Svegliarsi dalla Trance: la strada dell’Accettazione Totale
Capitolo 2: Svegliarsi dalla Trance: la strada dell’Accettazione Totale
«La scorsa notte, mentre dormivo, sognai - meraviglioso errore! - di avere un alveare qui dentro al mio cuore. E le api dorate stavano facendo cera dorata e dolce miele dai miei vecchi fallimenti».
Antonio Machado
«Il curioso paradosso è che quando mi accetto per come sono, allora posso cambiare».
Carl Rogers
Mohini era una tigre bianca regale che ha vissuto per molti anni allo zoo nazionale di Washington. Per la maggior parte di quegli anni la sua casa era nella vecchia casa dei leoni, una tipica gabbia di 3,5x3,5 m con sbarre di ferro e il pavimento di cemento. Mohini passava le sue giornate a muoversi senza pace avanti e indietro nella sua stretta gabbia.
Alla fine, i biologi e lo staff le hanno creato un habitat naturale. Per svariati acri, c’erano colline, alberi, un laghetto e vegetazione varia. Con eccitazione e trepidazione hanno liberato Mohini nel suo nuovo, grande ambiente, ma era troppo tardi. La tigre ha subito cercato rifugio in un angolo dell’area, dove ha vissuto per il resto della vita. Mohini camminò su e giù in quell’angolo finché un’area di 3,5x3,5 m rimase senza erba.
Forse la più grande tragedia nella nostra vita è che la libertà è possibile e tuttavia passiamo i nostri anni ingabbiati dalle stesse vecchie abitudini. Presi dalla trance dell’inadeguatezza, ci abituiamo a intrappolarci con ansia, autogiudicandoci, con irrequietezza e insoddisfazione. Come Mohini, diventiamo incapaci di avere accesso alla libertà e alla pace che sono nostri diritti di nascita. Potremmo voler amare le persone senza tirarci indietro, sentirci veri, respirare la bellezza attorno a noi, danzare e cantare. Tuttavia ogni giorno ascoltiamo la nostra voce interiore che sminuisce la nostra vita. Anche se vincessimo milioni alla lotteria o sposassimo la persona perfetta, finché non ci sentiamo bene abbastanza, non saremo in grado di apprezzare le possibilità davanti a noi. Tuttavia, a differenza di Mohini, possiamo imparare a riconoscere quando ci costringiamo a essere intrappolati dalle nostre convinzioni e paure. Possiamo vedere come stiamo sprecando la nostra vita preziosa.
La strada per uscire dalla nostra gabbia comincia con l’accettare assolutamente tutto di noi e della nostra vita, abbracciandola con consapevolezza e attenzione alla nostra esperienza momento per momento. Con l’accettare assolutamente tutto, intendo che siamo consapevoli di quello che sta accadendo al nostro corpo e alla nostra mente in ogni momento, senza cercare di controllarli, giudicarli o allontanarci. Non voglio dire che dobbiamo sopportare comportamenti dannosi, nostri o di altri. Questo è un processo interiore per accettare la nostra esperienza attuale, del momento presente. Vuol dire provare dolore e tristezza senza resistervi. Vuol dire provare desiderio o repulsione verso qualcuno o qualcosa senza giudicarci per quella sensazione o essere spinti ad agire in base ad essa.
Chiaramente, riconoscere quello che sta accadendo dentro di noi e guardare quello che vediamo con cuore aperto, gentile e amorevole è quello che chiamo Accettazione Totale. Se ci stiamo sottraendo ad ogni fase della nostra esperienza, se il nostro cuore lascia fuori qualsiasi parte di chi siamo e quello che sentiamo, stiamo alimentando le paure e i sentimenti di separazione che creano la trance dell’inadeguatezza. L’Accettazione Totale smantella direttamente le fondamenta di questa trance.
L’Accettazione Totale scappa davanti alle nostre reazioni condizionate. Quando sorge dolore fisico o emotivo, il nostro riflesso è di resistere non solo irrigidendo il corpo e contraendo i muscoli, ma anche contraendo la nostra mente. Ci perdiamo in pensieri su cosa è sbagliato, su quanto durerà, quello che dovremmo fare al riguardo e come il dolore rifletta la nostra inadeguatezza. Un dolore fisico, come un mal di schiena o un mal di testa, potrebbe essere commentato come un non sapere prendersi cura di noi stessi, non saper mangiare bene o tenerci sufficientemente allenati. Il dolore potrebbe farci sentire come delle vittime; potrebbe non farci fare affidamento sul nostro corpo, dirci che le cose andranno sempre male. Allo stesso modo, amplifichiamo il nostro dolore emotivo con i nostri giudizi e le nostre storie. Provare paura, rabbia o gelosia equivale a dire che c’è qualcosa che non va in noi, che siamo deboli o cattivi.
Quando ci perdiamo nelle nostre storie, perdiamo di vista la nostra vera esperienza. Facendo affidamento al futuro o ripercorrendo il passato, lasciamo l’esperienza vissuta del momento presente. La nostra trance si infittisce mentre viviamo la nostra giornata spinti dal “devo fare di più per stare bene” o “sono incompleto/a, devo fare di più per essere felice”. Questi “mantra” rafforzano la convinzione della trance che la nostra vita debba essere diversa da quello che è.
Quando le cose vanno bene, mettiamo in discussione il fatto di meritarcele o abbiamo paura che succederà qualcosa di brutto. Non appena assaggiamo il nostro gusto preferito di gelato, cominciamo a calcolare quanto possiamo mangiarne senza sentirci troppo in colpa o mettere su chili. Osserviamo un bel paesaggio e ci preoccupiamo perché stiamo finendo il rullino o cominciamo a pensare che dovremmo veramente trasferirci in campagna. Quando meditiamo, sperimentiamo un delizioso periodo di tranquillità e pace e poi cominciamo immediatamente a domandarci come fare ad andare avanti. Il nostro divertimento è rovinato dall’ansia di mantenere ciò che abbiamo e dalla nostra spinta a ottenere di più.
Continua a leggere il capitolo 2 del libro Il Potere Straordinario dell’Accettazione Totale
Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017