Impara a conoscere l'energia del cuore ed entra in una conversazione con il mondo vibrazionale, leggendo l'anteprima del libro di Michael Brown.
Entrare nella conversazione vibrazionale
C'è una conversazione a cui tutti cerchiamo di partecipare consapevolmente: la conversazione con il vibrazionale.
Alcuni chiamano questa conversazione "esperienza spirituale" o "auto-realizzazione" o "realizzazione di Dio". In questo testo l'abbiamo definita una conversazione con l'indicibile, ma possiamo anche chiamarla una conversazione con il vibrazionale.
Al giorno d'oggi la parola vibrazionale è più accessibile della parola spirituale, perché non ha carica emotiva e non è appesantita dall'indottrinamento religioso e superstizioso. La parola vibrazionale contiene anche un indizio su come entriamo in questa conversazione.
La risonanza vibrazionale di qualunque cosa Dio è per noi è cosi gentile e sottile che - nella nostra condizione quotidiana trasfigurata fisicamente - appare come silenzio, immobilità e invisibilità.
Ma è una vibrazione che può essere percepita a livello esperienziale da ogni essere umano perché è un nostro diritto innato. Questa conversazione consapevole è il motivo per cui siamo qui.
All'inizio questa risonanza vibrazionale è troppo sottile per essere rilevata dal corpo fisico. Anche se noi siamo questa risonanza e siamo costantemente dentro di lei, non possiamo percepirla con gli occhi fisici, né ascoltarla con le orecchie fisiche o toccarla con la carne fisica.
Queste abilità percettive sono troppo dense e impotenti nella capacità della frequenza. Non possiamo neanche incontrare questa vibrazione a livello esperienziale mediante i pensieri, i concetti o le idee. Una forma di pensiero non ha la capacità di incontrare una vibrazione a livello esperienziale. Può solo "pensarla".
La realtà dell'esistenza di questo regno vibrazionale non è quindi inizialmente accessibile al corpo fisico, mentale ed emotivo, e se questi sono gli unici mezzi con cui tentiamo di avvicinarla, non ci riusciamo.
Questo fallimento spiega perché finiamo per adottare stravaganti pratiche fisiche e per ricorrere a sfrenate fantasie e costruzioni mentali.
Quando ci avviciniamo a ciò che Dio è per noi soltanto attraverso il mentale e il fisico, finiamo inevitabilmente per utilizzare l'invenzione come mezzo per compensare i nostri tentativi non riusciti.
Quando eseguiamo strane pratiche fisiche e usiamo l'immaginazione nel tentativo di incontrare direttamente ciò che Dio è per noi, ci perdiamo. Non è necessario immaginare ciò che è reale.
All'inizio la risonanza vibrazionale di qualunque cosa Dio è per noi - che siamo anche noi - è incontrata attraverso la percezione sensibile. Solo il cuore ha la capacita, il vocabolario e la frequenza percettiva capaci di entrare a livello esperienziale in questa realtà.
Il cuore è una via d'accesso
Il corpo fisico, il corpo mentale e il corpo emotivo hanno capacità molto diverse per quanto riguarda la comunicazione. Se dessimo a tutti gli abitanti del Pianeta lo stesso bicchiere d'acqua e chiedessimo loro di pesarlo e poi di misurare la quantità d'acqua, tutti darebbero le stesse risposte.
Il motivo è che l'aspetto fisico della nostra esperienza è estremamente limitato. Ecco perché per noi e così spiacevole e soffocante essere fisicamente trasfigurati dalla nostra esperienza. Se dessimo a tutti gli abitanti del Pianeta lo stesso bicchiere d'acqua e chiedessimo loro di scrivere un saggio di una pagina al riguardo, ci sarebbero molte differenze tra i vari scritti, ma anche somiglianze.
Il motivo è che la nostra capacita mentale è un po' più estesa di quella fisica, sebbene abbia ancora i suoi limiti. La nostra capacità di esprimerci mentalmente è limitata dai parametri ristretti del linguaggio, dal nostro utilizzo delle parole.
C'è un numero limitato di parole e concetti legati a "un bicchiere d'acqua". Se dessimo a tutti gli abitanti del Pianeta l'opportunità di condividere le proprie emozioni riguardo all'acqua, anche qui scopriremmo una serie di emozioni diverse.
Ѐ probabile che le persone che vivono nel deserto provino emozioni molto diverse dalle persone che abitano nei luoghi colpiti dall'uragano Katrina o dallo tsunami nell'Oceano Indiano. Queste emozioni spaziano dal desiderio al puro terrore.
D'altra parte, se mostrassimo a tutti gli abitanti del Pianeta un bicchiere d'acqua e chiedessimo loro che cosa sentono nel cuore riguardo all'acqua - una cosa diversa dalle loro reazioni emotive condizionate - la gamma di auto-percezione disponibile sarebbe vasta, perché il cuore è vasto.
Le sottigliezze del cuore sono così ampie che, per quanto il corpo del cuore non sia illimitato, tende a esserlo.
Il cuore è pressoché illimitato nella sua capacità di sentire in modo diverso, perché è il mezzo con cui entriamo nel nostro incontro esperienziale con ciò che è illimitato. Ѐ l'unico attributo tra le componenti della matrice mentale che ha il vocabolario e la capacità di entrare in una conversazione con l'indicibile.
Questa immensa capacità, con il suo vocabolario quasi illimitato, si chiama percezione sensibile. Di conseguenza, il cuore è la via d'accesso all'incontro esperienziale con ciò che Dio è per noi. Solo il cuore ha la capacita di essere aperto all'illimitato - di interagire direttamente e a livello esperienziale con l'illimitato.
Solo sentendo ciò che Dio è sappiamo davvero che Dio c'è. All'inizio, il sentire è il solo vocabolario che ha la capacità di interagire direttamente e intimamente con il vibrazionale. Finché non integriamo questa comprensione, siamo privati dell'esperienza diretta.
Il linguaggio del Paradiso
Una volta che siamo in grado di contenere consapevolmente e di integrare completamente l'immensità di paura, rabbia e sofferenza, facciamo una scoperta sorprendente.
Ci rendiamo conto che ognuno di noi ha nel corpo emotivo l'esatta quantità di paura, rabbia e sofferenza che, quando viene pienamente sentita, risveglia l'intero vocabolario della percezione sensibile che serve per dotarci della capacità di entrare a livello esperienziale in una conversazione con il vibrazionale.
Abbiamo combattuto contro paura, rabbia e sofferenza perché pensiamo che questi stati siano nostri nemici e che quindi dobbiamo sbarazzarcene. Ma non sono veramente paura, rabbia o sofferenza. Queste tre parole sono soltanto incantesimi concettuali in cui abbiamo intrappolato modelli energetici inconsci che riflettono punti nel corpo emotivo in cui c'è una grande resistenza.
Queste parole e le loro connotazioni psicologiche ci inducono a fuggire e a tentare di riprenderci da questi stati emotivi, invece di scoprire e accogliere il vero tesoro insito in loro.
La paura, la rabbia e la sofferenza, e tutta la varietà di stati emotivi spiacevoli che provengono dall'interno di questa trinità di disfunzione energetica, sono le lettere non ancora realizzate dell'alfabeto della percezione sensibile attraverso cui, una volta che sono consapevolmente integrate, comunichiamo con il vibrazionale.
Fintanto che reprimiamo e sediamo questi stati emotivi, allo stesso tempo reprimiamo e sediamo le diverse lettere di questo alfabeto emotivo - l'ABC della nostra capacità di parlare con ciò che Dio è per noi.
Data di Pubblicazione: 3 maggio 2024