SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO

Introduzione a un Corso in Miracoli - Anteprima del libro di Kenneth Wapnick

Il testo fondamentale del nuovo millennio spiegato al grande pubblico

La mente una: il mondo del cielo

Un modo utile di presentare il materiale di Un corso in miracoli è forse suddividerlo in tre sezioni, poiché il Corso in realtà rappresenta tre diversi sistemi di pensiero: la mente Una, che rappresenta il mondo del Cielo, la Mente sbagliata, che rappresenta il sistema di pensiero dell'ego, e la mente corretta, che rappresenta il sistema di pensiero dello Spirito Santo.

All'inizio è anche utile osservare che Un corso in miracoli è scritto su due livelli. Il primo livello presenta la differenza tra la mente Una e la mente separata, mentre il secondo livello contrappone la mente sbagliata e la mente corretta. Al primo livello, per esempio, il mondo e il corpo sono considerati illusioni fatte dall'ego. Essi sono così il simbolo della separazione da Dio.

Il secondo livello si riferisce a questo mondo, dove crediamo di essere, e così a questo livello il mondo e il corpo vengono visti come neutrali e possono servire uno dei due scopi che seguono. Per la mente sbagliata dell'ego sono strumenti usati per rinforzare la separazione. Per la mente corretta essi sono gli strumenti di insegnamento dello Spirito Santo, tramite i quali impariamo le Sue lezioni di perdono. A questo secondo livello, pertanto, le illusioni si riferiscono alle errate percezioni dell'ego: vedendo per esempio l'attacco invece di una richiesta d'amore, il peccato invece dell'errore.

Tenendo questo a mente iniziamo la nostra discussione in merito ai tre sistemi di pensiero del Corso. Inizieremo con il primo, che in realtà è l'unico, e viene descritto all'inizio del testo come Tessere nella Mente Una di Cristo o di Dio. Questo è un sistema di pensiero che non ha nulla a che fare con questo mondo. Ora ne parlerò brevemente e poi lo metteremo da parte, perché in effetti questo non è il principale interesse del Corso. Ne è il puntello e il fondamento, ma in realtà non è qui che dev'essere fatto il lavoro.

La mente è una

La Mente Una è il mondo del Cielo ed è ciò a cui Un corso in miracoli fa riferimento come conoscenza. Una delle cose difficili, quando ci si trova di fronte al Corso per la prima volta, è che usa le parole in modo diverso da come vengono usate normalmente. Se sovrapponi la tua comprensione di una parola al Corso, avrai un sacco di problemi. Parole come "peccato", "mondo", "realtà", "Dio", "Gesù", "conoscenza" ecc., sono usate in maniera leggermente diversa dal modo in cui le usiamo normalmente. Se vuoi dare giustizia al Corso e capire cosa dice, che tu sia d'accordo o no, devi anche comprendere il significato delle parole e come le usa nel suo contesto.

Una di queste parole è "conoscenza". Il Corso non usa "conoscenza" nel nostro modo tipico. La conoscenza si riferisce solo a Dio e il mondo della conoscenza non ha nulla da fare con questo mondo. La conoscenza non è una credenza o un sistema di pensiero. È un'esperienza, un'esperienza che trascende completamente qualsiasi cosa di questo mondo. Così il mondo del Cielo, il mondo della conoscenza, o il mondo dello spirito di Dio, sono tutte la stessa cosa. Quando Un corso in miracoli parla del mondo dello spirito, questo non ha nulla a che fare con il mondo della materia. Lo spirito è la nostra vera realtà, la nostra vera casa, e non ha niente a che fare con ciò di cui facciamo esperienza come nostra realtà.

La Trinità è il concetto centrale in Cielo, o mondo della conoscenza. Parlerò in sintesi di come il Corso definisce la Trinità, ma prima fatemi dire brevemente un'altra cosa; si tratta di una obiezione che molti fanno sul Corso. Chiedono: «Se il tema e il pensiero generale del Corso sono di natura universale - che siamo tutti uno - allora perché è arrivato in forma specificamente cristiana?».

