere.

Più esattamente, ciò che è sempre presente è la nostra consapevolezza. Questo a una prima distratta valutazione potrebbe sembrare un concetto banale. Del resto, dobbiamo necessariamente essere presenti per fare qualsiasi esperienza, sia essa in un sogno notturno che in uno a occhi aperti.

Ma a una più attenta analisi non c'è nulla di banale in questa affermazione. Facendoci notare che noi siamo necessariamente sempre presenti, Sai Baba esprime due importantissimi concetti che rappresenteranno la base su cui svilupperemo i nostri ragionamenti nei prossimi capitoli: la prima cosa da notare è che il mondo non può manifestarsi senza di noi.

Di fatto l'universo appare solo se c'è un testimone a osservarlo. L'altro concetto fondamentale, da tenere sempre a mente, è che l’unica cosa che c'è e che quindi può essere considerata Reale è la Coscienza, ciò che Sai Baba definisce il Sé testimone.

Data di Pubblicazione: 22 febbraio 2022

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