La risposta a questa domanda ha senso alla luce di uno dei princìpi fondamentali del Corso: devi disfare Terrore dove si trova. Non c'è dubbio che la cristianità rappresenti l'influenza predominante nel mondo occidentale. Non c'è stato sistema di pensiero più potente al mondo, sia che ci si consideri cristiani o meno. Non c'è nessuno in questo mondo, certamente nel mondo occidentale, che non sia stato profondamente influenzato dal cristianesimo. Che ci si identifichi con il cristianesimo o no, viviamo comunque in un mondo cristiano. Il nostro stesso calendario è basato sulla nascita e la morte di Gesù. Tuttavia la cristianità non è stata a sua volta molto cristiana, non c'è bisogno di dirlo, se guardiamo alla storia delle chiese.

Siccome la cristianità ha avuto un impatto molto potente sul mondo, e ancora ce l'ha, era essenziale che, prima che potesse essere fatta qualsiasi altra cosa per cambiare radicalmente il paradigma di pensiero del mondo, venisse posto rimedio agli errori della cristianità. Ecco il motivo per cui credo che Un corso in miracoli sia arrivato nella sua specifica forma cristiana. Così, chiunque legga il Corso dopo aver avuto una formazione cristiana, riconoscerà abbastanza presto che il cristianesimo di cui parla il Corso non ha nulla a che fare con il cristianesimo che gli è stato insegnato. Il marito di Helen, Louis, un uomo che si identificava moltissimo con l'ebraismo, mi disse una volta di essere certo che se il cristianesimo fosse stato come il Corso, non ci sarebbe mai stato alcun antisemitismo. Non v'è dubbio al riguardo.

Errori della cristianità

Il Corso, perciò, arrivò in questa specifica forma per correggere gli errori che la cristianità aveva introdotto. Per tutto il Corso, specialmente nei primi capitoli del testo, ci sono numerosi riferimenti alle sacre scritture (più di 800), e molti di essi sono stati reinterpretati. L'inizio dei capitoli 3 e 6 hanno delle potenti sezioni sulla crocifissione, dove Gesù rimette "le cose a posto", spiegando cosa c'è stato di sbagliato nel modo in cui la gente ha compreso la sua crocifissione (T-3.1; T-6.1). Egli spiega perché è successo e come, partendo da quell'errore, si sia sviluppato un intero sistema di pensiero. La trattazione di Gesù non è tradizionalmente cristiana, sebbene i suoi princìpi siano cristiani nel senso in cui li intendeva originariamente.

Ecco perché la forma di Un corso in miracoli è cristiana e perché, diverse volte, nel testo Gesù dice che ha bisogno di essere perdonato. Questo è applicabile sia che si sia cristiani, ebrei o atei. Non c'è nessuno in questo mondo che, a un certo livello, consciamente o altrimenti, non abbia fatto di Gesù un nemico. La ragione di ciò è la stessa per cui le persone trovano che questo Corso sia loro nemico. Egli minaccia il fondamento stesso del sistema dell'ego. Così, ancora una volta, prima di poter andare oltre ciò che la cristianità è stata, dobbiamo innanzitutto perdonarla. Questo, ripeto, è pienamente in accordo con i cardini teoremici del Corso.

Il fatto che il Corso usi una terminologia cristiana è stato un ostacolo praticamente per tutti coloro che lo leggono. È ovviamente un ostacolo per coloro che sono cresciuti come ebrei, perché come ebreo ti viene insegnato molto presto che la parola "Gesù" è negativa. È un ostacolo per la maggior parte dei cristiani, perché il Corso esprime una forma di cristianesimo diversa dal cristianesimo che avevano conosciuto. Anche per un ateo ci sono ovviamente problemi. Non c'è praticamente alcuno che non abbia una qualche sorta di difficoltà nei confronti di Un corso in miracoli a causa della sua forma. Perciò il fatto che sia cristiano è intenzionale: anche la condizione per la quale Gesù non faccia mistero del fatto che sia lui l'autore del Corso non è un caso. Lo scopo è in realtà di aiutare il mondo a perdonarlo e a perdonarsi per le proprie interpretazioni errate.

D.G parli della poesia nel Corso?

R. Helen era appassionata di Shakespeare e il pentametro giambico che si trova in buona parte del Corso è di stile shakespeariano. Ci sono anche diverse allusioni alle opere di Shakespeare e la versione della Bibbia citata è quella di King James (versione della Bibbia in inglese elisabettiano.

Seppure non sia più tra le traduzioni maggiormente accurate o utilizzate accademicamente, resta la più popolare e conosciuta nel mondo anglofono; N.d.T.). Però, seppure ci siano impressionanti parallelismi con gli insegnamenti della Bibbia, il Corso, come ho detto, differisce realmente da ciò che potremmo chiamare cristianesimo della Bibbia.

Un'ultima cosa: a causa del suo scopo di correggere il cristianesimo, il Corso usa deliberatamente parole cristiane per la Trinità, che sono termini maschili. Questa è un'altra obiezione che molte persone hanno fatto al Corso. La ragione di questo utilizzo è duplice. Una è quella per cui la lingua dell'ebraismo e del cristianesimo è maschile e il Corso semplicemente la adotta; seconda ragione è quella per la quale una parte considerevole è scritta in forma poetica per cui sarebbe un po' scomodo dover sempre dire "suo o sua". Questo fa parte dei limiti della grammatica inglese. Se per esempio ci si riferisce a una persona e nella frase successiva ci si vuole riferire nuovamente a quella stessa persona con un pronome, per correttezza grammaticale bisogna usare il genere maschile. Questo è un aspetto stilistico della lingua inglese e il Corso lo segue semplicemente. Posso assicuravi che l'autore del Corso non è sessista: Gesù non è un maschio sciovinista.

La prima Persona della Trinità

La prima Persona della Trinità, naturalmente, è Dio. Dio è la Fonte di tutto l'essere. Si fa frequentemente riferimento a Lui nel Corso come il Padre, cosa che nuovamente è presa dalla tradizione giudeo-cristiana. Si fa riferimento a Lui come al Creatore, e tutto proviene da Lui. La natura di Dio, in essenza, è puro spirito e poiché Dio è immutabile, senza forma, eterno e spirito, nulla che non condivida questi attributi può essere reale. Ecco perché il Corso dice che il mondo non è reale e che non fu creato da Dio. Il mondo è mutevole, non è eterno ed è di forma materiale. Perciò non può essere di Dio.

La seconda Persona della Trinità è Cristo. Ciò che accadde nella creazione è che Dio in modo semplicemente naturale estese Se Stesso. Lo stato naturale dello spirito è estendersi e fluire. L'estensione di Dio è la creazione, e la creazione è conosciuta come il Figlio di Dio, o Cristo. Ciò che è difficile da comprendere riguardo a tutto ciò è che le sole parole e i soli concetti che possiamo usare sono quelli del nostro mondo, un mondo di percezione, che è limitato dal tempo e dallo spazio. Questo è l'universo materiale che abbiamo posto come sostituto del Cielo. Lo sviluppo di tale concetto va però oltre lo scopo di questo seminario di un giorno.

In Cielo, perciò, non c'è spazio o tempo. Quando pensiamo a Dio che estende Se Stesso, la sola immagine che riusciamo a focalizzare è di tipo spaziale e temporale, non è accurata per cui come dice il Corso in queste occasioni, non tentare nemmeno di capire qualcosa che non può essere compreso. Il libro degli esercizi usa la frase «fantasticherie senza senso» (L-p1.139.8:5), e questo è in realtà ciò a cui tutto quanto sopra esposto si riduce. Come afferma Un corso in miracoli, solo attraverso una esperienza rivelatoria possiamo apprendere la verità, e comunque poi non saremo in grado di esprimerla con le parole: le parole non sono altro che simboli di simboli - quindi sono doppiamente lontane dalla realtà (M-21.1:9-10).

Adesso anche il Figlio di Dio, o Cristo, estende Se Stesso. L'estensione di Dio è Suo Figlio, ed è chiamato Cristo. Cristo è uno: c'è solo un Dio, e solo un Figlio. In altre parole, similmente a dò che Dio fa estendendo il Suo spirito, anche il Figlio di Dio estende il Suo spirito. Questo d porta a uno dei termini più ambigui nel Corso: le "creazioni". Quando il Corso fa riferimento alle creazioni, quello a cui si riferisce sono le estensioni dello spirito di Cristo. Proprio come Dio creò Cristo, anche Cristo crea. E le estensioni di Cristo in Cielo sono conosdute come creazioni. Questa è un'area che il Corso non tenta di spiegare. Quando vi imbattete in questa parola, è suffidente capire che significa semplicemente il processo naturale di estensione dello spirito.

Un corso in miracoli lo dice in maniera chiarissima, e questo è un punto importantissimo, che mentre noi, come Cristo, creiamo come Dio, non abbiamo creato Dio. Noi non siamo Dio. Siamo estensioni di Dio: siamo i Figli di Dio, ma non siamo la Fonte. C'è solo una Fonte e questa è Dio. Credere di essere Dio, di essere la Fonte dell'essere è fare esattamente dò che vuole l'ego cioè credere di essere, autonomi e che possiamo creare Dio proprio come Dio ha creato noi. Se credete a dò state formando un circolo vizioso dal quale non c'è via d'usdta, perché state dicendo che siete l'autore della vostra realtà. Questo è quello a cui il Corso fa riferimento come al problema dell'autorità. Noi non siamo gli autori della nostra realtà: Dio lo è. Una volta che crediamo di essere Dio, e mettiamo in competizione con Lui, e allora siamo veramente nei guai. Questo, naturalmente, è l'errore originale, di cui parleremo tra breve.

Creiamo un Dio

All'inizio, che ovviamente trascende il tempo, c'erano solo Dio e Suo Figlio. Era come una grande e felice famiglia in Cielo. In uno strano momento, che in realtà non è mai accaduto, il Figlio di Dio credette di potersi separare da suo Padre. Quello è il momento in cui avvenne la separazione. In verità, come dice il Corso, dò non è mai potuto succedere, perché come potrebbe una parte di Dio separarsi da Dio? Tuttavia il fatto che siamo tutti qui, o pensiamo di essere qui, sembrerebbe indicare qualcos'altro. Il Corso non spiega veramente la separazione, dice soltanto che le cose stanno così. Non tentate di chiedere come sia mai potuto accadere l'impossibile, perché non sarebbe mai potuto accadere. Se vi chiedete come sia potuto accadere, vi ritrovate proprio nel bel mezzo dell'errore.

Nel nostro modo di pensare, sembrò realmente succedere e la separazione accadde realmente. Nel medesimo istante in cui abbiamo creduto di separarci da Dio abbiamo instaurato un intero sistema di pensiero (di cui parlerò tra un minuto) e Dio mandò la Sua Correzione per disfare questo errore. Si tratta della terza Persona della Trinità. Ciò viene spiegato molto bene nel capitolo 5 del testo se volete studiarlo ulteriormente. È il primo posto in cui Gesù parla dettagliatamente dello Spirito Santo e spiega il ruolo dello Spirito Santo: è la Risposta alla separazione. Ovunque nel Corso leggete la parola "Risposta" con la "R" maiuscola, potete sostituirla con "Spirito Santo".

Un corso in miracoli descrive lo Spirito Santo come l'Anello di Comunicazione tra Dio e il Suo Figlio separato (T-6.1.19:1). La ragione per cui Egli è la Risposta e disfa la separazione è che dal momento che noi crediamo veramente di essere separati da Dio - Dio è lì e noi siamo qui - lo Spirito Santo agisce come congiunzione tra dove crediamo di essere e dove siamo veramente, che è a casa con Dio. Il fatto che ci sia un anello di congiunzione ci dice che non siamo separati. Così nel momento stesso in cui abbiamo creduto che ci fosse una separazione, in quello stesso istante Dio la disfece. Così lo Spirito Santo è il disfacimento della separazione.

Ripeto, questo è il sistema di pensiero conosciuto come essere nella Mente Una, ed è il sostegno di tutto ciò di cui parleremo. Non è qualcosa che possa essere compreso, deve solo essere accettato. Quando saremo di nuovo tutti in Cielo lo comprenderemo e in quel momento non avremo più alcuna domanda.

Questo testo è estratto dal libro "Introduzione a un Corso in Miracoli".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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